Ereditarietà ed etiologia delle nevrosi

1896

Mi rivolgo in particolare ai discepoli di J. M. Charcot, allo scopo di formulare alcune obiezioni alla teoria dell'etiologia delle nevrosi che ci è stata trasmessa dal maestro. Il ruolo attribuito in detta teoria all'ereditarietà nervosa è ben noto: essa è l'unica causa vera e indispensabile delle affezioni nevrotiche e gli altri influssi etiologici possono soltanto aspirare alla qualifica di agenti provocatori. Tale era l'opinione espressa dal grande uomo e dai suoi allievi, i signori Guinon, Gilles de la Tourette, Janet e altri, a proposito della principale nevrosi, l'isteria, e io credo che in Francia, e nella maggior parte degli altri paesi, si abbia la stessa opinione anche sulle altre nevrosi, sebbene, nel caso di questi stati analoghi all'isteria, essa non sia stata enunciata in modo altrettanto solenne e definitivo. Da molto tempo io nutrivo dei dubbi in proposito, ma dovevo attendere finché non avessi trovato, nella mia quotidiana esperienza di medico, dei fatti che li appoggiassero. Ora, le mie obiezioni sono di un duplice ordine: argomentazioni legate ai fatti e argomentazioni tratte dalla speculazione. Comincerò dalle prime, disponendole a seconda dell'importanza che attribuisco loro.

a.  Talora sono state considerate come nervose, e legate a una tendenza ereditaria nevropatica, talune affezioni ben lontane dall'ambito della neuropatologia. Ciò vale tanto per le nevralgie facciali vere quanto per diverse cefalee, che nell'insegnamento erano definite nervose, mentre derivano piuttosto da alterazioni patologiche postinfettive e da suppurazione nelle cavità rinofaringee. Sono convinto che i malati ne avrebbero giovamento se affidassimo più spesso queste malattie alle cure dell'otorinolaringoiatra.

b.  Tutte le affezioni nervose riscontrate nella famiglia del paziente sono state prese, senza tener conto della loro frequenza o gravità, come un fondamento per accusarlo di essere portatore di una tara nervosa ereditaria. Questo modo di vedere non comporta forse che si debba tirare una netta linea di demarcazione tra famiglie sicuramente esenti da qualsiasi predisposizione nervosa e famiglie soggette ad essa in misura illimitata? E i fatti, invece, non depongono a favore dell'opinione opposta, cioè che vi sono fasi di passaggio e gradazioni nella predisposizione nervosa e che non vi è famiglia che ne sia completamente esente?

e. La nostra opinione sull'importanza etiologica dell'ereditarietà nelle malattie nervose dovrebbe essere nettamente fondata su un esame statistico imparziale e non su una petizione di principio. Finché tale esame non sia stato condotto, noi dovremmo credere che l'esistenza di disturbi nervosi acquisiti è altrettanto possibile quanto quella dei disturbi ereditari. Ma se possono esistere turbe nervose acquisite da individui esenti da predisposizione, non si può nemmeno più negare che le affezioni nervose riscontrate nei parenti del nostro paziente possono in parte essersi originate nello stesso modo. Allora non sarà più possibile citarle quali prove definitive della disposizione ereditaria attribuita al paziente in ragione della sua anamnesi familiare, in quanto è molto raro che si possa fare con successo una diagnosi retrospettiva delle malattie degli ascendenti o dei membri assenti di una famiglia.

d.  Coloro che concordano con i signori Fournier ed Erb sull'importanza della sifilide nell'etiologia della tabe dorsale e della paralisi progressiva, hanno appreso che bisogna riconoscere l'esistenza di potenti influenze etiologiche, il cui concorso è indispensabile nella patogenesi di talune malattie, che non potrebbero essere determinate dalla sola ereditarietà. Cionondimeno il signor Charcot ha mantenuto fino all'ultimo - come mi è noto da una lettera privata che ricevetti da lui un'assoluta opposizione alla teoria di Fournier, che, pure, guadagna terreno di giorno in giorno.

e.  Non v'è dubbio che taluni disturbi nervosi possono instaurarsi in persone perfettamente sane, la cui famiglia è al di sopra di ogni sospetto. Capita tutti i giorni di osservare casi di nevrastenia di Beard. Se la nevrastenia fosse limitata agli individui predisposti non avrebbe mai raggiunto l'importanza e la diffusione che ci sono ben note.

f. Nella patologia nervosa vi è un'ereditarietà similare e vi è la cosiddetta ereditarietà dissimilare. Non si può muovere alcuna obiezione alla prima. Infatti è veramente degno di nota il fatto che le turbe dipendenti da un'ereditarietà similare (miotonia di Thomsen, malattia di Friedreich, le miopatie, la corea di Huntington, ecc.) non ci permettono mai di evidenziare alcun fattore causale accessorio. Ma l'ereditarietà dissimilare, molto più importante dell'altra, lascia delle lacune che dovrebbero essere colmate prima di ottenere un'adeguata soluzione dei problemi etiologici. L'ereditarietà dissimilare consiste nel fatto che i membri di una stessa famiglia risultano affetti dalle più diverse turbe nervose, funzionali e organiche, senza che sia possibile scoprire una legge qualsiasi che regoli la sostituzione di una malattia con un'altra o l'ordine di successione attraverso le generazioni. Accanto ai membri malati, in queste famiglie ve ne sono altri che rimangono sani e la teoria dell'ereditarietà dissimilare non ci dice perché una persona riesce a sopportare lo stesso carico ereditario senza soccombere o perché un'altra persona, malata, debba scegliere proprio un determinato tipo di affezione nervosa anziché un altro: l'isteria in luogo dell'epilessia o della follia, ecc. Poiché nella patogenesi delle malattie nevrotiche il caso non esiste più di quanto esista altrove, bisogna ammettere che non è l'ereditarietà a controllare la scelta di una data turba nervosa che dovrà instaurarsi in un membro predisposto di una famiglia, ma che abbiamo buone ragioni per sospettare l'esistenza di altri fattori etiologici, di natura meno incomprensibile, che, allora, meriterebbero la denominazione di fattori etiologici specifici di questa o quella affezione. In assenza di questo fattore etiologico specifico, l'ereditarietà non avrebbe potuto nulla, mentre avrebbe determinato la comparsa di un'altra turba nervosa, qualora la specifica etiologia in questione fosse stata sostituita da qualche altra influenza.

Le ricerche su queste cause specifiche e determinanti dei disturbi nervosi sono state ben scarse, dato che l'attenzione dei medici è stata polarizzata da quella grandiosa prospettiva che è la condizione etiolo-gica fondamentale rappresentata dall'ereditarietà. Tuttavia, queste cause sono il degno oggetto di accurati studi. Sebbene il loro potere patogenetico sia di solito puramente accessorio rispetto a quello dell'ereditarietà, la conoscenza di queste etiologie specifiche riveste un grande interesse pratico, perché permetterà ai nostri tentativi terapeutici di aprirsi una strada, laddove la disposizione ereditaria, che è fissa fin dalla nascita del paziente, arresta i nostri sforzi con la sua invvicinabilità.

Per diversi anni mi sono impegnato in ricerche sull'etiologia delle nevrosi principali - stati nervosi funzionali analoghi all'isteria - e nelle pagine che seguono mi propongo di esporre i risultati di questi studi. Onde evitare ogni possibile malinteso, comincerò con due osservazioni sulla nosografia delle nevrosi e sull'etiologia delle nevrosi in generale.

Fui costretto a iniziare il mio lavoro con un'innovazione nosografia. Trovai delle ragioni per tener distinta dall'isteria la nevrosi ossessiva (Zwangsneurose), quale turba autosufficiente e indipendente, anche se la maggioranza delle autorità in materia annovera le ossessioni tra le sindromi che costituiscono la degenerazione mentale o le confonde con la nevrastenia. Dal canto mio, esaminando il meccanismo psichico delle ossessioni, avevo imparato che esse sono più strettamente collegate con l'isteria di quanto non si pensi.

L'isteria e la nevrosi ossessiva sono il primo gruppo di nevrosi importanti studiato da me. Il secondo gruppo contiene la nevrastenia di Beard, che io ho suddiviso in due stati funzionali distinti sia per l'etiologia che per il quadro sintomatico, la nevrastenia propriamente detta e la nevrosi d'angoscia (Angstneurose), nome questo, sia detto per inciso, che non mi soddisfa del tutto. Esposi minuziosamente le ragioni che mi inducevano a questa distinzione, che stimo necessaria, in un articolo pubblicato nel 1895 [Si tratta di «Opportunità di distinguere dalla nevrastenia una particolare sindrome con il nome di "nevrosi d'angoscia"»].

Quanto all'etiologia delle nevrosi, ritengo che si dovrebbe ammettere in teoria che le influenze etiologiche, che si distinguono tra di loro per importanza e per il modo in cui si ricollegano all'effetto prodotto, sono raggruppabili in tre classi: 1. Precondizioni, indispensabili per la produzione dell'affezione, ma che sono di natura generica e si ritrovano anche nell'etiologia di molte altre malattie; 2. Cause concomitanti, che hanno caratteri in comune con le precondizioni, in quanto sono operanti nel determinismo di altre malattie come lo sono in quello della malattia di cui ci occupiamo, e che pure non sono indispensabili nel determinismo della stessa; 3. Cause specifiche, altrettanto indispensabili quanto le precondizioni, ma limitate nella loro natura, per cui si trovano solo nell'etiologia della malattia nei confronti della quale hanno carattere di specificità.

Quindi, nella patogenesi delle nevrosi principali, l'ereditarietà ha il ruolo di precondizione, in tutti i casi assai potente e in moltissimi casi persino indispensabile. Essa sarebbe inefficace senza il concorso delle cause specifiche, ma l'importanza della disposizione ereditaria è provata dal fatto che le stesse cause specifiche non producono alcun effetto patologico sensibile se agiscono su un individuo sano, mentre la loro azione provoca l'insorgere della nevrosi nell'individuo predisposto, e l'evoluzione della malattia avrà un'intensità e un'estensione proporzionale al valore della precondizione ereditaria.

Dunque, l'azione dell'ereditarietà è comparabile a quella di un moltiplicatore in un circuito elettrico, che esagera lo spostamento visibile dell'ago, ma non può determinare la direzione dello spostamento.

C'è ancora una cosa da notare nei rapporti tra precondizione ereditaria e cause specifiche della nevrosi. L'esperienza insegna, ma si poteva intuirlo a priori, che in tali questioni di etiologia non bisogna trascurare le quantità relative, per così dire, delle influenze etiologiche. Però non si poteva prevedere il fatto seguente, che mi sembra scaturire dalle mie osservazioni, ossia che l'ereditarietà e le cause specifiche possono sostituirsi l'una alle altre per quanto riguarda la quantità sicché uno stesso effetto patologico sarà provocato dalla coincidenza di una grave etiologia specifica e una modesta predisposizione o da un'ereditarietà nervosa molto intensa accompagnata da una moderata influenza specifica. Per questo non saremo colti alla sprovvista dai casi-limite di questa serie nei quali cercheremmo invano i segni delle predisposizioni ereditarie, alla cui mancanza supplisce un'intensa influenza specifica.

Possiamo classificare come cause concomitanti (o ausiliarie) delle nevrosi tutti i fattori banali che abbiamo trovato altrove: turbe emotive, esaurimento fisico, malattie acute, intossicazione, incidenti traumatizzanti, superlavoro intellettuale, ecc. Sostengo che neppure una di queste cause, neanche l'ultima, entra necessariamente o regolarmente nell'etiologia delle nevrosi, e mi rendo conto che avanzare questa opinione vuol dire mettersi in aperto contrasto con una teoria che si ritiene universalmente accolta e ineccepibile. Poiché Beard ha dichiarato che la nevrastenia è il portato della nostra civiltà moderna, ha incontrato molti disposti a credergli, ma per me è impossibile accettare le sue concezioni. Un laborioso studio sulle nevrosi mi ha fatto comprendere che l'etiologia specifica di queste è sfuggita all'osservazione di Beard.

Non intendo sminuire l'importanza etiologica di detti agenti banali. Essi sono molteplici, assai comuni e, molto spesso, sono i pazienti stessi a riconoscerli, per cui sono più evidenti delle cause specifiche della nevrosi, la cui etiologia è nascosta o sconosciuta. Con estrema frequenza essi assumono la funzione di agenti provocatori, rendendo manifesta una nevrosi in antecedenza latente. Essi hanno un interesse pratico, perché una disamina di queste cause banali può additarci un indirizzo terapeutico non mirante a una guarigione radicale, ma che si accontenti di riportare la malattia al precedente stato di latenza.

Comunque, non è possibile stabilire un rapporto stretto e univoco tra una di queste cause banali e questa o quella forma di affezione nervosa. Per esempio, le turbe emotive rientrano nell'etiologia dell'isteria, delle ossessioni e della nevrastenia, come in quella dell'epilessia, del morbo di Parkinson, del diabete e molte altre malattie.

Le cause concomitanti banali possono anche sostituire l'etiologia specifica per ciò che riguarda la quantità, ma non possono mai prenderne completamente il posto. Vi sono diversi casi nei quali tutte le influenze eziologiche sono rappresentate dalla precondizione ereditaria e dalla causa specifica, mentre mancano le cause banali. In altri casi, gli indispensabili fattori etiologici non sono di per sé in quantità sufficiente da poter scatenare da soli una nevrosi; uno stato di salute apparente può mantenersi per molto tempo, per quanto, in realtà, si tratta di uno stato di predisposizione alla nevrosi. Basta, allora, che entri in gioco anche una causa banale, perché la nevrosi diventi manifesta. Però è bene sottolineare che, in queste circostanze, la natura della causa banale è assolutamente indifferente, potendosi trattare di un'emozione, di un trauma, di una malattia infettiva o di qualsiasi altra cosa. Le conseguenze patologiche non saranno modificate dal variare della causa banale e la natura della nevrosi sarà pur sempre regolata dalla causa specifica preesistente.

E allora, quali sono le cause specifiche delle nevrosi? Ve n'è una sola o ve ne sono parecchie? Ed è possibile individuare un rapporto etiologico costante tra una data causa e un dato effetto nevrotico, cosi che a ciascuna delle grandi nevrosi possa essere attribuita una particolare etiologia?

Io sostengo, in base a una laboriosa disamina dei fatti, che quest'ultima ipotesi concorda molto bene con la realtà e ciascuna grande nevrosi che ho elencato trova la sua causa immediata in un determinato perturbamento dell'economia del sistema nervoso, e che queste alterazioni patologiche funzionali trovano la loro comune origine nella vita sessuale, sia in un disordine della vita sessuale attuale sia in avvenimenti importanti della vita passata.

Questa, a dire il vero, non è un'affermazione nuova o inaudita. Tra le cause delle malattie nervose i disturbi sessuali sono stati sempre annoverati, ma sono stati messi in sottordine rispetto all'ereditarietà e posti su uno stesso piano con gli altri agenti provocatori, e la loro influenza etiologica è stata limitata a un piccolo numero di casi osservati. I medici hanno avuto sempre l'abitudine di non fare indagini su di essi, salvo il caso che sia lo stesso malato a parlarne. Il mio modo di concepire la cosa si distingue appunto per il fatto che ho portato queste influenze sessuali al rango di cause specifiche, che ne riconosco l'azione in tutti i casi di nevrosi e, infine, che ravviso un regolare parallelismo, rappresentante la prova dell'esistenza di un rapporto etiologico specifico, tra la natura dell'influenza sessuale e la specie patologica della nevrosi.

Sono assolutamente certo che questa teoria susciterà una tempesta di opposizioni da parte dei medici miei contemporanei, ma non è questa la sede per presentare la documentazione e le esperienze che mi hanno imposto le mie convinzioni né per spiegare l'effettivo significato dell'espressione, alquanto vaga, «disordini nell'economia del sistema nervoso». Spero di poterlo fare più estesamente in un lavoro sull'argomento che ho in preparazione 1 (Per la sintomatologia e per l'etiologia della nevrosi d'angoscia, vedasi il mio lavoro cui ho fatto riferimento più sopra).

Nel presente articolo mi limito a riferire i risultati.

Se ne separiamo la nevrosi d'angoscia, la nevrastenia propriamente detta ha un aspetto clinico assai monotono: tendenza alla stanchezza, tensione endocranica, dispepsia con flatulenze, stitichezza, parestesie vertebrali, debolezza sessuale, ecc. L'unica etiologia specifica che ammette è la masturbazione (smodata) o le eiaculazioni spontanee.

L'azione intensa e prolungata di questa perniciosa soddisfazione sessuale è sufficiente, da sola, a provocare una nevrosi nevrastenica o a imprimere nel soggetto quel tipico marchio nevrastenico che si verrà a manifestare più tardi sotto l'influenza di una causa accessoria accidentale. Mi sono anche capitati dei soggetti, che presentavano i segni di una costituzione nevrastenica, nei quali non sono, però, riuscito a evidenziare l'etiologia cui ora ho fatto cenno, ma, almeno, ho potuto dimostrare che in questi pazienti la funzione sessuale non si è mai sviluppata fino a un livello normale. Costoro sembrano essere stati dotati per via ereditaria di una costituzione sessuale analoga a quella che si instaura nei nevrastenici in conseguenza della masturbazione.

La nevrosi d'angoscia presenta un quadro clinico assai più ricco: irritabilità, stati di attesa angosciosa, fobie, accessi di angoscia completi o rudimentali, accessi di paura o di vertigine, tremori, sudorazione, congestione, dispnea, tachicardia, ecc., diarrea cronica, vertigine locomotoria cronica, iperestesia, insonnia, ecc. È facile dimostrare che tale nevrosi è la conseguenza specifica di vari disturbi della vita sessuale, che hanno tutti una caratteristica in comune. La continenza forzata, l'eccitazione sessuale frustrata - ossia eccitazione non scaricata da un atto sessuale - il coito imperfetto o interrotto - che non termina con la voluttà -, sforzi sessuali che superano la capacità psichica del soggetto, ecc., sono tutti agenti, financo troppo frequenti nella vita moderna, che sembrano convergere nella caratteristica comune di rappresentare un perturbamento delle funzioni psichiche e somatiche negli atti sessuali, impedendo la partecipazione psichica necessaria a liberare l'economia nervosa dalla tensione sessuale.

Tali osservazioni, che, forse, contengono in germe la spiegazione teorica del meccanismo funzionale della nevrosi in questione, ci fanno già da sole sospettare che, per ora, non è possibile un'esposizione completa e veramente scientifica dell'argomento, e che sarebbe necessario affrontare il problema fisiologico della vita sessuale da un nuovo punto di vista. Infine, dirò che la patogenesi della nevrastenia e della nevrosi d'angoscia può benissimo fare a meno della collaborazione della disposizione ereditaria. Questo è il risultato dell'osservazione quotidiana, ma se l'ereditarietà è presente, l'evoluzione della nevrosi subirà gli effetti della sua poderosa influenza.

Per quanto riguarda la seconda classe delle grandi nevrosi, isteria e nevrosi ossessiva, la soluzione del problema etiologico è sorprendentemente semplice ed uniforme. Sono debitore dei risultati da me ottenuti a un nuovo metodo di psicoanalisi, il procedimento esplorativo di Josef Breuer. E un po' complicato, ma insostituibile, dato che si è dimostrato talmente fecondo nella sua capacità di illuminare gli oscuri cammini dell'ideazione inconscia. Grazie a questo procedimento, che qui non è il caso di descrivere, i sintomi isterici vengono ricondotti alla loro origine, che si trova sempre in qualche evento della vita sessuale del soggetto, atto a provocare una emozione angosciosa. Risalendo nel passato del paziente, passo per passo, sempre con la guida della concatenazione di sintomi organici e dei ricordi e pensieri che insorgono, venivo a raggiungere, alla fine, il punto di inizio del processo patologico ed ero costretto a vedere che, in fondo a tutti i casi che sottoponevo ad analisi, si ritrovava sempre la stessa cosa: l'azione di un agente che deve essere considerato come la causa specifica dell'isteria.

Questo agente, in effetti, è una reminiscenza legata alla vita sessuale, ma è tale che possiede due caratteristiche della massima importanza. L'evento, del quale il paziente mantiene un ricordo inconscio, è un'esperienza precoce dei rapporti sessuali con effettiva eccitazione dei genitali, conseguente a un abuso sessuale perpetrato da un'altra persona, e il periodo della vita, in cui ha luogo questo evento fatale, è l'infanzia, fino all'età di otto-dieci anni, prima che il fanciullo abbia raggiunto la maturità sessuale.

Questa, dunque, è l'etiologia specifica dell'isteria: un'esperienza sessuale passiva prima della pubertà.

Suppongo di essere accolto con scetticismo, per cui aggiungerò subito dei particolari di ordine pratico e qualche commento al risultato che ho annunciato. Sono riuscito a portare a termine la psicoanalisi di tredici casi di isteria, tre dei quali erano, in effetti, una combinazione di isteria e di nevrosi ossessiva. (Non sto parlando di isteria con ossessioni). In nessuno di questi casi mancava un evento del tipo descritto sopra. Mi veniva descritto l'assalto brutale di un adulto o la seduzione, meno rapida e ripugnante, ma che portava al medesimo risultato. In sette casi su tredici il rapporto era occorso tra fanciulli: rapporti sessuali tra una bambina e un fanciullo di poco maggiore, il più delle volte un fratello, il quale era stato, a sua volta, vittima di una precedente seduzione. Talora questi rapporti si erano protratti per anni, finché la piccola coppia colpevole non aveva raggiunto la pubertà. Il fanciullo aveva ripetuto con la bambina le stesse pratiche molte e molte volte, senza mutamento, pratiche alle quali egli stesso era stato assoggettato da qualche domestica o governante e che, a causa della loro origine, spesso risultavano disgustose. In alcuni casi vi era una combinazione di una violenza e di rapporti tra bambini, ovvero la ripetizione di un brutale abuso.

La data di questa esperienza precoce era variabile. In due casi la serie cominciava nel secondo anno di vita della creaturina, ma, nelle mie osservazioni, l'età più frequente era il quarto o il quinto anno. Può essere in parte un fatto casuale, però la mia impressione è che un'esperienza sessuale passiva, avuta dopo gli otto o dieci anni di età, non sia più atta a costituire il fondamento della nevrosi.

Come è possibile convincersi della realtà di queste confessioni analitiche, che pretendono di essere ricordi conservatisi fin dalla prima infanzia? E come ci si può guardare dalla tendenza alla menzogna e dalla facile inventiva che si attribuisce ai soggetti isterici? Dovrei accusarmi di biasimevole credulità se non disponessi di prove più conclusive, ma, in effetti, questi soggetti non raccontano mai spontaneamente queste storie né mai, nel corso del trattamento, presentano al medico una completa ricostruzione di una scena del genere. Si riesce a far rivivere la traccia psichica di un avvenimento sessuale precoce soltanto sotto la più intensa pressione del trattamento analitico, e superando una fortissima resistenza. Inoltre, il ricordo va tratto fuori dai pazienti pezzo per pezzo, e, per di più, mentre questo si ridesta nella coscienza, essi sono preda di un'emozione che difficilmente potrebbe essere simulata.

Alla fine si raggiunge la convinzione anche se non si rimane influenzati dal comportamento del paziente, a patto di poter penetrare in ogni particolare il rapporto psicoanalitico di un caso di isteria.

L'avvenimento precoce ha lasciato un'impronta indelebile nella storia del caso: essa è rappresentata da una moltitudine di sintomi e di caratteristiche speciali che non troverebbero altra spiegazione. Viene imposto perentoriamente all'attenzione dalle sottili, ma solide connessioni che si rilevano nella struttura intrinseca della nevrosi. L'effetto terapeutico è stentato se non si riesce ad arrivare fino a questo punto, e allora non v'è altra scelta che rifiutare il tutto o credervi.

E ammissibile che un'esperienza sessuale precoce di questo genere, subita da un soggetto il cui sesso a mala pena è differenziato, possa diventare l'origine di un'anomalia psichica persistente come l'isteria? E questa supposizione come potrebbe concordare con le nostre idee attuali sul meccanismo psichico di questa nevrosi? Alla prima domanda possiamo rispondere in maniera soddisfacente. Proprio perché il soggetto si trova nell'infanzia, l'eccitazione sessuale produce uno scarso effetto, nullo addirittura, al momento attuale, mentre ne rimane una traccia psichica. Più tardi, allorché, al tempo della pubertà, le reazioni dell'organo sessuale raggiungono un livello non paragonabile a quello della condizione infantile, questa traccia psichica inconscia viene a ridestarsi in un modo o nell'altro. Grazie al mutamento apportato dalla pubertà, il ricordo dell'evento acquista un potere che prima gli mancava totalmente. Il ricordo agisce come se fosse un avvenimento attuale. In effetti si tratta dell'azione postuma di un trauma sessuale.

Per quanto mi consta, questo risveglio di un ricordo sessuale dopo la pubertà, quando il fatto in sé sia accaduto molto tempo prima, rappresenta l'unico esempio, in psicologia, di un ricordo il cui effetto immediato è superiore a quello di un avvenimento attuale. Però si tratta di una costellazione psichica abnorme, che colpisce un punto debole del meccanismo psichico e deve, necessariamente, provocare un effetto psichico patologico.

Ritengo di poter affermare che questo rapporto inverso tra l'effetto psichico del ricordo e quello dell'evento rappresenta la ragione per cui il ricordo rimane inconscio.

In tal maniera, arriviamo a un problema psichico quanto mai complesso, il quale, però, se considerato nella sua giusta luce, promette di fornirci un'esatta comprensione di una delle più delicate questioni della vita psichica.

Le idee qui esposte, che traggono il loro fondamento dall'osservazione psicoanalitica che il ricordo di un'esperienza sessuale precoce è, in ogni caso, la causa specifica dell'isteria, non concordano con la teoria psicologica delle nevrosi del signor Janet, né con quella di alcun altro. Però concordano perfettamente con le mie considerazioni sulle Abwehrneurosen, che ho esposto altrove 2 [Si veda «Le neuropsicosi di difesa» e «Ulteriori osservazioni sulle neuropsicosi di difesa»].

Tutti gli avvenimenti successivi alla pubertà, ai quali può imputarsi un'influenza sull'evoluzione della nevrosi isterica e sulla formazione dei sintomi di questa, sono, di fatto, solo delle cause concomitanti, «agents provocateurs», come era solito chiamarli Charcot, sebbene per lui l'ereditarietà nervosa occupasse il posto che io attribuisco alle esperienze sessuali precoci. Questi agenti complementari non sono sottoposti alle rigide condizioni imposte alle cause specifiche. L'analisi rivela, in modo inconfutabile, che essi sono dotati di un influsso pato-genetico sull'isteria solo in ragione della loro capacità di destare la traccia psichica inconscia dell'evento dell'infanzia. Inoltre, grazie al loro legame con l'impressione patogena primaria, e sotto l'influenza di questa, il ricordo, a sua volta, diventa inconscio, e perciò capace di favorire lo sviluppo di un'attività psichica sottratta al controllo delle funzioni coscienti.

La nevrosi ossessiva (Zwangsneurose) trae origine da una causa specifica analoga a quella dell'isteria. Anche in questo caso troviamo un avvenimento sessuale precoce, precedente la pubertà, il cui ricordo diventa attivo durante o dopo quel periodo, e le osservazioni e argomentazioni che ho esposte a riguardo dell'isteria valgono anche per le mie osservazioni sull'altra nevrosi (sei casi, tre dei quali puri). Una sola differenza mi sembra fondamentale. Alla base dell'etiologia dell'isteria troviamo un fatto sessuale passivo, una esperienza subita con indifferenza o con un lieve grado di fastidio o di paura. Invece, nella nevrosi ossessiva si tratta di un avvenimento che ha procurato piacere, di un atto di aggressione ispirato dal desiderio (nel caso di un fanciullo) o di una partecipazione a rapporti sessuali accompagnata da godimento (nel caso di una bambina ). Le idee ossessive, allorché il loro significato intimo sia stato riconosciuto mediante l'analisi, e siano state ridotte effettivamente alla loro espressione più semplice, altro non sono che rimproveri che il soggetto muove a se stesso a cagione di questo godimento sessuale prematuro, ma sono rimproveri distorti da un lavorio psichico inconscio di trasformazione e di sostituzione.

Il fatto stesso di un'aggressione sessuale di questo genere, verificatasi in così tenera età, sembra rivelare l'influenza di una precedente seduzione, la cui conseguenza sarebbe una precocità del desiderio sessuale. Nei casi da me studiati, l'analisi conferma questo sospetto. In tal modo si perviene alla spiegazione di un fatto interessante, che si riscontra sempre in questi casi di ossessione: il fatto che l'insieme dei sintomi è sempre complicato da un determinato numero di sintomi semplicemente isterici.

L'importanza dell'elemento attivo nella vita sessuale, quale causa di ossessioni, e della passività sessuale, quale fattore patogenetico dell'isteria, sembra addirittura renderci ragione del più stretto legame tra isteria e sesso femminile e della preferenza maschile per la nevrosi ossessiva. Talora ci capitano coppie di nevrotici che erano coppie di piccoli amanti nella prima infanzia, e, in esse, l'uomo è affetto da ossessioni e la donna da isteria. Se si tratta di fratello e sorella si può scambiare per il risultato di un'ereditarietà nervosa ciò che, invece, è la conseguenza di esperienze sessuali precoci.

Certamente vi sono casi puri e isolati di isteria od ossessioni, indipendenti dalla nevrastenia o dalla nevrosi d'angoscia, ma non è questa la regola. Più di frequente, una neuropsicosi si manifesta in concomitanza di una nevrosi nevrastenica, provocata da quest'ultima e con decorso parallelo. Ciò dipende dal fatto che le cause specifiche della nevrosi nevrastenica, ossia dei disordini attuali della vita sessuale, esercitano, contemporaneamente, un ruolo di cause ausiliarie delle neuropsicosi, in quanto ne ridestano e ravvivano la causa specifica, vale a dire il ricordo della esperienza sessuale precoce.

Per quanto riguarda l'eredità nervosa, sono ben lungi dal saperne apprezzare esattamente l'influenza sull'etiologia delle neuropsicosi. Riconosco che la sua presenza è indispensabile nei casi gravi; dubito che sia necessaria nei casi lievi, ma sono convinto che l'ereditarietà di per sé non è in grado di provocare neuropsicosi se manca l'etiologia specifica, ossia un'eccitazione sessuale precoce. Penso addirittura che non sia l'ereditarietà a determinare, in un dato caso, lo sviluppo dell'isteria oppure della nevrosi ossessiva, ma che invece sia una caratteristica particolare dell'evento sessuale della prima fanciullezza.