Osservazioni generali sull'attacco isterico1908 |
A Se si sottopone a trattamento psicoanalitico un'isterica, il cui male si manifesta in forma di attacchi, ci si convince facilmente che questi attacchi non sono altro che fantasie tradotte nella dimensione motoria, proiettate nella motilità, figurate in forma pantomimica. Fantasie inconsce, bisogna dire, ma, quanto al resto, dello stesso genere di quelle che si possono cogliere direttamente nei sogni a occhi aperti, o ricavare mediante interpretazione dai sogni notturni. Spesso un sogno sostituisce un attacco e, più spesso ancora, lo spiega, dacché la medesima fantasia trova una diversa espressione nel sogno e nell'attacco. Ci si dovrebbe dunque aspettare che, osservando l'attacco, sia possibile giungere a conoscere la fantasia in esso raffigurata; ma questo riesce solo di rado. Di regola, sotto l'influsso della censura, la figurazione pantomimica della fantasia ha subito deformazioni del tutto analoghe a quelle allucinatorie del sogno, di modo che tanto l'una che l'altro sono diventati a tutta prima impenetrabili, sia per la propria coscienza che per l'intelligenza dell'osservatore. L'attacco isterico necessita pertanto della stessa elaborazione interpretativa che noi applichiamo ai sogni notturni. Ma non soltanto le potenze da cui la deformazione emana e l'intenzione di questa deformazione sono le stesse che abbiamo imparato a conoscere attraverso l'interpretazione dei sogni, anche la tecnica deformante è la stessa. 1) L'attacco diventa inintelligibile perché dà figura simultaneamente a parecchie fantasie con lo stesso materiale, ossia per condensazione. Gli elementi comuni alle due (o più) fantasie costituiscono, come nel sogno, il nucleo della raffigurazione. Le fantasie che vengono cosi a sovrapporsi sono spesso di natura interamente diversa: per esempio, un desiderio recente e la riattivazione di un'impressione infantile; le stesse innervazioni servono quindi a entrambe le intenzioni, spesso in maniera abilissima. Quegli isterici che si servono ampiamente della condensazione trovano in qualche modo sufficiente un'unica forma di attacco; altri esprimono una pluralità di fantasie patogene anche moltiplicando le forme di attacco. 2) L'attacco è reso oscuro perché l'ammalata tenta di svolgere l'attività delle due persone che compaiono nella fantasia, vale a dire ricorre a identificazione multipla. Vedasi, ad esempio, il caso che ho citato nel mio scritto Fantasie isteriche e loro relazione con ia bisessualità [vedi sopra pp. 394 sg.], nel quale la malata (nella parte di uomo) con una mano si strappa di dosso le vesti, mentre con l'altra (nella parte di donna) le stringe a sé. 3) Un effetto straordinariamente deformante è prodotto dall'inversione antagonistica delle innervazioni, che è analoga alla trasformazione, abituale nel lavoro onirico, di un elemento nel suo contrario: per esempio, nell'attacco un abbraccio è talora figurato tendendo convulsamente le braccia all'indietro finché le mani si congiungono sopra la colonna vertebrale. È possibile che il noto are de cercle dei grandi attacchi isterici altro non sia che un energico gesto che rinnega, mediante innervazione antagonistica, la posizione del corpo adatta al rapporto sessuale. 4) Non meno sconcertante e ingannevole è poi il rovesciamento dell'ordine cronologico all'interno della fantasia raffigurata, ciò che a sua volta trova pieno riscontro in taluni sogni, che cominciano con la fine dell'azione per poi concludersi con il suo inizio. Cosi, ad esempio, un'isterica ha una fantasia di seduzione nella quale si trova seduta a leggere in un parco con la veste un po' rialzata, che lascia intravedere il piede; le si avvicina un signore che le rivolge la parola; insieme vanno poi in un altro luogo e hanno un rapporto amoroso. Questa fantasia viene recitata nell'attacco iniziando con lo stadio convulsivo, che corrisponde al coito, dopo di che ella si alza, va in un'altra stanza, si siede a leggere e quindi risponde a un discorso immaginario che le viene rivolto. Le due deformazioni menzionate per ultime possono darci un'idea dell'intensità delle resistenze, di cui il rimosso deve tener conto nel momento di prorompere in un attacco isterico. B La comparsa degli attacchi isterici segue leggi facili da capire. Poiché il complesso rimosso consiste in un investimento libidico e in un contenuto rappresentativo (fantasia), l'attacco può essere provocato: 1) per via associativa, quando il contenuto del complesso (investito di una carica sufficiente) è richiamato da qualcosa ad esso collegato nella vita cosciente; 2) per via organica, quando, per ragioni somatiche interne e per un'influenza psichica esercitata dall'esterno, l'investimento libidico aumenta al di là di un certo grado; 3) in funzione della tendenza primaria, come espressione della "fuga nella malattia", quando la realtà diventa penosa o spaventevole, ossia a scopo di consolazione; 4) in funzione delle tendenze secondarie, con le quali la malattia si allea non appena, producendo l'attacco, può essere raggiunto uno scopo utile al malato. In quest'ultimo caso l'attacco è destinato a determinate persone, può essere differito al tempo in cui queste siano presenti e dà l'impressione di essere una simulazione cosciente. C L'esame della storia d'infanzia dei pazienti isterici mostra che l'attacco isterico è destinato a sostituire un soddisfacimento autocratico praticato in passato e poi abbandonato. In un gran numero di casi questo soddisfacimento (la masturbazione mediante contatto o pressione delle cosce, il movimento della lingua ecc.) ricorre anche nell'attacco stesso, mentre la coscienza è distaccata. Inoltre, la comparsa dell'attacco per via dell'aumento della libido e in funzione della tendenza primaria — cioè come consolazione — ripete esattamente le condizioni per le quali, a suo tempo, tale soddisfacimento autoerotico era stato ricercato intenzionalmente dal malato. L'anamnesi del malato mostra i seguenti stadi: a) soddisfacimento autoerotico senza contenuto rappresentativo; b) lo stesso, collegato a una fantasia che sfocia nell'atto di soddisfacimento; c) rinuncia all'atto, con mantenimento della fantasia; d) rimozione di questa fantasia, la quale poi s'impone nell'attacco isterico, sia immutata, sia modificata e adattata a nuove impressioni vitali; ed e) la fantasia ripristina eventualmente l'atto del soddisfacimento ad essa attinente e apparentemente tralasciato. Questo è un ciclo tipico di attività sessuale infantile: rimozione - insuccesso della rimozione - ritorno del rimosso. Nell'emissione involontaria di urina non vi è certamente nulla di inconciliabile con la diagnosi di attacco isterico; essa ricalca semplicemente la forma infantile della polluzione violenta. Del resto anche il mordersi la lingua può ricorrere in casi di indubbia isteria, e non è in contrasto con l'isteria più di quanto non lo sia con il giuoco amoroso; la sua comparsa nell'attacco è facilitata se l'attenzione della malata è stata attratta, con domande poste dal medico, sulle difficoltà di effettuare una diagnosi differenziale. Autolesioni possono verificarsi nell'attacco isterico (più spesso nel caso di uomini), là dove ripetono un incidente occorso nell'infanzia (per esempio, il risultato di una zuffa). La perdita della coscienza, l'absence dell'attacco isterico, deriva da quel fugace ma inconfondibile smarrimento della coscienza che si può provare al culmine di ogni soddisfacimento sessuale intenso (compreso quello autoerotico). Questa evoluzione può essere seguita con la massima certezza nella genesi delle "assenze" isteriche dovute ad accessi di polluzione in individui giovani di sesso femminile. I cosiddetti stati ipnoidi, le assenze durante le fantasticherie, che sono cosi frequenti in soggetti isterici, mostrano la stessa origine. Il meccanismo di queste assenze è relativamente semplice. Dapprima tutta l'attenzione viene concentrata sullo svolgimento del processo di soddisfacimento e, col principiare del soddisfacimento, tutto questo investimento d'attenzione viene improvvisamente soppresso, cosicché ne deriva un momentaneo vuoto nella coscienza. Questa lacuna per cosi dire fisiologica della coscienza viene poi allargata al servizio della rimozione, finché è in grado di assorbire tutto ciò che l'istanza rimovente rifiuta. D Ciò che indica alla libido rimossa la via verso la scarica motoria nell'attacco è il meccanismo riflesso dell'atto del coito, che esiste predisposto in ognuno, anche nella donna, e che vediamo diventare manifesto in caso di dedizione illimitata all'attività sessuale. Già gli antichi dicevano che il coito è una "piccola epilessia". Modificando il detto, possiamo dire che l'attacco convulsivo isterico è un equivalente del coito. L'analogia con l'attacco epilettico ci è di scarso aiuto, giacché la genesi di quest'ultimo è ancora più incompresa di quella dell'attacco isterico. Insomma, l'attacco isterico, cosi come l'isteria in genere, reinstaura nella donna una parte di attività sessuale che era esistita nell'infanzia e che rivelava allora un carattere schiettamente mascolino. Si può spesso osservare che proprio le femmine che fino agli anni precedenti la pubertà avevano mostrato un'indole e inclinazioni maschili diventano isteriche dopo la pubertà. In tutta una serie di casi la nevrosi isterica corrisponde solo a un'eccessiva accentuazione di quel tipico sopravvenire della rimozione che, scacciando la sessualità mascolina, fa si che si formi la donna.
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