Niles Eldredge

Darwin

Codice edizioni, Torino 2006

Biografia di Darwin pp. 18-29

Nel 1876, Darwin scrisse un'autobiografia che, stando alle sue parole, intendeva far leggere soltanto ai familiari. Di nuovo, non abbiamo ragione di dubitarne: dopotutto, i suoi primi manoscritti erano stati in gran parte redatti per essere letti soltanto da lui. Darwin, come chiunque altro, forse non era consapevole di tutte le verità psicologiche che lo riguardavano: i gravi disturbi digestivi di cui soffrì costantemente da adulto, come oggi in genere si ritiene, riflettevano l'ansia per l'oscuro segreto che nascondeva più che qualche problema sistemico di carattere medico. Ma non esiste scrittore più sincero di quanto fu Darwin in tutti i suoi scritti, personali e scientifici.Tutto questo per dire che l'autobiografia di Darwin è una fonte gradevole e attendibile di informazioni sulla sua vita, una fonte che citerò numerose volte nel breve profilo biografico che segue.

I primi anni.

Charles Darwin venne al mondo in condizioni privilegiate, da genitori appartenenti a famiglie facoltose. I due nonni, che morirono prima della nascita di Charles, furono famosi ai loro tempi. Erasmus Darwin, un medico, è tuttora ricordato per i suoi scritti, per lo più in versi. Il suo contributo più durevole - che deve gran parte della sua fama all'opera del nipote sugli stessi temi - fu Zoonomia, un'analisi della fisiologia, della salute e della natura biologica, compresa quella che oggi chiamiamo evoluzione. L'altro nonno di Charles,Josiah Wedgwood, fondò la famosa fabbrica di ceramiche. I due erano amici e appartenevano all'intellighenzia inglese emergente del tardo periodo georgiano. Insieme ad alcune delle prime figure scientifiche importanti, quali Joseph Priestley e James Watt, facevano parte della cosiddetta "Società lunare" - un gruppo di menti avide di sapere all'avanguardia nelle scienze, nella medicina e nella tecnologia che con grande stile e senso dell'umorismo si definivano lunaticks, ovvero matti.

I Wedgwood e i Darwin si imparentarono quando Susannah, primogenita di Josiah e Sarah Wedgwood, sposò Robert Waring, terzo figlio di Erasmus e Mary Darwin. Susannah e Robert ebbero sei figli: Marianne, Caroline, Susan, Erasmus, Charles Robert e Catherine.

Charles aveva solo otto anni quando morì la madre. Crebbe a The Mount, la loro abitazione nello Shrewsbury, sotto la guida amorosa delle tre sorelle maggiori, che alla morte della madre in sostanza ne presero il posto, mandando avanti la famiglia. Anche il fratello maggiore di Charles, Erasmus, detto Ras, fu una figura fondamentale in quei primi anni. Il padre, il dottor Robert Darwin, era un uomo buono, ma a quanto pare piuttosto distaccato. Charles fu fortunato a poter contare sul fratello e sulle sorelle maggiori.

Un'altra fortuna fu il fatto che il clan dei Wedgwood abitasse nelle vicinanze. Lo zio Josiah Wedgwood, detto Jos, che viveva a Maer Hall con i suoi sette bambini, fu per Charles una figura affettuosa e cordiale, che si sarebbe dimostrata fondamentale nella sua vita, dapprima semplicemente per la piacevole atmosfera di Maer Hall e poi perché, con il passare del tempo, divenne suo consigliere e mentore (il sostegno di Josiah contribuì a far crollare la resistenza del padre di Darwin a lasciarlo partire insieme al capitano FitzRoy come naturalista a bordo del Beagle). La settima figlia di Josiah, Emma, nata nel i 8o8, sposò Charles nel 1839.

I Wedgwood, comprese la mamma di Darwin ed Emma, erano unitariani e pertanto "dissenzienti" (protestanti nonconformisti) in un mondo aristocratico composto per la vasta maggioranza da membri della Chiesa anglicana. I Wedgwood e i Darwin erano per molti versi progressisti riguardo alle questioni politiche del tempo (anche se a quanto pare Ras e Charles da studenti, prima di una lavata di capo delle sorelle maggiori, avevano accarezzato idee conservatrici). Tornato dal suo viaggio di cinque anni, Darwin partecipò assiduamente alle cene che Ras era solito organizzare nella sua casa di Londra - con invitati come Harriet Martineau che avevano convinzioni politiche decisamente di sinistra.

In una certa misura, quindi, Darwin crebbe in un ambiente familiare che, pur essendo privilegiato, dava rilievo alla coscienza sociale. Pur non essendo incompatibili, la ricchezza e un senso di responsabilità sociale spesso non procedono a braccetto (come accade ancora oggi), il che a mio giudizio contribuisce a spiegare perché Darwin si sentì obbligato a portare i suoi ragionamenti fino alla loro logica conclusione, estendendo all'umanità le sue idee evoluzionistiche quasi nelle prime riflessioni che scrisse sull'argomento. Allo stesso tempo, tuttavia, era riluttante a rompere gli equilibri, far tremare il mondo e sconvolgere l'ordine sociale vittoriano rivelando le proprie idee - e questo divenne il suo segreto impenetrabile.

Dopo la morte della madre, Charles fu mandato in una scuola privata nello Shrewsbury per gli studi classici de rigueur. Ma il ragazzo preferiva di gran lunga la vita all'aria aperta e già a quei tempi era attirato dalla raccolta di campioni di storia naturale, una passione che condivideva con Ras. Insieme si dedicarono anche a esperimenti di chimica in un capanno all'interno della proprietà. Quando Darwin rivolse l'attenzione ai piaceri della caccia (un'attività che lo preparò bene al ruolo del naturalista-raccoglitore nel viaggio del Beagle), il padre ebbe uno scoppio d'ira e gli gridò (come ricorda lo stesso Darwin nell'autobiografia): "Non fai altro che andare a caccia, occuparti di cani e catturare i topi, e sarai perciò una disgrazia per te stesso e per tutta la famiglia!".

E così Robert Darwin spedì il figlio minore, all'età di i anni, a Edimburgo, dove raggiunse Ras unendosi alle file degli studenti di medicina - per proseguire una tradizione di famiglia e soprattutto per procurarsi una professione, i mezzi di sussistenza e un'identità che lo avrebbero sostenuto nell'età adulta. Ma questo primo tentativo di conquistarsi una professione, e quindi una futura rispettabilità, non fece presa sul giovane Charles. Neanche Ras finì per fare il medico. I due fratelli continuarono a essere vicini per il resto della vita (Ras morì nel 1881, soltanto un anno prima di Charles), ma Ras non sviluppò mai né forti interessi professionali né una marcata identità.

Di contro, Charles si dimostrò un giovane molto ambizioso, ma questo era tutt'altro che evidente a quei tempi. Una delle ragioni è quanto mai ovvia se si considera un'altra importante osservazione contenuta nell'autobiografia. Parlando del periodo trascorso a Edimburgo, Darwin scrive: "Ben presto mi convinsi, in base a diverse piccole circostanze, che mio padre mi avrebbe lasciato un patrimonio sufficiente per vivere con una certa comodità". Il fatto di non doversi preoccupare di vitto e alloggio era un deterrente contro una seria ricerca di lavoro, cui Darwin unì la ripugnanza per l'esercizio della professione medica. Era molto turbato dalle urla angosciose dei pazienti chirurgici operati senza anestesia, ma non è che gli mancasse il coraggio: Darwin, molto semplicemente, non poteva sopportare la crudeltà della medicina dei suoi giorni e le sofferenze che causava.

In realtà, le esperienze di Charles a Edimburgo costituirono un primo passo importante nel suo percorso professionale. Il giovane Darwin mantenne viva la sua passione per la storia naturale grazie alla raccolta di coleotteri (che era iniziata a casa, nello Shrewsbury), ma soprattutto conobbe per la prima volta l'esaltazione e i rigori delle ricerche e delle discussioni scientifiche. Entrò a far parte della Plinian Society e partorì il primo articolo scientifico, su una specie di invertebrati marini della baia di Forth. Un evento ancora più importante fu l'incontro con il giovane professore Robert Grant, un ardente seguace del pensiero evoluzionistico di Lamarck, che inoltre ammirava la Zoonomia del nonno di Darwin.

Ma il padre, che pagava i conti, ben presto si rese conto dell'innegabile mancanza di entusiasmo di Darwin per la medicina e dopo soli 18 mesi decise di spedire il ragazzo a Cambridge per farlo diventare pastore, a dispetto dell'inclinazione unitariana della madre. Come scrisse Darwin nell'autobiografia: "Pensando ai violenti attacchi che mi hanno rivolto gli ortodossi, sembra ridicolo che un tempo abbia voluto fare il pastore".

Darwin arrivò a Cambridge alla fine del 1828 e si laureò nel 1831, se non con il massimo dei voti, almeno decimo nell'elenco dei laureati con una votazione inferiore. Cambridge raffinò il gusto di Darwin per il lato meno accademico della storia naturale: la pura e semplice gioia di raccogliere piante e in particolare i suoi amati coleotteri - un hobby che si mescolò in modo meraviglioso con le occupazioni intellettuali serie per il resto della sua lunga vita. Nell'autobiografia, scrive: "A Cambridge nessuna occupazione mi interessò tanto e mi dette tanto piacere quanto la raccolta degli insetti". E fu a Cambridge che quest'altro interesse, dopo le esperienze nello Shrewsbury e a Edimburgo, iniziò a prendere forma. John Stevens Henslow, botanico e geologo, gli fece conoscere l'aspetto professionale della storia naturale, in particolare della botanica. Darwin divenne "l'uomo che passeggia con Henslow" e ben presto questa relazione gli avrebbe procurato vantaggi enormi.

Henslow era un membro del clero, così come un altro professore di Cambridge, Adam Sedgwick, uno dei primi geologi importanti della Gran Bretagna. La settimana di esplorazione del Galles trascorsa con Segdwick nell'agosto 183 I (su suggerimento di Henslow) fu una delle esperienze più pure di insegnamento sul campo mai vissute da Darwin. Per tutta la vita, egli continuò a considerarsi innanzitutto un geologo; di fatto, la sua prima notorietà scientifica gli derivò dall'eccellente studio geologico scritto a bordo del Beagle - di cui Henslow fece pubblicare una parte, per conto di Darwin, basandosi sulle lettere che riceveva dal giovane naturalista in viaggio.

Il viaggio del Beagle, 1831-1836.

Quando Darwin ritornò dal Galles, ricevette la decisiva lettera di Henslow, che fu il punto di partenza per quello che definì "l'evento più importante della mia vita". Come ricorda egli stesso nell'autobiografia: "Ritornato a casa dalla mia breve escursione geologica nel Galles del Nord, trovai una lettera di Henslow, il quale mi diceva che il capitano FitzRoy era disposto a dividere la sua cabina con un giovane che desiderasse seguire come naturalista, senza percepire stipendio, il viaggio del Beagle". Il padre si oppose, ma per fortuna aggiunse anche: "Se riuscirai a trovare un uomo assennato che ti consigli di andare, allora avrai il mio consenso". Così Darwin sulle prime declinò l'offerta. Poi però intervenne lo zio Josiah Wedgwood, il padre cedette e Charles fu libero di partire.

Il viaggio durò quasi cinque anni, dal 27 dicembre 1831 al 2 ottobre 1836. Darwin aveva un grande desiderio di visitare i tropici e aveva letto il resoconto di von Humboldt sul suo viaggio alle isole Canarie e in Sud America - ancor prima di ricevere l'invito a partire con il Beagle aveva progettato vari modi per visitare Tenerife. Non avrebbe potuto essere più entusiasta e più preparato per sfruttare al meglio questa occasione. Durante tutto il viaggio (e nonostante il forte mal di mare, che rendeva ancora più gradite le lunghe esplorazioni a terra), Darwin ebbe fama di essere uno dei due o tre uomini più attivi a bordo.

Il capitano Robert FitzRoy, come scrisse in seguito Darwin, aveva un "pessimo carattere". In effetti, la loro famosa disputa sullo schiavismo mentre si trovavano in Brasile costò a Darwin il privilegio di sedere a tavola con il capitano - fino a quando FitzRoy si scusò. Darwin aveva visto il mercato degli schiavi a Bahia, in Brasile, ed era rimasto sconvolto dalle violenze cui aveva assistito e dall'assoluta crudeltà di separare i mariti dalle mogli e i genitori dai figli. Anche se per tutta la vita continuò a nutrire opinioni tipicamente vittoriane ed elitarie riguardo alle donne e ai "selvaggi", per altri versi aveva un'intensa percezione dell'essenziale umanità di tutte le persone incontrate in viaggio - che fossero "selvaggi", schiavi o colonizzatori. Quel che non poteva sopportare era la cattiveria.

II viaggio del Beagle aveva lo scopo di tracciare le carte delle acque costiere delle regioni meridionali del Sud America. Tornando da un viaggio precedente, FitzRoy aveva portato in Gran Bretagna alcuni fuegini - i famosi "selvaggi” senza vestiti delle desolate regioni della Patagonia. Questi avevano imparato a parlare inglese e avevano capito rapidamente le basi del comportamento sociale britannico. Ora tre fuegini venivano riportati alla loro tribù. Un anno dopo, FitzRoy inorridì quando ne incontrò uno di nuovo nudo e con i capelli arruffati, senza alcuna traccia delle raffinatezze vittoriane. Ai suoi occhi era un esperimento fallito, ma per Darwin fu un'indimenticabile lezione sulla malleabilità del comportamento umano. Per Darwin, era un chiaro esempio di quanto potessero essere superficiali le differenze potenzialmente fugaci tra un gentiluomo e un selvaggio nudo. A prima vista sembra che la differenza sia enorme, ma dietro l'apparenza vi è il segno dell'esperienza comune di ogni Homo sapiens, indipendentemente dallo stato di "civilizzazione".

Darwin iniziò a trovare fossili e a osservare animali di grandi dimensioni, come i nandù (gli "struzzi" sudamericani), i guanachi, le vigogne e gli alpaca - osservazioni che lo avrebbero portato, insieme alle esperienze che ebbe in seguito alle isole Galapagos, a elaborare il concetto di evoluzione, forse persino prima di tornare in patria alla fine del lungo viaggio (sono dettagli che saranno presi in esame nei capitoli seguenti). Le raccolte di Darwin erano di vasta portata e le sue osservazioni geologiche ricche, originali e particolareggiate. Cominciò a spedire campioni in Gran Bretagna, insieme a lettere in cui presentava gran parte dei suoi risultati geologici. Aveva con sé una copia del primo volume dei Principles of Geology di sir Charles Lyell come vedremo, un elemento decisivo per il primo sviluppo dell'idea di evoluzione nella mente fertile e ricettiva di Darwin. Ma questo libro diede un impulso ulteriore alle sue ricerche geologiche; infatti Darwin dimostrò in maniera inconfutabile che le Ande erano emerse da sotto le onde dell'oceano grazie a una lunga serie di terremoti (come quello di cui fece esperienza nel 1835 aValdivia, in Cile). La sezione geologica delle Ande disegnata da Darwin è un'interpretazione classica dei risultati temporaneamente statici di ricorrenti torsioni intense e profonde di sedimenti che si depositano lentamente sul fondo marino e si trasformano nei fianchi di enormi montagne.

In una fase successiva del viaggio, Darwin studiò anche la barriera corallina, effettuando importanti osservazioni che suggerivano un riesame della teoria della formazione degli atolli corallini. (Lo studio, intitolato The Structure and Distribution of Coral Reefs [Sulla struttura e disposizione dei banchi di corallo e delle isole madreporiche], fu pubblicato nel 1842.) Trovò e raccolse molte specie nuove, che in parte finirono per prendere il nome da lui. Nell'autobiografia, in una delle sue tipiche affermazioni contraddittorie, Darwin scrive: "Mi sembra che tutto l'intenso lavoro cui mi dedicai durante il viaggio fosse ispirato dal puro e semplice piacere della ricerca e da un forte desiderio di poter aggiungere alcuni fatti nuovi ai tanti già noti delle scienze naturali. Certo non mi mancava l'ambizione di occupare un degno posto fra gli uomini di scienza, e non saprei dire se questa fosse più spiccata in me o nella maggioranza dei miei colleghi". La ricerca della celebrità, insieme al desiderio di evitare di dover prendere gli ordini una volta tornato in patria, stimolarono lo zelo di Darwin per il duro lavoro e contribuirono non poco alla necessità di sviluppare qualcosa di radicale: la sua teoria dell'evoluzione.

L'equipaggio del Beagle se la prendeva comoda a tracciare le carte delle coste meridionali del Sud America, offrendo a Darwin l'opportunità di rimanere a terra per lunghi periodi per raccogliere campioni e studiare la geologia dei luoghi. Nel giugno 1834, arrivarono infine all'oceano Pacifico (attraverso lo stretto di Magellano) e, nel settembre 1835, alle isole Galapagos. Ripartirono dopo cinque settimane, facendo rotta per Tahiti, la Nuova Zelanda, l'Australia e poi Città del Capo. Alla partenza dal Sud Africa, il capitano FitzRoy decise di attraversare di nuovo l'Atlantico, suscitando la costernazione di Darwin e di tutti gli altri membri dell'equipaggio, che naturalmente pensavano di essere diretti a casa. Alla fine, FitzRoy cedette e nell'ottobre 18 36 tornarono in patria.

Londra: matrimonio e pensieri rivoluzionari, 1837-1842.

Se il periodo di quasi cinque anni trascorso sul Beagle forni a Darwin l'indirizzo e gli strumenti per quello che si rivelò il vero lavoro della sua vita, fu durante i cinque anni successivi al ritorno in patria che sviluppò la teoria dell'evoluzione, raggiunse una salda posizione nel mondo scientifico, sposò Emma Wedgwood ed ebbe i primi due dei suoi dieci figli.

Quando tornò in patria, Darwin scoprì di essere già noto negli ambienti scientifici, grazie ai suoi amici e mentori più in là negli anni, in particolare Henslow e Lyell. Benché si recasse spesso a Maer Hall e a The Mount, nello Shropshire e pure a Cambridge, Darwin viveva a Londra - dopo il matrimonio con la cugina Emma, nel 1839, si trasferì in una casa in Upper Gower Street. Iniziò a partecipare attivamente alla vita della Geological Society (accettando controvoglia di diventarne segretario nel 1838) e dell'Athenaeum Club. Nel gennaio 1837, poco dopo il suo ritorno, presentò un articolo sul sollevamento della costa del Cile alla Geological Society.

Si occupò anche di terminare la stesura del suo primo libro, pubblicato come parte di una serie di lavori sui risultati del viaggio sotto la direzione generale del capitano FitzRoy:Journal of Researches into the Geology and Natural History of the Various Countries Visited by H.M.S. Beagle, under the Command of Captain FitzRoy, R. N. from 1832 [sic] to 1836 Viaggio di un naturalista intorno al mondo]. Sopravvissuto fino a oggi nella versione stampata, il volume è ora più conosciuto semplicemente come The Voyage of the Beagle. Fu un libro popolare ai tempi di Darwin, con sua grande gioia, anche se a quanto pare non ricavò mai nemmeno un soldo dalle vendite. L'esperienza in seguito lo fece guadagnare in altro modo; infatti quando anni dopo presentò il manoscritto dell'Origine all'editore John Murray fu probabilmente uno dei primi autori a pretendere un anticipo sui diritti.

In quel periodo dovette anche affrontare la questione di un'adeguata analisi scientifica di tutti i campioni che aveva raccolto durante il viaggio: rocce, minerali, fossili, invertebrati marini, animali terricoli e piante. Riuscì ad assicurarsi l'aiuto dell'ornitologo John Gould, che intraprese abbastanza prontamente lo studio dei campioni di Darwin; tuttavia i risultati dell'analisi di tutte le sue collezioni iniziarono a emergere solo a cavallo tra gli anni Trenta e Quaranta.

Ma il vero evento nella vita professionale di Darwin - quello che gli procurò all'istante un tale stato di ansia che ancora una volta cadde in preda ai disturbi di stomaco e alle palpitazioni (come gli era successo prima di salpare con il Beagle) - era nascosto alla vista: "Nel luglio {1837J detti mano al primo libro di appunti circa i fatti relativi all'Origine delle specie, argomento su cui avevo già lungamente riflettuto, e a cui lavorai intensamente per i successivi vent'anni". Nei Capitoli 3 e 4, esamineremo in maniera abbastanza particolareggiata i contenuti di questi taccuini, oltre ai due saggi scritti nel 1842 e nel 1844 (quest'ultimo, dopo che si trasferì a Down House), poiché vi è registrato lo sviluppo del nucleo centrale della teoria di Darwin. Questi primi documenti offrono la rarissima possibilità di avere una visione fuggevole della natura stessa del processo creativo.

Darwin si rese conto ben presto che gli uomini non costituivano un'eccezione alla sua tesi, secondo la quale tutte le specie sulla Terra sono collegate mediante un processo di discendenza. Come scrisse in seguito nell'autobiografia: "Non appena mi convinsi, nel 1837 o 1838, che le specie erano mutabili, non potei fare a meno di credere che l'uomo dovesse essere regolato dalla stessa legge. Perciò presi appunti su questo problema, per mia personale soddisfazione e, per lungo tempo, senza alcuna intenzione di pubblicarli". Alcuni appunti riguardano l'orango jenny dello zoo di Regent's Park e il confron: to tra il suo comportamento e quello dei primi due figli, William (nato nel 18 39) e Anne (nata nel 1841). Darwin amava teneramente i suoi bambini, ma non vedeva conflitti nel confrontare il loro comportamento di piccoli esseri umani con quello di una scimmia antropomorfa. In base alla tradizione, naturalmente, ogni somiglianza tra l'uomo e la scimmia era una pura coincidenza, poiché l'uomo era stato creato da Dio a Sua immagine.

Down House, 1842-1882.

Nell'autobiografia, quasi come per dire che gli ultimi quarant'anni della sua vita erano stati un'aggiunta priva di avvenimenti, Darwin scrive:

Poche persone hanno fatto vita più ritirata della nostra. All'infuori delle brevi visite ai parenti e, di tanto in tanto, di qualche gita al mare, non siamo andati mai in nessun posto. [...] Perciò, non ho altro da ricordare, relativamente al resto della mia vita, che la pubblicazione dei miei libri.

Ed è certamente vero che la tranquilla vita familiare che Darwin condusse nel Kent rappresenta un ritiro dal mondo che non sarebbe stato prevedibile quando era giovane. I treni, appena entrati a far parte della società inglese, facevano sì che la tranquilla cittadina di Down, a sud-est di Londra, non sembrasse più così estranea alla vita che aveva condotto fino a quel momento. I Darwin pensarono che il trasferimento in campagna, in una zona più tranquilla e meno inquinata, avrebbe offerto alla famiglia in crescita più spazio e quel genere di ambiente che sia Charles sia Emma mostravano di apprezzare fin dalla giovinezza - una situazione propizia per riflettere con tranquillità e scrivere.

I problemi di salute tormentavano Darwin quasi quotidianamente, impedendogli di socializzare (“Perciò fui costretto a rinunciare per molti anni a tutti i pranzi, non senza risentire di questa privazione perché tali riunioni mi mettevano sempre di buon umore"). In un'altra parte dell'autobiografia, però, scrive: "Perfino la salute malferma, che pur mi ha fatto perdere molti anni di attività, mi ha dato qualche vantaggio, proteggendomi dalle distrazioni della vita sociale e dei divertimenti" - facendo più o meno trasparire il suo segreto, Darwin evitò sempre di più la società, allontanandosi da casa solo per soggiornare nelle abitazioni sicure dei parenti e degli amici intimi, oppure per curarsi con le acque termali a Malvern.

Come vedremo nel prossimo capitolo, Darwin era un pensatore molto intuitivo e creativo. Ma era anche uno sperimentalista, che verificava in modo sistematico le sue idee nella serra e nei suoi giardini. Continuò a osservare attentamente la natura che lo circondava; nel libro Annie's Box, Randal Keynes racconta una storia che si è tramandata nella famiglia Darwin: la bambinaia Jessie Brodie, che in precedenza era stata alle dipendenze di William Makepeace Thackeray, una volta, dopo aver visto Darwin fissare un formicaio per un'ora, disse che era un peccato che il signor Darwin, a differenza del signor Thackeray, non avesse nulla da fare. Questo aneddoto pare cogliere perfettamente l'atmosfera e lo stile della vita quotidiana di Darwin a Downe.

I particolari della vita scientifica di Darwin, specie le riflessioni e gli scritti sull'evoluzione, emergeranno nei prossimi capitoli. Per il momento, è sufficiente dire che gran parte del lavoro scientifico di Darwin a Down House di fatto non compare nell'Origine delle specie (1859) né nell'Origine dell'uomo (1871). A partire dal 1846, trascorse otto anni (due dei quali in realtà andarono persi per malattia, come racconta egli stesso) lavorando sui cirripedi. Benché talvolta si dica che questo minuzioso studio monografico sulla "sistematica" (classificazione) dei cirripedi fu determinante per lo sviluppo delle sue idee evoluzionistiche, in realtà queste erano già presenti nella sua mente - e nell'Essay del 1844. Piuttosto, i cirripedi diedero a Darwin qualcosa da fare, arricchendo sì la sua esperienza nel settore pratico della classificazione biologica, ma in realtà servendo a distrarlo da quella che altrimenti avrebbe potuto essere la sua attività, vale a dire riordinare le sue idee evoluzionistiche per farle pubblicare. Anche se la pubblicazione del lavoro sui cirripedi rafforzò la fama scientifica di Darwin, nell'Origine i cirripedi quasi non compaiono.

I colombi, invece, hanno una parte di rilievo. Dopo qualche anno dalla morte di Anne, avvenuta nel 185 1, Darwin iniziò a trascrivere un saggio che nei suoi piani sarebbe stato il suo capolavoro e che avrebbe intitolato Natural Selection. Avendo inoltre deciso di diventare un esperto di qualche settore dell'allevamento selettivo, scelse di occuparsi seriamente dell'allevamento dei colombi di razza. Quando le circostanze lo obbligarono ad abbandonare Natural Selection per pubblicare invece un saggio più breve, L'origine delle specie, il suo lavoro sperimentale con i colombi ebbe un ruolo di spicco in quella prima presentazione delle sue idee evoluzionistiche. In effetti, uno degli studiosi incaricati dall'editore John Murray di recensire il manoscritto dell'Origine giudicò che la parte sull'allevamento dei colombi era l'unica meritevole di pubblicazione!

Dopo aver pubblicato L'origine, nel 1859, Darwin si immerse di nuovo nello studio, sperimentale e sul campo, della botanica. I risultati che ottenne hanno una certa importanza nella storia della botanica, ma anche questo studio sembra essere stato condotto, per quanto con entusiasmo, non solo per risolvere altri problemi dell'eredità e della variazione, ma pure per passare il tempo e non pensare alle reazioni dei lettori dell'Origine. Anche tutti i lavori successivi di Darwin, sui vermi, sulle piante insettivore e sulle piante rampicanti, sono apprezzabili. Nonostante il fatto che dopo il trasferimento a Down House si dedicò poco alla ricerca geologica sul campo, qualora non avesse elaborato le sue idee sull'evoluzione, se oggi Darwin fosse ricordato, lo sarebbe per i suoi studi di geologia - le ricerche sul campo e le successive conclusioni sull'età dellaTerra.

Ma la verità è che oggi Darwin è ricordato - anzi, non può essere dimenticato - per le sue idee sull'evoluzione. Fu un autentico rivoluzionario, che ironicamente si tentò in fretta e furia di inserire nel panteon dei più importanti personaggi inglesi seppellendolo nell'abbazia di Westminster. Era, però, un rivoluzionario riluttante. La sua curiosità e il suo desiderio apertamente ambizioso di "occupare un degno posto fra gli uomini di scienza" lo condussero all'evoluzione - e alla terribile prospettiva di contrastare le strutture della società britannica, non dichiarate ma non per questo meno potenti. Una volta Emma disse di non conoscere nessuno più onesto e sincero del marito (l'aggettivo che usò è "trasparente"). Come possiamo constatare, quando scriveva per se stesso era onesto e sincero nel modo più assoluto, ma conservò quella profonda integrità anche quando alla fine fu costretto a uscire allo scoperto pubblicando le sue opere.