Ossessioni e fobie1895 |
Comincerò col respingere due affermazioni che si sentono spesso ripetere a proposito di due sindromi: le «ossessioni» e le «fobie». Innanzi tutto bisogna dire che non possono essere incluse nella nevrastenia propriamente detta, in quanto i pazienti colpiti da detti sintomi non sono più frequentemente nevrastenici che non nevrastenici. In secondo luogo, non abbiamo il diritto di considerare queste sindromi come la conseguenza di una degenerazione mentale, dato che le osserviamo in soggetti non più degenerati della maggioranza dei nevrotici in genere e dato che talora essi migliorano e talora, in effetti, riusciamo addirittura a guarirli '. Ossessioni e fobie sono nevrosi distinte, con un meccanismo e un'etiologia particolari che sono riuscito a dimostrare in un certo numero di casi e che spero di poter evidenziare in un buon numero di altri casi. Per quanto riguarda la classificazione dell'argomento, propongo di escludere un gruppo di ossessioni intense che altro non sono che ricordi, immagini «inalterate di avvenimenti importanti. Come esempio potrei citare l'ossessione di Pascal: gli pareva di vedere sempre un abisso alla sua sinistra «dopo che era quasi precipitato nella Senna con la carrozza». Ossessioni e fobie del genere, che potrebbero essere definite traumatiche, si accompagnano ai sintomi dell'isteria. Prescindendo da questo gruppo dobbiamo distinguere: a. le ossessioni vere e proprie; b. le fobie. La differenza fondamentale tra di loro è la seguente: in ogni ossessione si trovano due costituenti: 1. un'idea che si impone di forza al paziente; 2. uno stato emotivo concomitante. Nel gruppo delle fobie questo stato emotivo è sempre di «angoscia», mentre nell'ossessione vera si possono avere, con la stessa frequenza dell'angoscia, altri stati emotivi come il dubbio, il rimorso o l'ira. Innanzitutto cercherò di spiegare il meccanismo psicologico, veramente notevole, delle vere ossessioni, meccanismo completamente differente da quello delle fobie. 1. In molte ossessioni vere è chiaramente evidente che lo stato emotivo è l'elemento principale, in quanto esso permane inalterato pur variando l'idea associata ad esso. Per esempio, la ragazza di cui al caso 1, citato più avanti, provava un senso di rimorso di varia intensità per ogni sorta di ragioni: per aver rubato, per aver maltrattato la sorella, per aver coniato monete false, ecc. I soggetti che dubitano hanno molti dubbi contemporaneamente o in sequenza. È lo stato emotivo che rimane costante in costoro: l'idea muta. In altri casi anche l'idea sembra fissa, come nel caso 4, quello della ragazza che perseguitava le domestiche della casa con un incomprensibile odio pur cambiando di continuo l'oggetto particolare. Ora, un'accurata analisi psicologica di questi casi dimostra che lo stato emotivo di per sé è sempre giustificato. La ragazza del caso 1, che soffriva di rimorsi, aveva delle buone ragioni; le donne di cui al caso 3, che dubitavano della loro capacità di resistere alla tentazione, sapevano molto bene perché. La ragazza del caso 4, che detestava le domestiche, aveva buone ragioni per lamentarsi, ecc. Solamente, è proprio nelle due seguenti caratteristiche che risiede il fatto patologico, 1. lo stato emotivo persiste indefinitamente, e 2. l'idea associata non è più quella originale e adeguata, connessa all'etiologia dell'ossessione, ma è un'idea che la sostituisce, un surrogato. La prova di ciò sta nel fatto che noi possiamo sempre ritrovare nell'anamnesi, al principio dell'ossessione, l'idea originale che è stata sostituita. Le idee sostituite hanno tutte degli attributi in comune: corrispondono ad esperienze realmente angosciose della vita sessuale dell'individuo, che questi si sforza di dimenticare, riuscendo solamente a sostituire l'idea intollerabile con un'altra non bene adatta ad associarsi allo stato emotivo, che, da parte sua, rimane immutato. È questa mesaillance tra stato emotivo e idea associata che spiega l'assurdità così caratteristica delle ossessioni. Ora presenterò le mie osservazioni e terminerò con un tentativo di spiegazione teorica. CASO 1. Una ragazza si rimproverava per cose che sapeva assurde: aver rubato, aver coniato monete false, essere coinvolta in un complotto, ecc., a seconda di quel che le capitava di aver letto nel corso della giornata. Ricostruzione dell'idea sostituita: si rimproverava per la masturbazione che praticava in segreto senza riuscire a smettere. Fu curata con un'oculata sorveglianza che le impediva di masturbarsi. CASO 2. Un giovanotto, studente di medicina, soffriva di un'ossessione consimile. Egli si rimproverava ogni sorta di atti immorali: aver ucciso il cugino, aver violentato la sorella, aver appiccato il fuoco a una casa, ecc. Arrivò al punto di doversi voltare indietro per strada per vedere se avesse ucciso l'ultimo passante. Ricostruzione: era stato fortemente colpito dall'aver letto in un libro di medicina che la masturbazione, che egli soleva praticare, distruggeva la morale dell'individuo. CASO 3. Diverse donne si lamentavano di un impulso ossessivo a buttarsi dalla finestra, a colpire i figlioli con coltelli, forbici, ecc. Ricostruzione: ossessioni basate su tentazioni tipiche. Si trattava di donne che, non essendo affatto soddisfatte del loro matrimonio, erano costrette a lottare con i desideri e le idee voluttuose da cui erano continuamente turbate alla vista di altri uomini. CASO 4. Una ragazza, perfettamente sana e intelligente, dimostrava un odio incontrollabile nei confronti delle domestiche della casa. Era cominciato in rapporto con un domestica impertinente e si era trasferito da una domestica all'altra al punto di rendere impossibili le faccende di casa. Il sentimento era un misto di odio e disgusto. Ella forniva una spiegazione dicendo che la volgarità di queste ragazze rovinava la sua idea dell'amore. Ricostruzione: questa ragazza era stata testimone involontaria di una scena d'amore in cui la madre aveva avuto parte. La ragazza si era coperta il volto, si era turata le orecchie e aveva fatto il possibile per dimenticare, perché il fatto la disgustava e le avrebbe reso impossibile rimanere con la madre che amava teneramente. Riuscì nei suoi sforzi; però la sua ira all'idea che il suo concetto dell'amore era stato profanato, persistette dentro di lei e questo stato emotivo ben presto si collegò all'idea di una persona che potesse prendere il posto della madre. CASO 5. Una ragazza era rimasta quasi del tutto isolata per via di una paura ossessiva dell'incontinenza orinaria. Non poteva più uscire dalla camera o ricevere dei visitatori senza aver orinato diverse volte. Mentre era in casa e del tutto sola, la paura non la turbava. Ricostruzione: era un'ossessione fondata sulla tentazione o sulla sfiducia. Non era priva di fiducia nei confronti della propria vescica, ma della propria capacità di resistere agli impulsi erotici. L'origine dell'ossessione lo dimostra chiaramente. Una volta, a teatro, nel vedere un uomo che l'attraeva, aveva provato un desiderio erotico, accompagnato (come sempre lo sono le eiaculazioni spontanee delle donne) da bisogno di mingere. Era stata costretta a lasciare il teatro e da quel momento in poi era rimasta in preda alla paura di provare la stessa sensazione; però il desiderio di orinare aveva sostituito quello erotico. Guarì integralmente. Sebbene i casi che ho elencato presentino diversi gradi di complessità, essi hanno questo in comune: l'idea originale intollerabile è stata sostituita da un'altra idea, l'idea sostitutiva. Nei casi che ora aggiungo, l'idea originale è stata sostituita ma non da un'altra idea; è stata sostituita da azioni o impulsi, che in origine servivano come procedimenti di sollievo o come sistemi protettivi, e che attualmente si associano in maniera grottesca a uno stato emotivo che non si adatta a loro, ma che è rimasto inalterato e seguita ad essere tanto giustificato quanto lo era in origine. CASO 6. Aritmomania ossessiva - Una donna si sentiva obbligata a contare le assi del pavimento, i gradini della scala, ecc. -azioni, queste, che compiva in un ridicolo stato di ansia. Ricostruzione: aveva cominciato i conteggi al fine di distrarre la mente dalle idee ossessive (di tentazione). Aveva avuto successo nel suo intento ma l'impulso a contare aveva sostituito l'ossessione originale. CASO 7. Meditazioni e speculazioni ossessive - Una donna soffriva di accessi di questa ossessione, che cessava solamente quando era ammalata, lasciando il campo libero a paure ipocondriache. Il tema della sua preoccupazione era sempre una parte o una funzione del suo organismo, per esempio la respirazione: «Perché devo respirare? Supponiamo che io non volessi respirare?», ecc. Ricostruzione: in un primo tempo aveva sofferto per il timore di impazzire, fobia a carattere ipocondriaco abbastanza comune tra le donne non soddisfatte del marito, ed ella non lo era. Per assicurare se stessa che non stava impazzendo, che era ancora in possesso delle proprie facoltà mentali, ella aveva cominciato a porsi delle domande e a preoccuparsi di seri problemi. Dapprima ciò la quietava, ma col tempo l'abitudine alla meditazione sostituì la fobia. Per più di quindici anni in lei si erano alternati periodi di paura (patofobia) e periodi di speculazioni ossessive. CASO 8. Folie du doute - Parecchi casi presentavano i sintomi tipici di questa ossessione ma furono spiegati molto semplicemente. Questi individui avevano sofferto, o soffrivano tuttora, di varie ossessioni, e la consapevolezza che queste avevano «disturbato tutte le loro azioni e molte volte avevano interrotto il corso dei loro pensieri, provocava in loro un legittimo dubbio circa l'attendibilità della loro memoria. La fiducia di ognuno di noi viene scossa e tutti abbiamo dovuto rileggere una lettera o ripetere un conto, se la nostra attenzione è stata distratta diverse volte durante il compimento di questa azione. Il dubbio è una conseguenza assolutamente logica quando vi siano delle ossessioni. CASO 9. Folie du doute {Esitazione). - La ragazza del caso 4 era diventata lentissima nel compimento di tutte le sue azioni quotidiane, particolarmente della sua toletta. Impiegava ore per allacciarsi le scarpe o per pulirsi le unghie. Per dare una spiegazione di ciò diceva che non poteva fare la sua toletta mentre le idee ossessive la occupavano, né subito dopo. In conseguenza aveva preso l'abitudine di attendere per un determinato periodo di tempo dopo ogni ritorno dell'idea ossessiva. CASO 10. Folie du doute (Paura dei pezzi di carta). - Una giovane donna aveva sofferto di scrupoli dopo aver scritto una lettera; nello stesso tempo raccoglieva tutti i pezzi di carta che vedeva. Ella spiegava ciò confessando un amore che prima si era rifiutata di ammettere. In conseguenza della costante ripetizione del nome della persona amata, era stata colta dalla paura che quel nome le sfuggisse dalla penna, che potesse averlo scritto su un pezzetto di carta, soprappensiero 2. CASO 11. Misofobia 3 - Una donna si lavava continuamente le mani e toccava le maniglie delle porte soltanto con il gomito. Ricostruzione: è il caso di Lady Macbeth. Il lavarsi le mani è simbolico, inteso com'è a sostituire la purezza morale, della cui perdita ella si doleva, con la purezza fisica. Ella si tormentava con il rimorso di un'infedeltà coniugale, il ricordo della quale aveva deciso di bandire dalla mente. Inoltre soleva lavarsi i genitali. Per quanto riguarda la teoria di questo processo di sostituzione, mi accontenterò di rispondere a tre domande che qui si presentano. 1. Come può avvenire la sostituzione? Sembra che si tratti dell'espressione di una speciale disposizione mentale ereditaria. In ogni caso, «un'eredità del genere» si trova abbastanza di frequente nei casi di ossessione, come nell'isteria. Per esempio, il paziente di cui al caso 2 mi disse che suo padre aveva avuto sintomi analoghi. Una volta egli mi presentò un primo cugino, che aveva delle ossessioni e un tic convulsivo, e la figlia undicenne di sua sorella, che già presentava segni di ossessioni (probabilmente di rimorso). 2. Qual è il motivo della sostituzione? Io penso che essa debba essere considerata come un atto di difesa [Abwehr] dell'Io nei confronti della idea intollerabile. Tra i miei pazienti ve ne sono alcuni che rammentano il loro sforzo volontario per bandire dal campo della coscienza l'idea o il ricordo angosciosi (v. casi 3, 4, 11). In altri casi l'espulsione dell'idea intollerabile avviene in maniera inconscia senza che ne rimanga traccia nella memoria del paziente. 3. Perché lo stato emotivo associato all'idea ossessiva persiste indefinitamente, anziché svanire come gli altri stati dell'Io? Si può dare un risposta a questa domanda riportandosi alla teoria della genesi dei sintomi isterici messa a punto da Breuer e da me4. Qui mi limiterò a rilevare che la scomparsa dello stato emotivo è resa impossibile proprio dal fatto della sostituzione. 2. Oltre a questi due gruppi di ossessioni vi è la classe delle «fobie» che deve ora essere presa in considerazione. Ho già accennato alla grande differenza tra ossessioni e fobie, ossia che in queste ultime l'emozione è sempre di angoscia e paura. Potrei aggiungere che le ossessioni sono variate e più individuali, le fobie sono più monotone e caratteristiche. Questa distinzione, però, non ha un'importanza capitale. Inoltre tra le fobie si possono distinguere due gruppi a seconda della natura dell'oggetto temuto: 1. fobie comuni, ossia una paura eccessiva di cose che ciascuno detesta o teme fino a un certo punto; per esempio la notte, la solitudine, la morte, le malattie, timori generici, i serpenti, ecc.; 2. fobie contingenti, ossia paura di particolari situazioni che non ispirano timore nei soggetti normali; per esempio l'agorafobia e le altre fobie loco-motorie. È interessante rilevare come queste fobie non possiedano gli elementi ossessivi che caratterizzano le vere ossessioni e le fobie comuni. Lo stato emotivo si manifesta soltanto in situazioni particolari che il paziente evita scrupolosamente. Il meccanismo delle fobie è totalmente differente da quello delle ossessioni. La sostituzione, nelle fobie, non è più la caratteristica predominante; l'analisi psicologica non rivela in esse alcuna idea intollerabile sostituita. Non si evidenzia nulla all'in-, fuori dello stato emotivo di angoscia, il quale, con una sorta di procedimento selettivo, raccoglie tutte le idee atte a diventare argomento di fobia. Nel caso dell'agorafobia ecc., noi spesso troviamo il ricordo di un accesso di angoscia, e quel che il paziente effettivamente teme è la comparsa di tale accesso nelle particolari condizioni nelle quali egli ritiene di non poter sfuggire a esso. L'ansia propria di questo stato emotivo, e che si trova alla base di tutte le fobie, non trae origine da alcun ricordo. Noi possiamo ben domandarci quale possa mai essere l'origine di questa intensa condizione del sistema nervoso. Spero di riuscire a dimostrare, in altra occasione, che vi sono buone ragioni per tener distinta una speciale nevrosi, la nevrosi d'angoscia, il cui sintomo fondamentale è questo stato emotivo. Adesso ne elencherò i diversi sintomi e insisterò sulla necessità di differenziare questa nevrosi dalla nevrastenia, con la quale va ora confusa. Le fobie sono, dunque, una parte della nevrosi d'angoscia e quasi sempre si accompagnano ad altri sintomi appartenenti allo stesso gruppo. Anche la nevrosi d'angoscia ha un'origine sessuale, per quanto mi è dato di capire, ma non si lega a idee tratte dalla vita sessuale; a rigor di termini non ha un meccanismo psichico. La sua causa specifica è l'accumulo di tensione sessuale provocato dall'astinenza o da eccitamento sessuale frustrato (usando questo termine in senso generico per intendere le conseguenze del coito interrotto, dell'impotenza relativa del marito, dell'eccitazione senza soddisfazione della coppia interessata, dell'astinenza forzata, ecc.). La nevrosi ansiosa (una manifestazione psichica della quale è rappresentata dalle fobie) si sviluppa in queste condizioni, quanto mai frequenti nella società moderna, specialmente tra le donne. In conclusione posso sottolineare il fatto che si possono verificare delle combinazioni tra una fobia e una ossessione propriamente detta, e che anzi questi casi sono assai frequenti. Possiamo trovare che una fobia si è sviluppata al principio di una malattia quale sintomo di una nevrosi d'angoscia. L'idea che costituisce la fobia, e che si associa allo stato di paura, può essere sostituita da un'altra idea o piuttosto dal procedimento protettivo che sembrava arrecare sollievo alla paura. Il caso 7 (meditazione ossessiva) costituisce un chiaro esempio di questo gruppo: una fobia concomitante ad una vera ossessione sostitutiva. Note1 Sono lieto di osservare che gli autori del più recente lavoro su questo argomento esprimono opinioni molto simili alle mie. Cfr. Gélineau (1894) e Hack Tuke (1894). 2 Confronta ìa canzone popolare tedesca: Aufjedes weisse Blatt Papier mócht'ich es schreiben: Dein ist mein Herz und soli es ewig, ewig bleiben. [Su ogni bianco foglio di carta io vorrei scrivere: E' tuo il mio cuore e per sempre, per sempre dovrà restarlo.] 3 Paura dello sporco [N.d.T.]. 4 II meccanismo psichico dei fenomeni isterici, 1893 [trad. it. in Nevrosi e psicosi, Roma, Newton Compton editori, 19856.] |