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Nietzsche è il massimo teorico che sia dato finora del bisogno di individuazione. Che la realizzazione di tale bisogno, però, richieda, oltre che un'elevata capacità critica, l'isolamento sociale e il disprezzo nei confronti degli esseri comuni, rappresenta l'espressione della biografia interiore di Nietzsche, non già una necessità oggettiva e assoluta.
Nietzsche è il massimo teorico che sia dato finora del bisogno di individuazione. Che la realizzazione di tale bisogno, però, richieda, oltre che un'elevata capacità critica, l'isolamento sociale e il disprezzo nei confronti degli esseri comuni, rappresenta l'espressione della biografia interiore di Nietzsche, non già una necessità oggettiva e assoluta.
Non è impossibile concepire un mondo di esseri consapevoli dell'assurdità e dell'insignificanza dell'esistenza che, facendosi carico “virilmente” di quel bisogno, trovino nel legame umano e solidale tra loro una ragione di esistere e di dare senso alla vita.
Al movimento del mondo moderno, caratterizzato da una progressiva atomizzazione degli individui, che però non rinunciano a coltivare una socialità e un'affettività che non ha più radici profonde, viscerali, in quanto si sovrappone ad una sorta di anestesia e di indifferenza sociale, Nietzsche contrappone il distacco definitivo dell'essere libero dal gregge, funzionale a promuovere la realizzazione del suo destino personale e vocazionale.
Il merito di Nietzsche, per questo aspetto, è di essere riuscito a distinguere con estrema sottigliezza, lo statuto proprio dell'uomo comune moderno (e contemporaneo), che è quello di un individuo consapevole del suo essere distinto da tutti gli altri, ma, al tempo stesso, irretito dall'istinto del gregge, dallo statuto dell'essere individuato, che si può realizzare solo andando al di là di tale istinto e trovando la propria via, quale che essa sia.