Formazione reattiva |
(ingl. reaction formation: ted. Reaktionsbildung; fr. formation réactive) Processo difensivo che consente di dominare un impulso inaccettabile con l'esagerazione della tendenza opposta. Le formazioni reattive possono essere molto localizzate in tratti ossessivi precisi, o generalizzate fino a costituire tratti del carattere integrati al complesso della personalità; in ogni caso assumono valore sintomatico per i loro aspetti di rigidità e di coazione, per i loro scacchi accidentali, e perché spesso possono provocare il risultato opposto a quello coscientemente voluto. S. Freud è giunto al concetto di formazione reattiva fin dai primi studi sulle nevrosi ossessive dove ha evidenziato quel particolare meccanismo psichico che consiste nell'opporsi a una rappresentazione penosa con un «sintomo primario di difesa o controsintomo», come la scrupolosità o il pudore che diventano tratti caratteriali per reagire all'impulso sessuale a cui il soggetto si era abbandonato nel periodo delÌ'«amoralità infantile» (1894b, p. 313). La formazione reattiva va distinta dalla -► formazione di compromesso perché, mentre in quest'ultima è facile rintracciare il soddisfacimento del desiderio rimosso unito all'azione di difesa, nella formazione reattiva sia la rappresentazione sessuale sia il «rimprovero da essa suscitato» sono esclusi dalla coscienza a vantaggio di virtù morali spinte all'estremo, per cui è possibile parlare della formazione reattiva come di una «difesa riuscita», anche se Freud non si nasconde che «l'isterica [...], la quale tratta con eccessiva tenerezza i suoi bambini che in fondo odia, non diventa per ciò in generale più disposta ad amare di altre donne, e neppure più tenera nei confronti di altri bambini» (1925a, p. 304). La formazione reattiva non è riscontrabile solo negli atteggiamenti ossessivi, ma anche in quelli isterici, con la differenza però che «la formazione reattiva dell'isteria si attiene saldamente a un determinato oggetto, e non assurge a disposizione generale dell'Io. Per la nevrosi ossessiva proprio questa generalizzazione, l'allentarsi delle relazioni oggettuali e la facilità con cui si sposta la scelta oggettuale sono invece segni caratteristici» (1925a, p. 304). Sulla formazione reattiva è intervenuto anche O. Fenichel per sottolineare il carattere permanente del controinvestimento difensivo: «La persona che si è costruita una formazione reattiva non sviluppa certi meccanismi di difesa da usarsi quando è minacciata da un pericolo istintivo; essa ha cambiato la struttura della sua personalità, sulla base della continua supposta presenza di questo pericolo in modo da trovarsi pronta se il pericolo si verifica» (1945, p. 172). La formazione reattiva non è solo un'espressione patologica, ma anche una condizione per lo sviluppo dell'individuo: «I moti sessuali di questi anni dell'infanzia - scrive Freud - sarebbero, da un lato, inutilizzabili in quanto le funzioni procreative sono rimandate, e questo è il carattere principale del periodo di latenza, d'altro lato sarebbero in sé perversi, cioè deriverebbero da zone erogene e sarebbero sorretti da pulsioni che, vista la direzione dello sviluppo individuale, potrebbero soltanto provocare sensazioni di dispiacere. Perciò essi risvegliano forze psichiche contrarie (moti di reazione), che costruiscono per un'attiva repressione di tale dispiacere i detti argini psichici: il disgusto, il pudore e la morale» (1905a, p. 489). Alla formazione reattiva Freud riferisce la nascita del Super-io e la -«• sublimazione dove l'impulso infantile non viene più rimosso, ma trasformato. |