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Filosofo (Derby 1820 - Brighton 1903); prima ingegnere
ferroviario, poi (1848) viceredattore dell'Economist, pubblicò nel
1850 la sua prima opera, la Social statics, cui seguirono varî
saggi, alcuni pubblicati anonimi, raccolti poi in Scientific,
political and speculative essays (3 voll., 1891). Dopo il 1853, si
dedicò all'elaborazione del suo sistema filosofico (System of
synthetic philosophy). Nel 1862 uscivano i First principles; nel
1867, in 2 voll., i Principles of biology; nel 1872 la seconda ed.
dei Principles of psychology (2 voll.: la prima ed. era del 1855);
negli anni seguenti le ultime due parti: Principles of sociology
(3 voll.); Principles of morality (2 voll.). Nel 1896 l'opera, in
10 voll., era compiuta, e grande fu l'interesse con cui venne
accolta. S. vi sosteneva il principio che l'"evoluzione è
l'integrazione della materia e la dispersione concomitante del
movimento, mentre la materia passa da una omogeneità indefinita,
incoerente, a un'eterogeneità definita, coerente, e in cui il
movimento conservato subisce una corrispondente trasformazione"
(First principles, par. 145).
Questa legge fondamentale, di valore universale, doveva
permettere a S. l'edificazione di un monumentale sistema che,
partendo dalla biologia, si estendeva a ricomprendere psicologia,
sociologia, teorie etiche ed educative. La sua teoria
dell'evoluzione, formulata prima della pubblicazione dell'opera
più importante di Darwin, rimane, nonostante la successiva
incorporazione di idee darwiniane, essenzialmente predarwiniana e
lamarckiana e, nella sua formulazione speculativa, scarsamente
suscettibile di una traduzione sperimentale. Importanti le sue
applicazioni alla psicologia.
Dopo una prima fase, influenzata da un modello di psicologia delle
facoltà e dalle suggestioni della frenologia, S. aderì alla
psicologia associazionistica, considerata peraltro in una
prospettiva evoluzionistica, per cui i fenomeni mentali, lungi dal
poter essere studiati di per sé, vengono visti come prodotto di un
continuo adattamento dell'organismo all'ambiente. Tra i riflessi,
gli istinti, gli inizî della vita cosciente e le sue più alte
manifestazioni, memoria, ragionamento, volontà, sussiste
un'ininterrotta continuità, esemplificata nella storia evolutiva
della specie. Di rilievo anche le sue teorie sulla società, sempre
legate all'idea base dell'evoluzione trasposta all'ambito del
sociale, in specie la distinzione tra società "militare", tipica
di una prima fase di sviluppo, in cui la cooperazione è
coercizione, e una società "industriale", successiva, in cui la
cooperazione è divenuta (o deve divenire) volontaria. Contrario a
ogni interferenza dello stato sullo sviluppo "naturale" della
società, avversò qualunque programma d'intervento riformistico,
sostenendo tesi di estrema conservazione. La sua ammissione di un
"inconoscibile", non accessibile alla conoscenza, limitata agli
eventi spazio-temporali, tendeva inoltre, pur sulla base di un
fondamentale agnosticismo, a una possibile riconciliazione tra
religione e scienza.
Enorme fu la sua influenza sui contemporanei, per es., sulla psicologia animale (cfr. l'opera di G. J. Romanes), sulla psicofisiologia (J. H. Jackson), sulla psicologia funzionalistica di W. James e sulla sociologia americana, in particolare sul darwinismo sociale (derivato da un'estensione analogica dell'idea di selezione naturale, sopravvivenza del più adatto, al contesto sociale e rappresentato specialmente da W. G. Sumner). Fu socio straniero dei Lincei (1878).
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Wikipedia
Herbert Spencer (Derby, 27 aprile 1820 – Brighton, 8 dicembre
1903) è stato un filosofo britannico.
Molto apprezzato, specialmente nel mondo anglosassone, nel 1902
venne candidato al Premio Nobel per la Letteratura.
Biografia
Nacque da una famiglia della piccola borghesia. Fu cresciuto senza
convinzioni dogmatiche definite ricevendo dal padre un forte
sentimento di opposizione a tutte le forme di autorità.
L'atteggiamento antidogmatico e antiaccademico sarà una costante
della sua vita. Alternò periodi di studi e di lavoro. Già dal 1851
aveva abbracciato i principi dell'evoluzionismo.
Interessato ad elaborare una teoria generale del progresso umano e
dell'evoluzione cosmica e biologica, Spencer si propose già dal
1860 l'idea di un Sistema di filosofia generale, che egli precisò
nei First Principles (1862) che è la sua opera fondamentale, e
quindi applicò successivamente alle più vaste e diverse discipline
del sapere:
* Principles of Biology (1864 - 1867)
* Principles of Psycology (1870 - 1872)
* Principles of Sociology (1876 - 1896)
* Principi di etica (1879).
Già dai suoi primi saggi emerge con chiarezza l'impostazione
fondamentale del suo pensiero, che intende l'evoluzione e il
progresso come la legge universale della vita e del cosmo.
L'Inconoscibile nei positivisti
* il sapere si fonda su fatti osservati
empiricamente.
* la scienza individua le relazioni costanti
tra i fatti, leggi.
Ciò non significa però che la scienza possa giungere ad una
conoscenza assoluta. I limiti della conoscenza umana sono
connaturati negli stessi processi mentali. Infatti la scienza si
basa sul ricondurre i casi particolari a regole generali. Le
regole generali a loro volta saranno ricondotte a principi ultimi,
i quali, non essendo più riconducibili ad altro, saranno di fatto
inspiegabili. Quindi Spencer annuncia la relatività della
conoscenza, la quale prosegue per generalizzazioni e relazioni tra
i fatti senza poter mai giungere il principio unitario alla base
di tutto ciò. Esso è pertanto l'Inconoscibile, fondamento
metafisico di ogni realtà empirica. L'Inconoscibile è anche
l'oggetto costitutivo della religione. L'essenza ultima della
religione è che «l'esistenza del mondo con tutto ciò che contiene
e con tutto ciò che lo circonda è un mistero che deve esser sempre
interpretato». Tanto la scienza quanto la religione si devono
arrestare di fronte al limite dell'Inconoscibile, la scienza si
ferma, non può andare oltre, mentre la religione ne fa un oggetto
di venerazione e di fede.
In virtù della necessità relativistica di dover perlomeno
supportare la comprensione dell'Inconoscibile assoluto affinché si
proceda nell'evoluzione, Spencer distinse il limite della
relatività della coscienza da un'«energia infinita ed eterna da
cui derivano tutte le cose», sposando così larghi consensi nella
dottrina filosofica ermetica, a partire dal testo semi-anonimo del
Kybalion, caposaldo letterario dell'Ermetismo, che considerava
Spencer addirittura una reincarnazione di Eraclito, e dunque
patrimonio culturale di riferimento per tutti gli studiosi di
filosofia.
La teoria dell'evoluzione
La filosofia si occupa di unificare i risultati delle varie
scienze in una generalizzazione superiore, per questo Spencer
definisce il suo pensiero come sistema di filosofia sintetica. I
risultati generali raggiunti dalle varie discipline scientifiche
sono riassumibili in tre principi:
* indistruttibilità della materia,
* continuità del movimento,
* persistenza della forza.
Compito della filosofia sarà formulare una legge che li
ricomprenda. Spencer individua tale legge con la legge
dell'evoluzione. L'evoluzione ha quindi un triplice processo:
* passaggio dall'incoerente al coerente,
* passaggio dall'omogeneo all'eterogeneo,
* passaggio dall'indefinito al definito...
La formulazione generale della legge dell'evoluzione è contenuta
in Primi principi e nelle opere successive Spencer non fa che
applicarla ai campi delle specifiche discipline. Spencer cerca di
elaborare una teoria evoluzionista che possa valere sia per il
mondo naturale (evoluzione inorganica, inerente alla materia e le
sue trasformazioni ed evoluzione organica concernente la
trasformazione delle specie) che per il mondo sociale (evoluzione
superorganica).
Come si è visto schematicamente sopra l'evoluzione è il processo
durante il quale elementi disomogenei e separati entrano in
reciproca dipendenza. Coerentemente con la corrente positivista
egli riscontra analogie tra l'organismo individuale e l'organismo
sociale. Entrambi, infatti: vedono aumentare la loro massa con il
passare del tempo, mutano la loro struttura, che diviene più
complessa, aumentano, poi, l'interdipendenza delle loro parti e
sopravvivono alla morte delle loro singole componenti. Il suo
pensiero è quindi basato sul connubio tra l'evoluzionismo
darwiniano ed una visione sociologica organicista che prende le
mosse da Comte. Si può ravvisare un cambiamento di struttura,
conseguente ad un aumento della massa, nella divisione del lavoro,
fondamentale per l'evoluzione. Quest'evoluzione sociale deve
sostenersi, però, anche su principi necessari come il diritto di
libera associazione per ogni categoria sociale, la politica intesa
come strumento atto alla realizzazione della volontà dei cittadini
e alla tutela della loro individualità, liberismo economico e
cooperazione volontaria. Spencer ravvisa questi elementi nella
società inglese a lui contemporanea.
Il pensiero politico
L'applicazione della legge dell'evoluzione all'ambito sociale gli
consente così di spiegare il passaggio dalla società militare alla
società industriale. La mancanza di coesione tipica delle società
primitive doveva esser surrogata con una centralizzazione del
potere in un sistema gerarchico. Nelle moderne società
industriali, la cooperazione forzata delle società militari è
stata sostituita da una cooperazione volontaria che consolida la
coesione degli individui. L'iniziativa, nella vita collettiva,
spetta soltanto all'individuo, lo Stato con le sue leggi non deve
regolare in alcun modo la società ma deve al massimo interessarsi
alle funzioni di ordine pubblico. La negazione di ogni
interferenza dello Stato con la vita sociale (assistenzialismo,
risoluzione conflitti sociali) fa di Spencer un sostenitore del
liberalismo politico avversando concezioni socialistiche o
comunistiche anche se, contrariamente allo stereotipo che lo vede
come un ultra-conservatore,Spencer era simpatizzante delle istanze
georgistiche,ferocemente anti-imperialista, femminista radicale e
sostenitore di un modello di produzione basato sulle cooperative
piuttosto che sul lavoro salariato.
L'educazione
Per quanto riguarda l'educazione, Spencer riteneva anch'essa
frutto dell'evoluzione (quindi naturale) e pensava che essa
dovesse dividersi in tre ambiti:
* motoria: perché uno stato necessita di buoni
animali in caso di guerra;
* intellettuale-scientifica: nell'ottica del
positivismo;
* morale: far comprendere gli errori (si rifà
all'empirismo pedagogico).
Al contrario di altri pensatori, come Durkheim, Spencer pensava
che l'educazione dovesse essere un processo di realizzazione
individuale che andasse oltre le necessità dello Stato.