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Gaio Svetonio Tranquillo (in latino: Gaius Suetonius Tranquillus; 70
– 126) è stato uno scrittore romano d'età imperiale,
fondamentale esponente del genere della biografia. Fu un erudito,
vista la grande mole di opere dallo stesso composte delle materie
più svariate (in parte scritte in greco), amante della vita
ritirata onde potersi dedicare agli studi che più amò.
Fu un abile ricercatore enciclopedico, con grande interesse per le
antichità e la cultura romana, accostabile a Marco Terenzio
Varrone.
Biografia
Svetonio era nato attorno al 70 d.C. in un luogo imprecisato del
Latium vetus, forse Ostia, dove ebbe la carica religiosa locale di
pontefice di Vulcano (solitamente conferita a vita), da una famiglia
di ceto equestre (il padre, Svetonio Leto, era tribuno militare),
Svetonio studiò retorica e giurisprudenza, divenendo
avvocato. Ricoprì cariche importanti sotto l'imperatore
Adriano, e forse già sotto Traiano, entrando a far parte del
personale a più stretto contatto con l'imperatore. Fu infatti
il suo segretario personale (magister epistolarum), ed in tale
qualità aveva accesso ai documenti più importanti
degli archivi imperiali. Amico e corrispondente di Plinio il
Giovane, fu al suo seguito quando Plinio divenne governatore della
Bitinia. Della sua vita non si hanno molti altri dati certi.
L'ultimo è il suo allontanamento, per motivi non chiari, ma
dovuti probabilmente alla morte del suo protettore, Plinio, da parte
dell'imperatore Adriano nel 122. Anche la data di morte non è
del tutto sicura, ed è posta da alcuni attorno al 126, da
altri una quindicina di anni dopo, attorno al 140. Fu certamente un
grande erudito e, grazie alla sua opera periziosa e paziente, ci
sono giunte le vite dei dodici Cesari, altrimenti irrimediabilmente
perdute ai nostri giorni. Nel periodo di contatto con l'Imperatore
Traiano, infatti, ebbe l'occasione di consultare la foltissima
libreria regia e si fece sentire in lui il bisogno di mettere per
iscritto in un unico grande libro (De vita Caesarum) la vita dei
dodici principes che si susseguirono dopo Gaio Giulio Cesare (ma vi
sono anche dei capitoli dedicati a Cesare). Fu però suo
grande difetto quello di farsi influenzare, riguardo alle vite di
alcuni Cesari, come Caligola e Nerone, dal suo rango e dalla
presenza di fonti storiche del tempo di per sé corrotte e
parziali.
Opere
De viris illustribus
Il De viris illustribus ("I personaggi famosi"), che trova un suo
chiaro precedente in Cornelio Nepote, analizza le figure di
personalità illustri suddividendole in cinque categorie:
poeti (De poetis), grammatici e retori (De Grammaticis et
rhetoribus), oratori (De oratoribus), storici (De historicis) e
filosofi (De philosophis). Questa raccolta, come altri suoi lavori,
non fu però organizzata cronologicamente.
Dell'opera si conserva pressoché intatta soltanto la sezione
riservata ai grammatici e ai retori (21 grammatici e 5 retori),
anche se mancante della parte finale.
Dopo un indice che riporta gli scrittori che saranno trattati,
Svetonio offre dei brevi ritratti (alcuni brevissimi) di coloro che
hanno contribuito allo sviluppo dello studio della grammatica a
Roma. Di ogni autore non sono forniti specifici dati biografici, ma
in genere l'attenzione è posta sulle novità che
ciascun grammatico ha apportato.
Delle altre sezioni del De viris illustribus, rimangono soltanto
alcune vite, sulla cui reale attribuzione a Svetonio, peraltro, non
c'è accordo fra gli studiosi. Si ricordano la Vita Terentii
(che costituisce la premessa al commento di Elio Donato alle
commedie terenziane), la vita di Orazio e quella di Lucano; deriva
dal De poetis anche la vita di Virgilio, premessa al commento delle
opere del poeta sempre da Elio Donato.
De vita Caesarum
Le Vite dei dodici Cesari in otto libri, sono ben più ampie e
sono a noi giunte pressoché complete (manca solo una breve
parte iniziale). Comprendono, in ordine cronologico, i ritratti di
dodici Imperatori romani, tra cui lo stesso Cesare, a cui seguono
Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone, Galba, Otone, Vitellio,
Vespasiano, Tito, Domiziano.
A differenza di una genealogia introduttiva e di un breve riassunto
della vita e della morte del personaggio, queste biografie non
seguono un modello cronologico, bensì uno schema non rigido,
modificabile a seconda delle esigenze dell'autore. Questo schema era
composto da moduli biografici di tipo alessandrino, vale a dire: si
partiva dalla nascita e le origini famigliari, poi l'educazione, la
giovinezza, la carriera politica prima dell'assunzione al potere,
principali atti di governo; quindi un ritratto fisico e morale;
descrizione della fine. Tutto ciò a discapito
dell'organicità del racconto, con un interesse spesso
dispersivo verso il particolare o la curiosità. La differenza
con il contemporaneo Plutarco è che, quest'ultimo partecipava
più emotivamente al racconto. Svetonio appare invece
più distaccato, astenendosi da un giudizio personale, secondo
il Perelli. Emerge anche una caratterizzazione negativa degli
imperatori del I secolo, forse incoraggiato dallo stesso Adriano per
contrapporre il suo buon governo a quello dei suoi predecessori del
secolo precedente, caratterizzato spesso da eccessi (vedi su tutti
Caligola, Nerone e Domiziano). Svetonio sembra concentrarsi
soprattutto attorno alla figura del princeps, quasi incurante del
mondo imperiale che lo circonda. Ancora il Perelli critica la forma,
che definisce in alcuni casi sciatta, con una struttura schematica e
frammentaria, che non fornisce un discorso articolato da un punto di
vista stilistico. In alcuni rari casi, Svetonio riesce invece ad
"ottenere notevoli effetti drammatici ed a mostrare una
caratterizzazione psicologica coerente".
Come membro della corte imperiale, Svetonio aveva a disposizione
documenti di prima mano (decreti, senatus consulta, verbali del
Senato), tutti utili fonti per il suo lavoro, e materiale utile agli
storici moderni per la ricostruzione del periodo. Tuttavia egli si
servì anche di fonti non ufficiali, quali scritti
propagandistici e diffamatori e anche testimonianze orali, al fine
di alimentare quel gusto per l'aneddoto e il curioso cui egli dedica
ampio spazio e che alcuni gli ascrivono come difetto ed altri come
pregio.
Opere perdute
Sotto il nome di Svetonio sono pervenuti anche alcuni titoli e
frammenti di argomento storico-antiquario (sul gioco della dama),
grammaticale (opere filologiche e lessicografiche) e scientifiche
(sulla natura e gli animali). L'insieme dei frammenti, in parte
latini e in parte greci, è tuttavia troppo esiguo per
consentire un'analisi di tali opere e verificarne la
paternità.