Super-io

(ingl. Super-ego; ted. Über-Ich; fr. Sur-moi)

Termine psicoanalitico introdotto da S. Freud nell'ambito della secónda teoria dell'-► apparato psichico (§ 5), che prevede tre istanze della personalità: l'-► Es, l'-► Io (§ 1) e il Super-io. Quest'ultimo svolge la funzione di giudice o censore nei confronti dell'Io, su cui esercita un ruolo di critica, autoosservazione e formazione degli ideali. Non coincide con la coscienza morale della tradizione occidentale perché il suo modo di operare è in gran parte inconscio. Preparata dai concetti di censura e di senso di colpa (§ 3), l'espressione Super-io compare per la prima volta ne L'Io e l'Es del 1922 anche se già nella Metapsicologia del 1915 Freud aveva affermato di constatare «che una parte dell'Io si contrappone all'altra parte, la valuta criticamente e la assume, per così dire, quale suo oggetto. Il nostro sospetto che l'istanza critica, prodottasi in questo caso per scissione dell'Io, possa dimostrare la sua autonomia anche in altre circostanze sarà confermato da tutte le osservazioni ulteriori. Troveremo davvero che esistono dei motivi validi per separare questa istanza dal resto dell'Io» (1915d, p. 106-107). Successivamente ne L'Io e l'Es Freud identifica il Super-io con l'ideale dell'Io (-► Io, ideale dell'): «I motivi che ci hanno indotto ad ammettere un gradino, una differenziazione all'interno dello stesso Io a cui va data la denominazione di ideale dell'Io o Super-io, sono stati esposti altrove. Tali motivi sono tuttora validi. La novità che richiede un chiarimento è data dal fatto che questa parte dell'Io ha un rapporto meno stretto con la coscienza» (1922b, p. 491). Questa identificazione tra Super-io e ideale dell'Io non è sempre mantenuta negli scritti successivi dove talvolta si tende a distinguere la funzione del divieto assegnata al Super-io e quella dell'ideale e del modello assegnata all'ideale dell'Io.

Per Freud la formazione del Super-io prende avvio con il declino del complesso edipico, quando il bambino, intorno ai cinque anni, rinuncia al soddisfacimento dei suoi desideri incestuosi e ne interiorizza il divieto. Successivamente questa istanza viene rafforzata dall'educazione e dalle esigenze morali, religiose e sociali. Esiste però una differenza nella formazione del Super-io tra il maschio e la femmina: nel maschio «sotto l'influsso del pericolo di perdere il pene, il complesso edipico viene abbandonato, rimosso e, nel più normale dei casi, radicalmente distrutto, e come suo erede viene istituito un severo Super-io. Quello che accade nella bambina è pressappoco il contrario. Il complesso di evirazione prepara il complesso edipico anziché distruggerlo; sotto l'influsso dell'invidia del pene, la bambina viene distolta dall'attaccamento alla madre e si precipita nella situazione edipica come in un porto sicuro.

Venendo per lei a mancare l'angoscia di evirazione, cade anche il principale motivo che aveva indotto il maschio a superare il complesso edipico. La bambina rimane in questo complesso per un tempo indeterminato, lo demolisce solo tardi e mai completamente. La formazione del Super-io non può non risentire di queste condizioni, il Super-io non può raggiungere quella forza e quell'indipendenza che tanta importanza hanno per la civiltà umana, e... i femministi non ameranno certo sentir dire quali sono gli effetti di questa debolezza sul carattere femminile medio» (1932a, p. 235). Sempre in ordine al rapporto genitori-bambini, Freud precisa che «il Super-io del bambino non viene costruito secondo il modello dei genitori, ma su quello del loro Super-io; si riempie dello stesso contenuto, diventa il veicolo della tradizione, di tutti i giudizi di valore imperituri che per questa via si sono trasmessi di generazione in generazione» (1932a, p. 179). Dopo Freud s'è manifestata una tendenza ad anticipare la formazione del Super-io, che S. Ferenczi colloca all'epoca della fase anale (§ 2), in occasione dell'educazione sfinterica, M. Klein all'epoca dell'interiorizzazione degli oggetti «buoni» e «cattivi» con successivo passaggio da un Super-io sadico animato da un senso di colpa persecutorio a un Super-io maturo che caratterizza la posizione depressiva (-► kleiniana, teoria, §1,2), mentre R. A. Spitz indica come anticipazioni del Super-io le azioni fisiche imposte al bambino, il tentativo di dominio e l'identificazione con l'aggressore.