FANTASIE ISTERICHE E LORO RAPPORTO CON LA BISESSUALITÀ1908 |
Sono familiari a tutti noi le deliranti fantasie del paranoico, le quali riguardano le grandezze e sofferenze del proprio Io e appaiono in forme che sono abbastanza tipiche e quasi monotone. Abbiamo anche conosciuto attraverso numerose descrizioni, gli strani spettacoli con i quali certi pervertiti rappresentano la loro soddisfazione sessuale, sia in idea che in realtà. Tuttavia, può essere una cosa nuova per alcuni lettori l'apprendere che strutture psichiche del tutto analoghe sono regolarmente presenti in tutte le psiconevrosi, particolarmente nell'isteria, e che quest'ultime — note come fantasie isteriche — sembrano avere importanti connessioni con l'etiologia dei sintomi nevrotici. Una fonte comune e un normale prototipo di tutte queste creazioni della fantasia si possono trovare in quelli che vengono chiamati sogni ad occhi aperti della gioventù. Questi hanno già ricevuto qualche attenzione, per quanto ancora insufficiente, nella letteratura sull'argomento1 (Cfr. Breuer e Freud 1895, Pierre Janet 1898, Havelock Ellis 1899, Freud 1899, Pick 1896). Essi si manifestano forse con eguale frequenza in entrambi i sessi, benché sembri che mentre nelle ragazze e nelle donne siano invariabilmente di natura erotica, negli uomini possano essere anche di natura ambiziosa. Tuttavia, nemmeno negli uomini deve darsi una valutazione secondaria all'importanza del fattore erotico; un esame più specifico dei sogni ad occhi aperti di un uomo generalmente mostra che tutte le sue imprese erotiche sono eseguite e tutti i suoi successi realizzati solo allo scopo di piacere a una donna e di essere da lei preferito ad altri uomini2 ( Havelock Ellis, 1899, è della stessa opinione.) Queste fantasie sono soddisfazioni di desideri che derivano dalla privazione e dalla brama. Sono giustamente chiamate «sogni ad occhi aperti», poiché ci danno la chiave per la comprensione dei sogni notturni, in cui il nucleo della formazione del sogno consiste di nient'altro che di complicate fantasie diurne che sono state distorte e fraintese dall'intervento psichico conscio3 (Cfr. L'interpretazione dei sogni, 1899). Questi sogni ad occhi aperti vengono vìssuti con grande interesse; vengono tenuti in gran conto dal soggetto e di solito nascosti con grande sensibilità, come se appartenessero alle cose più intime della sua personalità. Comunque è facile riconoscere per strada una persona assorbita nel sogno ad occhi aperti, dal suo improvviso sorriso, quasi assente, dal modo di parlare con se stessa, o dal fatto di affrettare i passi, indice questo del culmine della situazione immaginata. Ogni attacco isterico che ho potuto studiare finora è risultato essere un'irruzione involontaria di sogni ad occhi aperti di questo tipo. Le nostre osservazioni non lasciano alcun adito al dubbio sul fatto che tali fantasie possono essere benissimo inconsce quanto consce; e appena queste ultime diventano inconsce possono anche diventare patogene — possono, cioè, manifestarsi come sintomi e attacchi. In circostanze favorevoli, il soggetto può ancora catturare una fantasia inconscia di questa sorta in stato di coscienza. Dopo aver attirato l'attenzione di una mia paziente sulle sue fantasie, seppi da lei che in un'occasione si era improvvisamente trovata in lacrime per strada e che, cercando rapidamente di capire per quale ragione stesse piangendo, aveva scoperto che la causa era la seguente fantasia: nella sua immaginazione la donna si era creato un tenero attaccamento a un pianista assai noto nella città (benché lei non lo conoscesse di persona); aveva avuto un bambino da lui (in realtà lei non aveva bambini); ed egli aveva abbandonato lei e il suo bambino lasciandoli in povertà. Era stato a questo punto del suo romanzo che era scoppiata a piangere. Le fantasie inconsce o sono state inconsce da sempre e si sono formate nell'inconscio, o — come più frequentemente si verifica — una volta erano fantasie consce, sogni ad occhi aperti, e poi sono state deliberatamente dimenticate divenendo inconsce attraverso la «rimozione». L'argomento in seguito può esser rimasto lo stesso o può aver subito delle alterazioni, sicché le fantasie inconsce presenti sono derivate da quelle una volta consce. Ora una fantasia inconscia ha una connessione importantissima con la vita sessuale del soggetto, poiché è identica alla fantasia che è servita a dargli la soddisfazione sessuale durante un periodo di masturbazione. A quel tempo l'atto masturbatorio (nel senso più ampio del termine) era composto di due parti: l'evocazione della fantasia e un qualche comportamento attivo per ottenere al suo apice un autoappagamento. Questa combinazione, come è noto, era semplicemente una saldatura4 (Cfr. Freud, Tre saggi sulla sessualità). In origine l'azione era un procedimento puramente autoerotico al fine di ottenere piacere da una zona particolare del corpo, che definiremo erogena. In seguito, questa azione si fuse con una rappresentazione di desiderio sorta dalla sfera dell'amore oggettuale e servì come realizzazione parziale della situazione in cui culminava la fantasia. Susseguentemente, quando il soggetto rinuncia a questo tipo di soddisfazione fantastico-masturbatorio, l'azione viene abbandonata, mentre la fantasia da conscia diventa inconscia. Se non subentra nessun altro tipo di soddisfazione sessuale e il soggetto continua nell'astinenza senza riuscire a sublimare la sua libido - cioè, a deviare la sua eccitazione sessuale verso scopi più alti -, si crea la condizione perché la sua fantasia inconscia riviva e prolifichi, e, almeno per quel che riguarda qualche parte del suo contenuto, si manifesti, con tutta la forza del bisogno di amore, sotto forma di sintomo patologico. In questo modo le fantasie inconsce sono i precursori psichici immediati di tutta una serie di sintomi isterici che non sono altro che fantasie inconsce portate alla luce attraverso la «conversione»; e per quanto i sintomi siano somatici, spesso derivano dalla cerchia delle stesse sensazioni sessuali e delle innervazioni motorie che hanno originariamente accompagnato la fantasia allorché era ancora conscia. In questo modo l'abbandono dell'abitudine di masturbarsi è in realtà superato, e lo scopo dell'intero processo patologico, che è quello del ripristino dell'originaria soddisfazione sessuale primaria, viene così raggiunto — anche se mai completamente, — è vero, tuttavia sempre con una certa approssimazione. Chiunque studia l'isteria, quindi, distoglie presto il proprio interesse dai sintomi per indirizzarlo alle fantasie da cui i sintomi hanno origine. La tecnica della psicoanalisi ci mette in grado anzitutto di risalire dai sintomi alle fantasie inconsce e quindi di renderle consce al paziente. Con questo mezzo si è trovato che il contenuto delle fantasie inconsce di un individuo isterico corrisponde completamente alle situazioni in cui i pervertiti ottengono consciamente soddisfazione; e se a qualcuno non viene in mente alcun esempio di situazioni simili, ha solo da ricordare i famosi spettacoli offerti dagli imperatori romani, gli eccessi selvaggi che naturalmente erano determinati solo dal potere enorme e incontrollato in possesso degli autori delle fantasie. Le manie dei paranoici sono fantasie della stessa natura, benché siano fantasie divenute immediatamente consce. Si fondano sulle componenti sado-masochistiche della pulsione sessuale, e possono anche trovare pieno riscontro in certe fantasie inconsce dei soggetti isterici. Conosciamo anche casi — casi che hanno anche la loro importanza pratica — in cui gli isterici non danno espressione alle loro fantasie in forma di sintomi ma come realizzazioni consce, e in questo modo ideano e inscenano assalti, violenze o atti di aggressione sessuale. Questo metodo di indagine psicoanalitica, che porta dai sintomi evidenti alle fantasie inconsce e nascoste, ci dice tutto ciò che si può conoscere sulla sessualità degli psiconevrotici, compreso il fatto che costituirà l'argomento principale di questa breve pubblicazione introduttiva. Probabilmente, a causa delle difficoltà incontrate dalle fantasie inconsce nel tentativo di trovare espressione, la relazione delle fantasie coi sintomi non è semplice, ma al contrario, per molti versi complicata5. ( La stessa cosa è vera per la relazione tra i pensieri del sogno «latenti» e gli elementi del contenuto «manifesto» di un sogno. Vedere la parte della mia Interpretazione dei sogni, che tratta del «lavoro onirico».) Di regola — quando cioè la nevrosi è pienamente sviluppata e persiste da un certo tempo — un sintomo particolare corrisponde, non a una singola fantasia inconscia, ma a parecchie fantasie di quel tipo; e corrisponde non in modo arbitrario ma in conformità a un modello regolare. All'inizio della malattia, queste complicazioni non sono, certamente, sviluppate tutte pienamente. Per fini d'interesse generale a questo punto uscirò dal contesto di questo scritto e interpolerò una serie di formule che tentano di dare una descrizione a mano a mano più completa della natura dei sintomi isterici. Queste formule non si contraddicono l'un l'altra, ma alcune rappresentano un accostamento sempre più completo e preciso ai fatti, mentre altre rappresentano l'applicazione di diversi punti di vista: 1. I sintomi isterici sono simboli innestici di certe impressioni ed esperienze operative (traumatiche). 2. I sintomi isterici sono sostituti prodotti dalla «conversione», dal ritorno associativo di queste esperienze traumatiche. 3. I sintomi isterici — come altre strutture psichiche — sono espressione dell'appagamento di un desiderio. 4. I sintomi isterici sono la realizzazione di una fantasia inconscia che serve all'appagamento di un desiderio. 5. I sintomi isterici servono lo scopo della soddisfazione sessuale e rappresentano una parte della vita sessuale del soggetto (una parte che corrisponde a una delle componenti della sua pulsione sessuale). 6. I sintomi isterici corrispondono al ritorno di un modo di soddisfazione sessuale usato durante il periodo dell'infanzia e in seguito rimosso. 7. I sintomi isterici sorgono come un compromesso tra i due opposti impulsi affettivi e pulsionali, di cui l'uno tenta di dare espressione a una pulsione componente della costituzione sessuale, e l'altro tenta di reprimerla. 8. I sintomi isterici possono assumere la rappresentazione di vari impulsi inconsci non sessuali, ma non possono mai non avere un significato sessuale. Tra queste varie definizioni la settima mette in rilievo la natura dei sintomi isterici, con la massima completezza, come la realizzazione di una fantasia inconscia; e l'ottava riconosce l'importanza esatta del fattore sessuale. Alcune delle precedenti formule portano a queste due e vi sono in fondo risolte. La connessione tra i sintomi e le fantasie rende facile giungere da una psicoanalisi dei primi a una conoscenza delle componenti dell'istinto sessuale che dominano l'individuo, come ho dimostrato nel mio Tre saggi sulla sessualità. In alcuni casi, però, l'indagine condotta dà un risultato inatteso, mostra cioè che ci sono molti sintomi per i quali la scoperta di una fantasia sessuale (o di un certo numero di fantasie, una delle quali, la più significativa e la prima, è di natura sessuale) non è sufficiente a fornire una spiegazione. Per risolverne uno occorre avere due fantasie sessuali di cui una ha carattere maschile e l'altra femminile. Così una di queste fantasie sorge da un impulso omosessuale. Questa nuova scoperta non altera la settima formula. Resta vero che un sintomo isterico deve necessariamente rappresentare un compromesso tra un impulso libidico e un impulso rimovente; ma può anche rappresentare un'unione di due fantasie libidiche di carattere sessuale opposto. Mi esimerò dal dare esempi a sostegno di questa tesi. Ho imparato dall'esperienza che brevi analisi, condensate in estratti, non possono mai avere l'effetto convincente che vogliono produrre. E d'altro canto, i resoconti di casi analizzati a fondo devono essere rimandati ad altra occasione. Mi limiterò perciò a esporre la seguente formula e a spiegarne l'importanza: 9. I sintomi isterici sono da un lato l'espressione di una fantasia sessuale inconscia maschile, e dall'altro di una femminile. Devo chiaramente affermare che non posso rivendicare a questa formula la stessa validità generale rivendicata alle altre. Per quanto posso vedere, essa non è valida per tutti i sintomi di un dato caso né per tutti i casi. Al contrario, non è difficile citare casi in cui gli impulsi appartenenti ai sessi opposti hanno trovato espressione sintomatica separata, in modo che i sintomi dell'eterosessualità e quelli dell'omosessualità possono essere chiaramente distinti gli uni dagli altri quanto le fantasie che vi si nascondono dietro. Tuttavia la condizione messa in luce nella nona formula è abbastanza comune, e quando si verifica, è abbastanza importante per meritare una speciale considerazione. Mi pare che essa segni il grado più alto di complessità a cui può giungere la determinazione di un sintomo isterico, e ci si può perciò aspettare di trovarlo solo in una nevrosi in atto da lungo tempo e entro cui si è verificato un esteso lavoro di organizzazione6. (Sadger, 1907, ha scoperto di recente questa formula in modo indipendente nelle sue psicoanalisi. Egli, però, sostiene che ha validità generale.) La natura bisessuale di certi sintomi isterici, che può in ogni modo essere dimostrata in numerosi casi, è un'interessante conferma della mia opinione secondo cui l'esistenza postulata di una innata disposizione bisessuale nell'uomo appare con particolare chiarezza nell'analisi degli psiconevrotici. Uno stato di cose del tutto analogo si verifica nello stesso campo quando una persona che si masturba cerca nelle sue fantasie consce di avere sia i sentimenti dell'uomo sia quelli della donna nella situazione che egli si va raffigurando. La stessa cosa può riscontrarsi in certi attacchi isterici in cui la paziente interpreta simultaneamente entrambe le parti della fantasia sessuale che ne costituisce il fondamento. In un caso da me osservato, per esempio, la paziente con una mano si premeva il vestito contro il corpo (nella parte della donna), mentre con l'altra cercava di strapparlo (nella parte dell'uomo). Questa simultaneità di azioni contraddittorie serve in grande misura ad oscurare la situazione, che è altrimenti così plasticamente ritratta nell'attacco, e si presta così bene a celare la fantasia inconscia che è all'opera. Nel trattamento psicoanalitico è molto importante essere preparati a cogliere nel sintomo un significato bisessuale. Non dobbiamo quindi sorprenderci o lasciarci sviare se un sintomo sembra persistere con intensità non affievolita sebbene abbiamo già risolto uno dei suoi significati sessuali, poiché è ancora sostenuto da un significato, forse inaspettato, appartenente al sesso opposto. Nel trattamento di tali casi, inoltre, si può osservare come il paziente tragga profitto, durante l'analisi di un significato sessuale, della comoda possibilità di passare costantemente da una associazione a un'altra, come su binari contigui, nel campo del significato opposto. |