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Sun Yat-sen (in Wade-Giles, Sun Zhongshan in Pinyin, 孫中山, (o Sun
I-hsien); Hsien Shang, 12 novembre 1866 – Pechino, 12 marzo 1925)
è stato un politico cinese. È considerato il fondatore
della Cina moderna e uno dei più importanti rivoluzionari
cinesi, tra i primi a proporre il rovesciamento dell'Impero Cinese e
a considerare il problema della democrazia.
Tanto il governo nazionalista di Chiang Kai-shek, che ha mantenuto
la sua sovranità sulla sola Taiwan nel 1949, dopo la vittoria
dei comunisti nella guerra civile, quanto la Repubblica Popolare
Cinese ne rivendicano l'eredità.
La formazione
Sun Yat-sen nacque da una tradizionale famiglia contadina cinese,
proprio nella regione della Cina, che più di ogni altra, era
stata trasformata dalle idee occidentali, il Guangdong. Sun aveva
sentito parlare fin da bambino della rivolta dei Taiping, alla quale
un suo zio aveva partecipato. Tutta la sua vita sarebbe trascorsa
tra due mondi: la sua filosofia era quella di combinare il bisogno
di una modernizzazione di tipo “occidentale” con le tradizioni
cinesi. Frequentò la scuola elementare nel suo villaggio, ma
già a tredici anni partì per raggiungere il fratello a
Honolulu, dove frequentò scuole occidentali. Infine si
laureò a Hong Kong in medicina e cominciò a gestire
una farmacia a Canton che si chiamava significativamente East-West.
All' Hong Kong College of Medicine fu allievo di Sir James Cantlie,
noto nella letteratura chirurgica per la proposta di divisione del
fegato secondo un piano sagittale passante per il solco della vena
cava e la fossa cistica, (J. Cantlie, "A new arrangement of the
right and left lobes of the liver. Physiol 1898" piano di Cantlie),
il quale lo aiutò nella sua carriera professionale e
politica.
La svolta rivoluzionaria e l'esilio
La sua vita conobbe una svolta nel 1893, quando si recò a
Tianjin per presentare un programma di salvezza nazionale a un
funzionario considerato progressista, ma restò inascoltato.
Da questo momento Sun Yat-sen abbandonò la sua professione e
dedicò tutti i suoi sforzi a un nuovo scopo: suscitare una
rivoluzione in Cina. Inizialmente Sun ritenne che il conservatorismo
retrogrado e autoritario degli imperatori Manciù (o Qing)
costituisse il problema fondamentale del paese e decise di battersi
per il rovesciamento della dinastia. Agiva ancora nel solco della
tradizione cinese, che in caso di malgoverno vede la
responsabilità della situazione nelle persone investite
dell’autorità, ma non mette l’accento sulla necessità
di riformare il sistema politico. I Manciù erano considerati
stranieri, erano sempre stati impopolari ed esistevano antiche
associazioni segrete che avevano come obiettivo il loro
allontanamento dal potere.
Ben presto il governo lo considerò come un pericoloso
agitatore per cui mise una taglia sulla sua testa: costretto a
fuggire dalla Cina, viaggiò a lungo, visitando tra l’altro il
Giappone, gli Stati Uniti e l’Inghilterra. Proprio a Londra, nel
1896, venne catturato, attirato con un pretesto nell’ambasciata
cinese. Grazie all'intervento della stampa e sotto la pressione
dell'opinione pubblica, Sun Yat-sen acquisì grande
noterietà, per cui venne liberato. Per ricordare questo
evento nell'ambasciata cinese di Londra, la stanza dove venne
imprigionato è stata mantenuta intatta. Intanto il
rivoluzionario proseguiva i suoi tentativi di unificare diverse
associazioni segrete contro i Manciù e stabiliva contatti con
gruppi progressisti di cinesi residenti all’estero e di stranieri
sensibili alla condizione della Cina.
I Tre Principi del Popolo e la caduta dell'Impero Manciù
A poco a poco il suo pensiero si modificò e si
radicalizzò: nel 1904 l’idea che fosse sufficiente cacciare i
Manciù per rinnovare la Cina venne definitivamente
abbandonata e Sun cominciò esplicitamente a parlare di
espulsione degli aggressori stranieri, instaurazione di una nuova
forma di governo, la Repubblica, e distribuzione egualitaria delle
terre. Infine nel 1905, nel manifesto della sua nuova Associazione,
la Tongmenghui, apparvero nella loro forma finale i famosi Tre
Principi del Popolo: Indipendenza nazionale, Potere del popolo
(cioè democrazia) e Benessere del popolo (riforma agraria).
Nel formulare questo terzo principio Sun Yat-sen era stato
influenzato più dalle utopie della tradizione rivoluzionaria
cinese, e in particolare dal movimento dei Taiping, che dalle idee
occidentali. L’idea di lotta di classe, che ben presto i marxisti
cinesi avrebbero fatto propria, restava estranea al suo pensiero,
legato a un modello di egualitarismo armonico.
La Repubblica di Cina non nacque però nel modo in cui Sun
Yat-sen aveva sperato. Nel 1911 mentre il rivoluzionario, tornato in
Cina, veniva nominato presidente provvisorio a Nanchino, nella
capitale il passaggio al nuovo governo fu gestito come un colpo di
Stato di palazzo, per cui il potere fu assunto da un militare, il
generale Yuan Shikai. Sun Yat-sen fu costretto a farsi da parte e,
nonostante il suo partito, il Kuomintang, avesse vinto le elezioni,
ben presto dovette ritornare in esilio.
Il ritorno e l'alleanza con i comunisti
Nel 1916 con la morte di Yuan Shikai, Sun Yat-sen fu in grado di
tornare in Cina, e nel 1917 organizzò a Canton un proprio
governo (la Cina stava precipitando nel caos politico e non esisteva
più un governo centrale) e rimise in piedi il Guomindang.
Intanto nel 1921, con la collaborazione del Comintern, era stato
fondato a Shanghai il Partito Comunista Cinese. La posizione
dell’Internazionale comunista per quanto riguarda i paesi
colonizzati, che fu fatta propria dai cinesi, chiedeva ai nascenti
partiti comunisti di cercare l’alleanza con la borghesia nazionale
per affrontare la lotta per l’indipendenza. Inevitabilmente questa
posizione portò alla ricerca di un accordo con Sun Yat-sen.
Nel gennaio 1923 Sun Yat-sen si decise a incontrare il delegato
sovietico Yoffe dalla quale scaturì la dichiarazione
Sun-Yoffe: i sovietici ammettevano l’impossibilità di
instaurare per il momento un governo comunista in Cina e si
impegnavano a dare tutto il loro appoggio alla realizzazione
dell’indipendenza e dell’unità nazionale del paese.
Il nuovo programma
Poco dopo, il Manifesto programmatico del Congresso del Guomindang
affermava oltre ai tre principi, tre indirizzi politici: alleanza
con l’Unione Sovietica, cooperazione con i comunisti, e aiuto ai
contadini e agli operai. Per quanto riguarda il governo della Cina,
Sun Yat-sen si riproponeva di riunificare militarmente il paese e,
dopo una fase di tutela politica che avrebbe abituato
progressivamente i cinesi all’uso della democrazia, la creazione di
una Repubblica democratica. La Costituzione della Repubblica,
pensava Sun, avrebbe potuto innestare elementi provenienti dalla
tradizione cinese sul sistema occidentale. In particolare ai tre
poteri legislativo, esecutivo e giudiziario si sarebbero uniti il
potere degli esami di selezione dei funzionari e il potere di
controllo derivante dall’antico censorato cinese.
Morte di Sun Yat Sen e sua eredità
Ma il 12 marzo 1925 Sun Yat-sen morì a Bejing, di cancro al
fegato. Gli anni successivi avrebbero visto la Cina precipitare in
una tragica guerra civile, tra il Guomindang e i comunisti guidati
da Mao Tse-tung. Nel 1949 l’indipendenza e la riunificazione del
paese sarebbe stata definitivamente conseguita con la vittoria dei
comunisti. Nonostante la forza ideale della figura di Sun Yat-sen le
sue idee sulla democrazia non hanno trovato nessuna applicazione
nella politica dei suoi successori. A Taiwan la democrazia sarebbe
emersa solo molti anni dopo, e non certo grazie al Guomindang.