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Abbiamo assistito soltanto alla solita crisi ciclica e tutto riprenderà come prima? La fine della tempesta finanziaria e il ritorno alla «normalità» metterà tutto a posto? Dunque la grande macchina si è fermata perché a un certo punto un guasto meccanico ha impedito che il carburante arrivasse al motore? Basta riparare l'ostruzione, mettere un rattoppo per «riprendere la corsa»?Il nostro personale racconto su questa vicenda parte da qui. Dalla contestazione radicale che si tratti di un semplice guasto meccanico superabile con una, sia pure faticosa, riparazione. Non siamo affatto convinti che si sia verificato un incidente. La ripetizione del ritornello che occorre una «severa regolamentazione dei mercati finanziari» è certo apprezzabile, se non nelle intenzioni reali, per lo meno nelle parole dei proponenti. Del resto, abbiamo potuto osservare, per tutto il terribile 2009, quanto anche tali buoni propositi siano di fatto naufragati. Ed anzi abbiamo assistito alle solite pratiche di condizioni di favore concesse alle banche dal potere pubblico: lo Stato tanto indulgente, sottobanco, con i poteri finanziari, e poi così severo e intransigente quando rivolge le sue retoriche all'universalità dei cittadini. Ma la storia sta assumendo un esito imprevisto. Ora la crisi viene a colpire in pieno gli Stati, mettendo in scena uno spettacolo degno 'dell'età mondiale' costruita con tanta pompa dalla retorica degli ultimi decenni.