Spiritualismo
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Orientamento filosofico basato sul
riconoscimento della realtà sostanziale dello spirito. Il termine
fu introdotto nel 19° sec. da V.
Cousin, anche se la tradizione spiritualistica può essere
fatta risalire a sant’Agostino. Strettamente legata al privilegio
accordato alla conoscenza introspettiva e alla coscienza come sede
di principi gnoseologici e valori morali, questa tradizione è
peraltro connessa alla difesa delle dottrine cristiane e,
soprattutto nel pensiero francese tra Ottocento e Novecento (da M.
de Biran a C. Renouvier a M. Blondel),
si è contrapposta, oltre che al materialismo e al positivismo,
all’idealismo immanentistico di tipo hegeliano. Con il termine di
s. sono state designate particolarmente la corrente di pensiero
(s. cristiano) affermatasi in Italia, a
partire dagli anni 1930, con A.
Carlini, A.
Guzzo, M.F. Sciacca,
L. Stefanini e F. Battaglia, la quale sviluppa nel senso della
trascendenza teistica alcuni motivi fondamentali del concetto
gentiliano di spirito, e la filosofia dello spirito, affermatasi
in Francia
con L.
Lavelle, R. Le
Senne e altri, la quale afferma il valore fondamentale della
metafisica, in unità con la morale, quale dottrina della persona
costituentesi in rapporto all’assoluto.
Dizionario di Filosofia (2009)
Orientamento filosofico basato sul riconoscimento della realtà
sostanziale dello spirito, la cui connotazione si precisa in
relazione al significato che assume tale termine. In via generale,
lo s. si presenta sia nelle concezioni metafisiche dualistiche sia
in quelle monistiche, a seconda che concepisca la realtà spirituale
soltanto come una delle realtà esistenti, accanto a quella
materiale, o come l’unica vera realtà, benché anche nel primo caso
quella spirituale sia comunque considerata come indipendente e
superiore a quella materiale. Il termine fu introdotto nel 19° sec.
da Cousin, anche se la tradizione spiritualistica può essere fatta
risalire in senso lato al pensiero greco e alla tradizione platonica
in partic., nei quali tuttavia il termine spirito (πνεῦμα), conserva
la sua connotazione materiale di «soffio vitale» e la realtà
spirituale viene indicata piuttosto con il sostantivo νοῦς
(«intelletto, mente»). Lo s. novecentesco tende a individuare in
Agostino l’iniziatore di questo indirizzo filosofico,
rintracciandovi i temi cardine dello s., dalla polemica con il
materialismo in sostegno alla spiritualità all’invito a fare
dell’interiorità il centro degli interessi umani, la sede
dell’autocoscienza e del rapporto con la dimensione divina.In età
moderna, si riconoscono invece tra gli esponenti dello s. Descartes,
Malebranche, Leibniz, Berkeley. Strettamente legata al privilegio
accordato alla conoscenza introspettiva e alla coscienza come sede
di principignoseologici e valori morali, la tradizione spiritualista
è peraltro connessa alla difesa delle dottrine cristiane e,
soprattutto nel pensiero francese tra Ottocento e Novecento (da
Maine de Biran a Renouvier a Blondel), si è contrapposta, oltre che
al materialismo e al positivismo, all’idealismo immanentistico di
tipo hegeliano, basato su una nozione di spirito fortemente
compromessa con l’ateismo. In questo senso, si possono far rientrare
nello s. anche l’intuizionismo di Bergson e il contingentismo di
Boutroux, per il contributo dato da entrambi al movimento di
reazione alla cultura positivistica e per la decisa accentuazione
del momento della trascendenza rispetto a ogni forma di immanenza.
Una posizione di rilievo, soprattutto con riferimento agli sviluppi
dello s. francese, ebbero anche alcuni esponenti della filosofia
russa fuoriusciti dal loro paese, e soprattutto Berdjaev. Con il
termine s. sono state designate particolarmente la
corrente di pensiero (s. cristiano) affermatasi in Italia,
a partire dagli anni Trenta del 20° sec., con Carlini, Guzzo,
Sciacca, L. Stefanini, R. Lazzarini e Battaglia, la quale sviluppa
nel senso della trascendenza teistica alcuni motivi fondamentali del
concetto gentiliano di spirito, ricollegandosi peraltro alla
tradizione speculativa avviata da Rosmini, Gioberti, Galluppi, e la
filosofia dello spirito, affermatasi in Francia con
Lavelle, Le Senne e altri, che afferma il valore fondamentale della
metafisica, in unità con la morale, quale dottrina della persona
costituentesi in rapporto all’assoluto. A questi e ad altri autori
si collegano la cosiddetta filosofia riflessiva di Nabert,
legata a Kant e all’idea di riflessione come via attraverso la quale
il soggetto conquista la piena autocoscienza, e lo s.
pedagogico, che pone al centro dell’educazione il richiamo
alla coscienza come momento unitario o di sintesi nella formazione
dell’educando e a un’etica del fine. Va anche ricordato che in
Francia, soprattutto attraverso questi ultimi orientamenti, lo s.
ebbe alcuni punti di contatto con il personalismo (➔), con
l’esistenzialismo (➔), e con l’ermeneutica (➔).