Oceanico, sentimento |
(ingl. oceanic feeling; ted. ozeanisches Gefühl; fr. sentiment océanique) Espressione con cui il poeta e amico di S. Freud R. Rolland designa un particolare sentimento di partecipazione al tutto che sarebbe alla base di ogni forma di religiosità. Secondo Freud, invece, un simile sentimento non può essere considerato la fonte dei bisogni religiosi, ma corrisponde a una condizione originaria di non-separazione dalla realtà, precedente all'emersione del senso dell'Io. «Il lattante non distingue ancora il proprio Io dal mondo esterno in quanto fonte delle sensazioni che lo subissano. Apprende a farlo gradualmente, reagendo a sollecitazioni diverse. [...] In tal modo, dunque, l'Io si distacca dal mondo esterno, anzi, per essere più esatti, in origine l'Io include tutto, e in seguito separa da sé un mondo esterno. Il nostro presente senso dell'Io è perciò soltanto un avvizzito residuo di un sentimento assai più inclusivo, anzi di un sentimento onnicomprensivo che corrispondeva a una comunione quanto mai intima dell'Io con l'ambiente. Se possiamo ammettere che - in misura più o meno notevole - tale senso primario dell'Io si sia conservato nella vita psichica di molte persone, esso si collocherebbe, come una sorta di controparte, accanto al più angusto e più nettamente delimitato senso dell'Io della maturità, e i contenuti rappresentativi ad esso conformi sarebbero precisamente quelli dell'illimitatezza e della comunione con il tutto, ossia quelli con cui il mio amico R. Rolland spiega il sentimento "oceanico"» (1929, p. 559-561). Per Freud il sentimento oceanico è dunque riconducibile al sentimento infantile di onnipotenza in quanto alla base ci sarebbero le stesse dinamiche. |