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A partire dai 5-6 anni un punto fermo dell'istruzione dovrebbe vertere sulla teoria darwiniana, che può essere esposta con semplicità, nonostante un adeguato approfondimento debba sopravvenire ulteriormente.
A partire dai 5-6 anni un punto fermo dell'istruzione dovrebbe vertere sulla teoria darwiniana, che può essere esposta con semplicità, nonostante un adeguato approfondimento debba sopravvenire ulteriormente.
Contemporaneamente all'avvio dello studio dell'evoluzione biologica, di cui l'uomo è un prodotto, occorrerebbe, a partire dalla seconda infanzia, introdurre lo studio della storia sociale, in particolare per quanto concerne gli aspetti infrastrutturali – economici – e quelli sovrastrutturali – ideologici.
In virtù di questi insegnamenti, i bambini arriverebbero alle scuole medie con idee un po' più chiare sull'evoluzione biologica e quella culturale della specie umana, che andrebbero, ovviamente, approfondite in tutto il corso degli studi superiori, fino a produrre la convinzione che l'uomo può interrogarsi sulla sua comparsa, sul suo esserci, sul passato e sul futuro.
Attrezzati laicamente (e fermo restando il fatto che se un ragazzo intende studiare e praticare la religione, ciò gli va concesso), gli adolescenti svilupperebbero probabilmente una crisi nichilistica più profonda di quanto sia accaduto in passato.
Anziché fornire loro ricette confortanti, questa crisi andrebbe fatta maturare sino alle sue estreme conseguenze, cioè fino all'intuizione per cui se la condizione umana è oggettivamente insignificante essa può essere arricchita di significati soggettivi e personali che richiedono un grande impegno sia sul piano dell'affettività che della socialità e della cultura.