wikipedia
Gotthold Ephraim Lessing (Kamenz, 22 gennaio 1729 – Braunschweig, 15
febbraio 1781) è stato uno scrittore, filosofo e drammaturgo
tedesco, ritenuto un importante esponente dell'Illuminismo
letterario e filosofico tedesco. Lessing divenne celebre per le sue
commedie Minna von Barnhelm (1767), Miss Sara Sampson (1775) e
soprattutto Nathan il saggio (1779), in cui espone i suoi ideali di
solidarietà e tolleranza.[1]
Scrisse anche una tragedia, Emilia Galotti (1772), e diversi saggi
di estetica, tra cui il Laocoonte (1766), importante per la sua
confutazione dell'idea classica di equivalenza tra poesia e pittura:
contro la pretesa "unità" dell'arte Lessing si esprime per la
"pluralità" e per la differenziazione, ed insieme per la
legittimità del "brutto" in estetica.
Biografia
A sinistra Johann Kaspar Lavater, teologo svizzero che tenta di
convertire al Cristianesimo Moses Mendelssohn. Dietro ai due,
Gotthold Ephraim Lessing vicino a una tavola per gli scacchi, suo
gioco preferito.
La famiglia di Gotthold è una famiglia di Kamenz, piccolo
borgo di tremila abitanti, uno dei più poveri della Sassonia.
Lessing era il maggiore dei dodici figli del pastore e teologo
Johann Gottlieb Lessing (1693-1770) e di Justine Salome Feller
(1703-1777).
Ottenne dall'Elettore di frequentare il liceo di Meissen in cui
studiò gli autori latini e greci. Fu uno studente assiduo e
ottenne la licenza con un anno in anticipo.
Iniziò l'università nelle facoltà di teologia e
medicina a Lipsia. La città grazie alla sua posizione
strategica, era il principale centro del commercio tedesco e anche
la sede della fiera annuale del libro, punto d'incontro di
innumerevoli stranieri.
Gotthold si convinse che i libri lo avrebbero reso erudito, ma non
avrebbero mai fatto di lui un uomo. Quell'anno nacque in Lessing la
passione per il teatro e il palcoscenico.
A 19 anni mise in scena con grande successo una sua commedia, Il
giovane erudito, che aveva per tema la satira contro il mondo degli
eruditi, che egli ben conosceva.
Per le frequentazioni di Lessing con un suo cugino Christlob
Mylius,[2] un libertino spinoziano, i genitori scandalizzati lo
richiamarono a casa e sua sorella bruciò tutte le sue poesie.
La compagnia teatrale di Neuber si sciolse per bancarotta e Lessing,
che ne era il garante, dovette scappare a Berlino, dove conobbe
Voltaire.
Berlino era città ancora più grande di Lipsia, ma non
aveva né un'università né un teatro. La
residenza di Potsdam del re Federico II di Prussia mirava a imitare
Versailles con la propria corte, quindi le rappresentazioni teatrali
erano in francese, unica lingua ammessa a corte, ed erano riservate
esclusivamente all'aristocrazia.
Dal 1751 lavorò al Berliner Privilegierten Zeitung, come
recensore e redattore. Nel 1752 conobbe Karl Wilhelm Ramler,
Friedrich Nicolai, Ewald Christian von Kleist, Johann Georg Sulzer e
strinse una stretta amicizia con Moses Mendelssohn. Nel 1755
tornò a Lipsia.
Negli anni successivi accompagnò Johann Gottfried Winkler nei
suoi viaggi di formazione attraverso i Paesi Bassi, l'Inghilterra e
la Francia, finché la guerra dei sette anni li costrinse a
fermarsi ad Amsterdam. In questi anni Lessing conobbe Johann Wilhelm
Gleim, Friedrich Gottlieb Klopstock e Conrad Ekhof.
Nel 1758 tornò a Berlino, dove, con Friedrich Nicolai e Moses
Mendelssohn, creò il giornale letterario Briefe, die neuste
Literatur betreffend.
Dal 1760 al 1765 lavorò a Breslavia come segretario del
generale Tauentzien, e nel 1767 lavorò come drammaturgo e
consigliere al Teatro Nazionale di Amburgo, che chiuse però
nel 1769 a causa di problemi finanziari. In quel teatro venne
rappresentata la commedia drammatica Minna von Barnhelm e Lessing
fece la conoscenza di Friedrich Ludwig Schröder, Carl Philipp
Emanuel Bach, Johann Melchior Goeze, ma anche della sua futura
moglie Eva König, in quell'anno ancora sposata. Sempre nel 1769
diventò membro esterno dell'Accademia delle Scienze di
Berlino.
Nell'anno 1770 lavorò nella piccola cittadina di
Wolfenbüttel come bibliotecario del duca Augusto. Lì
scopri un'opera dell'alto medioevo: Schedula diversarum artium di
Theophilus Presbyter, che pubblicò col titolo Pittura ad olio
di Theophilus Presbyter.
Nel 1771 si innamorò di Eva König, ormai vedova. Dal
1775 il suo lavoro come bibliotecario viene interrotto da numerosi
viaggi a Lipsia, Berlino, Dresda, Praga. Si recò anche in
udienza presso il re Giuseppe II, per inseguire la sua amata nei
suoi frequenti spostamenti.
Viaggiò in Italia come accompagnatore del principe Leopoldo
di Braunschweig, fermandosi a Milano, Venezia, Firenze, Genova,
Torino, Roma, Napoli e in Corsica. Nell'ottobre 1776 sposò
Eva König. La sera di Natale del 1777 la donna diede alla luce
un figlio, che però morì il giorno dopo. Dopo pochi
giorni morì la stessa Eva König, a causa del parto.
Nel 1779 la salute di Lessing cominciò a peggiorare. Egli
morì nel 1781, mentre era in visita da un amico a
Braunschweig. La sua tomba venne ritrovata 20 anni dopo da Carl
Schiller.
Il pensiero
Come rappresentante di spicco dell'Illuminismo tedesco Lessing viene
considerato un precoce pensatore della presa di coscienza della
classe borghese della sua identità e forza sociale.
Tema ricorrente nel pensiero di Lessing è quello che la
ricerca è superiore al possesso della verità:
« Se Dio tenesse nella sua destra tutta la
verità e nella sua sinistra il solo tendere alla
verità con la condizione di errare eternamente smarrito e mi
dicesse: - Scegli, io mi precipiterei con umiltà alla sua
sinistra e direi: Padre, ho scelto; la pura verità è
soltanto per te »
(G. E. Lessing, Una replica)
È questa una tipica posizione illuministica antidogmatica,
secondo la quale ogni conoscenza acquisita deve essere aperta alle
correzioni e ai contributi che vengono dalle nuove esperienze,
così che la conoscenza autentica non è quella di chi
difende le posizioni raggiunte ma quella di chi si espone alla
ricerca rischiosa di nuovi risultati:
« Da un giudice non si può
pretendere altro che egli si schieri con quella parte che sembra
avere il maggiore diritto. [Per le controversie che hanno per
oggetto la verità questa non appartiene al vincitore per
diritto, così che il perdente può correggere gli
errori e partecipare alla verità di chi ha vinto. Il filosofo
deve essere onesto e non deve mettere da parte quei dati che possono
contestare il suo sistema a vantaggio del sistema altrui.] Se si
comporta diversamente, allora è chiaro che egli stravolge la
verità a proprio tornaconto e la vuole rinchiudere negli
angusti limiti della propria pretesa infallibilità »
(G. E. Lessing, Riabilitazione di G. Cardano)
Questa sua concezione della filosofia rende il pensiero di Lessing
non sistematico, ma costituito da interventi diversificati, spesso
polemici, su tutti i temi della cultura tedesca della sua epoca.
L'estetica
Autore di testi teatrali Lessing ha scritto importanti saggi di
critica estetica. Nel Del Laocoonte..., uno scritto del 1766 che ha
per sottotitolo Dei limiti della pittura e della poesia, Lessing
sostenne in polemica con Winckelmann che le arti figurative e quelle
letterarie, pur avendo in comune il fine di imitare la natura, per
tale scopo «usano mezzi diversi e da questa diversità
discendono le regole particolari per ciascuna».[3]
Perciò la poesia non è accostabile alla pittura
poiché opera "nel tempo", mentre le arti figurative operano
nello "spazio", devono raffigurare «i corpi e le realtà
sensibili di questi» nello spazio e perciò possono
rappresentare «solo un unico momento dell'azione».
È questo il tema principale del saggio, che è anche
una vasta analisi dei concetti estetici, non più relativi
solo alla descrizione delle opere dell'arte, ma alla loro
concettualizzazione filosofica. Egli affermava:
« Si definiscono corpi gli oggetti
accostabili l'uno all'altro, come è anche per le loro parti.
Perciò i corpi sono gli oggetti specifici della pittura in
quanto hanno proprietà visibili. Quelle che si chiamano
azioni si susseguono invece una dopo l'altra nel tempo. Le azioni
sono gli oggetti specifici della poesia. »
La pittura dunque rappresenta i corpi nello spazio "bloccati" nel
tempo, poiché la pittura può solo operare nella stasi
di un istante.
Criticò in particolare l'imitazione dei dipinti di nudo
francesi. La poesia, lavorando con una successione di parole,
è invece dinamica. Anche la musica lo è, poiché
le note si susseguono "nel tempo". All'opposto, l'architettura
è arte dello spazio e al massimo grado di staticità.
Con i suoi scritti critici e teorici sull'arte teatrale, come con il
suo stesso lavoro come autore, cercò di contribuire allo
sviluppo di un nuovo teatro borghese in Germania.
Si pose contro le autorevoli teorie letterarie di Johann Christoph
Gottsched e la sua scuola e si espresse, nella Drammaturgia di
Amburgo, a favore del ritorno dei concetti teatrali di Aristotele,
in particolare per la regola dell'unità e per l'introduzione
della catarsi nelle tragedie, e ripropose il modello teatrale dei
lavori di Shakespeare.
Per quanto concerne la bruttezza nell'arte, Lessing osserva che essa
prevale nella realtà rispetto alla bellezza. Quindi, dovendo
l'arte testimoniare la realtà, anche il brutto va
considerato; ma è proprio specifica dell'arte la
capacità di adoperare il brutto per produrre bellezza. Il
brutto raggiunge il suo più alto grado di trasfigurazione in
bellezza nella poesia, perché il brutto è più
dinamico del bello.
Il pensiero religioso
Per la concezione della religione, Lessing in un primo tempo
sostenne una visione razionalistica per cui la religione rivelata
deve confermare le verità della religione naturale.
In un secondo momento Lessing sembra adeguarsi a una concezione
più vicina all'ortodossia ma in realtà egli assume una
posizione di negazione della religione.
I deisti, afferma Lessing, criticano le religioni positive in nome
di una religione naturale costituita essenzialmente da regole
etiche, ma così facendo essi sostituiscono ai valori assoluti
delle religioni rivelate quelli, altrettanto assoluti, della
religione razionale.
Egli invece vuole dare un fondamento storico alle religioni positive
che si estende anche alla religione naturale. Nell'Educazione del
genere umano, Lessing ritiene che le varie religioni che si sono
costituite nel corso della storia non siano nient'altro che le
espressioni di un patrimonio di verità che l'uomo ha
progressivamente per suo conto scoperto nella sua storia. Ogni
religione quindi risente delle circostanze storiche in cui è
nata e il suo valore è relativo alla situazione storica che
l'ha determinata.
La rivelazione delle religioni positive ha un compito pedagogico
primario: educare l'uomo a quelle verità che poi sarà
in grado di capire razionalmente da solo.
L'uomo e la sua ragione sono padroni della storia da cui emerge
progressivamente l'illuminazione della verità.
Critiche del suo pensiero
Benedetto Croce vede in Lessing il merito di essere stato un acuto
polemista e di aver così conservato memoria di piccoli autori
che senza le sue citazioni sarebbero oggi del tutto sconosciuti:
« Con le sue polemiche ha strappato a un meritatissimo oblio
più di un nome. Egli ha avviluppato, per così dire,
molti minuscoli scrittorelli in una rete di spiritosi motteggi, di
prezioso umorismo, e ora essi si conservano in eterno nelle opere di
Lessing come insetti rimasti chiusi in un pezzo d'ambra. »
(Benedetto Croce)
Sostanzialmente simile la concezione di Nietzsche dell'opera di
polemista di Lessing con in più un giudizio negativo esteso
alla sua produzione filosofica, letteraria e teatrale di cui resta
memoria esclusivamente per la capacità di Lessing di dare un
abbellimento manieristico e formale alle sue opere.
« Lessing possiede una virtù prettamente
francese, e come scrittore ha frequentato in genere con la massima
diligenza la scuola dei francesi: sa ordinare e ben esporre le sue
cose in vetrina. Senza quest'arte reale, i suoi pensieri come pure i
loro oggetti sarebbero rimasti piuttosto in ombra, senza che la
perdita fosse troppo grave. Ma dalla sua arte hanno imparato in
molti (soprattutto le ultime generazioni di dotti tedeschi), e
innumerevoli ne hanno tratto gioia. – In verità quegli
apprendisti non avrebbero avuto bisogno, come tanto spesso è
accaduto, di imparare anche lo sgradevole manierismo del suo tono,
con quel miscuglio di litigiosità e probità. – Sul
Lessing «lirico» si è oggi unanimi: sul
«drammatico» lo si diventerà. »
(Friedrich Nietzsche)