Ipnosi

Condizione psichica, eteroindotta o autoindotta, caratterizzata da uno stato intermedio tra la veglia e il sonno, denominato trance, dove si assiste a una riduzione delle capacità critiche, un aumento della suggestionabilità e una limitazione dell'attenzione alle sole richieste formulate dall'ipnotizzatore. Nota e praticata fin dall'antichità presso le popolazioni dei paesi orientali, l'ipnosi è stata riproposta in Europa da F.A. Mesmer che, attraverso opportune tecniche fisiche, ipotizzava la possibilità di far passare un fluido magnetico dall'ipnotizzatore all'ipnotizzato (mesmerismo), e da J. Braid che propone una spiegazione a livello neurologico (neuroipnologia) inaugurando il metodo dell'induzione verbale. Allo studio specifico dell'ipnosi si dedica J.M. Charcot che ne distingue gli stadi (letargo, catalessi, sonnambulismo) e le concomitanti modificazioni organiche relative al tono muscolare e ai movimenti riflessi.

Nella clinica di Charcot, S. Freud si interessa allo «stato ipnoide» a cui si applicherà anche J. Breuer secondo il quale questo stato è espressione di una scissione nella sfera psichica, che si ritrova all'origine delle manifestazioni isteriche. Breuer e Freud utilizzeranno l'ipnosi nel trattamento dell'isteria seguendo il metodo catartico (catarsi) che consiste nel far defluire o abreagire la carica emotiva inibita, impedendo così che quella carica cerchi vie anormali di sfogo attraverso la manifestazione di sintomi. Successivamente Freud si rese conto che la condizione di semiincoscienza in cui si trova il paziente in condizioni ipnotiche non consente a quest'ultimo di elaborare il proprio vissuto psichico, per cui il sintomo scomparso può riapparire sotto altra forma. Fu così che Freud abbandonò il metodo catartico indotto per via ipnotica per inaugurare la psicoanalisi, fondata, sul piano clinico, sulla regola delle libere associazioni e, su quello teorico, sulla nozione di difesa, individuata in quella figura che già Freud aveva denominato «isteria da difesa». Oggi, accanto alla psicoanalisi che ha abbandonato ogni forma di trattamento ipnotico perché persuasa della necessità della partecipazione cosciente del paziente al processo terapeutico, sopravvivono due forme legate al trattamento ipnotico: l’ipnoterapia e l’ipnoanalisi.

1. L'induzione ipnotica.

Per ipnotizzare occorre un soggetto pronto alla collaborazione e ben disposto ad abbandonarsi al controllo dell'ipnotista, il quale di solito chiede al soggetto di fissare lo sguardo su un piccolo oggetto, liberandosi da qualunque altro pensiero, fino a rilassarsi completamente in una condizione simile al sonno, anche se, in stato di trance, l'elettroencefalogramma è lo stesso della veglia. Gli aspetti dinamici che caratterizzano l'induzione ipnotica sono di tipo regressivo, e prevedono: a) la riduzione delle afferenze sensoriali, perché, in assenza di una stimolazione sensoriale significativa, il soggetto «allucina» avendo bisogno di mantenere la sua corteccia sotto l'influsso di una stimolazione continua; b) la restrizione della motilità, perché l'azione muscolare volontaria è alla base della percezione realistica e dell'orientamento adeguato nel mondo; c) la manipolazione dell'attenzione, che avviene inducendo il soggetto a far attenzione alle proprie funzioni mentali con conseguente suo trasferimento dall'esterno all'interno, cioè dai recettori di lontananza a quelli so- matoestesici. Inoltre, gli stimoli monotoni e ripetitivi, oppure quelli impositivi, a seconda del metodo adottato, esauriscono l'attenzione disponibile e producono un impoverimento ideativo, fonte di regressione, che si manifesta attraverso una sintomatologia che, a seconda dei casi, prevede: emersione di idee, memorie, affetti rimossi, mutamenti di sensazioni corporee, impressione di spersonalizzazione, apparizione o scomparsa di manifestazioni isteriche di conversione.

2. Lo stato ipnotico.

E' il punto d'arrivo dell'induzione che varia da individuo a individuo e nell'ambito della stessa esperienza individuale. I tratti che lo caratterizzano sono: a) una modificazione della funzione dell'Io per effetto della quale i processi di pensiero subiscono una modificazione che li rende simili ai processi primari, con sostituzione della struttura pulsionale a quella concettuale. Le idee vengono sostituite da immagini visive e acustiche, creando una condizione in cui è possibile indurre sogni su comando e manipolare le opinioni; b) un transfert ipnotico caratterizzato dal fatto che l'ipnotizzato, incapace di dare inizio ad alcuna attività, aspetta che l'ipnotizzatore gli comunichi che cosa deve fare; l'attenzione diventa selettiva e ascolta solo la voce dell'ipnotizzatore; si riduce il controllo del reale e sono accettate distorsioni della realtà indotte per suggestione a cui, nello stato ipnotico, si è più disposti. Per la stessa ragione il soggetto ipnotizzato assume ruoli inconsueti come la riproduzione di propri comportamenti in età trascorse o tratti di altre persone. Infine, soggetti particolarmente sensibili ubbidiscono al suggerimento di dimenticare gli eventi verificatisi nel corso della seduta una volta svegliati dallo stato di trance.

3. Lo stato postipnotico.

È l'intervallo di tempo tra la conclusione del trattamento ipnotico e l'esecuzione dell'azione suggerita in stato ipnotico quando si sia provveduto a fissarne i tempi. Dopo l'esecuzione dell'azione suggerita, che conclude lo spazio posti- pnotico, si hanno in genere delle razionalizzazioni volte a giustificare l'azione compiuta.

4. La recettività ipnotica.

Oltre a variare da individuo a individuo e all'interno dello stesso individuo, è maggiore in chi presenta l'inclinazione all'immaginazione o ai sogni a occhi aperti, è più frequente nei bambini che negli adulti e, tra questi, sono più suscettibili i meno dotati intellettualmente. Un contributo positivo all'ipnotizzabilità sembra fornito dall'aver sperimentato nella fanciullezza punizioni piuttosto severe con conseguente abitudine a un'obbedienza automatica e irriflessiva, mentre nell'ambito della psicologia sperimentale si è potuto constatare la refrattarietà all'ipnosi in soggetti forniti di un buon autocontrollo e di una notevole capacità decisionale.

Le ipotesi interpretative.

Sono numerose e diverse fra loro. Tra queste ricordiamo le seguenti.

a) L'ipotesi di D. Rapaport. Secondo questa ipotesi lo stato ipnotico appartiene a uno degli «stati di coscienza modificata» che si costituiscono come «organizzazioni quasi stabili» dell'apparato psichico alla stessa stregua del sogno, della fantasticheria, del processo ipnagogico, del vagabondaggio ecc.

b) L'ipotesi di H. Hartmann. Parte dal concetto di «autonomia relativa dell'Io» che non sarebbe solo mediatore tra l'Es e l'ambiente esterno, come vuole l'ipotesi di Freud, ma disporrebbe di una sua autonomia rafforzata dall'automatizzazione degli apparati che presiedono la motilità, la percezione e il pensiero. L'ipnosi opererebbe sulla riduzione di questa autonomia con conseguente invasione di contenuti inconsci. La tesi di Hartmann è stata ripresa da M.M. Gill e M. Brenman, secondo i quali, con la perdita dell'autonomia dell'Io per effetto dell'induzione ipnotica, il «sotto-sistema dell'Io» si metterebbe a disposizione di un altro soggetto verso cui si stabilisce una relazione interpersonale regressiva.

c) L'ipotesi di R.H. Rodhes. Sostiene che la mente umana funziona secondo due moduli: uno diacritico che corrisponde al funzionamento della mente «oggettiva» in grado di svolgere sia processi induttivi che deduttivi, e uno protopatico o modulo della mente «soggettiva» che svolge solo processi deduttivi e che quindi è incapace di mutare le proprie generalizzazioni per effetto dell'esperienza. Nel soggetto adulto normale e in stato di veglia i processi diacritici prevalgono su quelli protopatici, nel soggetto sognante prevalgono i processi protopatici, per cui tutte le idee che si presentano al soggetto, per quanto fantastiche e anormali, vengono accettate per vere, perché l'impossibilità di induzione non consente una loro correzione. Nel soggetto in ipnosi si assisterebbe a una recessione della mente diacritica e a un avanzamento di quella protopatica.

Ipnoterapia

Terapia che si avvale dell'ipnosi o per raggiungere l'effetto catartico sperimentato da J. Breuer che, in stato di semicoscienza, provocava il riaffiorare alla memoria di rappresentazioni a forte carica affettiva dimenticate o rimosse, o per suggestionare il paziente contro il sintomo o la tendenza che ci si propone di sopprimere come il fumo, la droga, l'alcol, o per l'effetto genericamente rilassante del sonno ipnotico. Si ritiene che l'ipnoterapia non sia impiegabile nel trattamento delle nevrosi perché, in assenza dell'elaborazione conscia del paziente, si otterrebbe solo uno spostamento sintomatico, e neppure nel trattamento delle psicosi perché l'effetto derealizzante del trattamento ipnotico avverrebbe su un terreno già dominato dalle forze dell'inconscio.