Testo di una conferenza tenuta alla Società di psichiatria e neurologia di Vienna nella primavera del 1896, lo scritto prende avvio dalle conclusioni cui Freud è giunto negli Studi sull'isteria: "I sintomi dell'isteria devono la propria determinazione a esperienze particolarmente traumatiche nella vita del malato, che sono riprodotte nella forma di simboli mnestici nella sua vita psichica" (p. 334).
L'esperienza terapeutica ha però posto Freud di fronte al fatto che "il cammino che porta dai sintomi all'etiologia dell'isteria è più lungo e indiretto di quanto non ci si potesse immaginare" (p. 335). Se è infatti vero che, per assumere un significato etiologico, la scena traumatica cui è fatto risalire il sintomo isterico deve rispondere a due condizioni: l'"adeguata idoneità alla determinazione" (p.335) e la "necessaria forza traumatica" (p. 335), la pratica clinica pone di fronte al fatto che in un numero rilevantissimo di casi la scena traumatica che vide insorgere il sintomo non ha nessuna di queste due caratteristiche. Essa spesso "appare non soltanto innocua, ma anche priva di qualunque relazione con il carattere del sintomo isterico" (p. 336). Tale difficoltà si può aggirare solo ammettendo che "nessun sintomo isterico può derivare da un solo episodio reale, in quanto il sintomo è sempre causato anche dall'azione concorrente del ricordo, risvegliato per via associativa, di episodi precedenti" (p. 338).
Sono in gioco dunque complesse catene di ricordi stratificati nel corso del tempo, ramificati e intrecciati tra di loro, che l'analisi deve ricostruire pazientemente in maniera da giungere al trauma originario. Procedendo in questo modo, Freud perviene ad un risultato che ritiene di massimo interesse: "Qualunque sia il caso e qualunque sia il sintomo dal quale si è partiti, alla fine si giunge sempre, infallibilmente, nel campo dei fatti sessuali" (p. 340). Sulla via della ricostruzione psicoanalitica, in realtà, si danno due tappe. La prima porta alla pubertà, ma, a questo livello, gli episodi traumatici sono "estremamente disparati e di ben diverso valore" (p 341), dall'estremo della violenza subita all'estremo opposto di situazioni praticamente insignificanti. E' necessario spingersi al di là della pubertà e arrivare all'infanzia. A questo livello affiorano memorie di esperienze infantili "che hanno di nuovo un contenuto sessuale, ma oltre a ciò sono anche di natura ben più uniforme delle scene della pubertà ritrovate in precedenza. Non si tratta più della rievocazione del tema sessuale sollecitata da una qualunque impressione sensoria, ma di un'esperienza sessuale provata sul proprio corpo" (pp. 343-344). Ciò consente a Freud di arrivare ad una conclusione di ordine generale: "Io affermo quindi che alla base di ogni caso di isteria vi sono uno o più episodi di esperienza sessuale precoce della prima infanzia, episodi che il lavoro analitico è in grado di rievocare nonostante i decenni trascorsi" (p. 344).
Le esperienze infantili possono provenire da estranei adulti e da adulti cui il bambino è affidato (nutrici, bambinaie, governanti, maestri, spessisimo, purtroppo, anche un parente stretto) o realizzarsi tra bambini. In quest'ultimo caso, è frequente però che il bambino che prende l'iniziativa sia stato a sua volta sedotto da un adulto. Dunque: "La base per una nevrosi verrebbe sempre posta nell'infanzia da un adulto, e i bambini si passerebbero da uno all'altro la disposizione ad ammalarsi, in futuro, di isteria" (p. 349).
Freud passa poi ad esaminare le obiezioni che gli sembrano più prevedibili. La prima fa capo al fatto che le esperienze sessuali infantili sono oltremodo rare in rapporto al numero di isterici. L'obiezione è facile da smantellare: "A me pare assolutamente indubbio che I nostri bambini si trovano esposti agli assalti sessuali assai più spesso di quanto non ci si dovrebbe aspettare dalle scarse precauzioni prese al riguardo dai genitori" (pp. 347-348). La seconda obiezione nuove invece dal presupposto che esperienze sessuali infantili sono troppo frequenti perchè si possa attribuire loro un significato etiologico. Tale obiezione richiede di tenere conto di "un certo numero di fattori: la costituzione ereditaria e personale, l'importanza intrinseca degli episodi sessuali infantili, soprattutto la loro frequenza" (p. 350). Al di là di questo Freud ritiene che il fattore più specifico sia un conflitto psichico, che induce l'Io a rimuovere la rappresentazione incompatibile. Questa rimozione fa sì che il ricordo dell'esperienza traumatica diventa un nucleo attrattivo di svariati episodi successivi, di diversa natura, che vengono a stratificarsi sino all'ultimo che funziona come una miccia dell'isteria. La sproporzione con cui l'isterico reagisce all'ultimo stimolo si spiega tenendo conto dell'entità del materiale mnesico accumulato: "Non è l'ultima offesa, in sé minima, quella che ha provocato il pianto spasmodico, la crisi di disperazione, il tentativo di suicidio, infirmando così il principio di proporzionalità tra causa ed effetto; questa piccola offesa attuale ha invece destato e attuato il ricordo di così tante e più profonde offese precedentemente subite, dietro le quali tutte ancora si cela il ricordo di un'offesa grave, mai sanata, subita durante l'infanzia" (p. 357).
Per quanto breve, questo scritto è di un'importanza straordinaria. In esso Freud, dando credito alle memorie rimosse dei pazienti, giunge alla conclusione che le nevrosi, per quanto sottese da dinamiche psicologiche complesse, hanno una matrice realistica. Questa conclusione si traduce, forse involontariamente, in una dura denuncia di una società adulta violenta, che sottopone i bambini a pratiche sessuali. Nella misura in cui tale denuncia pone in gioco anche i parenti stretti, è comprensibile che essa abbia suscitato scandalo. Di fatto, nel giro di qualche anno, Freud ritorna sull'argomento affermando di essere stato ingannato dai pazienti, che avrebbero evocato traumi mai vissuti. L'inganno ovviamente è del tutto inconscio, dovuto cioè a fantasie dei pazienti senza fondamento. Il viraggio concettuale orienterà Freud sempre più verso un'analisi intrapsichica dei fenomeni psicopatologici. Il peccato originale di avere posto in dubbio la sacralità dei rapporti familiari e l'amore parentale sarà pagato al duro prezzo di reificare un sistema familiare quasi sempre senza macchia alcuna.
E' noto che Alice Miller ha ripreso la denuncia di Freud insistendo sulla realtà della seduzione e dei traumi sessuali cui sono sottoposti i bambini. Per quanto le analisi della Miller siano degne del massimo interesse, rimane il fatto che vioenze sessuali in senso proprio sono ricostruibili con una qualche attendibilità in un numero limitato di pazienti nevrotici e psicotici.
Si tratta comunque di spiegare l'errore interpretativo di Freud. Per questa via si giungerà a qualche conclusione interessante. Nonostante nel testo, Freud esclude di avere suggestionato i pazienti inducendoli a rievocare ciò che egli presumeva dovessero rievocare, è probabile che qualcosa del genere sia di fatto avvenuto. Scopritore e neofita del metodo psicoanalitico, Freud, nei primi anni, si comporta di fatto come un detective che forza il paziente e non gli dà tregua. E' noto peraltro che i ricordi infantili di maltrattamenti psicologici vengono spesso rievocati come maltrattamenti fisici. I falsi ricordi che spingono Freud verso un orientamento intrapsichico sono presumibilmente falsi solo per quanto riguarda il carattere sessuale. Nella loro forma, che implica dei maltrattamenti, anche inconsapevoli, essi presumibilmente erano veri all'epoca e sono veri ancora oggi.
Posta la memoria di una "violenza" subita a livello infantile, che anima rabbia e odio contro la prepotenza, non si stenta a capire che essa possa rappresentare un nucleo psicodinamico atto a decodificare e a registrare infinite situazioni di vita che hanno la stessa caratteristica. Le reminiscenze dei nevrotici non sono mai prive di fondamento, anche se esse incidono massimamente per l'ingenua aspettativa dei bambini di essere trattati dagli adulti con considerazione e con rispetto, e se provocano accessi di rabbia in nome dell'attribuzione da parte dei bambini agli adulti di una piena consapevolezza e intenzionalità. Un'infinità di violenze vengono invece perpetrate dai genitori e dagli insegnanti semplicemente perché essi non sanno quello che fanno.