Libido

 

Termine latino, che significa «desiderio», impiegato da S. Freud per designare l'energia corrispondente all'aspetto psichico della pulsione sessuale, e da C.G. Jung per designare l'energia psichica in generale presente in tutto ciò che è appetitus o «tendenza verso», non necessariamente sessuale.

1. Psicoanalisi.

Se la pulsione sessuale, come vuole la concezione di Freud, è al limite del somatico e dello psichico, la libido designa il suo aspetto psichico: essa è «l'espressione dinamica nella vita psichica della pulsione sessuale» (1922a, p. 448). In una prima fase Freud contrappone la libido alle pulsioni dell'Io che tendono alla sua autoconservazione (-► Io, pulsione dell'), in una seconda fase del suo pensiero la contrappone alle pulsioni di morte, identificandola con le pulsioni di vita o Eros.

a) Investimenti della libido. La libido può investire un oggetto (libido oggettuale), o l'individuo stesso (libido dell'Io). Inizia a manifestarsi sul piano psichico investendo l'Io (narcisismo primario) per poi rivolgersi agli oggetti esterni. Esiste secondo Freud un equilibrio energetico tra questi due modi di investimento nel senso che la libido oggettuale diminuisce quando aumenta la libido dell'-► Io.

b) Organizzazione della libido. Nel suo sviluppo la libido percorre quei livelli di organizzazione o stadi che in ordine ali 'oggetto si dispongono secondo una serie che porta dal- l'autoerotismo all'oggetto eterosessuale passando attraverso il narcisismo e l'omosessualità, mentre in ordine alla zona erogena investita avremo un'organizzazione orale, anale, fallica (-► fallica, fase), fino «alla piena organizzazione raggiunta soltanto con la pubertà in una quarta fase, quella genitale» (1938a, p. 582). Il mancato spostamento della libido è causa della fissazione della libido che apre al soggetto la via alla -► regressione.

c) Plasticità e viscosità della libido. Freud parla di plasticità della libido a proposito della sua capacità di cambiare oggetto o modo di soddisfacimento quando non è possibile una scarica diretta nella gratificazione pul- sionale. Le figure più frequenti in cui si esprimono le «vicissitudini della pulsione» sono per Freud la -► rimozione con eventuale formazione di sintomi o di sogni, la sublimazione, il capovolgimento dello scopo della pulsione nel suo -► opposto (§ 1, a), il rivolgimento contro di sé dello scopo pulsionale (-► narcisismo, § 2). La plasticità della libido può essere considerata l'opposto della viscosità (Klebrigkeit), termine con cui Freud designa la difficoltà della libido a cambiare i suoi investimenti una volta stabilizzati. La viscosità, che varia da individuo a individuo, spiega la lentezza del passaggio da una fase all'altra dello sviluppo libidico che non esclude regressioni appena se ne offra la possibilità, e la lentezza della cura analitica dove i pazienti «non possono decidersi a staccare i propri investimenti libidici da un oggetto per spostarli su un oggetto nuovo» (1937a, p. 524).

d) Stasi (o ingorgo) della libido. Stadio preliminare della nevrosi e della psicosi caratterizzato dal fatto che la libido non trova più il modo di scaricarsi, accumulandosi su formazioni intrapsichiche che poi si manifestano in sintomi. Esempi di stasi sono per Freud la nevrosi d'angoscia (-► angoscia, § 2, a), l'-► ipocondria come accumulo di libido narcisistica, e il delirio come disperato tentativo di ridirigere l'energia libidica su un mondo esterno trasformato.

e) Energia libera ed energia legata. Con questi termini Freud descrive il modo con cui l'energia psichica si manifesta nel -► processo primario dove si scarica nel modo più rapido e diretto possibile (energia libera), e nel processo secondario dove il movimento verso la scarica è ritardato e controllato (energia legata). Questa distinzione vale per Freud sia a livello biologico, dove l'energia legata è trattenuta in alcuni neuroni o sistemi neuronici che la accumulano impedendone o limitandone il passaggio, e a livello psichico, dove un collegamento stabile di rappresentazioni raccoglie l'investimento energetico limitando il libero deflusso dell'energia (-► apparato psichico, § 2). Il concetto di legame si riferisce: 1) all'Io e alla sua funzione inibente sul processo primario che mette capo al processo secondario e al principio di realtà; 2) al desiderio che si esprime lungo catene di rappresentazioni che presuppongono dei legami associativi; 3) alla fissazione dove una certa quantità di energia non può più defluire liberamente risultando così legata.

Lo slittamento del concetto di libido come pulsione esclusivamente sessuale in quello di energia sembra avvicinare Freud alla teoria monistica dell'energia pulsionale sostenuta da Jung, ma Freud reagisce a questo accostamento, come si può leggere alla voce -► Io, pulsione dell', mantenendo la distinzione tra energia sessuale, aggressiva e neutralizzata che si manifesta nelle attività sublimate (-► neutralizzazione).

2. Psicologia analitica

a) Jung considera riduttiva la connotazione sessuale con cui Freud aveva caratterizzato la libido, preferendo «intendere con questo termine un valore energetico suscettibile di comunicarsi a una sfera qualsiasi di attività: potenza, fame, odio, sessualità, religione, senza essere un istinto specifico» (1912-1952, p. 140). Allargato il concetto di libido, Jung introduce le nozioni di eccedenza libidica, per quella parte di energia non convogliata in processi materiali, e di analogia libidica, per l'azione del simbolo che trasforma l'energia materiale in altre forme: «Nella nostra natura psichica non possiamo sottrarre al decorso naturale se non una piccola parte di energia, [...] tuttavia il fatto che il simbolo renda possibile questa deviazione dimostra che non tutta la libido si è fissata in maniera conforme alle leggi di natura, e che ne è residuato un certo quantum di energia che potremmo definire eccedenza libidica» (1928b, p. 56-57).

b) La libido per Jung non è leggibile solo in termini causali, ma anche finalistici, nel senso che è un «tendere a», un «evolvere verso» un'organizzazione migliore della personalità, anche nel caso-limite della regressione della libido: «La regressione è condizionata causalmente per esempio dalla "fissazione alla madre". Dal punto di vista finalistico però la libido regredisce ali 'imago della madre per ritrovarvi le associazioni mnestiche attraverso le quali può verificarsi per esempio l'evoluzione da un sistema sessuale a un sistema spirituale. La prima spiegazione si esaurisce nel significato della causa e trascura completamente il senso finalistico del processo di regressione. In tal modo la struttura culturale diventa un puro e semplice surrogato, perché l'incesto è appunto impossibile» (1928b, p. 31; -► costruttivo, metodo).

c) La nozione di libido è utilizzata da Jung anche per spiegare la tipologia (§ 2) psicologica e in particolare la distinzione tra introversione ed estroversione. L'introversione è «il volgersi della libido verso l'interno. Con ciò è espresso un rapporto negativo del soggetto con l'oggetto. L'interesse non si muove verso l'oggetto, ma ripiega sul soggetto» (1921, p. 466); l'estroversione «è il volgersi della libido verso l'esterno. Con questo concetto indico un esplicito riferimento del soggetto all'oggetto, nel senso di un movimento positivo dell'interesse soggettivo verso l'oggetto» (1921, p. 438).