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Il particolare atteggiamento intellettuale di chi ritiene unico
sapere valido quello delle scienze fisiche e sperimentali, e svaluta
quindi ogni altra forma di sapere che non accetti i metodi propri di
queste scienze. Il termine fu coniato in Francia
nella seconda metà dell’Ottocento e si diffuse poi altrove, avendo
di volta in volta significato positivo o negativo: si designarono
polemicamente come scientisti (e di conseguenza come antimetafisici)
i positivisti (per es., H.
Taine); di contro impiegarono spregiativamente il termine
coloro che, come E.
Boutroux, vedevano nel determinismo positivistico e
nell’affermazione dell’oggettiva necessità delle leggi naturali,
estese anche al mondo umano, l’espressione di un rigido dogmatismo.
Oggi il termine è usato solo nel suo significato negativo a indicare
l’indebita estensione di metodi scientifici ai più diversi aspetti
della realtà.