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Il pessimismo freudiano è agevolmente riconducibile all'influenza della tradizione ebraica e del pensiero di Hobbes (oltre che di Schopenhauer). Esso comporta l'attribuzione alla natura umana di pulsioni primitive e selvagge, che fanno storicamente riferimento alla liberazione degli “spiriti animali” prodotta dal Capitalismo.
Il pessimismo freudiano è agevolmente riconducibile all'influenza della tradizione ebraica e del pensiero di Hobbes (oltre che di Schopenhauer). Esso comporta l'attribuzione alla natura umana di pulsioni primitive e selvagge, che fanno storicamente riferimento alla liberazione degli “spiriti animali” prodotta dal Capitalismo.
Freud ritiene di avere visto in azione le pulsioni nei sogni e nelle fantasie inconsce dei pazienti. Ma si tratta di un fraintendimento. Le impulsioni che attraversano l'inconscio dei pazienti rappresentano o una rabbiosa protesta contro un Super-io rigido e severo o una rivendicazione di libertà totale che, non potendosi realizzare sul piano della vita quotidiana, imbocca il vicolo cieco dell'anarchia.
Se si sormonta tale fraintendimento, è possibile ridefinire l'inconscio come una dimensione della mente che cerca incessantemente un punto di equilibrio tra le due logiche che lo sottendono, quella dell'appartenenza e dell'individuazione
Al di là delle circostanze ambientali, che possono essere più o meno favorevoli allo sviluppo della personalità, i pazienti ammalano perché, come ha intuito Jung, il loro potenziale di sviluppo – lo sappiano o no – è iperadattivo, postula cioè di realizzare un'esperienza di vita autentica.