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La tesi di fondo è che tale opera riflette una doppia personalità: l’una è quella del profeta messianico e utopista, che prevede deterministicamente il crollo del capitalismo in conseguenza della rivoluzione proletaria; l’altra è quella dello scienziato sociale, che studia l’evoluzione storica e economica giungendo a subordinare la nascita di una forma superiore di società al massimo sviluppo delle forze produttive che può essere raggiunto solo in virtù della diffusione globale del capitale.
La tesi di fondo è che tale opera riflette una doppia personalità: l’una è quella del profeta messianico e utopista, che prevede deterministicamente il crollo del capitalismo in conseguenza della rivoluzione proletaria; l’altra è quella dello scienziato sociale, che studia l’evoluzione storica e economica giungendo a subordinare la nascita di una forma superiore di società al massimo sviluppo delle forze produttive che può essere raggiunto solo in virtù della diffusione globale del capitale.
Al Marx "rivoluzionario", che propugna l’avvento del comunismo attribuendolo a leggi intrinseche all’evoluzione storica, si contrapporrebbe dunque un Marx "riformista", la cui analisi del capitalismo implica la necessità di un suo graduale superamento sulla base delle sue intrinseche contraddizioni.Affrancando il Marx riformista da quello rivoluzionario, si consegue, secondo Carandini, l’effetto di rivitalizzare un pensiero critico attualissimo in quanto le contraddizioni e i limiti del capitalismo sono ancora del tutto attuali