Materiale fiabesco dei sogni1913 |
Non ci sorprende scoprire che la psicoanalisi dà conferma dell'importante ruolo acquistato dalle favole popolari nella vita psichica dei nostri bambini. Per alcune persone il ricordo delle fiabe preferite prende il posto dei ricordi dell'infanzia. Essi hanno fatto delle fiabe dei ricordi di copertura. Spesso si trovano anche nei sogni elementi e situazioni tratti dalle fiabe. Nell'interpretare i passaggi di cui si tratta, il paziente esibisce come associazione la favola significativa. In questo saggio darò due esempi di questo fatto molto comune. Ma non sarà possibile fare altro che accennare alle relazioni tra le favole e la storia dell'infanzia del sognatore e la sua nevrosi, anche se tale limitazione comporterà il rischio di spezzare legami che furono di estrema importanza per l'analista. 1. Ecco il sogno di una giovane sposa che aveva ricevuto la visita del marito pochi giorni prima: Si trovava in una stanza completamente marrone. Una piccola porta conduceva in cima ad una ripida scala e da questa scala entrò nella stanza uno strano nanerottolo, piccolo, con i capelli bianchi, la sommità della testa calva e il naso rosso. Egli danzò per la stanza davanti a lei, continuò a comportarsi in modo buffissimo e poi andò via scendendo di nuovo per la scala. Indossava un indumento grigio, attraverso il quale erano visibili tutte le forme del corpo. (In seguito ci fu una correzione: indossava una lunga giacca nera e pantaloni grigi.) Analisi. L'aspetto fisico del nanerottolo, secondo la descrizione, corrispondeva perfettamente a quello del suocero della sognatrice1. Tuttavia, immediatamente dopo, le venne in mente la storia di Tremotino2, che ballava nello stesso modo buffo dell'uomo del sogno e così facendo aveva palesato il suo nome alla regina, per cui aveva perduto il suo diritto sul primo figlio di lei e nella collera si era lacerato in due parti. Il giorno precedente il sogno ella stessa si era altrettanto infuriata con il marito e aveva esclamato: «Lo spezzerei in due!». La stanza marrone all'inizio provocò delle difficoltà. Tutto quello che le veniva in mente era la stanza da pranzo dei suoi genitori, che era rivestita di pannelli di quel colore, di legno marrone. Poi raccontò alcune storie di letti che erano così scomodi per dormirci in due. Pochi giorni prima, conversando sui letti usati negli altri paesi, aveva detto qualcosa di molto mal à propos (del tutto innocentemente, ella sosteneva) e nella stanza tutti erano scoppiati a ridere. Il sogno era già comprensibile. La stanza di legno3 marrone era prima di tutto un letto e, attraverso il collegamento con la stanza da pranzo, era un letto matrimoniale4. Quindi ella si trovava nel suo letto matrimoniale. Il visitatore avrebbe dovuto essere il marito, che dopo un'assenza di parecchi mesi era andato a trovarla per svolgere il suo ruolo nel letto matrimoniale. Ma al principio era il padre del marito, il suocero. Al di là di questa prima interpretazione, intravediamo del materiale più profondo e meramente sessuale. La stanza era la vagina. (La stanza era in lei: questo nel sogno era capovolto.) L'omino che faceva smorfie e si comportava in modo così buffo era il pene. La porta stretta e le scale ripide confermavano l'opinione che la situazione era la rappresentazione di un rapporto sessuale. In genere siamo abituati a trovare il pene simbolizzato da un bambino, ma in questo caso ci sono buone ragioni perché venga introdotto un padre a rappresentare il pene. La spiegazione del resto del sogno confermerà in pieno questa interpretazione. La sognatrice stessa spiegò che l'indumento grigio trasparente era un preservativo. Possiamo dedurre che tra le cause istigatrici del sogno c'erano delle considerazioni sull'impedire il concepimento e delle preoccupazioni per la visita del marito, che poteva aver prodotto il seme di un secondo bambino. La giacca nera. Le giacche di questo tipo stavano molto bene al marito. Ella cercava sempre di convincerlo a indossarle, al posto dei suoi soliti abiti. Indossando una giacca nera quindi, il marito era come a lei piaceva vederlo. La giacca nera e i pantaloni grigi. A due livelli differenti, l'uno sull'altro, ciò aveva lo stesso significato: «Mi piacerebbe che tu ti vestissi così. Mi piaci così». Tremotino era collegato mediante un abile rapporto antitetico ai pensieri contemporanei sottostanti al sogno (i residui diurni). Nella favola egli viene per portar via il primo figlio della regina. Nel sogno l'omino viene sotto forma di un padre, poiché, presumibilmente, aveva portato un secondo bambino. Ma Tremotino apriva anche la via verso il più profondo strato infantile dei pensieri onirici. Il piccolo individuo buffo, il cui vero nome è sconosciuto, il cui segreto è così ardentemente discusso, che può eseguire dei giochi di prestigio così straordinari (nella favola trasforma paglia in oro), l'ira contro di lui, o piuttosto contro il suo possessore, che è invidiato perché lo possiede (l'invidia delle bambine per il pene): tutti questi erano gli elementi il cui rapporto con il fondamento della nevrosi della paziente, come ho detto, può essere appena sfiorato in questo saggio. Senza dubbio anche i capelli tagliati corti del nanerottolo nel sogno erano collegati al tema della castrazione. Se osserviamo attentamente attraverso chiari esempi il modo in cui i sognatori si servono delle favole ed il punto in cui le inseriscono, potremo forse riuscire anche a cogliere dei suggerimenti che ci aiuteranno ad interpretare ulteriori punti oscuri che si trovano nelle favole stesse. 2. Un giovane mi ha raccontato il seguente sogno. Egli possedeva una base cronologica per i suoi primi ricordi, in quanto i suoi genitori si erano trasferiti da una proprietà di campagna ad un'altra proprio prima che egli compisse cinque anni. Fece il sogno, che a quanto affermava fu il primo, mentre era ancora nella prima tenuta. «Sognai che era notte e che giacevo nel mio letto. (Il mio letto era collocato con i piedi verso la finestra e di fronte alla finestra c'era una fila di alberi di noce. So che era inverno quando sognai e che era notte.) Improvvisamente la finestra si aprì da sola e fui terrificato alla vista di alcuni lupi bianchi che sedevano sul grande albero di noce davanti alla finestra. Ce n 'e-rano sei o sette. I lupi erano tutti bianchi e assomigliavano più a delle volpi o a cani pastore, poiché avevano delle grandi code come le volpi e le loro orecchie erano rizzate come quelle dei cani quando prestano attenzione a qualcosa. In preda a un grande terrore, evidentemente di essere mangiato dai lupi, urlai e mi svegliai. La governante corse al mio letto per vedere che cosa mi era successo. Ci volle molto tempo prima che mi convincessi che era stato solo un sogno, tanto chiara e reale era stata la visione della finestra che si apriva e dei lupi seduti sull'albero. Alla fine mi calmai, con la sensazione di essere scampato a qualche pericolo, e mi addormentai di nuovo. L'unica fase di azione nel sogno era l'aprirsi della finestra, poiché i lupi stavano seduti completamente fermi, senza fare alcun movimento sui rami dell'albero, a destra e a sinistra del tronco, e mi guardavano. Sembrava che avessero concentrato tutta la loro attenzione su di me. Credo che questo sia stato il mio primo sogno d'angoscia. Avevo allora tre, quattro, al massimo cinque anni e fino a undici, dodici anni ho sempre temuto di vedere qualcosa di terribile nei miei sogni.» Aggiunse un disegno dell'albero con i lupi, che confermava la sua descrizione. L'analisi del sogno portò alla luce il seguente materiale. Egli aveva sempre collegato questo sogno con il ricordo che durante quegli anni infantili aveva una terribile paura di un disegno di un lupo in un libro di fiabe. La sorella maggiore, molto più grande di lui, era solita tormentarlo mostrandogli proprio questo disegno per un motivo o per un altro, per cui egli s'impauriva e cominciava a gridare. In questo disegno il lupo era eretto e portava avanti una zampa con gli artigli tesi e le orecchie rizzate. Egli pensava che questo disegno fosse un'illustrazione alla storia di Cappuccetto Rosso5. Perché i lupi erano bianchi? Questo gli fece venire in mente le pecore, di cui si allevavano grandi greggi nei dintorni della tenuta. Il padre a volte lo portava a vederle ed in quelle occasioni egli si sentiva orgoglioso e beato. In seguito (secondo le ricerche fatte, può essere accaduto poco dopo il sogno) scoppiò un'epidemia fra le pecore. Il padre mandò a chiamare un seguace di Pasteur, che vaccinò gli animali, ma dopo la vaccinazione ne morirono ancora più di prima. Come mai i lupi erano sull'albero? Questo gli ricordò una storia che gli aveva raccontato il nonno. Non riuscì a ricordare se era avvenuto prima o dopo il sogno, ma l'argomento della storia è un fattore decisivo in favore della prima ipotesi. Dunque: Un sarto sedeva al lavoro nella sua stanza, quando la finestra si aprì e saltò dentro un lupo. Il sarto lo colpì con il suo metro, no (si corresse), Io afferrò per la coda e gliela strappò, così il lupo scappò via terrorizzato. Qualche tempo dopo il sarto andò nella foresta e improvvisamente vide una muta di lupi che andavano verso di lui. Allora egli, per sfuggirli, si arrampicò su un albero. Al principio i lupi restarono interdetti, ma quello mutilato, che era fra loro e voleva vendicarsi del sarto, propose che i compagni salissero uno sull'altro, finché l'ultimo l'avrebbe raggiunto. Egli stesso, che era vecchio e forte, sarebbe stato la base della piramide. I lupi fecero come aveva suggerito, ma il sarto, riconoscendo il visitatore che aveva punito, improvvisamente gridò come aveva fatto precedentemente: «Prendi il grigio per la coda!». Il lupo senza coda, terrorizzato dal ricordo, scappò via e tutti gli altri ruzzolarono giù. In questa storia si trova l'albero sul quale erano seduti i lupi nel sogno. Ma essa contiene anche una inequivocabile allusione al complesso di castrazione. Al vecchio lupo era stata mozzata la coda dal sarto. Le code di volpe dei lupi nel sogno erano probabilmente una compensazione per questa mancanza della coda. Perché c'erano sei o sette lupi? Sembrava che non ci fosse risposta a questa domanda, finché sollevai il dubbio che il disegno che lo aveva spaventato potesse collegarsi alla storia di Cappuccetto Rosso. Questa fiaba offre lo spunto per due sole illustrazioni: Cappuccetto Rosso che incontra il lupo nel bosco e il lupo a letto col berretto da notte della nonna. Ci doveva quindi essere qualche altra favola dietro il ricordo del disegno. Egli scoprì subito che poteva trattarsi solo della storia del Lupo e le sette caprette6. Qui appare il numero sette ed anche il numero sei, perché il lupo mangiò solo sei caprette, mentre la settima si nascose nella cassa dell'orologio. Anche il colore bianco è presente in questa storia, perché il lupo si era fatto imbiancare la zampa dal fornaio, dopo che le caprette lo avevano riconosciuto alla prima visita per la zampa grigia. Inoltre le due fiabe hanno molte cose in comune. In entrambe c'è il mangiare, l'aprire la pancia, il tirar fuori le persone che sono state mangiate ed il sostituirle con pietre pesanti, e infine, in entrambe, il lupo cattivo muore. Oltre a tutto questo, nella storia delle caprette, c'è l'albero. Il lupo si distese sotto un albero dopo il suo pasto e si mise a russare. Per un motivo particolare dovrò di nuovo parlare di questo sogno altrove, interpretarlo ed esaminare con maggiori dettagli il suo significato. Infatti è il primo sogno d'angoscia che il sognatore ricorda dalla sua infanzia, e il suo contenuto, preso in relazione con altri sogni che lo seguirono subito dopo e con certi fatti dei suoi primissimi anni, è particolarmente interessante. Qui dobbiamo limitarci al rapporto tra il sogno e le due fiabe che hanno tanti elementi in comune, Cappuccetto Rosso e // lupo e le sette caprette. L'effetto prodotto da queste storie traspariva nel piccolo sognatore attraverso una regolare fobia per gli animali. Questa fobia si differenziava da altri casi simili per il fatto che l'animale che provocava l'angoscia non era un oggetto facilmente accessibile all'osservazione (come un cavallo o un cane), ma gli era noto solo attraverso i racconti ed i libri di illustrazioni. Parlerò altrove della spiegazione di queste fobie di animali e del significato che vi si ricollega7. Qui anticiperò solo che questa spiegazione è in perfetta armonia con le principali caratteristiche della nevrosi di cui ha poi sofferto questo sognatore. La causa predominante della sua malattia fu la paura del padre, e il suo atteggiamento ambivalente verso qualsiasi sostituto del padre fu il tratto dominante della sua vita e del suo comportamento durante il trattamento. Se nel caso del mio paziente il lupo era semplicemente un primo sostituto del padre, viene da chiedersi se il contenuto nascosto delle favole del lupo che mangia le caprette e di Cappuccetto Rosso non sia qualcosa di diverso dalla semplice paura infantile del padre8. Inoltre il padre del mio paziente aveva la caratteristica, mostrata da molte persone nei riguardi dei figli, di lasciarsi andare a «sgridate affettuose» ed è possibile che nei primissimi anni di vita del paziente, il padre (anche se in seguito divenne severo) lo abbia più volte minacciato per scherzo, accarezzandolo o giocando con lui, di «ingoiarlo in un boccone». Una mia paziente mi ha raccontato che i suoi due figli non si sono mai affezionati al nonno, perché durante le loro lotte affettuose, egli li aveva spesso spaventati dicendo che avrebbe loro aperto la pancia. Note1 Tranne per il particolare che il nanerottolo aveva i capelli corti, mentre il suocero li portava lunghi. 2 [Una fiaba dei fratelli Grimm.) 3 II legno, come è noto, è spesso un simbolo di femminilità o di eternità: ad esempio, materia, Madeira, ecc. 4 Perché letto e tavola rappresentano il matrimonio. 5 [Famosa fiaba dei fratelli Grimm.] 6 [Altra fiaba dei fratelli Grimm.J 7 [V. «L'uomo dei lupi»] 8 Si osservi l'affinità tra queste due storie ed il mito di Crono, rilevata da Rank (1912). |