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Freud fu uno dei primi ad affermare (circa un secolo fa) che la maggior parte della nostra vita mentale procede in modo inconscio, e che la coscienza è solo una proprietà di una parte della mente. Il sostenere una tesi del genere di fronte alla scienza medica dell'epoca non poteva non suscitare critiche anche molto accese. Gran parte delle teorie che Freud ha proposto in quegli anni è ancora animosamente contestata. Tuttavia, l'idea che là maggior parte del nostro funzionamento mentale operi inconsciamente è ampiamente accettata anche nell'ambito delle contemporanee neuroscienze cognitive. Una delle scoperte più innovative e fondamentali di Freud è così entrata tra i filoni principali della ricerca scientifica d'oggi.
Freud fu uno dei primi ad affermare (circa un secolo fa) che la maggior parte della nostra vita mentale procede in modo inconscio, e che la coscienza è solo una proprietà di una parte della mente. Il sostenere una tesi del genere di fronte alla scienza medica dell'epoca non poteva non suscitare critiche anche molto accese. Gran parte delle teorie che Freud ha proposto in quegli anni è ancora animosamente contestata. Tuttavia, l'idea che là maggior parte del nostro funzionamento mentale operi inconsciamente è ampiamente accettata anche nell'ambito delle contemporanee neuroscienze cognitive. Una delle scoperte più innovative e fondamentali di Freud è così entrata tra i filoni principali della ricerca scientifica d'oggi.
Si tratta di definire quanta parte della vita mentale è cosciente
Le conclusioni cui giungono i neuroscienziati sono sorprendenti:"Vi sono diversi modi per rispondere al quesito circa la parte della vita mentale che è cosciente, e ciascuno di questi porta a risposte piuttosto divergenti. Allo stesso tempo, tutte le risposte convergono però alla conclusione che la coscienza rappresenta una porzione molto limitata della mente.