BISOGNA INSEGNARE LA PSICOANALISI NELL'UNIVERSITÀ?1918 |
Bisogna insegnare la psicoanalisi nell'università? Il problema se sia consigliabile l'insegnamento della psicoanalisi nelle università può essere preso in considerazione da due punti di vista: quello della psicoanalisi e quello dell'università. 1. L'includere la psicoanalisi nel curriculum universitario sarebbe senza dubbio visto con soddisfazione da tutti gli psicoanalisti. Allo stesso tempo è chiaro che lo psicoanalista può fare senz'altro a meno dell'università senza perderci nulla. Ciò di cui ha bisogno in tema di teoria può trarlo dalla letteratura su questo o quell'argomento e, andando più in profondità, dai convegni scientifici delle società psicoanalitiche, nonché dai contatti personali con i loro membri più influenti. Per quanto riguarda l'esperienza pratica, prescindendo da ciò che egli impara dalla propria analisi personale, può acquisirla nel corso dei trattamenti, purché riesca a ottenere la supervisione e la consulenza di psicoanalisti riconosciuti. Il fatto che un'organizzazione di questo genere esista è dovuto in effetti all'esclusione della psicoanalisi dalle università. Ed è perciò evidente che tali accomodamenti continueranno a esercitare una funzione incisiva fintantoché persisterà tale esclusione. 2. Per quanto riguarda le università, la questione dipende dalla loro decisione, e cioè se sono disposte ad attribuire un valore alla psicoanalisi nell'addestramento dei medici e degli scienziati in genere. In caso affermativo, resta il problema di come inserire la psicoanalisi nel normale sistema dell'istruzione. L'importanza della psicoanalisi per l'addestramento medico e accademico nel suo insieme si basa sui seguenti fatti: a) Negli ultimi decenni tale addestramento è stato criticato con piena ragione per il modo unilaterale in cui orienta lo studente nei campi dell'anatomia, della fisica e della chimica, mentre non riesce a chiarirgli il significato dei fattori psichici nelle diverse funzioni vitali, come pure nelle malattie e nel loro trattamento. Questa deficienza nell'istruzione medica si rende più tardi evidente come lacuna clamorosa del medico. E ciò non si mostrerà soltanto nella mancanza d'interesse del medico stesso per i più avvincenti problemi della vita umana, sana o patologica che sia, ma lo renderà altresì maldestro nel trattare con i suoi pazienti, talché perfino i ciarlatani e i "guaritori" avranno su di essi un effetto maggiore del suo. Questa evidente carenza portò qualche tempo fa all'inserimento, nel curriculum universitario, di corsi di lezioni sulla psicologia medica. Ma, giacché tali lezioni erano basate sulla psicologia accademica o sulla psicologia sperimentale (che tratta solo problemi di dettaglio), esse non riuscirono a venire incontro alle esigenze dell'istruzione dello studente, né poterono avvicinarlo ai problemi della vita in genere o a quelli particolari della sua professione. Per queste ragioni il posto occupato da questo tipo di psicologia medica nel curriculum universitario si è dimostrato vacillante. Un corso di lezioni sulla psicoanalisi, d'altra parte, risponderebbe certamente a tali esigenze. Prima di giungere alla psicoanalisi vera e propria, sarebbe necessario un corso introduttivo che si occupasse dettagliatamente delle relazioni tra vita psichica e vita fisica - base di ogni tipo di psicoterapia -, che descrivesse i vari tipi di procedimenti suggestivi, e che infine dimostrasse come la psicoanalisi sia l'esito e il coronamento di tutti i metodi precedenti di trattamento psichico. In effetti la psicoanalisi, più di ogni altro sistema, è adatta a insegnare la psicologia allo studente di medicina. b) Un'altra delle funzioni della psicoanalisi dovrebbe essere quella di dare una preparazione allo studio della psichiatria. Tale studio, nella sua forma attuale, ha carattere esclusivamente descrittivo; tutto quel che fa è insegnare allo studente a riconoscere una serie di entità patologiche, ponendolo in grado di distinguere quali siano incurabili e quali siano pericolose per la collettività. L'unica connessione della psichiatria con le altre branche della scienza medica risiede nell'etiologia organica, vale a dire negli accertamenti anatomici che riesce a compiere; ma essa non offre la benché minima comprensione dei fatti osservati. Una tale comprensione può essere fornita soltanto da una psicologia del profondo. In America, a quanto ne so, si è già provveduto a riconoscere che la psicoanalisi (primo tentativo di una psicologia del profondo) ha fatto irruzione, con successo, in questa inesplorata regione della psichiatria. Infatti, parecchie scuole mediche in quel paese hanno già organizzato corsi di psicoanalisi come introduzione alla psichiatria. L'insegnamento della psicoanalisi dovrebbe procedere a due livelli: un corso elementare, destinato a tutti gli studenti in medicina, e un corso di lezioni specialistiche per i futuri psichiatri. c) Nell'indagine dei processi psichici e delle funzioni intellettuali, la psicoanalisi segue un suo metodo specifico. L'applicazione di tale metodo non è affatto confinata al campo dei disturbi psicologici, ma si estende anche alla soluzione di alcuni problemi negli ambiti dell'arte, della filosofia e della religione. In tale direzione la psicoanalisi ha già prodotto parecchi punti di vista nuovi e si è rivelata in grado di fornire dilucidazioni preziose su temi come la storia letteraria, la mitologia, la storia delle civiltà e la filosofia delle religioni. Un corso psicoanalitico generale dovrebbe quindi essere accessibile anche agli studenti di tutte queste materie di studio. Gli effetti fecondi del pensiero psicoanalitico su queste altre discipline contribuirebbe certamente moltissimo alla costituzione di un più stretto legame, nel senso di una universitas literarum, tra la scienza medica e le materie d'insegnamento appartenenti alla sfera della filosofia e delle arti. Per riassumere, si può affermare che l'università non avrebbe che da guadagnarci dall'inclusione nel suo curriculum dell'insegnamento della psicoanalisi. Vero è che tale insegnamento può essere impartito soltanto in forma dogmatica e acritica, mediante lezioni teoriche; tali lezioni darebbero infatti scarsissime opportunità di effettuare esperimenti o dimostrazioni pratiche. Ai fini della ricerca, sarebbe sufficiente che i docenti di psicoanalisi avessero accesso a un reparto di pazienti esterni, per poter disporre del materiale necessario in pazienti "nevrotici". Per la psichiatria psicoanalitica si dovrebbe poter accedere anche a un reparto di pazienti interni affetti da malattie mentali. Dobbiamo infine considerare l'obiezione che, con questi metodi, lo studente di medicina non imparerà mai la psicoanalisi vera e propria. Questo è vero se pensiamo alla psicoanalisi com'è praticata attualmente. Ma per i fini che ci proponiamo basterebbe che lo studente di medicina apprendesse qualcosa circa la psicoanalisi e qualcosa da essa. Dopo tutto, l'istruzione universitaria non fornisce allo studente di medicina una preparazione tale da renderlo un abile chirurgo; e nessuno che scelga la chirurgia come professione può fare a meno di un ulteriore addestramento consistente in parecchi anni di lavoro nel reparto chirurgico di un ospedale.
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