Sublimazione

(ingl. sublimation-, ted. Sublitnierung-, fr. sublimation)

Termine psicoanalitico che indica il meccanismo responsabile dello spostamento di una pulsione sessuale oaggressiva verso una meta non sessuale e non aggressiva che trova una valorizzazione a livello sociale, come l'attività artistica o la ricerca intellettuale. S. Freud scrive in proposito che la pulsione sessuale «mette enormi quantità di forze a disposizione del lavoro d'incivilimento, e ciò a causa della sua particolare qualità assai spiccata di poter spostare la prima meta senza nessuna essenziale diminuzione d'intensità. Chiamiamo facoltà di sublimazione questa proprietà di scambiare la meta originaria sessuale con un'altra, non più sessuale ma psichicamente affine alla prima» (1908c, p. 416). La sublimazione impiega energia neutralizzata (-► neutralizzazione) che ha subito un processo di desessualizzazione e di deaggres- sivizzazione dove l'energia libidica, che secondo le leggi del processo primario tende naturalmente verso una scarica immediata diretta verso la meta sessuale o aggressiva, viene neutralizzata e resa disponibile per attività sublimate in accordo con lo sviluppo dell'Io e del mondo culturale e sociale in cui l'Io si trova a esprimersi: «Un certo tipo di modificazione della meta e di cambiamento dell'oggetto, in cui entrano in considerazione i nostri valori sociali, è da noi designato come "sublimazione"» (1932a, p. 205). Nel tentativo di spiegare il meccanismo della sublimazione Freud è ricorso a tre ipotesi.

a) La teoria delle pulsioni parziali. Tali pulsioni (-► pulsione, § 2, e) non sono integrate nella genitalità e se non sono sublimate innescano condotte perverse (-► perversione) come la curiosità sessuale infantile che può degenerare in -► scopofilia o sublimarsi in curiosità intellettuale: «Le forze utilizzabili per il lavoro d'incivilimento vengono così in gran parte ottenute mediante la repressione delle componenti cosiddette perverse dell'eccitamento sessuale» (1908c, p. 417).

b) La teoria dell'appoggio. In base a essa (-► anaclisi, § 1) ie pulsioni sessuali si appoggiano a pulsioni di autoconservazione; questa teoria consente di ipotizzare che «le stesse vie per le quali i disturbi sessuali sconfinano nelle altre funzioni corporee dovrebbero servire, in stato di salute, ad altre importanti operazioni. In esse dovrebbe compiersi l'attrazione delle forze pulsionali sessuali verso mete diverse da quelle sessuali, dunque la sublimazione della sessualità» (1905a, p. 513).

c) La teoria del -► narcisismo. Essa prevede un ritiro dell'energia libidica dall'oggetto all'Io, tale da comportare anche una desessualizzazione di questa energia che la rende disponibile per la sublimazione: «Se questa energia spostabile è libido desessualizzata, essa può anche esser definita energia sublimata; essa si atterrebbe infatti fermamente a quello che è il fine dell'Eros, e cioè l'unire e il legare, in quanto serve a quella unità, o tendenza all'unità, che caratterizza l'Io» (1922b, p. 507). Adottando quest'ultima ipotesi, la sublimazione sarebbe strettamente legata alla dimensione narcisistica dell'Io. Il concetto di sublimazione è stato considerato da A. Freud come un meccanismo di difesa (§ 2) non patologico: «A questi nove metodi di difesa [...] se ne aggiunge un decimo che pertiene più allo studio della normalità che a quello della nevrosi, e cioè la sublimazione o spostamento della meta pulsiona- le» (1936, p. 180), mentre M. Klein riconduce la sublimazione nell'ambito della riparazione o ripristino dell'oggetto «buono» frantumato dalle pulsioni distruttive perché «lo sviluppo libidico è stimolato e rafforzato in ogni fase dalla spinta a riparare e, in ultima analisi, dal senso di colpa» (1945, p. 398; -► kleiniana. teoria, § 3). Per quanto riguarda il rapporto tra sublimazione e produzione artistica, si veda la voce psicologia dell'arte (§ 2, a).