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La dialettica marxiana, che riprende rovesciandola quella hegeliana, e come essa tende a definire un approdo teleologico per la storia umana, è l'espressione di una visione dell'uomo che, pur non escludendo cadute e alienazioni di ogni genere, implica un valore assoluto nella cornice dell'Universo.
La dialettica marxiana, che riprende rovesciandola quella hegeliana, e come essa tende a definire un approdo teleologico per la storia umana, è l'espressione di una visione dell'uomo che, pur non escludendo cadute e alienazioni di ogni genere, implica un valore assoluto nella cornice dell'Universo.
L'uomo, per Marx, è l'unico animale dotato di un senso di dignità, di libertà e di giustizia. Su questa base, dare per scontato che la storia debba giungere a valorizzare al massimo grado tali caratteristiche, è logicamente coerente, ma non realisticamente fondato.
Depurato dall'aspetto ideologico, il pensiero marxiano è una risposta all'insignificanza dell'esistenza individuale, che viene drammatizzata da condizioni di vita miserabili e assoggettate a sfruttamento.
Essa sollecita l'uomo a recepire la sfida della Natura valorizzando una solidarietà sociale e un uso delle risorse e dei beni disponibili, che postula il superamento del Capitalismo al fine di mettere ogni individuo in grado di raggiungere il massimo sviluppo possibile del suo essere.
Tale sviluppo non ha nulla a che vedere con il bisogno di autorealizzazione borghese, perché Marx dà come scontato che l'individuo pienamente sviluppato raggiunge una coscienza di specie che lo porta a considerare gli altri simili a sé.