1.
A distanza di anni dai Dolori del giovane Werther, Goethe torna a scrivere un romanzo sul tema del sentimento amoroso. Si tratta anche in questo caso di un amore impossibile che esita in una tragedia. La vicenda è però singolare, e si articola sulla base di una "tesi" secondo la quale le affinità che si danno in natura tra elementi chimici "che, incontrandosi, subito si compenetrano e si influenzano reciprocamente" hanno riscontro anche tra le persone. Le affinità elettive, a livello umano, sono passioni incoercibili che determinano il destino delle persone: moti dell'anima contro cui nulla possono la ragione, l'intelligenza, la cultura se non assoggettarli, in qualche misura, al rispetto dei diritti altrui.
La trama del romanzo è semplice. Eduardo e Carlotta sono due coniugi maturi che hanno avvertito da giovani la profonda affinità delle loro anime. La vita li ha poi costretti a separarsi e ad accettare due matrimoni infelici, esauritisi i quali si sono riuniti per coronare il loro sogno. Ritiratisi in campagna, potendo disporre di un cospicuo patrimonio, essi si dedicano alla cura della proprietà nell'intento di realizzare un obbiettivo estetico più che economico, e coltivano il loro rapporto che sembra immune da ombre. Sono circostanze indipendenti dalla loro volontà ad introdurre nella loro vita un fattore di turbamento. Eduardo sente l'esigenza di ospitare un amico - il capitano - che, alla ricerca di una sistemazione, gli scrive lettere accorate. Carlotta intuisce, nella presenza di un terzo, un oscuto pericolo per il loro rapporto: ""Io non sono superstiziosa," contestò Carlotta, "e non mi abbandono a certi impulsi oscuri, finché rimangono tali. Solo che, il più delle volte, si tratta del ricordo inconscio di conseguenze fortunate o infelici venuteci da azioni nostre o altrui. Nulla è più importante, in qualsiasi circostanza, del fatto che venga fuori un terzo. Ho visto amici, fratelli, innamorati, sposi, che hanno avuto i loro rapporti mutati completamente, la loro situazione capovolta, dal sopravvenire, fortuito o deliberato, di un'altra persona." "Può capitare, certo," ammise Eduardo, "a gente che vive senza pensare, non a coloro che, già illuminati dall'esperienza, abbiano maggiore coscienza di sé." "La coscienza," osservò Carlotta, "non è un'arma efficace, mio caro, anzi, talora è pericolosa per chi l'impiega.".
Anche Carlotta però ha un problema da risolvere: quello di Ottilia, una figlia adottiva che vive in collegio e, sentendosi oppressa, avrebbe vantaggio nel tornare a casa. Essa fa presente ad Eduardo la sua volontà di sacrificare la felicità di Ottilia in nome dell'equilibrio del loro rapporto, chiedendogli di fare altrettanto con il capitano. Alla fine, però, messa di fronte al significato egoistico del suo atteggiamento ("A veder meglio le cose," proseguì, "ci comportiamo entrambi da folli e da irresponsabili, lasciando in angosce e difficoltà due persone nobilissime e vicine al nostro cuore: e tutto ciò, solo per non correre rischi. Se questo non è egoismo, non so cosa lo sia! Prendi Ottilia, lasciami il capitano, e per amor di Dio, facciamo questo esperimento!"), cede. Decidono dunque di ospitare sia il capitano che Ottilia.
La decisione è fatale. Il gioco del destino determina una passione amorosa tra Carlotta e il capitano per un verso, e Eduardo e Ottilia per un altro. Carlotta, da donna saggia ed equilibrata, è intenzionata a resistere alla passione. Eduardo invece non intende rinunciarvi. Ottilia è contesa tra l'amore per l'uomo e il rispetto della madre. Insorge una grave difficoltà: Carlotta aspetta un bambino. Uno scherzo del destino che induce Eduardo ad allontanarsi e ad andare in guerra per morire, e Ottilia a dedicarsi alla cura di un piccolo che sorprendentemente somiglia neglio occhi a lei e per il resto al capitano. Eduardo torna, non resiste alla passione, coinvolge nuovamente Ottilia che non lo ha dimenticato. Ma la situazione precipita. Ottilia causa per errore la morte del bambino, e si ripiega in un'espiazione ascetica che la porterà alla morte. Eduardo, sconvolto dal dolore, viene meno egli stesso. La loro unione è sancita solo dai sepolcri vicini.
2.
Il romanzo è datato, se non altro perché i protagonisti appartengono ad una classe ben poco rappresentata nel nostro mondo: quella di persone che, potendo vivere di rendita, investono il tempo libero nella coltivazione di molteplici interessi e mirano a fare della loro esistenza un'opera d'arte. La passione amorosa, con una carica dionisiaca, introduce lo squilibrio e il dramma in questo mondo apollineo. Il Classicismo e il Romanticismo sono già a confronto in Goethe.
Due aspetti dell'opera hanno un interesse attuale.
Il primo verte sulla tesi che Goethe intende dimostrare: esistono le affinità elettive, vale a dire incontri che avviluppano irreversibilmente due anime in un nodo d'amore destinato a durare per sempre? La risposta è che tali affinità esistono, ma in misura molto minore rispetto a quanto pensano di solito gli amanti. Qualunque esperienza d'innamoramento, dall'adolescenza sino all'età matura, produce la convinzione di avere incontrato l'anima gemella, e una sorta di esaltazione in conseguenza della quale gli amanti pensano che la loro esperienza sia unica, irripetibile e irreversibile. Ciò è dovuto all'idealizzazione del partner, che porta ad attribuirgli, in misura estrema, tutte le qualità positive necessarie perché egli si configuri come un'anima gemella.
L'innamoramento è una fase illusionale, una sorta di stratagemma che la mente adotta per innescare i sentimenti e produrre relazioni. Quando esso, nel volgere di alcuni mesi, declina, può subentrare l'indifferenza o avviarsi un amore reale sulla base della conoscenza dell'altro così com'è. L'amore "normale" è definito dal fatto che il sentimento persiste nonostante la consapevolezza piena dei limiti e dei difetti dell'altro. Si tratta di un'esperienza estremamente significativa, che può durare anche per tutta la vita, anche se, solitamente, il sentimento assume progressivamente un carattere prevalente di abitudine (nel senso migliore della parola), di affetto, di condivisione e di solidarietà.
L'affinità elettiva, viceversa, è una circostanza eccezionale, che si sottrae ad ogni tentativo di analisi psicologica. Essa è caratterizzata dall'incontro di due soggettività tra le quali si stabilisce repentinamente una sintonia totale, che investe il corpo non meno dell'anima. Una sintonia siffatta non implica né l'identità dei soggetti né la loro complementarietà. Essa attesta che, per alcuni aspetti significativi, che riguardano il modo di sentire, di pensare e di agire, due mondi di esperienza vibrano all'unisono e pertanto realizzano, tra loro, un'intimità che non può essere espressa dalle parole: un'intimità viscerale, le cui radici affondano nell'inconscio.
Mi sono spesso chiesto se esperienze del genere, caratterizzate dal fatto che la sintonia si mantiene inalterata nel corso degli anni, non siano da ricondurre a fenomeni congiunturali psicobiologici. L'unica risposta che sono riuscito a dare è che, omologando l'esperienze soggettiva ad un sistema complesso, che implica un determinato stato cerebrale e una corrispondente esperienza vissuta, si può ammettere che tra due di questi sistemi si realizzi ciò che i teorici definiscono un aggiustamento di fase. L'aggiustamento di fase implica che i ritmi oscillatori interni ad ogni sistema, sui quali si fonda la sua stabilità, tendono, attraverso l'interazione, ad uniformarsi. La natura, nel produrre gli individui, ama la varietà. L'affinità elettiva attesta però che essa, eccezionalmente, non rifiuta la possibilità che tra due mondi di esperienza soggettiva si realizzi una sorta di "fusione".
L'altro aspetto significativo dell'opera, poco o punto rilevato, che io sappia, dagli studiosi di Goethe, concerne il diverso potere che gli uomini hanno sul mondo esterno e su quello interno. Eduardo e Carlotta trasformano di continuo l'ambiente che li circonda per adattarlo ai loro bisogni. Nonostante le loro ambizioni siano prevalentemente di ordine estetico, essi sono i rappresentanti della Techne, e dunque della Razionalità, il cui potere, nei confronti della natura, è pressoché illimitato. Alla Ragione essi intendono sottomettere anche i loro cuori, vincolandosi in un patto di reciproca fedeltà che dovrebbe durare per sempre. L'incontro di Carlotta con il capitano e di Eduardo con Ottilia compromette però questo patto. Carlotta oppone ai moti del cuore la ragionevolezza. Eduardo, la cui passione è più intensa, non riesce a soffocarla. Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non ha, scriveva Pascal. Egli non aveva di certo in mente le passioni amorose fondate su di un'affinità elettiva, se non forse quelle che legano l'anima della creatura al suo Creatore. Ma la citazione è quanto mai pertinente.
Nessun uomo può conseguire un totale controllo sulla sua vita interiore. Il ruolo dell'io è quello di un timoniere che deve adattare la sua rotta alla variabilità di fattori (venti, correnti, ecc.) sui quali non ha potere. La rotta della vita è, infine, una scelta morale, inesorabilmente a rischio, tantro più quand'essa si confronta con le emozioni e i sentimenti.
Ottobre 2003