R.D. Laing,

Conversando con i miei bambini

Mondadori, Milano 1979
Introduzione

Ho riportato queste conversazioni, che coprono un periodo di sei anni, nel mio diario. Le ho trascritte tutte a memoria. Non ho mai usato un registratore. Le ho annotate quasi tutte nella stessa giornata in cui si sono svolte. Nessuna è stata strutturata o aggiustata. Tutte, senza eccezione, fanno parte del flusso naturale di avvenimenti che accadono nella mia vita familiare. I bambini sono abituati a vedermi prendere appunti; mi capita spesso di scrivere mentre sono in giro e davanti alla gente, inclusi i bambini. Non credo che il fatto di avere trascritto i loro discorsi abbia influito in modo significativo sul loro carattere.

Mi è sempre piaciuto il dialogo, la risposta pronta, l'interazione e la reciprocità in genere, con o senza parole. Eppure ho passato una considerevole parte della mia esistenza a studiare la comunicazione quando non è affatto divertente, la comunicazione deformata e la mancanza di comunicazione, soprattutto in contesti familiari, e a descriverne o a teorizzarne la miseria. L'ho fatto in gran parte perché attribuisco molta importanza al modo in cui andiamo o non andiamo d'accordo con la gente che vive con noi. Tutto ne è coinvolto: non soltanto la vita emotiva e sociale, ma anche la nostra vita fisica, intellettuale e spirituale. E ha delle enormi conseguenze sull'esistenza che conduciamo fuori della famiglia, sul nostro «fare storia», ecc.

Chi ha studiato queste interazioni dolorose ha descritto i molti modi in cui possiamo distruggerci l'un l'altro, a volte senza nemmeno saperlo. Tutta la gamma dei modi in cui possiamo confondere, ingannare e mistificare noi stessi e gli altri, spesso senza rendercene conto, è stata descritta dagli esperti in questa divisione dell'inferno da qualche anno a questa parte.

Tuttavia l'altra faccia della medaglia non è stata osservata con uguale attenzione. Il linguaggio del dialogo felice tra esseri intelligenti si è evoluto fino a uno stupefacente grado di complessità. Quando non sia confuso o fonte di confusione, invece d'essere uno spazio soffocante e mortifero è un'area libera e aperta tra di noi dove insieme possiamo giocare con la realtà, dove formuliamo domande e risposte, indaghiamo se le cose stiano così o in quell'altro modo per il semplice piacere di farlo. Gli schemi di reciprocità che emergono da questa attività sono per me, nel loro aspetto sincronico e diacronico, rappresentati nel modo più succinto dal contrappunto in musica e dall'intreccio di forme in termini visivi.

Per me è quindi un piacere e un sollievo presentare questi dialoghi che esprimono tanto semplice e serio diletto; non che essi non siano talvolta feroci e brutali, non che la faccia oscura delle cose sia del tutto assente, ma mi sembra che qui l'odio, il disprezzo, la vendetta, la gelosia, la malignità, l'invidia e gli altri veleni della vita non siano per il momento trionfanti.

Nelle pagine che seguono possiamo osservare lo sviluppo emotivo e conoscitivo di due bambini in pieno possesso delle loro facoltà, le quali si affinano nell'intreccio delle loro relazioni con adulti che non temono e con i quali hanno rapporti d'affetto.

Dopo aver meditato a lungo, ho deciso di non far precedere a queste conversazioni un saggio teorico né di commentarle con delle note in tutti i punti dove ero tentato di farlo. Il partito migliore, credo sia di lasciarle così come sono e soprattutto di lasciare che siano lette con il minor numero possibile di presupposti teorici. Le considerazioni teoriche che possono provocare in molti campi, come la psicanalisi, l'epistemologia dello sviluppo, la teoria della comunicazione, l'antropologia, possono essere rimandate ad un secondo tempo. Per il momento spero che siano utili ai professionisti: si prestano a tante di quelle interpretazioni! Ma, in queste pagine, io non voglio soverchiarle con la mia voce di adulto. Poiché questo libro lascia la parola quasi esclusivamente ai bambini mi aspetto che sia letto tanto dai bambini che dagli adulti; e poiché non fa riferimento a nessuna conoscenza tecnica o scientifica, che sia letto da chiunque, e non solo dagli « specialisti dell'infanzia ».

Spero che queste pagine contribuiscano a rendere evidente che è tanto utile per gli adulti essere in contatto con i bambini quanto per i bambini essere in contatto con gli adulti. Le cose sui bambini le impariamo soltanto dai bambini. La nostra comprensione di noi stessi è enormemente impoverita se non siamo in contatto con l'infanzia. Gli adulti possono soffrire della privazione dei bambini nella loro vita come viceversa. Sospetto che i bambini abbiano una parte altrettanto importante nella crescita e nello sviluppo degli adulti come noi l'abbiamo nella loro. Io non passo tanto tempo con i bambini perché devo farlo o perché penso che sia utile, ma semplicemente perché voglio farlo.

Dopo aver studiato professionalmente la comunicazione umana per tanti anni, sono perfettamente cosciente delle lacune di questo libro. Ci sono pochissime indicazioni relative al tempo, al ritmo, al tono, al volume e al timbro delle parole trascritte, e non è stato detto quasi niente sui movimenti, le espressioni e i gesti che fanno indissolubilmente parte della danza interazionale.

Queste conversazioni si sono svolte al termine della prima infanzia, di quella fase che precede il linguaggio articolato. Adam e Natasha hanno goduto e ancora, godono senza soluzione di continuità il più intimo rapporto di reciprocità con la loro madre, Jutta. La reciprocità di questi dialoghi è una nuova forma di scambio che nasce da una reciprocità anteriore, preesistente.

Era tale la ricchezza dei loro primi anni precedentemente alla conquista del linguaggio che la nostra gioia di parlare con loro era mitigata da una sfumatura di tristezza e di nostalgia. Rimpiangevamo la loro musica e le loro danze, tutto ciò con cui si esprimevano prima di imparare a parlare. A volte è difficile tenere il passo con i propri figli; non rimpiangere, quando ci troviamo davanti dei ragazzi, la perdita dei bambini piccoli e dell'infanzia. E quando questo libro sarà letto, i bambini di queste pagine avranno più volte cambiato la misura dei loro vestiti.

Alcune di queste conversazioni sono parse così incredibili che mi è stato chiesto se non le avessi inventate io. No. Non l'ho fatto. Non avrei potuto. Per quanto mi piacerebbe vantarmi di simili invenzioni la sola cosa di cui posso far fede è che non ho aggiunto nulla. Sono responsabile di certe soppressioni e, inevitabilmente, di certe omissioni involontarie. Ma non ho fatto né aggiunte né abbellimenti. Ho soltanto selezionato. Ci sono intimità nella vita di una famiglia che un uomo all'antica come me trova sconveniente pubblicizzare. A dire il vero ho esitato diversi anni prima di arrivare alla conclusione che rivelare qualche squarcio di una sfera così privata non offende il mio senso delle convenienze. Mi sono risolto a farlo in pieno accordo con mia moglie - e con i bambini.

Non è il caso che io dica che i bambini non hanno passato la loro vita a conversare con me. Il loro rapporto con la madre, mia moglie, in queste pagine s'intravede appena, ma tanto basta a mostrare l'estrema importanza che lei ha nell'economia di questa famiglia.

Ho formulato alcune riserve e potrei farne ancora: ma per quanto ne sappia, nessuna antologia di questo tipo - dialoghi con bambini - è stata fino ad ora pubblicata.

R.D. Laing

Giugno 1977

Conversando coi miei bambini

***

ADAM, nato nel settembre del 1967

NATASHA, nata nell’aprile del 1970

MAX, nato nel giugno del 1975

***

Londra Marzo 1970

Adam ce l'hai una lunga pertica?

Papà no mi dispiace

Adam e una scala?

Papà cosa ne vuoi fare?

Adam voglio buttare giù il sole e romperlo in due e darlo alla mamma da cuocere e poi lo mangiamo
Papà ma come faremo senza il sole nel cielo?

Adam non mi piace

Papà cos'ha che non va?

Adam è noioso

Papà il sole! A me piace il sole

Adam ne piglierò un altro

Papà e come farai?

Adam lo compro

Papà dove?

Adam da Woolworths *

Papà sono contento di non avere una scala che arrivi fino al sole se è questo che vuoi fare

Adam oh papà, (pausa)

non ce n'hai una per starci in cima in punta di piedi e buttarlo giù con un bastone?


* Grande magazzino londinese. (N.d.T.)


Ceylon Aprile 1971

Adam (dopo aver sentito parlare di combattimenti, di spari e di uccisioni a Kandy, a una ventina di chilometri di distanza) Voglio andare a Kandy e ammazzare la gente e tagliarla a pezzi e mangiarla a colazione con un grosso fucile d'acciaio e un grilletto duro da tirare

Papà perché?

Adam perché voglio sparare a un sacco di gente e ammazzarli per farli morire. Come ho fatto l'altra volta

Papà cosa vuoi dire l'altra volta?

Adam l'altra volta che sono stato qui

Papà qui?

Adam l’altra volta che sono stato vivo

Papà come fai a saperlo?

Adam me lo ricordo. Ero un soldato. Ho ammazzato un sacco di gente

Papà davvero

Adam anche tu hai ammazzato un sacco di gente l'altra volta papà?

Papà credo di no

Adam non l'hai fatto di recente?

Papà no

Adam ma hai ammazzato un sacco di gente tanto tanto tempo fa?
Papà può darsi ma non me lo ricordo

Adam (incredulo) non te lo ricordi?

Papà no

Adam oh



India Dicembre 1971


Dopo un temporale


Adam che disegno c'è sulla luna?

(prima che io possa rispondere)

è un uomo con un martello. Quando c'è un temporale è quando lui si arrabbia.



Londra Febbraio 1973

Sto leggendo seduto nella mia poltrona.

Natasha entra soffocando i singhiozzi, mi si arrampica sulle ginocchia, si mette diritta guardando altrove, poi rovescia indietro la testa e scoppia a piangere a dirotto.

Faccio per abbracciarla ma lei allontana le mie braccia con i gomiti, e quando provo a toccarle la punta delle dita come gesto di consolazione, le ritira di scatto e i singhiozzi minacciano di trasformarsi in acutissimi urli. Sto ancora frenando l'impulso di chiederle che cosa è accaduto, di stringerla a me, di carezzarla e dirle parole di conforto, quando lei abbassa la testa, si volta finalmente a guardarmi e l'ultimo singulto le muore in gola. In un solo sorriso mi dice salve, ciao e, forse, grazie papà. Col sospiro di chi ha terminato un compito scende dalle mie ginocchia e, senza una parola da quando è entrata e senza voltarsi indietro, se ne esce tranquillamente, disponibile a una nuova avventura.

Febbraio 1973

Prima di cena

Natasha si tiene la testa tra le mani e piange a dirotto. Sanguina? Avrà bisogno di punti? No. Niente di serio. È stato Adam col suo fucile, dice.

Lui nega. Poi dice che non l'ha fatto apposta. Questo vuol dire che l'ha fatto. Gli prendo fucile e pistole e li metto su uno scaffale molto alto, vicino al soffitto.

A cena

Lui ha intenzione di versarmi addosso un secchio d'acqua quando sarò addormentato. Lui ha intenzione di telefonare alla polizia perché sono stato troppo cattivo e conosce benissimo il loro numero di telefono.

Lui costruirà una scala e si riprenderà le pistole. E comincia anche Natasha, mettendosi dalla sua parte. Lei ha intenzione di tagliarmi la testa e poi di tagliarmi il naso

e

«Mi troverò un posto segreto e tu non riuscirai a trovarmi»

Dopo cena

Adam è riuscito a riprendersi il fucile e le pistole.

Entra nella mia stanza con il fucile

«Ora lo nascondo in un posto dove non riuscirò a trovarlo» (sic)

Lo nasconde

Poco dopo rientra a farmi vedere il fucile


Adam Forse tu non ci credi

Io Oh ci credo, ci credo. Va bene

Adam No. Tu non ci credi

Ora ti faccio vedere


Esce di nuovo per nascondere un'altra volta il fucile dove non potrà trovarlo. Pochi minuti dopo ritorna a farmi vedere il fucile, quasi pedagogicamente, per essere ben sicuro che gli credo. Esce. Poco dopo eccolo di nuovo, con una tuta verde da guerrigliero, casco e fucile.


Adam Dammi dei comandi

Io Sto cercando di lavorare se non ti dispiace
Adam Oh via dammi dei comandi

Gli do i comandi.

Attenti. Avanti march. Alt. Riposo. Spall'arm. Avanti march...

Alcune ore dopo, quando dovrebbero già essere a letto. Adam e Natasha stanno disegnando. Pace e tranquillità.

Lui ha voluto in prestito la mia scatola speciale di penne, matite, pennini e pennarelli.

Ah! Ora li ha fatti tutti cadere per terra! Grrr

Febbraio 1973

Il Grande Vecchio si piega cortesemente in due (per avere gli occhi a livello di quelli di Natasha) e le domanda con gentile solennità

Sei contenta d'essere te?

Natasha Sì, sono contenta d'essere me. Sono una bambina molto buona e poi sono molto intelligente, e tutti mi vogliono bene. Anche la mamma.

Febbraio 1973

Natasha Papà. Ti piacerebbe se la mamma fosse la tua mamma?

Marzo 1973

Natasha Che cosa stai leggendo?

Io delle poesie d'amore

Adam non ce l'hai delle poesie d'odio?

Io vorrei leggere queste in pace adesso se non ti dispiace

Adam (giulivo) Perché non scrivi qualche poesia d'odio?


22 Aprile 1973


Jutta, Adam e Natasha devono partire domani per Stoccarda e stare una settimana con i genitori di Jutta.


È l'ora di andare a letto


Papà Mi dispiace che tu parta Natasha

Natasha a me oggi non dispiace. Mi dispiacerà domani


Jutta e io non siamo andati molto d'accordo in questi ultimi tempi. Natasha ha cominciato a provare interesse per la colla e i nastri adesivi, a tagliare le cose a pezzetti e rincollarle insieme.

Adesso è nella mia stanza che corre da una parete all'altra, sbattendoci contro.


Ronnie Che cosa stai facendo?

Natasha il cuore

Ronnie il cuore?

Natasha sì (continuando a sbattere contro le pareti)

Ronnie e cosa fa il cuore?

Natasha il cuore ama (smettendo di correre e di sbattere contro le pareti)

Ronnie il cuore ama?

Natasha sì

Ronnie chi? che cosa?

Natasha un cuore ama tanta gente

Ronnie un cuore ama tanti?

Natasha un cuore ama tanti tanti


Luglio 1973

Adam e come ti sentiresti se... dai, papà, tocca a te

Papà se qualcuno ti ficcasse degli spaghetti su per il naso

Adam e come ti sentiresti se qualcuno mescolasse acqua e sabbia e facesse una specie di cemento e te lo ficcasse in gola

Papà e come ti sentiresti se qualcuno ti mettesse a bagno in una grande vasca - grande come questa stanza - piena di melassa

Adam e come ti sentiresti se ti tagliassi il naso

Papà e come ti sentiresti se ti tagliassi le braccia e il corpo e le gambe e la testa - dove saresti allora?

Adam lì (toccandomi lì) dentro il corpo e come ti sentiresti tu se ti tagliassi il corpo in tanti piccolissimi pezzettini (illustrando col pollice destro e l’indice) e poi tagliassi i pezzettini a pezzettini

Papà (un attimo di esitazione)

Adam (prima che io tiri il fiato) dove saresti allora?

Papà (mi ha preso in contropiede)

Adam (approfittando del vantaggio) dimmelo tu

Papà non lo so

Adam (scatto)*

Papà potrei essere come lo spazio

Adam (scatto)

Papà o potrei non esserci più

Adam (scatto)

Papà tu cosa pensi

Adam (scatto)

Papà te lo ricordi?

Adam (scatto)

Papà lo sai?

Adam (scatto)

Papà non ci sarei più, forse

Adam mmmmm


* Con tutto il corpo e le due braccia, come un direttore d'orchestra che indichi un'improvvisa pausa di silenzio.



Ottobre 1973


Natasha sta battendo la porta con una scarpa


Natasha Voglio ammazzare una bestiolina, papà

Papà Oh. Non è mica bello

Ti piacerebbe che qualcuno volesse ammazzarti?

Natasha Voglio ammazzarla

voglio ammazzarla

voglio ammazzarla

e così non se ne parla più


Novembre 1973


Adam, con contorti espedienti, ha cercato di cavarsi d'impaccio da qualcosa


Jutta tu non me la fai

sono più furba di te

i tuoi peti li sento e li vedo!


Novembre 1973


Sera


Jutta e io abbiamo litigato, e lei è andata a una festa da sola.


Seduto al mio tavolo, sto scrivendo, di cattivo umore.

Natasha entra e comincia a pasticciare col nastro adesivo.

Ne srotola un po' e lo arriccia a spirale.


Papà Cosa stai facendo?

Natasha Voglio fare una spada

Papà (irritato) Non si può fare una spada con un nastro adesivo


Ero deluso perché non aveva confermato la mia teoria che fosse un cordone ombelicale. Tuttavia.


Lei prende due foglietti di carta bianca e li piega in maniera identica


Natasha questo è il pezzetto della mamma

e questo è il pezzetto di papà


Poi li attacca insieme col nastro adesivo e me li posa sulla scrivania

Natasha questi sono per voi due

Papà grazie, Natasha


Prende quattro pezzi di carta e il nastro adesivo: esce e ritorna poco dopo.

Ha piegato e attaccato insieme i pezzi a due a due


Natasha questo è per te (me lo da), e questo è per la mamma (lo porta con sé in camera da letto)


La stessa sera, più tardi

Adam, Natasha e io abbiamo giocato con gli aeroplanini di carta; adesso tutto è tranquillo. Adam sta guardando la TV nella stanza dei bambini


Natasha è seduta nella mia poltrona con aria meditabonda

io seggo alla mia scrivania


Natasha Papà?

Papà Sì, Natasha

Natasha forse la mamma sarà seria quando torna a casa

Papà cosa vuoi dire?

Natasha forse sarà seria

Papà per quale motivo?

Natasha forse griderà (pausa). Con Adam.


Novembre 1973


Natasha e io ci stiamo tirando un aeroplanino di carta.


Quando vola dritto verso di lei e non riesce a prenderlo grida

non mi hai preso


e quando vola lontano da me e io non riesco a prenderlo grida

non l’hai preso



Dicembre 1973


Natasha vuole del nastro adesivo per Natale


Dicembre 1973

Adam ha avuto il permesso di giocare da solo con una scatola di fiammiferi, di tirare fuori i fiammiferi dalla scatola e di accenderli.

Natasha ha avuto il permesso di giocare da sola con una scatola di fiammiferi, di tirare fuori i fiammiferi ma non di accenderli. Solo adesso può farlo, perché io sono vicino.

Natasha (accendendo i fiammiferi e spegnendoli con un soffio, meditabonda e sconsolata) Accenderli è meglio che tirarli fuori

Poi, rasserenandosi

Ma io posso lasciarne più di Adam *


* Nel proprio piatto, cioè.

Dicembre 1973

Sto scrivendo

Mi vengono in mente dei frammenti


Non so nemmeno capire

perché un moscerino

sia così piccino


Mamma né tanto meno dove andrò quando morirò


(parlando da solo)

Dove andrò quando morirò? (pausa) Non lo so

Natasha (piuttosto compassata, come se io avessi detto una sciocchezza) Nemmeno io. Questo non lo sa nessuno


Dicembre 1973


Jutta L'Imperatore aveva il palazzo più bello del mondo perché tutta la gente che passava di lì non potesse fare a meno di notarlo

Natasha non posso respirare

Jutta non ti leggo più se fai così

Natasha sto trattenendo il respiro

Jutta ho finito. Spegni la luce

Natasha la voglio accesa

Jutta spegnila

Natasha la voglio accesa

Jutta non fartelo dire un milione di volte

Natasha un milione mi fa male


1973


Natasha mi si aggrappa a una gamba mentre io, in piedi, accendo la pipa. Ho paura che qualche scintilla o della cenere ardente possa caderle addosso


Io non ti devi aggrappare alla mia gamba quando accendo la pipa perché ti potresti bruciare

Natasha non ti devi aggrappare alla gamba di qualcuno quando accendi la pipa perché ti potresti bruciare


Gennaio 1974


Papà perché il pavone gridava?

Adam perché non poteva vedersi

Natasha perché voleva sentirsi


Gennaio 1974


Io smetti di fare quella cosa

Adam non smetto se non me la lasci fare


Gennaio 1974


Kira Adam mi segue

lo perché la segui?

Adam io seguo lei

perché lei segue me


1974

In questi giorni Natasha e Additi vanno matti per gli «smarties». Vengono spesso a chiedermene. Io gliene do di più di quanto Jutta consideri opportuno.


Natasha (a Jutta) Voglio bene a papà perché mi compra gli «smarties»

Papà (leggermente offeso) è per questo che vuoi bene a papà?

Natasha sì è per questo che ti voglio bene


Pochi giorni dopo


Natasha mi dai degli « smarties »?

Papà sì (gliene do qualcuno)

Natasha e per Adam?

Papà ce n'ho anche per lui


Lei esce con i dolci, e ritorna dopo averli mangiati.


Natasha Ti voglio bene papà. Non ti voglio bene soltanto perché mi compri gli «smarties». Non è soltanto perché mi compri gli «smarties»


Gennaio 1974

Pomeriggio


Natasha sta colpendo una sedia di vimini con un'accetta di legno costruita oggi da Adam


Papà Va bene adesso basta (lei continua) ho detto basta (lei continua) finiscila (lei continua) adesso ti prendo l'accetta (i colpi sono ancora più forti) ti porto via l'accetta e ti metto fuori della stanza

Natasha e io ti do un colpo nell'occhio

Papà va bene


Le tolgo l'accetta di mano e la prendo per il polso. Mi preparo a trascinarla fuori dalla stanza. Ma lei sta già uscendo per conto suo e quando io arrivo alla porta per sbattergliela dietro, lei me l'ha già sbattuta in faccia, dopo avermi respinto con violenza.

Adesso l'hai chiusa Per Sempre

Sera

È stata alquanto movimentata. Un incontro di pugilato con Adam. Una seduta di solletico con tutti e due. Ora tutto è di nuovo tranquillo, anche se mi sento un po' liso come questo lungo filo di lana qui per terra che loro hanno legato alle gambe del tavolo e delle sedie con la speranza di fare inciampare la gente. Lo raccolgo, mi lascio cadere su una sedia e, distrattamente, lo raggomitolo

Natasha cosa stai combinando

Io sto raggomitolando della lana

Natasha tu ti stai raggomitolando, ecco cosa fai. Sei tu che ti raggomitoli, ecco cosa fai, secondo me


Gennaio 1974


Adam cosa fanno le granate?

Papà sono come le bombe. Esplodono e distruggono. E basta.

Adam ma si può togliere il detonatore

Papà ah, sì - si può. E se non possono più esplodere possono diventare un ornamento. Come questo


Questo, sono tre granate (una più grande, messa verticalmente, e due più piccole) disposte come un crocifisso con la figura di Cristo sulla croce. Sta sulla mensola del mio caminetto


Papà Si può fare questo, per esempio

Adam e cos'è quello?

Papà è un uomo crocifisso

Adam cosa vuol dire « crocifisso »?

Papà una volta facevano una grande croce con tre lunghi pezzi di legno, la ficcavano nella terra e ci inchiodavano sopra qualcuno finché moriva

Adam perché facevano quello alla gente?

Papà per punirla. Ma ora non lo fanno più

Adam lo so. Ora li rinchiudono o gli fanno un trattamento


23 Gennaio 1974


Natasha (ascoltando il clavicembalo) È bello. È molto difficile. Io riesco facilmente a fare le cose molto difficili se mi esercito


Febbraio 1974


Papà qual è stata la prima cosa che hai visto quando sei uscita dal pancino della mamma?

Natasha la fessurina della mamma, ecco la prima cosa che ho visto quando sono uscita dal pancino della mamma

Papà e com'era la fessurina della mamma?

Natasha la fessurina della mamma era come il cuore segreto della mamma, ecco com'era la fessurina della mamma

Papà e com'era il cuore segreto della mamma?

Natasha il cuore segreto della mamma era come i tuoi occhi, ecco com'era il cuore segreto della mamma

Papà e come sono i miei occhi?

Natasha i tuoi occhi sono come il tuo naso, ecco come sono i tuoi occhi

Papà e com'è il mio naso?

Natasha il tuo naso è come i tuoi denti, ecco com'è il tuo naso

Papà e come sono i miei denti?

Natasha i tuoi denti sono come le tue dita dei piedi, ecco come sono i tuoi denti

Papà e come sono le dita dei miei piedi?

Natasha le dita dei tuoi piedi sono come le dita delle tue mani, ecco come sono le dita dei tuoi piedi

Papà e come sono le dita delle mie mani?

Natasha le dita delle tue mani sono come la tua gola, ecco come sono le dita delle tue mani

Papà e com'è la mia gola?

Natasha la tua gola è come tra le tue ginocchia, ecco com'è la tua gola

Papà e com'è tra le mie ginocchia?

Natasha tra le tue ginocchia è come tra i tuoi occhi, ecco com'è tra le tue ginocchia

Papà e com'è tra i miei occhi?

Natasha tra i tuoi occhi è come la tua testa che c'è dopo, ecco com'è tra i tuoi occhi

Papà e com'è la mia testa che c'è dopo?

Natasha non essere sciocco


22 Marzo 1974


Vecchio

signore che cosa sa fare Natasha?

Natasha so gonfiare quasi tutti i palloni da sola


Inverno 1974


Papà Natasha. Devo andare via per un po' di tempo

Natasha posso venire con te?

Papà no devo andare via da solo per un po' di tempo

Natasha e tra poco ritornerai?

Papà sì

Natasha va bene papà (pausa di riflessione) ma papà?

Papà sì Natasha

Natasha mi vuoi bene papà?

Papà sì ti voglio bene Natasha

Natasha allora se mi vuoi bene devi tenermi vicino a te

devi tenermi vicino a te se mi vuoi bene


1° Aprile 1974


Natasha ecco un regalo per te e per Jutta

è per tutti e due

è una palla di filo di ferro

ho trovato il filo di ferro in giardino e

ho pensato

che l'avrei regalato a te e a Jutta

così ci ho fatto una palla

non c'è voluto molto tempo

potete giocarci se volete

potete giocare a tirarvela se volete

non m'importa se cade,

se è un incidente

e non m'importa se si rompe,

se è un incidente

non fa nulla,

la riparo non ci vuole molto tempo

Io grazie Natasha

la terrò qui sulla mia scrivania

Natasha sì devi tenerla bene

potete giocare a tirarvela

è per voi due


27 Aprile 1974


Due giorni fa


Adam quand'è che torniamo a scuola?

Jutta dopodomani

Adam e quando è dopodomani?

Natasha due dormite


30 Aprile 1974


Natasha sta giocando con Natasha

Natasha (in fretta, parlando da sola)

(indicandosi il naso)

questo è il mio piede

(indicandosi gli occhi)

questo è il mio naso

(indicandosi il piede)

questo è i miei occhi

(indicandosi la bocca)

questo è il mio collo

(indicandosi il sedere)

questo è la mia testa

(indicandosi la caviglia)

questo è il mio polso

pausa

più in fretta

la mia faccia è la mia pancia

la mia pancia è i miei occhi

i miei occhi sono la mia lingua

la mia lingua è le mie caviglie

le mie caviglie sono le mie mani

pausa

incrocia le mani

incrocia le gambe

incrocia gli occhi

incrocia il naso

gorgoglii di divertimento


11 Giugno 1974


Il mio studio

Natasha (con improvvisa e non richiesta decisione)

non ci sono mostri in questa stanza

Papà Oh

Natasha No. Ho guardato sotto la stuoia (in tono categorico)

Papà Ma come fa un mostro a stare sotto una stuoia?


Mi guarda come se fossi uno che non sa proprio nulla


1° Luglio 1974


Natasha non mi serve più la luce di notte papà

non ho più paura del buio perché non vedo più le figure

Papà ma una luce di notte è sempre gradevole

non devi aver paura se la vedi accesa

Natasha No. Ma non vedo più le figure


11 Luglio 1974


Natasha sei triste?

Jutta sì

Natasha sei triste per via della vita?

Jutta sì

Natasha ti voglio bene lo stesso (pausa)

vuoi che io sia la tua mamma?

Jutta Oh Natasha

Natasha io farò la tua mamma e così tu puoi riposarti un pochino, va bene?

Jutta va bene

Natasha va bene

Abbraccia e bacia Jutta poi corre via. Pochi minuti dopo ritorna


Ora non voglio più fare la tua mamma.

Ti è piaciuto?

Jutta Sì. Grazie Natasha

Natasha prego.

Sei un po’ meno triste ora?

Jutta sì


15 Luglio 1974


Jutta è a letto e sta piangendo


Natasha perché piangi mamma?

Jutta non lo so

Natasha piangi per via della vita?

Jutta sì

(pausa, singhiozzi)

Natasha noi non moriremo

Jutta tutti noi dobbiamo morire prima o poi

Natasha ma non dobbiamo morire presto

noi dobbiamo morire solo più tardi.

Moriremo più tardi (confortante)


31 Luglio 1974


Cena


Meticolosamente verso l'esatta quantità di succo di frutta a tutti e due


Natasha Ne ho più io di Adam


Jutta cerca di servirle, per quanto sia umanamente possibile, la stessa quantità di cibo che ha dato ad Adam


Natasha Ne ho più io di Adam. Io ce n'ho di più

Adam non è vero

Natasha sì è vero (lacrime)


Non mangia quasi niente e, non appena Adam ha finito il suo piatto, annuncia trionfante


Natasha a me ne è rimasto di più che ad Adam


Agosto 1974


Da quando Natasha ha cominciato a mettersi le scarpe da sola (cioè da più di un anno) le ha messe quasi sempre nel piede « sbagliato ».


Non poteva essere casuale.


L'anno scorso, per due o tre mesi ha sempre sbagliato piede, rifiutandosi poi di scambiare le scarpe. Ciò preoccupava Jutta che insisteva perché lo facesse, predicendole tremende conseguenze per i suoi piedi e per lei stessa.


Da qualche mese, alla mattina, Natasha ha preso l'abitudine di entrare nella mia stanza per chiedermi

« sono giuste? »

Ogni tanto lo sono, ma più spesso no.


È la prima volta da una settimana che sono sempre « giuste ».


Agosto 1974


Ora di dormire. Si rimboccano le coperte, si dicono le preghiere.


Adam Ronnie?

Ronnie sì

Adam è giusto dire «Dio benedica Dio»

Ronnie ehm… sìì, credo di sì

Adam che cosa vuol dire?

Ronnie non ne ho idea

Adam buonanotte Ronnie

Ronnie buonanotte Adam


1° Settembre 1974


Adam ho paura

Io di che cosa?

Adam ho detto qualcosa, e non so se ho fatto male

Io che cosa hai detto?

Adam la conosci la cerimonia per il matrimonio?

Io sì

Adam ne ho detto un pezzo

Io quale pezzo?

Adam io adesso vi dichiaro marito e moglie

Io a chi l'hai detto?

Adam a una bambola

Io quale bambola?

Adam la bambolina giapponese di Natasha

Io la bambolina giapponese di Natasha

Adam andrà tutto bene?

Io sì andrà tutto bene


18 Settembre 1974


Io ... e sogni d'oro e non dimenticate le vostre preghiere

Natasha e non dimenticare le tue preghiere

Io Dio benedica

Natasha (interrompendomi)

Dio benedica nulla. Dio benedica nulla.

Dio benedica NULLA

Adam Dio benedica Dio


20 Ottobre 1974


Spesso Natasha mi chiede di legarle i lacci delle scarpe. Qualche settimana fa glieli legavo diverse volte al giorno. Lei mi precisa quale scarpa devo fare prima, che tipo di nodo, quanto dev'essere stretto, e che dimensione deve avere. Devono essere tutti e due esattamente simmetrici.


Da due settimane vuole sempre un nodo doppio. Ma adesso,


non ce n'è bisogno, papà, va bene così, non fanno più rumore, non c'è bisogno, papà, perché loro non fanno più quel rumore


27 Ottobre 1974


Charlie ha tre anni


Natasha Charlie abbraccia strette le persone perché non gli piacciono. Ecco perché le abbraccia strette


9 Novembre 1974


Natasha Non ci si può legare tutti e due i lacci delle scarpe in una volta perché non si può fare due cose in una volta

1974


Natasha quanto tempo ci vuole per fare quaranta minuti?


Novembre 1974


Adam adesso saremo tre

Papà sì

Adam la mamma sta per avere un bambino

(pausa)

non sei orgoglioso di lei?

Papà sì

Adam sì


Lunedì 25 Novembre 1974


Sera


Natasha perché tieni la testa bassa?

Ronnie sono triste

Natasha perché sei triste?

Ronnie non lo so

Natasha non lo sai

Ronnie vorrei scrivere delle cose, ma mi sembra di non riuscirci

Natasha perché non ci riesci?

Ronnie non lo so

Natasha che cosa vuoi scrivere?

Ronnie voglio dire alla gente quello che la gente dice a me

Natasha forse non ti ricordi quello che la gente ti dice. Forse ti sei dimenticato quello che

la gente ti dice

Ronnie be', tu senti molte cose che mi dice la gente.*

E tu lo ricordi quello che la gente mi dice?

Natasha sì. Me lo ricordo

Ronnie la gente dice tante di quelle cose

Natasha sì lo so

Ronnie e cos'è che dicono?

Natasha che vogliono tornare a casa

Ronnie Oh. Davvero

Natasha sì. Vogliono tornare a casa

Ronnie però non sanno la via di casa

Natasha lo so

Ronnie come fanno ad andare a casa, se non sanno la via di casa?

Natasha non lo so

Ronnie come faccio a insegnargliela?

Natasha non lo so

Ronnie è per questo che sono così triste

Natasha papà?

Ronnie Natasha?

Natasha questo lo scriverai?

Ronnie sì

Natasha lo sapevo

Ronnie è difficile, non è vero?

Natasha se passassero la notte qui, la troverebbero la loto casa

Ronnie (silenzio)

Natasha questo non lo scriverai, vero?

Ronnie probabilmente no

Natasha lo sapevo (disapprovante)


* Natasha ha il permesso di entrare nel mio studio quando c'è gente soltanto se la gente non sa che lei c'è. Ha un paio di pantofole tibetane che lei chiama « da tennis » che non fanno rumore e la rendono pressoché invisibile. Se le mette per introdursi furtivamente nel mio studio e rannicchiarsi sotto la mia scrivania.



Domenica 1° Dicembre 1974


Seduta sulle mie ginocchia


Natasha c'è una cosa che non ti ricordi

Ronnie oh. Che cosa?

Natasha ci sono tante cose che ti ricordi ma ce n'è una che non ti ricordi

Ronnie oh. Ci sono tante e tante cose che non ricordo

Natasha Lo so. Ma c'è una cosa che non ti ricordi

Ronnie che cos'è questa cosa che non mi ricordo?

Natasha stavi qui a parlare con una di quelle persone che vengono a trovarti

Ronnie e che cos'era?

Natasha (ridendo) non lo so

Ronnie se non sai che cos'era quella cosa che non mi ricordo come fai a sapere che non me la ricordo?

Natasha che cosa hai detto?

Ronnie se non sai che cos'era quella cosa che non mi ricordo come fai a sapere che non me la ricordo?

Natasha non lo so

Ronnie tu non sai come fai a sapere che c'è una cosa che non ricordo?

Natasha no

Ronnie allora come fai a dirlo?

Natasha c'è una cosa che so

Ronnie oh, e che cos'è?

Natasha sta davanti la prima signora, la seconda signora sta dietro alza un dito codesta signora, e quell'altra ce l'ha nel didietro

Ronnie ah davvero? e non sai nient'altro?

Natasha (lentamente) Septimus Branigan venite a vedere che suona il violino e canta e balla si ficca l'archetto su pel sedere poi ci lega un fiocco a farfalla

Ronnie oh, e non c'è nient'altro che sai?

Natasha vado a dire una cosa ad Adam

torno subito (corre via e torna immediatamente)

me n'ero dimenticata una

Ronnie non me la dire

Natasha atterrando sulle tette

Ronnie non la voglio sentire

Natasha te la ricordi?

Ronnie sì

Natasha te la ricordi ancora?

Ronnie sì

Natasha allora dilla

Ronnie no, davvero, non voglio. Mi dispiace di avertele dette

Natasha suvvia, papà

Ronnie la moglie del prete venite a vedere

quando esce di sera alle sette

casca sempre dal marciapiede

Natasha atterrando sulle tette

atterrando sulle tette

atterrando sulle tette

(grandi scoppi di risa)


Corre via e ritorna pochi minuti dopo


ne ho inventata una

Ronnie davvero? com'è?

Natasha due pomodori attraversan la strada

Ronnie non l'hai inventata, l'hai sentita da qualcuno

Natasha non è vero. L'ho inventata io

Ronnie l'ho già sentita

Natasha no che non l'hai sentita l'ho inventata io da sola

E corre via di nuovo


Dicembre 1974


È passata la mezzanotte


Natasha entra nel mio studio trascinandosi dietro la coperta.

La stanza, illuminata soltanto dalla lampada da tavolo, è semibuia. Lei rimane per qualche attimo in silenzio.


Natasha Quando vai a letto, papà?

Papà (arcigno) non lo so. Perché?

Natasha io non vado a letto finché non ci vai anche tu

Papà (burbero) puoi andare a letto quando vuoi, basta che non sappia che sei in giro. Voglio lavorare e non voglio più sentirti né vederti per stasera, chiaro?

Natasha va bene, allora devi portarmi fuori di qui in braccio

Papà no, mi spiace, Natasha. Non ho voglia

Natasha è l'unico modo, se vuoi che io esca di qui

Papà no

Natasha e mi devi portare in braccio fino al letto e coccolarmi

Papà (addolcendosi) va bene, ma che questa sia l'ultima volta. Questa è assolutamente l'ultima volta per stasera.

(prendendola in braccio) Prometti

Natasha prometto

Papà (rimboccandole le coperte) l'avevi promesso anche prima

Natasha lo so. L'ultima volta era l'ultima ultima volta

Papà e questa è l'ultima ultima ultima volta

Natasha (rannicchiandosi) di' le preghiere

Papà (baciandola) dico sul serio questa volta.

Buonanotte Natasha

Natasha (a voce alta, mentre il papà si allontana)

di' le preghiere

Papà (sulla porta, con un sussurro) sì le dirò.

E tu di' le tue

Natasha buonanotte papà

Papà buonanotte Natasha


11 Dicembre 1974


Natasha apre la porta del mio studio e fa entrare Charlie. Lui si lascia cadere accanto al muro piagnucolando


Io che cos'hai Charlie?

Charlie (dopo un istante) ho paura del puzzle cinese

Io perché?

Charlie (dopo un istante) ci sono i cattivi dentro

Io cosa vuoi dire?

Charlie ci sono i cattivi dentro

Natasha l'ho dato al gatto

Io cosa! Il puzzle cinese!

Natasha sì. L'ho dato al gatto. Va', Charlie, sta' tranquillo

Charlie corre via, con l'aria più spaventata che mai

Io cosa voleva dire?

Natasha quando?

Io quando ha detto che c'erano dentro i cattivi

Natasha è un puzzle cinese

Io e allora?

Natasha i cinesi sono cattivi

Io e lui ha creduto davvero che ci fossero dei cattivi veri dentro il puzzle cinese

Io gliel’hai detto tu

Natasha no, non sono stata io

Io e adesso crederà che ci siano dei cinesi cattivi dentro il gatto!

Natasha no no

Io in ogni modo perché dici che i cinesi sono cattivi?

Natasha l’hanno detto alla televisione

Io davvero

Natasha sono cattivi perché ammazzano la gente

Io ci sono cattivi dappertutto

Natasha i cinesi sono dei cattivi

Io ci sono cattivi dappertutto

Natasha no che non ci sono


17 Dicembre 1974


A cena


Una signora sta chiacchierando a perdifiato


Natasha riesci a sentire quello che stai dicendo?

Signora no (presa alla sprovvista). Grazie a Dio! (ridacchiando)

Natasha (severa) se muovi gli orecchi insieme a ogni cosa che pensi la tua sedia potrebbe

alzarsi per aria


Dicembre 1974


In automobile, da Londra a Devon


Adam e Natasha non fanno che litigare, strillare e piagnucolare


Jutta se non la smettete, me ne vado e vi lascio tutti e due

Natasha allora non smettiamo

Jutta non essere così impertinente

Natasha sono io che voglio scappare

Jutta va bene, scappa

Natasha come faccio a scappare se non so dove sono?


5 Gennaio 1975


Natasha spero d'essere morta quando morirò


Lunedì 16 Febbraio 1975


Natasha che cosa sono io?

Papà per metà sei tedesca

Mamma e per metà scozzese

Natasha per metà tedesca?

Mamma e l’altra tua metà è scozzese

Natasha e io tutta intera?

Mamma sei un buffo miscuglio (ridendo)

Natasha (colpendo Jutta con un pezzo di carta)

io non sono più amica tua

Jutta oh Natasha

Natasha non è per niente buffo

Jutta non stavo ridendo di te

Natasha sì, invece

Jutta ma non come credi tu

Natasha non sono più amica tua

Jutta non stavo ridendo di te

Natasha invece sì non ti voglio più bene

Ronnie c'è una parte presa dalla mamma

e una presa dal papà

e le due parti diventano una sola

e quella parte intera sei tu

Jutta è assolutamente straordinario

Ronnie che cosa?

Jutta pigiare tutto dentro una cosa sola


Natasha esce dalla stanza e ritorna poco dopo con due pezzi di carta, nel mezzo dei quali ha ritagliato due circoli


Natasha ecco un buco per te (dando un pezzo di carta a Jutta) ed ecco un buco per te (dando a me l'altro pezzo)

Jutta, oh grazie Natasha

Ronnie

Natasha (a Jutta) io non litigo più e fanno la pace


3 Aprile 1975


Adam, immobile, ha un'aria seria e perplessa


Papà cosa c’è?

Adam questa scala non era qui finché non ce l’hanno messa


22 Maggio 1975


Natasha Dio benedica mamma e papà e Adam e Natasha e

Dio benedica tutto. Ciao


Devon Maggio 1975


Sera


Natasha cos’è quel libro?

Ronnie questa è la Bibbia

Natasha Cos’è la Bibbia?

Ronnie è un libro di storie su Dio e su di noi

Natasha racconta delle storie su Dio

Ronnie c’è qualcuno che dice che sono storie su Dio

Natasha ma sono davvero su Dio?

Ronnie non lo so

Natasha me ne leggi una?


Le leggo i primi ventidue versi della Genesi


Natasha è tutto su Dio?

Ronnie sì

Natasha e Dio c'è in questa pagina?

(sfogliando il libro e indicando delle pagine a caso)

Ronnie sì

Natasha e in questa pagina?

Ronnie sì

Natasha e in questa pagina?

Ronnie sì

Natasha e in questa pagina?

Ronnie sì

Natasha allora Dio è su tutte le pagine?

Ronnie gli hanno dato diversi nomi ma Lui non ha veramente un nome e noi non possiamo nominarlo davvero

Natasha lo so, non è una bambina

(pausa) né un bambino (pausa)

non si sa se è un bambino o una bambina vero?

Ronnie no

Natasha nessuno conosce Dio ma Lui conosce noi, e poi conosce Sé

Ronnie come lo sai?

Natasha non lo so come lo so

Ronnie ma lo sai

Natasha sì. E nessuno può vedere Dio ma Lui può vedere noi e

Lui può vedere Sé

Lui potrebbe essere in questa casa

Lui potrebbe essere fuori della porta

Lui potrebbe bussare alla porta ma dovrebbe bussare molto forte perché noi lo sentiamo, non è vero?

Ronnie sì

Natasha noi non sentiamo Dio bussare alla porta

(con una risatina triste)

dovrebbe bussare alla porta-di-Dio!

Ronnie e dove sarebbe la porta-di-Dio?

Natasha come faccio io a sapere dov'è la porta-di-Dio?

Ronnie credi che a Dio dispiaccia che parliamo

di Lui in questo modo?

Natasha no. Non gli dispiace

(pausa)

forse possiamo vedere attraverso di Lui, come con i tuoi occhiali (ridendo, seriamente, scherzosamente)

(pausa)

non credi?

Ronnie non lo so (pausa)

vedere attraverso di Lui ma non vedere Lui (pensosamente)

Natasha Lui può vedere Sé ma noi non possiamo vedere Lui.

Certi Dei possono vederlo. Lui può vederci.

(mentre lo dice sta sfogliando la Bibbia) stasera non posso guardare tutte le pagine perché dovrei stare alzata troppo e mi stancherei e allora adesso vado papà

Ronnie d'accordo Natasha


Siamo in una grande e bellissima camera da letto. Natasha, prima di sera, aveva portato in casa un mazzolino di fiori: « Questi sono per te e per Jutta ». Adesso, dopo la conversazione precedente, è seduta sul letto in silenzio e mi guarda mentre io, per terra, circondato da fogli di carta, leggo ciò che ho scritto, cancello con tratti di penna, strappo e taglio, aggiungo e rabbercio.


Natasha hai scritto un mucchio di roba

Ronnie lo so

Natasha penso che hai quasi finito il tuo libro *

Ronnie sono molto lieto di saperlo. Lo spero proprio ne sei sicura?

Natasha sì. L'hai quasi finito (baci)

Adesso vado disotto

Ronnie va bene. Grazie dei fiori

buonanotte

Natasha non vado a letto, ma puoi darmi la buonanotte se vuoi

Ronnie buonanotte Natasha

Natasha buonanotte Ronnie

* Aveva ragione. Ero quasi alla fine del libro che poi ho chiamato I fatti della vita.


Domenica 25 Maggio 1975


Natasha posso saltarti addosso?

David sì

Natasha sei sicuro?

David sì

Natasha ora ho cinque anni sai non quattro e tre quarti


Martedì 15 Luglio 1975


Natasha Tony dice che suo padre è un gigante.

È più grande di Joan (la sua maestra)

Io è più grande di me?

Natasha non lo so


Da un po' di tempo misura l'altezza della gente con un pezzo di spago e un metro avvolgibile. Vuole che le dica quante delle mie mani ci vogliono per misurare la sua altezza. Lei è alta sette volte una mia mano.


Luglio 1975


Natasha sta spiegando a Adam


Harry non può sposare la sua mamma e Lucy non può sposare il suo papà e tu non puoi sposare me


Domenica 27 Luglio 1975


Recentemente Natasha ha persuaso Jutta a comprarle un piccolo cacciavite. È ben proporzionato e ha il manico azzurro


Natasha ti piace il mio cacciavite?

Ronnie sì. È molto carino

Natasha ti pare davvero molto carino?

Ronnie sì. È proprio bello

Natasha è il cacciavite più piccolo che c'è in casa. È vero? È vero che è il cacciavite più piccolo che c'è in casa?

Ronnie può darsi benissimo. Non ne sono assolutamente sicuro

Natasha se tu hai bisogno di svitare qualcosa, puoi adoprarlo. Te lo presto tutte le volte che vuoi

Ronnie ti ringrazio molto

Natasha lo tieni tu per me?

Ronnie d'accordo. Lo possiamo mettere sulla mia scrivania e tu puoi prenderlo quando vuoi

Natasha d'accordo


Per qualche giorno lo ha lasciato sulla mia scrivania, rimettendocelo sempre dopo averlo usato. Poi lo ha tenuto lei. Ieri sera è andata a letto col cacciavite.


Natasha (mentre Jutta le rimbocca le coperte)

Voglio dormire col mio piccolo cacciavite. Grazie per avermi dato il mio piccolo cacciavite. È il più piccolo di tutta la casa


Martedì 29 Luglio 1975


Tardo pomeriggio


Jutta e io stiamo conversando con alcuni amici.

Natasha entra nella stanza con due paia di guantoni da boxe.


Natasha facciamo un incontro di pugilato?

Ronnie adesso no. Adesso sto parlando. Non posso in questo momento

Natasha facciamo un incontro di pugilato più tardi?

Ronnie va bene, vedremo

Natasha farai un incontro di pugilato con me più tardi, quando non hai bisogno di parlare, d'accordo papà? Farai un incontro di pugilato con me quando non hai più bisogno di parlare. D'accordo papà?

Ronnie d'accordo Natasha

Natasha potrei sposare Matthew (pausa riflessiva)

e se lui non mi vuole sposare, potrei sposare Anthony (un'altra pausa riflessiva)

e se lui non mi vuole sposare, potrei sposare Andrew (lunga pausa)

Ronnie e se lui non ti vuole sposare, chi vorresti sposare?

Natasha se lui non mi vuole sposare, potrei sposare… Michael

Ronnie e se lui non ti vuole sposare?

Jutta non hai nominato Charlie

Natasha Mmmmmmmm. Sposerò chi mi pare


4 Agosto 1975


Natasha vuole che le faccia un arco con un bastoncino di legno e un pezzo di spago.

Mentre lo sto preparando


Natasha ho il permesso di tenere un bastone più lungo del mio braccio?

Ronnie perché no? Questo è lungo pressappoco come il tuo braccio, no?

Natasha ma ce l'ho?

Ronnie che cosa?

Natasha il permesso di tenerlo, se è più lungo del mio braccio?

Ronnie penso di sì. Non c'è una regola, che io sappia. Quindi sì. Hai il permesso


Natasha non sembra ancora convinta


Agosto 1975


Jutta sta cullando Max


Natasha (con voce dolce e bassa, ma abbastanza forte da farsi sentire da Jutta)

Ho una bella mamma ho una mamma dolce ho una bellissima mamma che si chiama Jutta

(poi senza una pausa, improvvisamente, in tono acuto e perentorio)

Hai messo delle lenzuola pulite nel mio letto?

Jutta non ancora. Lo farò. Più tardi.

Natasha vuoi mettere Max nel mio letto?

Jutta sì

Natasha (in tono di rimprovero) di solito lo metti nel letto di Adam

Jutta (sulla difensiva) non sempre

Natasha e tu hai detto che anch'io lo potevo tenere in braccio come Adam e l'hai dato

in braccio a Adam e non a me e non è giusto ecco


Senza una parola Jutta mette Max In braccio a Natasha


Natasha (cullando Max) sei bellissimo

mi sembri una regina

e agli altri no

sei bellissimo

mi sembri una regina

e agli altri no

Ronnie che cos'è che ti sembra?

Natasha non te lo dico

Ronnie una regina?

Natasha sì


Non avrei dovuto parlare. Ha subito cominciato a cantargli « My Grandfather’s Clock »


9 Agosto 1975


Jutta (a Adam e Natasha con una voce pacata e decisa che non ammette rifiuti)

Rifatevi il letto, sbattete i cuscini, ripiegate le lenzuola


I bambini si mettono al lavoro


Adam tu lo fai soltanto perché lo devi fare

Natasha no. Lo faccio perché voglio farlo

Adam lo fai perché devi farlo

Natasha no. Lo faccio perché voglio farlo

Adam la mamma ci ha detto di farlo e allora dobbiamo farlo

Natasha invece non devo farlo se non voglio farlo

Adam oh sì che devi

Natasha no non devo

Adam devi

Natasha non devo se non voglio


Giovedì 14 Agosto 1975


Adam è entrato nella stanza con due modellini di aerei che ha appena fatto. Dopo che Jutta e io li abbiamo ammirati


Adam mi piace di più questo

Ronnie perché?

Adam perché questo (l'altro) è soltanto un aereo civile

Ronnie e cosa c'è di male?

Adam non trasporta missili

Ronnie ha un bellissimo disegno

Adam oh il disegno mi piace. Ma ha soltanto queste bombe (ne indica due sotto te ali )

e possono essere usate solo in caso di assoluta necessità

Jutta le bombe e i missili non sono particolarmente belli

Adam be' questo mi piace di più perché è un aeroplano da guerra


Sabato 16 Agosto 1975


Pochi giorni fa Jutta ha regalato a Natasha una grossa palla variopinta (non gonfiabile né sgonfiabile)


Da tre giorni, appena sveglia, Natasha entra nella nostra camera (di Jutta, mia e di Max) con la palla, lamentandosi ehi sta diventando più piccola.


Natasha la palla è più piccola

Jutta non è più piccola Natasha. È esattamentete uguale

Natasha no. La palla sta diventando più piccola

Ronnie tu stai diventando ogni giorno più grande, e così ti sembra che la palla stia diventando più piccola

Jutta sta crescendo a vista d'occhio in questi giorni

Natasha la palla sta diventando più piccola


Agosto 1975


Natasha perché il ragazzo buttò l'orologio dalla finestra?

Adam perché voleva vedere il tempo volare *


* Una volta una delle mie pazienti mangiò il suo disco preferito. Chiesi a Jutta: Perché quella ragazza si sarà mangiata il disco? Jutta: Perché voleva sentire la musica dentro di sé.



Devon Agosto 1975


Un'afosa giornata d'estate, vicino a una cascata. Natasha, seduta su una pietra, canterella tra sé


via me ne devo andare

molte giornate amare

lontano dovrò passare

(pausa)


molte giornate amare

lontano dovrò passare

se non mi vorrai chiamare

(pausa più lunga, ma non molto)


ti prego non chiamare

lontano voglio stare tanto

finché mi pare



Devon Agosto 1975


Caldissima mattina d'estate


Assorto nella lettura dell'Agamennone di Eschilo, sto meditando e sprofondando nel labirinto di quell'oscura leggenda


Mi sento tirare la barba


Papà?


È probabile che Natasha sia lì da un po' di tempo


Papà? (tirandomi la barba) Hai dimenticato come si fa a sorridere, papà?

Ah! Ecco un sorriso. Salve papà


Martedì 26 agosto 1975


Natasha tu puoi alzare David?

Ronnie sì

Natasha e David può alzare te?

Ronnie sì

Natasha e Arthur?

Ronnie David può alzare Arthur e Arthur può alzare David

Natasha e tu?

Ronnie Arthur può alzare me e io posso alzare Arthur

Natasha oh


Mercoledì 27 Agosto 1975


Natasha (contemplando Max)

adesso io non sono più la più piccola


Agosto 1975


Natasha è incuriosita da una scatola cubica.

L'ha voltata da tutte le parti guardandola con interesse.


Adesso ne ha tagliato via due lati e la sta facendo vedere a tutti. Sta saltellando per l'eccitazione.


Guarda papà. Se ci guardi attraverso non ne vedi il fondo


Devon Agosto 1975

Natasha ho un dente che tentenna

Papà fammi sentire. Oh sì

Natasha sì è quello il dente cattivo. Non voglio dirlo a nessuno

papà perché?

Natasha qui l'ho già detto a tutti. Ma a Londra non voglio dirlo a nessuno

Papà no?

Natasha no. Perché è un segreto e se lo dicessi a tutti non sarebbe più un segreto, vero?

Papà è vero, penso che tu abbia ragione


Lunedì l° Settembre 1975


A colazione


Adam quando avrò dieci anni tu ne avrai otto e quando ne avrò tredici tu ne avrai undici perché io ho due anni più di te

Natasha non posso diventare più vecchia di te ma posso diventare più grossa di te

Adam puoi diventare più grossa di me ma ne dubito

Natasha ne dubiti

Adam sì. Ne dubito


Lunedì 1° Settembre 1975


Mattino


Jutta per piacere Adam vuoi andare in casa a prendere una bottiglia di latte e un po' di burro


Adam continua a fare quello che sta facendo


Jutta Adam! Quante volte ti devo chiedere le cose

Adam che cosa?

Jutta per piacere vuoi andare in casa a prendere una bottiglia di latte e un po' di burro

Adam no

Jutta Ronnie!

Ronnie che c'è?

Jutta ho chiesto due volte a Adam di fare una cosa e lui non vuole farla

Ronnie fare che cosa?

Jutta andare in casa a prendere latte e burro

Ronnie non hai sentito che cosa ti ha chiesto la mamma?

Adam sì ma non sono obbligato a farlo

Ronnie lei te lo ha chiesto gentilmente, mi pare

Adam vuoi dire che non posso rifiutare?

Ronnie puoi rifiutare, ma se rifiuti io sarò poco gentile con te

Adam in che modo?

Ronnie in qualche modo

Adam in quale?

Ronnie prova e vedrai

Adam ma in quale modo?

Ronnie oggi non avrai nemmeno un biscotto


Lui comincia a fare i suoi calcoli. Io stringo gli occhi e cambio tono di voce


avanti muoviti o va a finir male sul serio

Adam vuoi dire che devo andarci

Ronnie sì


C'è andato


Sabato 6 Settembre 1975


Nello scompartimento di un treno


Natasha ho le mani pulite, posso toccare Max?

Ronnie no

Natasha oh oh oh. sì

Ronnie no

Natasha Ronnie ha detto no è sì

sì è no

oh oh oh

no vuol dire sì

e sì vuol dire no

Ronnie ha detto sì

Ronnie no Natasha

Natasha d'accordo papà


Settembre 1975


Giocando a palla con Natasha


Papà ancora tre tiri

Natasha sei tiri

dopo tre tiri

Natasha ancora tre tiri

Papà be' d'accordo

dopo questi tre tiri

Natasha ancora uno

Papà be' questo è l'ultimo

dopo l'ultimo tiro

Natasha ancora uno

Papà be' questo è l'ultimo ultimo

dopo l'ultimo ultimo tiro

Natasha ancora uno

Papà be' questo è proprio l'ultimo ultimo ultimo

dopo l'ultimo ultimo ultimo tiro

Natasha vado a fare una corsa


E corre via senza voltarsi indietro Niente ultima ultima ultima ultima volta


Londra Settembre 1975


Sera


Improvvisamente mi sento stanco. Ho bisogno di distendermi. Non appena mi sono sdraiato


Natasha mi sleghi il pallone?

Papà mi dispiace Natasha sono stanco

Natasha ma voglio che mi sleghi il pallone

Papà dopo, forse tra dieci minuti ma ora no

Natasha oooh papà ma voglio che me lo sleghi ora

Papà scusa ma ora no ora no. Devo chiudere gli occhi e non muovere nulla per qualche minuto

(silenzio)

Natasha credi che un pallone basti?

Papà dipende da cosa vuoi farne

Natasha quando sarà il mio compleanno mi comprerai un pallone?


Ieri era il compleanno di Adam. Alla festa di compleanno c'erano dozzine di palloni


Papà oh ti comprerò un mucchio di palloni.

Quanti ne ha avuti Adam. Di più se vuoi

Natasha e quanti me ne compreresti se non fosse il mio compleanno?

Papà ti comprerei un mucchio di palloni in qualsiasi momento

se tu li volessi veramente

Natasha ma credi che uno basti?


Sono perplesso. Non dico nulla


Natasha credo che uno basti


Poi improvvisamente quello che tiene in mano scoppia. Per caso.

Io faccio un sobbalzo.


oh scusa papà

oh ho fatto scoppiare il pallone! scusa papà (e corre dalla mamma) mamma ho fatto scoppiare il pallone, mamma ho fatto scoppiare il pallone


Sabato 13 Settembre 1975


Natasha possono sorridere tutte le persone del mondo?


Giovedì 18 settembre 1975


Adam potrei fare qualcuna delle mie invenzioni?

Ronnie quali invenzioni?

Adam ho fatto molte invenzioni

Ronnie quante?

Adam molte

Natasha quattro

Ronnie e quali sono?

Adam la mia prima invenzione è stata una capsula spaziale con molte possibilità

Ronnie ah sì

Adam e la mia seconda invenzione è stata un darikrex

Ronnie un cosa?

Adam un darikrex *

Ronnie non ho mai sentito parlare di darikrex

Adam il nome gliel’ho dato io

Ronnie e che cos’è?

Adam è una macchina che spara tre tubi

Ronnie spara che cosa?

Adam banane, piselli e pomodori

Ronnie davvero!?

Adam e la mia terza invenzione è stata un carro per schiacciare la neve. Avrà una cabina con un disegno speciale

Jutta non ci sarà freddo?

Adam ci sarà un riscaldamento centrale, così si evita di dover usare l'elettricità


* Il giorno seguente (19 settembre) ci fu un articolo sull'I.T.H. dei dottori Herbert e Irving Dardik sul trapianto chirurgico del cordone ombelicale.


Martedì 7 Ottobre 1975


Mattino


Natasha papà

Papà sì Natasha

Natasha non so ancora legarmi le scarpe

Papà imparerai presto

Natasha lo so. Ma papà.

Mi sono messa le scarpe prima di Adam


Sera


Natasha (muovendo in fretta il braccio)

va più veloce di così un'automobile?

Papà sì. Credo di sì. Ma non te lo so dire, con precisione

Natasha e a che velocità va il mio braccio?

Papà non te lo so dire


Mercoledì 4 Novembre 1975


Dopo cena, mentre siamo seduti intorno

al tavolo con degli amici, entra Natasha con una bottiglia


Natasha guarda

Ronnie oh

Natasha ti piace la mia bottiglia

Ronnie sì, molto

Natasha sto raccogliendo bottiglie

Ronnie oh perché?

Natasha così ne avrò più di Adam

Ronnie interessante. E cos'altro c'è « Più di Adam »?

Natasha dopo il bagno. Io mi verso più acqua sui capelli

Ronnie non lo sapevo proprio

Natasha e riempirò d'acqua tutte le mie bottiglie

Ronnie così avrai più acqua di Adam

Natasha sì (in tono definitivo)


Mercoledì 12 Novembre 1975


Tardo pomeriggio


Tornando a casa ho incontrato Natasha e Matthew. Natasha ha detto « Ciao papà ». Ci siamo dati un bacio. Mentre mi allontanavo l'ho sentita dire a Matthew « Quello è il mio papà ».


Circa mezz'ora dopo Natasha è entrata in bagno mentre stavo nella vasca. Si è

fermata a guardarmi. E mi ha fissato per un po' di tempo.


Papà Be'?

Natasha sei lo stesso papà che ho baciato per la strada?

Papà (con irritazione) sì (pausa) Sì! Perché?

Natasha sei lo stesso papà?

Papà Si! Perché? Pensi che potrei essere un altro?

Natasha hai i capelli più corti

Ronnie infatti sono più corti

Natasha si sono raccorciati (in tono dubbioso)

Ronnie no non si sono raccorciati

(pausa)

li ho fatti tagliare più corti (lei non mi crede. Sento una fitta d'angoscia) sì! È vero. È venuto qui un uomo (è la prima volta che succede) che taglia i capelli. Mi ha tagliato i capelli prima che tu tornassi

Natasha no, ho capito. Sembrano più corti perché ti sei fatto lo shampoo (Mi sento sollevato. Almeno ha scartato l'ipotesi che io sia un papà diverso)

Ronnie sì. Ma sono davvero più corti perché sono stati tagliati più corti

Natasha no. Ho capito. Sembrano più corti e tu sembri diverso


Ed è uscita dalla stanza da bagno


Mercoledì 12 Novembre 1975

Adam cosa disse la candela all'altra candela?

Natasha non lo so

Adam oggi hai una brutta cera


Martedì 18 Novembre 1975


Sera


Jutta (scherzando) me ne vado via

Natasha (ridendo) non puoi perché ti voglio bene e se te ne vai ti uccido


Novembre 1975


Stessa sera. Più tardi


Natasha vorrei poterti sposare papà

Papà oh Natasha. Non si può

Natasha lo so, perché sei sposato con la mamma

Papà anche se non fossi sposato con la mamma

non si può

perché tu sei mia figlia e io sono tuo padre e le figlie non possono sposare i loro padri

Natasha siamo della stessa famiglia

Papà sì

Natasha ma anche la mamma è della stessa famiglia, e allora perché sei sposato con lei?

Papà quando la mamma e io ci siamo conosciuti

lei non era la tua mamma

e noi non eravamo

membri della stessa famiglia

e poiché non era

mia figlia potevamo benissimo sposarci e avere dei bambini

Natasha mettendo il tuo pene nella vagina della mamma

Papà e diventare una famiglia

Jutta è l'ora di andare a letto

Papà sì è tardi è l'ora di dormire

Natasha ma io non ho sonno

Papà mica ho detto che avevi sonno. Fa lo stesso.

Bacio (scambio di baci) e adesso te ne vai in camera tua e stai zitta e brava

Adam (baciando Jutta) Natasha vorrebbe sposare papà,

e io vorrei sposare te.


20 Novembre 1975


Sto leggendo The Great Chain of Being di Lovejoy. Natasha volteggia per la stanza tenendo in braccio Max.

Jutta annuncia « A cena! »


Natasha urla « Carica! » e parte al galoppo, ma fatti pochi passi si ferma


Scusa Max. Non sapevo di averti in braccio.

Carica!


E riprende il galoppo ma questa volta regge Max, come dice da qualche giorno, con « sapevolezza » o con « ricordanza ».


Martedì 25 Novembre 1975


A cena


Natasha (a Jutta e a me) Siete nati insieme voi due?

Ronnie vuoi dire dalla stessa mamma nello stesso momento?

Natasha sì

Ronnie no siamo nati in tempi diversi, in posti diversi,

e siamo nati da due mamme diverse che sono

le due vostre nonne


Film di guerra alla TV


Adam cambia canale

Jutta non cambiare voglio vederlo

Adam assassinomane!


Lunedì 1° Dicembre 1975


Adam cos'è che gira tutta la notte e va a letto al mattino?

Natasha non lo so

Adam il giornale

Natasha un giornale non va a letto

Adam sì, va letto al mattino


Ma Natasha non ha « afferrato » bene


2 Dicembre 1975


Adam camminiamo un po' sulle mani?

Natasha oh sì mi piaceva tanto venticinque anni fa!


8 Dicembre 1975


Natasha tu sei più vecchia di Margaret?

Jutta sì credo che Margaret abbia due settimane meno di me

Natasha quanti anni hai?

Jutta ne ho trentasei

Natasha sei più vecchia di Adam?

Jutta ma naturalmente, Natasha

Natasha io non sono la più giovane di casa adesso. Anche se Max diventa più vecchio non sarà mai più vecchio di me. Sarò sempre più vecchia di lui vero mamma?

Jutta sì Natasha

Natasha e papà è più vecchio di Arthur?

Jutta sì Natasha


Dicembre 1975


Natale


Adam (euforico, dopo due bicchieri di vino)

Venite in Paradiso!

Natasha non essere sciocco, il Paradiso è morto!


Gennaio 1976


Sono nella vasca da bagno. Natasha mi sta guardando


Natasha (indicando il mio ginocchio destro) che cos'è quello?

Ronnie è una « voglia »

Natasha a che cosa serve?

Ronnie a niente, sta lì. Anche mio padre ne aveva una sul ginocchio destro

Natasha e perché l'hai voluta?

Ronnie non l'ho voluta. Sono nato con questa


Non dice niente. Non è persuasa


Ronnie tu hai gli occhi scuri. Sei nata così

Natasha ma io volevo gli occhi scuri

Ronnie ed è per questo che li hai?

Natasha sì

Ronnie oh


Medito un poco su questa informazione


be', non hai niente che non volevi?

Natasha no

Ronnie volevi essere una bambina e non un bambino?

Natasha (indignata) sì

Ronnie non c'è proprio nulla che non volevi?


Roteando le pupille in alto, Natasha esamina tutte le possibilità. Dopo una lunga pausa


Natasha non volevo avere i pruriti


Febbraio 1976


Sto per andare al ristorante cinese a comprare il pranzo per tutti noi


Natasha mi porti con te a cavalluccio sulle spalle?

Ronnie oh sì. Ma fuori è una fredda serata d’inverno

Natasha lo so. Ci sono i fantasmi?

Ronnie può darsi

Natasha può darsi che fuori ci siano i fantasmi?

Ronnie hai mai incontrato un fantasma?

Natasha no

Ronnie come fai a saperlo?

Natasha lo so

Ronnie ma se non hai mai incontrato un fantasma come fai a sapere com'è?

Natasha lo so

Ronnie e com'è un fantasma?

Natasha è bianco, e spaventa la gente. Il bianco gli viene su da sotto

Ronnie oh

Natasha se invece gli scende fino ai piedi non è un fantasma

Ronnie come lo sai?

Natasha l'ho visto alla televisione

Ronnie oh via! Quasi tutto quello che si vede alla televisione è inventato — non necessariamente è vero

Natasha oh ma io lo so che se è bianco soltanto fino alle caviglie non è un vero fantasma

Ronnie questo è giusto. E non sai come fai a saperlo, vero?

Natasha no non lo so

Ronnie ma lo sai

Natasha sì

Ronnie sai un mucchio di cose che io non so

Natasha lo so

Ronnie e ci sono tantissime cose che sai

e non sai di saperle

Natasha lo so

Ronnie non credo di sapere più di quello che sai tu


Più tardi, tornando dal ristorante


Natasha il cielo è rosso

Ronnie vorrei che non ci fossero tutti questi lampioni così potremmo vedere bene il cielo

Natasha io vorrei che il cielo fosse quaggiù

Ronnie e poi? Poi ci si potrebbe volare sopra

Natasha io mi ci sdraierei sopra


Sabato 14 Febbraio 1976


Natasha e Adam hanno litigato


Natasha vorrei che fosse morto

Jutta oh Natasha

Natasha vorrei che avessero schiacciato il suo seme e che lui non fosse mai nato

Jutta ma Natasha! Adam è tuo fratello

e sentiresti la sua mancanza

Natasha voglio sentire la sua mancanza


Domenica 14 Marzo 1976

Stamani Natasha è in collera con Jutta e con me perché le abbiamo urlato di non urlare


Natasha (a Jutta) perché devi dire tutte queste bugie?

Jutta io non dico bugie

Natasha tutti i giorni dici delle bugie

Jutta non è vero

Natasha dici milioni di bugie

Jutta quali bugie?

Natasha a te non dico proprio nulla


Ho promesso a Adam e Natasha di dar loro dei dolci se.


Natasha papà quando ce li dai questi dolci?

Papà quando torna la mamma

Natasha li porta lei?

Papà no. Quando torna là mamma vi darò un po' di soldi perché andiate a comprare dei dolci

Natasha imbroglione!

Papà perché?

Natasha hai detto che tu ci avresti dato i dolci

Papà d'accordo quando torna la mamma andrò a comprare dei dolci, poi li porterò a casa e ve li darò - va bene così?

Natasha sì

Papà se state attenti a Max finché torna la mamma, d'accordo?

Natasha sì


E abbiamo tutti e tre tenuto fede all'impegno


Martedì Aprile 1976


Ierisera


Natasha resti disopra?

Papà no credo che fra un paio di minuti andrò disotto

Natasha immaginavo che l'avresti detto

Papà ma tu puoi stare qui

Natasha no io sto con te. Vado dove vai tu

se tu vai disotto io vado disotto

se tu stai disopra io sto disopra

Papà potresti stare disopra quando io vado disotto

Natasha avrei una specie di pelle d'oca

Papà che specie di pelle d'oca?

Natasha una pelle d'oca come se disopra ci fosse un fantasma

Papà che specie di fantasma?

Natasha un fantasma vero


Aprile 1976


Natasha lo sai perché l'inchiostro si è seccato?

Papà non lo so

Natasha perché era una penna repellente

Papà una cosa?

Natasha una penna repellente

Papà non ho mai sentito parlare di penne repellenti

Natasha lo so che non ne hai mai sentito parlare


Più tardi


Natasha te la sei scritta quella?

Papà no

Natasha la scriverai?

Papà be’ non ne sono sicuro

Natasha era una penna repellente

Papà ma questa non mi suona bene come le altre

Adam come qual è il modo più rapido per raddoppiare il denaro?

Papà piegarlo in due

Adam perché gli uccelli volano verso sud?

Natasha perché è troppo lontano per correre

Adam qual è il toro più pigro?

Natasha Toro Seduto. Era una penna repellente!


Devon 9 Aprile 1976


Sera


Natasha quando torniamo a casa?

Papà dopodomani

Natasha e quanto ci vuole a dopodomani?

Papà stanotte e

Natasha due dormite

Papà stanotte e una dormita

Natasha due dormite in tutto

Papà dormi stanotte e questa è una dormita e poi è domani. Alla fine di domani fai un'altra dormita e quando ti svegli da quella dormita è dopodomani e quello è

il giorno

in cui andiamo a casa

Natasha faccio una dormita stanotte per arrivare a domani e un'altra dormita per arrivare al giorno in cui andiamo a casa. Fa due dormite

Papà giusto. Lo sai che giorno è domani?

Natasha no

Papà vuoi che lo dica?

Natasha sì

papà domani è sabato

Natasha oh sabato

Papà sì. E lo sai che giorno è dopodomani?

Natasha no. Cos'è?

Papà domenica

Natasha domenica


Papà e lo sai che giorno viene dopo la domenica?

Natasha sabato

Papà no. Sabato viene prima di domenica. Il giorno

che viene dopo la domenica si chiama lunedì

Natasha lunedì

Papà e il giorno dopo quello?

Natasha martedì

Papà e il giorno dopo?

Natasha mercoledì

Papà e il giorno dopo?

Natasha (pensa)

Papà giovedì, e il giorno dopo?

Natasha venerdì

Papà e il giorno dopo?

Natasha sabato

Papà e oggi che giorno è?

Natasha lunedì

Papà no viene prima di sabato perché sabato è domani

Natasha venerdì. È venerdì


Più tardi


Natasha presto sarà il mio compleanno

Jutta è vero, ci sono soltanto quattordici giorni

Ronnie che data è?

Jutta il ventiquattro

Natasha non vedo l'ora che sia il mio compleanno

Ronnie che fretta hai

Natasha non vedo l'ora di avere i regali

avrò più regali di Adam vero?

Ronnie non è detto. Adam riceve i regali per il suo compleanno e tu ricevi i regali per il tuo. Non lo so chi ne avrà di più

Natasha ma per il mio compleanno io avrò più regali di Adam

Ronnie oh sì non preoccuparti. Quando è il compleanno di Adam è lui che riceve tutti i regali e tu nessuno e quando è il tuo compleanno sei tu che ricevi tutti i regali e Adam nessuno

Natasha ma Omilie (la madre di Jutta) potrebbe mandargli un regalo

Jutta è vero. Di solito manda sempre qualcosa a tutti e due

Ronnie be' per il tuo compleanno ne avrai sempre più di Adam


Per il suo compleanno Natasha vuole un finto walkie-talkie e una vera calcolatrice


Sabato 10 Aprile 1976


Natasha tu sei più vecchio di Jutta e sei più grande di Jutta

Io già

Natasha Jutta non potrà mai diventare più vecchia di te

(in tono rassicurante) ma potrebbe diventare più grande di te

Io no non può diventare più grande di me

Natasha potrebbe (pausa) perché no?

Io perché tutti e due abbiamo smesso di crescere

Natasha avete smesso di crescere?

Io sì

Natasha io non ho smesso di crescere. Devo crescere ancora per molto tempo

Io lo so

(pausa)

Natasha papà? Quanti anni hai?

Io quarantotto

(pausa)

Natasha quando smetterò di crescere?

Io non lo so forse quando avrai circa diciotto anni

Natasha e Jutta ha diciotto anni?

Io no. Jutta ne ha il doppio. Ha trentasei anni

Natasha diciotto e quarantotto sembrano la stessa parola

Io non sembrano affatto la stessa parola quando ne hai quarantotto (pausa)

Natasha c'è un uomo che ha detto che Adam e io siamo più giovani di quello che siamo

Io ah davvero. Come fate a essere più giovani di quello che siete?

Natasha non lo so è lui che ha detto così

Io non gli hai chiesto cosa voleva dire?

Natasha no

Io e com'era quest'uomo?

Natasha gli scricchiolavano le dita quando lui le muoveva in fretta così

(dandomi subito una dimostrazione molto convincente e inquietante)

e non quando le muoveva piano

Io e cosa credi che volesse dire?

Natasha forse voleva dire quello che ha detto

Io non vorresti provare a esprimere con altre parole quello che intendeva dire lui?

Natasha no. Non voglio provare a esprimerlo con altre parole


1° Maggio 1976


Natasha quando è il tuo compleanno?

Papà in ottobre

Natasha quanto tempo ci manca?

Papà mezzo anno circa

Natasha e quando è il mio?

Papà per il tuo ci vuole quasi un anno

Natasha allora il tuo è prima del mio?

Papà sì

Natasha sarà sempre prima del mio?

Papà no dopo il mio compleanno il tuo compleanno sarà prima del mio


A colazione


Papà Natasha non hai bisogno di prendere tutto quel muesli

Natasha sì invece

Papà ne prendi tanto così soltanto perché Adam ne ha preso altrettanto

Natasha io ne prendo più di Adam

Papà ma non puoi mangiarlo tutto no? Ne dovresti prendere soltanto quanto ne puoi mangiare

Natasha io ne mangio più di Adam

Papà ma si tratta solo di quanto ne vuoi mangiare tu,

non è questione di quanto ne mangia Adam

Natasha sì che lo è


Lunedì 3 Maggio 1976


A cena


Papà Adam. Ti ho sentito dire a Natasha

Adam oh lo so lo so

Papà hai detto a Natasha

Adam quando?

Papà domenica a colazione

Adam oh lo so lo so stavo solo scherzando

Papà hai detto

Adam no non l'ho detto

Papà hai detto a Natasha che se giurava su Dio

e poi non manteneva la parola Dio l'avrebbe odiata

Adam no non l'ho detto. Ho detto che se prometteva qualcosa a Dio e poi non la manteneva, quello è un peccato

Papà ti ho sentito dire

Adam era solo per scherzo. Non ho mai detto una cosa del genere

Jutta è un vero contorsionista. Fa sempre di tutto per cavarsi d'impaccio

Adam stavo solo scherzando

Papà scherzare su quel genere di cose è un peccato

Adam non ho mai detto niente del genere

Papà be' non dirlo mai più


Maggio 1976


Natasha papà mi abbottoneresti questo bottone, perché quando lo sbottono io finisce sempre che si abbottona


Mercoledì 12 Maggio 1976


Ieri sera


Adam mi puoi dare tre sterline per la scuola?

Papà per che cosa?

Adam sto costruendo una radio con Frank, e abbiamo bisogno di certi pezzi

Papà oh

Adam sì. Frank li ha pagati con i suoi soldi

Papà be' immagino. Chi è Frank in ogni modo ?

Adam Frank sa un mucchio di cose – sulla scienza, sugli uccelli; conosce i nomi di tutti gli uccelli, e le stelle e l'astronomia. Ti piacerebbe molto parlare con Frank; sa tutto sugli alberi e...

Papà ah ah ma cosa è questo Frank allora?

Adam Frank è il direttore della scuola secondaria

Papà ah davvero! Frank. È il Direttore. Frank.

E com'è?

Adam A volte si arrabbia

Papà Ah sì? E cosa succede?

Adam si mette a urlare. Urla

Papà che cosa?

Adam urla « piantatela! »

Papà piantate cosa?

Adam oh non gli va che noi facciamo troppo

baccano, che buttiamo all'aria le cose, o le rompiamo... Ti piacerebbe parlare con lui di scienza, parlare delle stelle, e del li-galassie, e delle nebulose, e poi di alberi e di uccelli.


Giovedì 13 Maggio 1976


Natasha papà?

Papà sì Natasha

Natasha la gente dice la verità alla televisione?

Papà a volte sì e a volte no

Natasha e quand'è che dicono la verità?

Papà non c'è modo di saperlo con sicurezza

Natasha dicono la verità nel telegiornale?

Papà a volte sì e a volte no

Natasha a volte dicono delle bugie

e a volte dicono solo cose vere?

Papà già


Sabato 15 Maggio 1976


Natasha papà?

Papà eh?

Natasha quand'è il tuo compleanno?

Papà è in ottobre

Natasha è domani?

Papà oh no, ci vogliono molti domani per arrivare a ottobre (pausa)

perché pensavi che fosse domani?

Natasha perché hai aspettato tanto tempo

Papà ma tu aspetti altrettanto

Natasha no io no

Papà tutti aspettano lo stesso numero di dormite o di giorni tra un compleanno e l'altro (pausa) Tu credi che qualcuno aspetti più degli altri?

Natasha sì


Maggio 1976


Max sta piangendo. Jutta è fuori. Io voglio lavorare.


Papà Natasha! Occupati di Max per mezz'ora


Nessuna risposta


Papà Natasha!


Nessuna risposta


Papà Natasha, se ti occupi di Max per mezz'ora ti do cinque pence

Natasha va bene


Prende Max in braccio. Dopo dieci minuti


Natasha quanti minuti sono passati?

Papà dieci minuti

Natasha ma dieci minuti sono più di mezz'ora

Papà no


Natasha culla Max su e giù, su e giù e ogni volta che lo abbassa


Natasha vola vola giù fino a Dio

Papà che cos'hai detto?

Natasha nulla

Papà vola vola giù fino a Dio?

Natasha sì (ridendo)

Papà che cosa vuoi dire?

Natasha stavo parlando con Max

Papà be' dillo ancora così so cosa vuoi dire

Natasha non voglio ridirlo perché l'ho già dimenticato


Domenica 16 Maggio 1976


Natasha mamma. È vero che Dio sa tutto?

Mamma non lo so

Natasha è vero che le fate volano fino a Dio?

Mamma non lo so

Natasha Adam dice di sì (pausa) ma possono tornare giù a vedere le loro mamme, e possono andare in chiesa e cantare le preghiere; e poi possono andare nelle loro case sottoterra


Giovedì 20 Maggio 1976


A cena


Il micio salta sul tavolo e annusa il formaggio

Papà micio!

Mamma sì micio! Mandalo giù. Potrebbe avere qualcosa

Natasha che cosa?

Mamma dei microbi nocivi per noi

Natasha mi hai fatto passare la fame

papà in che modo?

Natasha la minestra ha cambiato sapore

Papà la minestra è la stessa, è a te che sembra diversa

Natasha no, la minestra è cambiata

Papà la minestra della mamma non è cambiata

Natasha sì che è cambiata

Papà la mia è come prima

Natasha be' la mia è diversa. Non la voglio più

Papà la minestra è come prima. L'osservazione della mamma sul gatto l'ha fatta sembrare diversa a te

Natasha be' ma come ha fatto a cambiare il sapore della minestra?


Giugno 1976

Natasha se tutti hanno sempre il loro compleanno sempre nello stesso giorno come fa uno a diventare più vecchio di un altro?

Papà nessuno diventa mai più vecchio di un altro

Natasha oh!

Papà e nessuno diventa mai più giovane di un altro

Natasha oh!

(pausa)

Papà nessuno diventa più vecchio di un altro

perché tutti hanno il compleanno sempre nello stesso giorno

Natasha oh


Ancora non ha « afferrato »


7 Giugno 1976


Adam sta suonando per divertimento il nostro nuovo campanello a carillon. Mi sorprendo a gridare


Smettila. Non voglio più sentirtelo suonare a meno ch'io sappia che non sei tu


Mercoledì 9 Giugno 1976


Lentamente


Natasha Lunedì martedì mercoledì venerdì sabato.

Jutta no. Lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato domenica

Natasha lunedì martedì mercoledì venerdì sabato domenica

Jutta no. Lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato domenica

Natasha lunedì martedì mercoledì giovedì sabato venerdì domenica

Jutta no. Lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato domenica

Natasha domenica lunedì martedì mercoledì venerdì sabato domenica

Jutta no. Domenica lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato

Natasha domenica martedì mercoledì venerdì sabato sabato domenica

Jutta no! Domenica lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato

Ronnie Natasha

Natasha sì

Ronnie Natasha


Presto, a poco a poco accelerando, prestissimo


lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato domenica

Natasha lunedì martedì mercoledì

Ronnie giovedì venerdì sabato domenica

Natasha giovedì venerdì sabato domenica

Ronnie mercoledì giovedì venerdì

Natasha mercoledì venerdì giovedì

Ronnie mercoledì giovedì venerdì

Natasha mercoledì giovedì venerdì

Ronnie mercoledì giovedì venerdì

Natasha mercoledì giovedì venerdì

Ronnie domenica lunedì martedì

Natasha domenica lunedì martedì

Ronnie mercoledì giovedì venerdì

Natasha mercoledì giovedì venerdì

Ronnie mercoledì giovedì venerdì sabato

Natasha mercoledì giovedì venerdì sabato

Ronnie giovedì venerdì sabato domenica

Natasha giovedì venerdì sabato domenica

Ronnie domenica lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato

Natasha domenica lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato

Ronnie lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato domenica

Natasha lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato domenica

Ronnie lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato domenica

Natasha lunedì martedì mercoledì venerdì domenica sabato

Ronnie hai dimenticato giovedì e hai invertito sabato e domenica


Natasha si piega in due cade dalla sedia si rotola per terra ridendo gorgogliando sputacchiando poi si mette di nuovo a sedere


Ronnie domenica lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato

Natasha lunedì martedì giovedì domenica

Ronnie hai dimenticato domenica in principio, mercoledì in mezzo, e hai messo domenica al posto di sabato alla fine


Di nuovo Natasha si raggomitola tutta in preda alla sua gorgogliante ilarità, cade dalla sedia si rotola per terra e finalmente si rimette seduta per continuare


Ronnie lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato domenica

Natasha lunedì martedì mercoledì giovedì sabato venerdì domenica lunedì

Ronnie hai invertito venerdì e sabato e hai aggiunto un lunedì


La scena viene ripetuta


Natasha ancora papà, ancora

Papà ti fa il solletico, vero?

ti solletica dietro al cervello

Natasha sì (gorgogliando, soffocando di risate) sì papà, è vero. Fammi il solletico papà


Così ho fatto


16 Giugno 1976


Ierisera


Natasha lo sai chi vuol giocare?

Papà no

Natasha la neve


Domenica 20 Giungo 1976


Natasha papà, ho suonato il piano fino in fondo


Ha cominciato dall’ultima nota bassa di sinistra ed è salita fino all’ultima nota di destra


Domenica 27 Giugno 1976


Natasha sta leggendo in silenzio


Natasha riesci a sentirmi leggere?

Papà no, Natasha


Giugno 1976


Natasha Dio può uccidersi?

Jutta non lo so


Lunedì 28 Giugno 1976


Monty è un mio vecchio amico. Natasha non l'ha mai visto prima d'oggi


Natasha chi è che va nel negozio al mattino appena si alza?

Monty non lo so

Natasha il negoziante


Ho raccontato a Monty che Natasha ha domandato a Jutta « Dio può uccidersi? »


Monty esiste un rapporto incredibilmente stretto tra il sesso e la morte. Ti dico io che cosa vuol dire quella domanda. Lei sta chiedendo « Dio si masturba? »

Ronnie e cioè « Papà si masturba? »

Monty precisamente. Desidera sapere se lo fai senza la mamma o se hai bisogno della mamma: e se lei può farlo con te invece della mamma

Ronnie ah ecco

Monty spero che non ti dispiaccia se sono così franco

Ronnie oh niente affatto


Mercoledì 30 Giugno 1976


Pochi giorni fa


Adam l'hai sentita questa?

Papà quale?

Adam questa

Papà ma quale?

Adam questa

Papà oh dai

Adam be' vedi c'era un uomo

Papà sì

Adam però non m'interrompere e quando lui era bambino suo padre gli domandò cosa voleva e lui chiese al padre di dargli un cervello così suo padre gli dette un televisore e poi lui crebbe e diventò un adolescente e il padre gli chiese cosa voleva e lui chiese al padre di dargli un cervello così suo padre gli dette una casa poi crebbe ancora e diventò un uomo e il padre gli chiese ancora cosa voleva e lui gridò « Padre! Voglio che tu mi dia un cervello! » così suo padre gli dette un'automobile e lui si mise a guidare ed ebbe un incidente e perse quasi tutto il cervello perché ebbe il cervello danneggiato e lo portarono all'ospedale in ambulanza, col cervello danneggiato capisci, e suo padre era seduto accanto a lui e lui disse al padre: « Padre avresti dovuto darmi un cervello ».

Papà non so se mi pare divertente o no

Adam a me pare divertente

Papà oh be' allora


Giovedì 8 Luglio 1976


Ierisera uno degli amici di Adam è restato a dormire


Adam mamma, dai il bacio della buonanotte a David

David (otto anni) oh mi dispiace io mi faccio baciare soltanto dalla mia mamma e dagli

altri parenti


Lunedì 28 Luglio 1976


Adam ci sei stato nel centro della terra?

Papà no

Adam perché no? Non c'è stato mai nessuno.

È molto caldo e molto profondo

Natasha più profondo di questo tavolo


Adam alla TV hanno detto che quest'anno le vacanze di Natale saranno più lunghe

Papà sì

Adam come fanno a essere più lunghe? vuol dire che è più lungo arrivare a Natale?

Papà possono allungare le vacanze di Natale, ma non possono allungare il tempo per arrivare a Natale


Luglio 1976


Papà hai visto una scatola di fiammiferi?

Natasha sì ce n'è una sul cassettone


Mi sono avvicinato al cassettone. Natasha mi ha seguito. Mi chiedevo perché. Ho trovato la scatola di fiammiferi, ne ho preso uno e mi sono acceso la sigaretta. Lei è rimasta a osservarmi tutto il tempo


Natasha (perplessa) ma Adam ha detto che erano fiammiferi finti

Papà be' questo si è acceso

Natasha posso provare io?


Prende un fiammifero dalla scatola e lo strofina. Si accende


Natasha ma questi sono i fiammiferi finti

Papà è Adam che l'ha detto

Natasha ma sono i fiammiferi finti

Papà Adam dev'essersi sbagliato

Natasha ma ce li ho messi io

Papà e allora?

Natasha posso provarne un altro?

Papà no. Ce ne sono pochi, non voglio sprecarli

Natasha oh fammene provare un altro

Papà be' va bene


Ne prova un altro. Anche questo si accende


Natasha qualcuno è finto e qualcuno è vero

Papà scommetto che sono tutti veri

Natasha li ho messi esattamente qui

papà Adam deve aver cambiato i fiammiferi

Natasha no. Nessuno può averli cambiati. (pausa) Oh papà (estremamente contrariata. Pausa) Devono essere i fiammiferi che sono cambiati


Agosto 1976


Natasha e cosa vuol dire « bestemmiare »?

Ronnie alcune parole fanno riferimento a Dio e alle cose divine. Se sono usate trivialmente, o mescolate a brutte parole, quello è bestemmiare

Natasha cosa vuol dire « fanno riferimento »?

Ronnie la parola tavolo fa riferimento a un tavolo reale

Natasha oh sì (impaziente) e che cosa vuol dire « triviale »?

Ronnie non importante

Natasha papà?

Ronnie sì

Natasha papà, che lettera viene dopo la e?

Ronnie la d

Natasha e qual è l'animale che fa qua qua?

Ronnie l'oca

Natasha e qual è la malattia che viene ai gatti e che prude?

Ronnie la rogna

Natasha ora dilli tutti insieme

Ronnie cosa vuoi dire?

Natasha di' cosa viene dopo c

Ronnie ah sì, va bene, d oca rogna

Natasha ai detto diocarogna papà! Hai bestemmiato papà!


Agosto 1976


Natasha a Paul, il suo fratellastro grande


Riuscivi a far ridere la tua mamma quando eri bambino?


Adam perché lo scheletro non è saltato giù dalla scogliera?

Io non lo so

Adam perché non aveva fegato


Corfù 2 Settembre 1976


Il vento fa correre le nuvole e agita i rami degli alberi


Natasha è agitata la luna?


* Passammo il settembre del 76 a Corfù insieme ai nostri amici Arthur e Janet e alle loro figlie Kira (8 anni) e Nina (7 anni).


Nina è più piccola di Adam e scrive senza errori di ortografia


Nina sai scrivere senza errori?

Adam so scrivere meglio di te e tu sai scrivere perfino meglio di me


Settembre 1976


Natasha qual è la prima cosa che si mette in un giardino?

Arthur non lo so

Natasha il piede


Natasha non voglio dormire nel mio letto stanotte

Arthur per me va bene. Puoi dormire dove vuoi per quello che mi riguarda

Natasha allora dormo con te

Kira anch'io

Nina anch'io

Arthur (ridendo) non è possibile

Natasha perché no? Janette dorme con te e allora perché io non posso dormire con te o Kira dormire con te o Nina dormire con te?

Arthur (ridendo) io dormo soltanto con Janette

Natasha non è giusto Arthur, non è giusto

Ronnie va bene, allora dov'è che vuoi dormire?

Natasha voglio dormire dentro la sua narice

Nina voglio dormire dentro il suo orecchio

Kira voglio dormire dentro il pene di papà


5 Settembre 1976


Natasha solleva in alto una piccola ruota


Natasha avete visto l'automobile invisibile di Max?

Tutti no

Natasha ha le porte invisibili, i sedili invisibili, un motore invisibile, e tre ruote invisibili.

È invisibile!


Settembre 1976


Pesce a pranzo


Adam (a me) se tu fossi molto molto molto affamato e non avessi da mangiare, e stessi per morire di fame, mangeresti tua moglie?

Ronnie Jutta vuoi dire?

Adam sì

Ronnie se lei fosse viva no. Ma se fosse proprio morta, e io non avessi nulla da mangiare, forse mangerei il suo corpo. Direi di sì

Arthur chissà chi stiamo mangiando adesso?

Ronnie e tu mangeresti la mamma?

Adam no io non mangerei la mamma

Jutta e Max lo mangeresti?

Ronnie e me mi mangeresti?

Arthur la sapete quella storiella buddista? Una coppia si trova nel deserto con il loro figlio. Non c'è nulla da mangiare. Stanno morendo di fame. Devono attraversare il deserto. Il padre si offre per essere mangiato, e anche la madre. Ma poi si dicono che loro due senza il bambino hanno una possibilità di salvarsi, ma uno di loro con il bambino non ha possibilità. Potranno sempre avere un altro bambino. Così decidono di mangiare il figlio. I buddisti dicono che qualsiasi cosa mangiamo dovremmo mangiarlo come se fosse il nostro bambino

Ronnie o la nostra nonna. Questo pesce potrebbe essere mia nonna

Janette la riconosci dall'odore?

Ronnie mia nonna sognava sempre di andare a nuotare nel Mediterraneo, così si è reincarnata in un pesce ed è stata felice di nuotare tutto il tempo di qua e di là finché non l'hanno pescata e ora noi la mangiamo

Adam (in tono credulo) davvero, la nonna?

Ronnie (interrompendolo) no ho inventato tutto

Jutta questa conversazione mi ha fatto passare la fame

Arthur sei l'unica a cui ha fatto questo effetto


10 Settembre 1976


Adam perché non scrivi un libro sulle bestemmie?

Ronnie un libro sulle bestemmie?

Adam sì. Scrivi un libro su quello che signifìcano le bestemmie. Sai, Giuda cane e porco schifoso ed espressioni così. Scrivi un libro per dire alla gente che cosa significa


Corfù Settembre 1976


Per molti giorni, nemmeno una nuvola. Soltanto questo sole mediterraneo


Adam credi che il sole si stia prendendo la sua vendetta sulle nuvole?


10 Settembre 1976


Alcune domande di Adam oggi, il giorno del suo nono compleanno


Come si regola il tempo di una granata a mano?

Il piombo affonda nel mercurio?

Perché anche un granellino di sabbia affonda nell'acqua?

Perché anche una gocciolina d'acqua cade attraverso l'aria?

e,

Perché un bazooka vibra?


Sabato 11 Settembre 1976


A colazione, Adam mangia di più in piedi o saltando su e giù che seduto. È stato più volte invitato a dire grazie e per piacere e a rimettere a disposizione degli altri le cose che gli sono state passate e a guardare dove stanno il burro, il miele o la marmellata prima di chiederli.


e


Arthur guardami quando mi chiedi qualcosa Adam


e


Jutta mangia con la bocca vuota

Adam mangia con la bocca vuota?!

Ronnie ti ha beccato lui questa volta

Adam ah ah ah

Ronnie in ogni modo è ovvio quello che lei voleva dire

Adam parla con la bocca chiusa


Natasha Ronnie. Cioè, papà

Papà sì Natasha

Natasha quanti anni mancano al mio compleanno?

Papà ma Natasha, te l'ho già detto, da un compleanno all'altro ci corre un anno, e così ci vuole sempre meno di un anno fino al tuo prossimo compleanno


Natasha mi dice che lei non ha mai avuto un incubo


Settembre 1976


Litigando per un giocattolo


Natasha lui l'ha dato a me

Adam lui l'ha dato a te e

io l'ho dato a me


Settembre 1976


Dopo cena. È una notte stellata. Arthur in testa, andiamo tutti sulla spiaggia a fare un fuoco.


Natasha papà? Mi porti a cavalluccio?

Papà sì Natasha


E la isso sulle spalle. Per quanto tempo ancora sarò in grado di farlo?


Natasha ma non scrocchiarmi le dita dei piedi

Papà d'accordo Natasha

Natasha me le ha già scrocchiate Arthur


Ah! Adesso non sono più l'unico ad avere il permesso di scrocchiarle le dita dei piedi


Notte


sdraiati sulla schiena, osserviamo le stelle


Papà come è accaduto tutto questo?

Adam vuoi dire « chi l'ha fatto »?

Papà be' non esattamente, ma quasi

Adam un morto

papà un morto?! Come sarebbe?

Adam sì. Un essere umano morto


14 Settembre 1976


A colazione


Papà cosa intendevi dire con un essere umano morto? Un fantasma?

Adam un fantasma, uno spirito

Papà uno spirito

Adam sì, quando si muore. Uno spirito va su (partendo dal sommo della sua testa) e

un altro va giù. Quello buono va su e quello cattivo va giù

Papà e sono tutti e due dentro di noi finché siamo vivi?

Adam sì

Papà e intendi dire che uno spirito ha fatto tutto questo?

Adam no, non proprio che ha fatto tutto questo

Papà le stelle?

Adam le stelle c'erano già prima di noi. Alcuni dicono che è stato Dio a farlo. Dio è uno spirito. Ma io non credo che sia stato Dio. Tu credi che Dio esista, Arthur?

Arthur sì credo che Dio esista

Adam ma Dio dev'essere nato

Arthur come può essere nato Dio? Se esiste, è esistito sempre ed esisterà per sempre

Adam come ha fatto a venire sulla terra allora? E chi ha fatto Dio in ogni modo?

Kira (ad Arthur) tu e la mamma avete fatto me

Arthur non ti abbiamo fatta

Kira allora di dove sono venuta?

Nina le persone vengono dalle persone. E Dio ha fatto le prime persone

Adam le persone vengono da creature che erano come scimmie. Avevano il cervello più piccolo. E loro venivano da altre creature. Prima che ci fossero loro c'erano i dinosauri e cose del genere, e i pesci e il mare. Questo pianeta è come le stelle. Viene dai gas. E poi cominciarono a crescere delle cose e alcune sono diventate delle persone umane. E dal ferro e dai metalli hanno sviluppato la scienza e la tecnologia, e hanno fatto le cose che abbiamo adesso, i coltelli e le lame dei rasoi, e i telefoni e le macchine per scrivere, e le automobili e gli aeroplani e cose del genere - hanno sviluppato la scienza e la tecnologia, è così che adesso scopriamo le cose, con la scienza


Mercoledì 15 Settembre 1976


A cena


Adam andiamo, andiamo

Papà come sarebbe « andiamo, andiamo »?

Adam andiamo, andiamo, bestemmia! Bestemmia! Fammi sentire come bestemmi

Papà andiamo, andiamo davvero. Non ho nessuna voglia di bestemmiare. Perché mi vuoi sentire bestemmiare?

Adam voglio che tu bestemmi

Papà e io non voglio bestemmiare

Adam bestemmia! dai, bestemmia!

Papà non mi sento di bestemmiare

Adam bestemmia!

Papà perché?

Adam voglio farlo con te

Papà vuoi farlo con me?

Adam sì voglio farlo con te

Papà perché vuoi farlo con me?

Adam per farti perdere l'abitudine

Papà per farmi perdere l'abitudine?

Adam sì, per fartela perdere

(pausa)

Papà è così che ho cominciato

Adam oh

Papà eh sì. È stato uno dei motivi. Li imitavo per farli smettere. E poi ho preso l’abitudine anch’io

Adam oh

(pausa)

Papà ma non mi sento più di farlo

Adam ah no?

Papà no

Adam no?

Papà allora va bene?

Adam allora va bene

Papà d’accordo

Papà d’accordo


Corfù Settembre 1976


Pomeriggio sulla spiaggia


Adam avvista un oggetto non identificato che galleggia al largo. Propone un « piano di operazione ». Si tratta di arrivare laggiù a nuoto, identificare l'oggetto e, se la cosa è « fattibile », portarlo a riva.

La prima « operazione » è priva di eventi di rilievo. Arthur, Adam e io ci dirigiamo verso uno scoglio. Ognuno di noi getta in mare maschera e respiratore, si tuffa, li ricupera e se li mette.

L'operazione numero due consiste nell'avvicinamento all'oggetto non identificato. Partiamo tutti e tre insieme. Quasi subito Arthur e Adam mi distanziano e ben presto mi rendo conto che mi sono allontanato dalla riva più di quanto abbia fatto da almeno venticinque anni. Non è il caso di continuare. L'oggetto, una forma scura, sembra altrettanto lontano di quando lo guardavamo dalla spiaggia. Arthur e A-dam sono a una ventina di metri davanti a me. Poi Arthur si ferma. Adam vuole continuare ma Arthur gli ordina di tornare indietro. Mi raggiungono e nuotiamo tutti e tre verso riva.

Sono lieto di sentire di nuovo la terra ferma sotto i piedi e, con ginocchia tremanti, mi sdraio sulla sabbia. Arthur respira di sollievo. Adam è livido. Non l'ho mai visto così furibondo. Si getta sulla sabbia e comincia a contorcersi come un'anguilla per la rabbia e la frustrazione.


Getta tutta la colpa su Arthur.


Arthur Non dare la colpa a me! Era troppo lontano

Adam non è vero!


Jutta ha osservato tutto dalla spiaggia


Jutta eravate solo a mezza strada

Adam non è vero. C'eravamo quasi

Papà no che non c'eravamo. Era ancora lontanissimo. Assolutamente troppo lontano

Adam non era lontano

Papà era lontano

Arthur Adam! (non stava ascoltando) Adam! ! La tua mamma ha visto bene dalla riva

Adam non ha visto

Papà era troppo lontano


Adam ci sta guardando tutti e tre


Papà te lo dico io. Era troppo lontano

Arthur era ancora lontanissimo

Jutta non eravate nemmeno a metà strada


Adam è circondato da tutti noi


Adam state dicendo tutti delle bugie

Arthur senti. Perché dovremmo dirti delle bugie, Adam?

Siamo tutti amici


Adam non dice niente


Arthur era troppo lontano per me, e quindi era assolutamente troppo lontano per te


Continua a non dire niente


Papà Senti. Non puoi ancora nuotare più lontano di Arthur, né di me, perfino

Adam chi te lo ha detto

Papà la mamma ci ha visto da qui. Eravamo solo a metà strada

Jutta è vero

Adam dice una bugia

Jutta no, dico la verità. È che non vuoi riascoltare nessuno, ecco il tuo guaio

Adam be', te non ti voglio ascoltare

Jutta sta' attento, Adam. Sta’ attento

Papà credi sul serio di saperne più di ogni altro, vero

Adam tace

Ci concediamo un attimo di pausa, tutti tranne Adam che, sebbene silenzioso, non demorde


Papà Comunque. Non è una sconfitta

Adam sì che lo è

E la cosa ricomincia. Dopo la terza ripresa, con trascurabili variazioni, la veemenza di Adam non è in alcun modo diminuita


Jutta era un’illusione ottica

Adam una cosa?

Jutta un’illusione ottica

Adam un’illusione ottica?! E cos’è un’ «illusione ottica»?

Jutta qualcosa che sembra diverso da quello che è

Adam vuol dire che non posso credere ai miei occhi?!

Papà Be’. Non sempre. Non proprio, Non senza riserve

Adam riserve!?


E così di questo passo


Martedì 5 ottobre 1976


Sera


Adam se tu avessi un desiderio quale sarebbe?

Io può essere per uno stato o una cosa o

Adam quello che vuoi

Io vorrei essere felice - se fossi felice allora tante cose sarebbero come dovrebbero essere

Adam e quale sarebbe il tuo secondo desiderio?

Io che tutti gli altri siano felici

Adam tutti? In tutto il mondo?

Io sì, perché no?

Adam anche contro la loro volontà?

Jutta credi che ci sia qualcuno che non voglia essere felice?

Io be' d'accordo. Non voglio forzare nessuno a essere felice. Diciamo che tutti quelli che vogliono essere felici possano esserlo (pausa)

Adam papà?

Papà sì

Adam preferiresti essere forte o debole?

Papà preferirei essere forte

Adam preferiresti essere saggio o stupido?

Papà preferirei essere saggio

Adam preferiresti essere debole e saggio, o stupido e forte?

Papà debole e saggio

Adam e preferiresti essere felice e debole, o superbo e forte?

Papà felice e debole


Ottobre 1976


Natasha l'hai scritto tu questo libro? *

Papà sì

Natasha l'hanno stampato molto bene (voltando le pagine). Non c'è scritto molto sulla carta. Guarda, su questa pagina non c'è quasi nulla. Nemmeno in quest'altra. Io non ho mai visto libri con così poco sopra. Credo che sia il libro più sciocco che abbia mai visto


* Mi ami?


28 Ottobre 1976


Adam papà?

Papà sì Adam

Adam quando è il mio compleanno?

Papà non sai ancora quand'è il tuo compleanno?

Adam sì ma quanto tempo c'è al mio compleanno?

Papà cosa vuoi dire?

Adam quanti mesi?

Papà non sai ancora i mesi dell'anno?

Adam oh dai, papà

Papà be' ora siamo in ottobre. Poi c'è novembre, dicembre, gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre

Adam oh mio Dio

Papà non c'è mica fretta

Jutta tutti hanno un compleanno prima di te tranne papà

Adam oh (irritato)

Papà non sai nemmeno questo?

comunque io non ho fretta di arrivare al mio compleanno

Adam io sì invece

Papà non avrai mai più nove anni

Adam non li voglio avere

Papà il prossimo compleanno avrai dieci anni

Adam lo so. Non vedo l'ora

Papà dovresti ricavare il massimo da ogni giorno della tua vita

ogni minuto

non riavrai indietro nemmeno un secondo

Adam ti piacerebbe essere di nuovo giovane?

ti piacerebbe avere di nuovo nove anni?

ti piacerebbe avere di nuovo diciotto anni?

dai rispondi, ti piacerebbe avere di nuovo ventotto anni?

Papà mi piacerebbe vivere di nuovo la mia vita?


Novembre 1976


Adam papà, mi puoi insegnare una canzone natalizia con un tono elegante?


Giovedì 30 Dicembre 1976


Sera


Jutta, Adam, Natasha e Max sono appena tornati da Stoccarda dove sono rimasti una settimana con Opa e Omilie e tutta la famiglia di Jutta. Io sono tornato a casa pochi giorni fa. Adesso Natasha e io siamo comodamente seduti sul sofà mentre fuori c'è la neve e il gelo.

Natasha stavi suonando il piano quando noi abbiamo suonato il campanello?

Papà no

Natasha stavi guardando la televisione?

Papà no

Natasha stavi mangiando qualcosa?

Papà no

Natasha stavi scrivendo?

Papà no

Natasha stavi camminando su e giù?

Papà no

Natasha stavi fumando la pipa?

Papà no

Natasha stavi studiando?

Papà no

Natasha stavi seduto e basta?!

Papà stavo seduto e basta

Natasha oh, finalmente so che cosa facevi quando abbiamo suonato il campanello

Papà e aspettavo che suonaste il campanello

Natasha sapevi che stavamo per arrivare?

Papà vi stavo aspettando

Natasha ma lo sapevi che stavamo per arrivare?

Papà be' quando io sono tornato da Stoccarda erano esattamente le sette e venti, e così ho guardato l'orologio, ho visto che erano le sette e venti e mi sono messo a sedere aspettando che il campanello suonasse

Natasha sapevi che stava per suonare

Papà pensavo che suonasse e poi ho sentito le vostre voci e allora ho saputo che avrebbe suonato e così ha fatto. Esattamente alle sette e venticinque.


Un abbraccio


Gennaio 1977


La sera nel mio studio


Natasha (entra e mi offre della gomma da masticare) con questa gomma qui sono capace di soffiare una bolla (pausa) l'ho fatto oggi per la prima volta (adesso non ci riesce molto bene). E tu lo sai fare?

Papà (ci provo: senza successo) no

Natasha sì che puoi. Adam riesce a farle molto grandi

Papà be' vedi c'è qualcosa che lui sa fare e che io non so fare

Natasha non sai fare le bolle con la gomma! (in tono incredulo)

Papà quando avevo la tua età non mi permettevano di fare le bolle con la gomma così non ho mai imparato (ma evidentemente questa non è una scusa valida) e quando sono cresciuto non me n'è mai venuta la voglia

Natasha sei il più vecchio di tutti e non sai soffiare le bolle con la gomma!

Papà forse potrei se mi ci mettessi, ma non mi ci sono mai applicato

Natasha (allontanandosi e scuotendo la testa) sei il più vecchio di tutti e non sai soffiare le bolle con la gomma!


Jutta, Adam, Natasha e io abbiamo festeggiato insieme l'anno nuovo con una bottiglia di champagne Adam era stupito di come avesse fatto il tappo a entrare nella bottiglia


« Conserva quel tappo, voglio studiarlo »


Febbraio 1977


Natasha ha imparato a suonare al pianoforte una melodia e un'aria di Haydn


Le è venuta l'idea di suonarle insieme


Io le ho detto che aveva scoperto il contrappunto! Ma non sembrava molto interessata


28 Febbraio 1977


Tarda sera. Un altro « western » sta per finire

Il buono e il cattivo sono l'uno davanti all'altro per quella che può essere solo l'ultima volta


Tirano fuori le pistole

Il cattivo cade


Gira gli occhi in su e guarda per l'ultimi volta il sole


Natasha Ha detto « Mi ami? »


E muore


Marzo 1977


Con sorpresa Jutta s'imbatte in Adam che, con una bacchetta, sta facendo grandiosi gesti magici davanti alla palma malaticcia che teniamo nell'ingresso


Jutta Posso credere ai miei occhi?

Posso credere ai miei occhi?

Adam No


Più tardi


Jutta non potevo credere alle mie orecchie





Conversazione con R.D. Laing


a cura di Leo Nahon


d. Nell'introduzione a « Conversando con i miei bambini » lei dice: «... ho passato una considerevole parte della mia esistenza a studiare la comunicazione quando non è affatto divertente, la comunicazione deformata e la mancanza di comunicazione, soprattutto in contesti familiari, e a descriverne o a teorizzarne la miseria...

Tuttavia l'altra faccia della medaglia non è stata osservata con uguale attenzione. » Ora, lei dice, è tempo di godere ciò che di godibile vi è nella comunicazione familiare. Questo significa evidentemente che la famiglia è un meccanismo che può distruggere le persone ma può anche costruirle, che può distruggere dei valori ma anche costruirli: ciò crea forse una situazione contraddittoria. Come è possibile muoversi dentro di essa?

r. Il contrasto che lei presenta non è necessariamente una contraddizione. Non vedo alcuna contraddizione nel fatto che ci siano delle persone che gioiscono della loro situazione familiare e che invece ne esistano delle altre per le quali la vita familiare è ciò che più assomiglia all'inferno. È una zona di sofferenza opaca dell'esistenza, una situazione davvero infernale in cui, credo, a volte si genera quello stato psicologico che vediamo in molte persone che chiamiamo schizofreniche. Insomma esistono bambini seviziati nelle loro famiglie, fisicamente, emotivamente, socialmente e spiritualmente, ci sono bambini che nascono in famiglie assolutamente abiette e che in tutti i loro giorni di vita dentro la famiglia non riescono ad avere un briciolo di verità o di amore o di onestà, di sincerità o di libertà. Malgrado tutto ciò esiste davvero l'altra faccia della medaglia; nella mia vita professionale (non parlo qui della mia vita personale) ho incontrato delle situazioni di enorme sofferenza legata alla vita familiare, ed è forse questo che ha portato qualcuno a dire che io condanno la famiglia in quanto sistema sociale. Il mio amico David Cooper, ad esempio, lo ha espressamente fatto in un libro in cui, nel titolo stesso, pronuncia la morte della famiglia e individua quest'ultima come struttura che, nella nostra società, non può aiutare nessuno, ma al contrario, proprio per come è costituita, riesce solo a provocare le esperienze più negative e a impedire quelle più positive. Io invece non sono così radicalmente pessimista sulla famiglia, e la ragione principale è che conosco un gran numero di famiglie felici, direi proprio fondamentalmente felici, e così penso che la famiglia possa funzionare. Non vedo contraddizione nel fatto che a volte la famiglia non funzioni e il fatto che a volte, invece, funzioni.

d. Alcune concezioni psichiatriche rintracciano le radici della condizione che viene chiamata schizofrenia in un cattivo funzionamento del gruppo familiare; in questo modo viene proposto un preciso modello eziologico della malattia psichiatrica. Pensa accettabile questo modo di vedere?

r. È una questione molto delicata, anche se molto spesso perde completamente di validità proprio perché formulata in termini troppo drastici quali « la famiglia causa la schizofrenia ». Ebbene io credo che un'affermazione del genere sia un non-senso a tutta una serie di livelli; e non so se valga la pena esplorare i vari livelli di non-senso di questo modo di pensare su ciò che si suppone vogliano dire queste parole. Prendiamo ad esempio il termine schizofrenia. La schizofrenia nella sua accezione professionale, tecnica, nel senso in cui ne parlano tra loro gli psichiatri è un termine che venne usato per la prima volta in modo sistematico nel 1911 da Eugen Bleuler nel tentativo di unificare un certo numero di sintomi, a quel tempo non classificati insieme, tutti sotto l'etichetta di una malattia mentale di tipo costituzionale ed ereditario; qualche cosa di simile alla paralisi progressiva che si accompagnava ad alcuni tipi di follia. Nella psichiatria europea di quel tempo era questa una condizione patologica accettata dentro il modello cellulare della patologia, che metteva in risalto il fatto che doveva esistere qualche disturbo del metabolismo che si esprimeva a livello del fenotipo (cioè del corpo visibile) come frutto di un danno più sottile, più sfortunatamente indeterminato, del patrimonio genetico dell'individuo, cioè del genotipo. Da allora la psichiatria è sempre stata alla ricerca di un substrato organico della schizofrenia ma nessuna evidenza sostanziale di disturbo fisico è emersa fino ad ora, forse perché se tale disturbo esiste è troppo sottile per essere dimostrato. Di fatto le persone definite schizofreniche, nella grande maggioranza, sono, per ogni aspetto della vita comune, sani e a posto come ogni altra persona. Per quel che mi riguarda io cerco di affrontare il problema da un altro punto di vista; credo cioè che in tutto quello che è la schizofrenia, in tutta questa congerie di teoria, fantasia, ipotesi scientifica ma non di fatti, l'unica cosa che si può sicuramente definire un fatto è che esiste un gruppo di persone che hanno il mandato di diagnosticare qualcuno come schizofrenico, e questi sono gli psichiatri. Un « profano » non può diagnosticare un altro come schizofrenico, solo uno psichiatra che si sia sottoposto a un training approfondito può farlo; operatori sociali, infermieri, volontari o addirittura critici letterari possono, da dilettanti, parlare di schizofrenia, ma solo uno psichiatra ha il potere di questa definizione; e gli psichiatri si sono dati questo potere attraverso una manovra sociale e noi abbiamo il dovere di chiarire che gli psichiatri sono un gruppo di persone dotate di questo potere. Se partiamo di questa realtà nel tentativo di scoprire che cosa sia davvero la schizofrenia, se ci accordiamo su questo primo dato, converremo che siamo di fronte a un fatto sociale: un'attribuzionezione che uno psichiatra esprime nei confronti di un paziente. Questa attribuzione consiste nel dire che il paziente è incapace di stabilire un rapporto umano valido, comune, con lo psichiatra stesso. Ebbene questa attribuzione, a mio avviso, può essere giusta o essere sbagliata: è comunque lo psichiatra che decide in base ai propri criteri se la persona che ha di fronte è in grado di sostenere un rapporto umano « comune » con lui stesso, se le parole, le azioni, i contenuti di ciò che l'altro dite appartengono al modo comune di avere un rapporto umano anziché alla bizzarria e all'eccentricità. Questo stato di cose può essere spiegato con una serie di ipotesi, e se adottiamo il punto di vista della fenomenologia sociale dobbiamo guardare alla situazione dai punti di vista di entrambe le parti. Come antropologi dobbiamo dire che non necessariamente accettiamo la definizione di quella realtà in termini di « psichiatria e paziente » ma che siamo di fronte a due esseri umani di cui uno viene chiamato psichiatra e l'altro paziente. E lo psichiatra è in una posizione di potere tale da deprivare qualcuno della sua libertà, da imporre drastiche misure di manipolazione del corpo dell'altro, da tenerlo rinchiuso eccetera. D'altra parte il paziente vede in partenza dimezzato il suo potere per il solo fatto di essere definito come « il paziente ». Una volta guardato come paziente, il potere che uno ha tende a zero, proprio in virtù di questo sguardo. Il termine schizofrenia è una razionalizzazione che legittima socialmente questa operazione di riduzione a zero del potere di qualcuno.

d. Torniamo allora a parlare dei rapporti che in generale si creano tra il paziente e lo psichiatra rispetto al modello familiare. Sappiamo che in qualche modo il paziente si mette in relazione allo psichiatra riproducendo tipi di rapporto abbastanza simili a quelli che usava o usa abitualmente nella famiglia; possiamo pensare anche a una situazione rovesciata, cioè che anche lo psichiatra si comporti verso il paziente in maniera analoga al gruppo familiare; che la posizione terapeutica dello psichiatra riproduca di fatto le posizioni dell'intero gruppo familiare?

r. Sicuramente è così, e non credo affatto che si tratti di fantasie transferali; si tratta di un fatto reale. Se analizziamo le differenze di potere che esistono tra genitori e figli a livello economico e sociale, qualunque sia l'età dei figli, o meglio ancora se facciamo attenzione alla rete familiare comunque distribuita, matriarcale o patriarcale, col potere addensato da una parte piuttosto che da un'altra, scopriremo che esiste sempre una grossa differenza di potere tra adulti e bambini, e tra bambini e bambini, e tra maschi e femmine. Questa differenza di potere si riverbera su ciò che a ciascuno è concesso fare in relazione a ciascun altro, sessualmente, socialmente, rispetto al parlare, a chi parlare e per quanto tempo, con chi tacere e per quanto tempo, che atteggiamento avere a tavola o sui banchi di scuola eccetera.

Esiste dunque una cospicua separazione di potere tra genitori e bambini e una grande differenza di potere tra psichiatra e paziente; non saprei chi detenga più potere, probabilmente lo psichiatra. Ebbene, anche se qualcuno è spaventato dalle persone di potere (giacché è vero che alcuni abusano ili questo potere), noi come genitori abbiamo questo potere e tutto dipende da come lo usiamo. Se lo usiamo per ottenere obbedienza dagli altri spaventandoli al punto che essi non osino non obbedirci e se tentiamo di forzarli a pensare nello stesso nostro modo o a sentire che si deve agire nel tal modo, provocheremo automaticamente una enorme sanzione sociale su quasi tutti i pensieri, le immagini, i sentimenti, le intenzioni sottoposte a controllo sociale. E sbagliare in questo caso può provocare effetti catastrofici. È dunque un'evenienza auspicabile che si crei una griglia per l'elaborazione centrale di questi pensieri, immagini eccetera, in cui a diversi livelli, meta-livelli e meta-metalivelli avvenga una permutazione delle regole, tutte ragionevolmente coerenti. Vi immaginate che cosa accade quando queste regole sono contraddittorie (il che può facilmente capitare)? Accadrà che cambiare una funzione, passare da una funzione all'altra, diventa una minaccia e la persona può giungere a temere, giustamente, le situazioni in cui ciò possa verificarsi. Questa minaccia deriva dall'esercizio paradossale del potere, da parte dei genitori o dello psichiatra.

d. Dunque la famiglia come struttura può secondo lei essere influenzata dal modo in cui ciascuno usa il proprio potere. Possiamo dire lo stesso per il « setting » psichiatrico? Consideriamo ancora la psichiatria, ma consideriamola come istituzione: la psichiatria come ospedale psichiatrico. Crede che la trasformazione del rapporto col paziente internato possa prescindere in qualche modo dal fatto di essere collocati entrambi, paziente e terapeuta, dentro un'istituzione? Non pensa che esista un intimo potere istituzionale, che pertiene alla struttura dell'istituzione, che filtra qualunque rapporto, che deve essere aggredito necessariamente per poter trasformare la qualità di tutti gli altri rapporti?

r. Sono d'accordo sul fatto che esista uno stretto isomorfismo e un'analogia di proporzioni nelle differenze di potere dentro la famiglia e dentro la situazione psichiatrica. Debbo dire però, anche se questo può apparire strano, che non mi sento necessariamente scandalizzato dalla struttura in quanto tale. Io penso che la struttura in quanto tale non è destinata verosimilmente a sparire nel tipo di società in cui viviamo. Credo cioè che in una società democratica, in una società fascista, in una società comunista, in ogni tipo di società esista un gruppo di persone, si tratti di preti o di poliziotti segreti, di « uomini del re » di un tipo o di un altro, oppure si tratti di psichiatri, i quali sono investiti da parte della società del mandato di ridurre a zero il grado di potere di alcune persone e di trattarle poi a loro completa discrezione: di non far loro nulla o di fargliene di tutti i colori; a volte di condannarli a morte. Ora io non credo che noi ci muoviamo verso una società in cui tenda a sparire quella linea verticale con la quale coincide a un certo punto la posizione di quel piano inclinato che lega due esseri umani e che li vede dapprima di fronte su una stessa linea e poi sempre più disposti su livelli differenti, fino a trovarsi rispettivamente uno in cima e l'altro al fondo di questa sorta di altalena. Credo quindi che dobbiamo vivere con questa situazione; ad esempio, se io vengo arrestato da un poliziotto, per un motivo o per l'altro, per quanto io sia psichiatra perdo il mio potere; se invece sono uno psichiatra nell'esercizio delle sue funzioni ho il potere di pronunciare il grado zero di potere per chiunque, come psichiatra naturalmente e non come individuo. Agendo dentro la mia posizione clinica, se io visito una casa ho il diritto di ordinare all'ambulanza o alla polizia di portar via qualcuno dalla propria casa e di rinchiuderlo in osservazione per un certo periodo. Almeno, ciò può accadere in questo paese.

Ma non credo che la situazione sia molto diversa in altri paesi. A questo proposito potrei raccontare un esempio. L'anno scorso ero in Brasile a tenere un corso di perfezionamento a trenta psichiatri brasiliani, e uno di questi presentò un caso, una storia piuttosto lunga ma che può essere interessante. Il collega si trovava di guardia una notte in un ospedale psichiatrico di una città industriale del centro del Brasile quando fu chiamato alle tre del mattino in accettazione dove lo aspettavano quattro persone che si rivelarono poi essere un maggiore della Polizia Segreta brasiliana con il fratello minore, e due uomini della Polizia Segreta, tutti in borghese e tutti agli ordini del maggiore.

Il maggiore spiegò allo psichiatra di guardia che era venuto a far ricoverare suo fratello all'ospedale perché quel pomeriggio lo aveva trovato in città mentre tentava di scoprire perché la città fosse ancora in piedi, poiché egli aveva avuto una visione, cento miglia più lontano, dove abitava, secondo cui la città era stata spazzata via da un raggio della morte. Il maggiore aggiunse che la vicenda del fratello era cominciala dieci anni prima quando questi, armato fino ai denti, aveva tentato di attaccare una base aerea dicendosi il rappresentante di un Esercito Segreto Rivoluzionario brasiliano. Ebbene, cosa si poteva fare con una persona così? Era stato ricoverato in ospedale psichiatrico e diagnosticato come un caso grave, uno schizofrenico. Lo tennero in ospedale qualche mese e poi lo dimisero; ma dopo qualche mese ricominciò a fare delle cose più o meno pericolose. L'ultima in ordine di tempo fu di andare alla direzione dell'aeroporto internazionale di San Paolo e dire che aveva messo una bomba ad alto potenziale che sarebbe scoppiata entro cinque minuti. Naturalmente tutto ciò non era vero ma causò un sacco di scompiglio: era una bomba sociale di considerevoli dimensioni. Venne allora imprigionato finché il maggiore-fratello non venne a riprenderselo. L'uomo visse allora tranquillo al suo paese per un po' finché non ebbe la visione che Belo-Horizonte era stata distrutta e a questo punto il fratello, che non sapeva più cosa fare, pensò di portarlo all'ospedale perché in quello stato di mente era realmente pericoloso... naturalmente non aveva mai ucciso nessuno ma aveva causato un sacco di scompiglio sociale. Così lo psichiatra di guardia parlò con questo signore (e anch'io gli parlai), che confermò la storia per cui lo psichiatra decise il suo internamento.

Ecco, qui siamo di fronte al problema delle persone « matte», della loro pericolosità e di ciò che la società deve fare con loro. Ora io penso che si può certamente dire che esistono delle persone che sono « matte », se ciò vuol dire che ci sono delle persone che hanno perso il loro portamento sociale, il loro orientamento nello spazio sociale, il loro orientamento rispetto al sapere chi essi sono, chi sono gli altri eccetera, e questo disorientamento sociale li porta a comportarsi in un modo che a un certo punto gli altri attorno a loro non possono più sopportare. Stiamo cioè parlando non di persone « matte » ma accettabili, bensì di persone inaccettabili e considerate anche matte. Esistono persone che vengono considerate inaccettabili ma non matte, e queste sono i criminali, noi invece parliamo di persone inaccettabili, o comunque insopportabili per un periodo, e che inoltre sembrano matte. Ebbene, a queste persone io credo sia necessario dare una possibilità di vivere con gli altri e di trovare possibilmente, proprio attraverso la vita con gli altri, delle modalità di accettazione reciproca; e così credo che non sarebbero più degli « schizofrenici ». Io non credo che ogni istituzione psichiatrica debba essere una sorta di dispositivo per ridurre a zero il potere dei suoi utenti. Credo che possa esistere anche una situazione in cui lo psichiatra non salta addosso al suo paziente ma cerca con lui di giocare le possibilità reciproche su un piano di parità. Non riesco oggi a vedere nessun marchingegno sociale, né politico, né economico né di principio istituzionale che impedisca ai governi di progettare dei posti in cui persone che non sono criminali ma che sono socialmente insopportabili a causa del loro disorientamento mentale possano essere aiutati a ritrovare il loro orientamento, e non capisco perché ciò non possa essere fatto perfettamente da uno staff, naturalmente pagato, o da differenti tipi di staff, che nei confronti delle persone che giungono in questi posti assumano atteggiamenti di non interferenza, intervenendo al massimo nei casi in cui si verifichi una grave interferenza su qualcuno da parte di qualcun altro.

d. Nel suo libro I fatti della vita lei dice: « L'errore in psichiatria non è semplicemente casuale. È un errore di 180 gradi nella direzione opposta senza percezione.

« Nella mia teoria e pratica non faccio uso di termini psichiatrici. Trovo che la psichiatria sia in una tale imbrogliata confusione che personalmente, posso farne benissimo a meno. » I fatti della vita, Torino 1976, p. 116). È ancora vera per lei quest'affermazione? È del tutto inutile la psichiatria nel lavoro che lei tenta di fare?

r. Il lavoro che tento di fare è quasi esclusivamente in rapporto con le persone che vengono a trovarmi perché si trovano in uno stato di estremo disagio mentale, o a volte di disagio sociale o, diciamo, spirituale; diciamo che sempre lo si può chiamare disagio spirituale. Voglio dire che se pensiamo a qualcuno usando parole come spirito-mente, oppure anima-cuore o corpo e essere sociale, le persone che io vedo sono tutte in una bruttissima situazione rispetto a ognuna di queste dimensioni. Queste persone spesso hanno già provato i rimedi della psichiatria tradizionale, hanno preso psicofarmaci in passato o li stanno ancora prendendo; qualcuno ha fatto degli elettroshock, oppure a volte sono persone che vengono dallo psichiatra per la prima volta e non hanno avuto altre esperienze della psichiatria. Ebbene io cerco di trovare i mezzi più efficaci per contribuire ad alleviare i loro stati di sofferenza psicologica. In fondo sono uno specialista almeno nell'indirizzare una persona verso la disciplina che permetta di portare qualche contributo in questi stati di profondo disagio.

Ora io trovo utile, quando sono con una di queste persone, sottoporla a una sorta di rapido passaggio nel mio computer psichiatrico, ciò che comunque faccio, perché è molto facile che questo accada dopo anni di abitudine a farlo. Trovo inoltre molto utile individuare anche la collocazione sociale effettiva delle persone che vedo per capire come questa persona è vista dagli altri e da se stesso; parlo di persone che, per intenderci, sarebbero classificate da uno psichiatra tradizionale come schizofreniche, diagnosi che come ho già detto è un fatto sociale molto importante per chiunque. Ad ogni buon conto il problema è che uno sappia, e che io gli dica in ogni caso, in che modo lo posso aiutare ad uscire dalla sua profonda sofferenza psicologica; io penso che un modo molto ragionevole sia organizzare la possibilità di vederci un certo numero di volte, e di fare in modo che questa persona possa parlarmi più a lungo di questa sua sofferenza, perché queste cose sono spesso molto complicate e ci vuole parecchio tempo per capirle.

Se queste persone si trovano in uno stato di mente dal quale vogliono uscire, se sono in uno stato che li tormenta piuttosto che in uno stato che li rende felici, ebbene io valuto tutto ciò secondo la mia teoria della mente e vado incontro alle persone nel loro stato di confusione, e in diversi stati di confusione, e cerco di aiutarli a capire su cosa sono confusi, e questo sembra chiarire lo stato psicologico di queste persone e ciò a sua volta allevia il dolore. A volte si può suggerire di intraprendere la meditazione, che è molto utile nel chiarificare gli stati d'animo e nel ridurre la sofferenza e la confusione mentale; oppure si possono sperimentare le tecniche yoga. Altri trovano necessario stare molto soli, avere uno spazio tutto per sé e arrotolarsi in un angolo e starsene arrotolati per molto tempo, e questo non è facile da organizzare. Perciò non vedo perché le persone che sembrano aver bisogno di queste cose non possano ottenerle, ed è per questo motivo che noi, come Philadelphia Association, abbiamo organizzato una serie di case dove le persone possono stare e condursi alla loro maniera. Giacché io penso che, per quanto spiacevole, sia un fatto estremamente umano che una persona possa spaventarsi degli altri a tal punto da ritrovarsi totalmente bloccata, incapace di muoversi, di parlare, di tenere in piedi un rapporto qualsivoglia. Ma non direi che ciò mi autorizzi a pensare di trovarmi di fronte a un disturbo genetico, o a una condizione patologica sulla quale io debba intervenire praticando tutta una serie di interventi. Può darsi invece che una persona così mortalmente spaventata riesca a sciogliersi se le dico « guarda fratello, non ho intenzione di farti nulla, onestamente, del tutto onestamente, ti assicuro che non farò assolutamente nulla su di te ». Di solito una persona che sente parole del genere riesce a sgelarsi un poco, sente una specie di relax, tira un respiro di sollievo, perché si rende conto di non trovarsi nel solito studio dello psichiatra che, verosimilmente, tenderà a far diagnosi di schizofrenia se la persona è terrorizzata al punto giusto. Ecco, direi che si tratta di trovare un nuovo modo da parte della società di «negoziare » la situazione di crisi del rapporto umano senza cadere nelle modalità incivili tuttora usate.

3 aprile 1979