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Dizionario di Filosofia
Termine comparso nel 19° sec. in Germania per designare
inizialmente la dottrina di coloro che, contro il panteismo,
affermavano l’esistenza di un Dio personale. Il termine si impose
anzitutto nel solco kantiano: Renouvier lo introduceva in Francia
con la pubblicazione, nel 1903, di un libro intitolato Le
personnalisme con il quale intendeva sottolineare la
realtà ontologica e giuridica di un Io ideale, la persona,
che si libera dall’Io empirico condizionato dalla natura e dalla
società. Anche se, in seguito, nasceranno versioni del p.
assai distanti dal kantismo, il termine conserverà, in
filosofia, l’impronta di questo appello etico a un’esistenza
responsabile, che è la caratteristica dei moralisti kantiani.
All’inizio del 20° sec. la corrente del cattolicesimo sociale
s’incontra con questa influenza kantiana, e il punto di convergenza
sarà costituito proprio dal vocabolo «persona»,
il cui ambito semantico si specifica in due direzioni: una
giuridica, la persona come soggetto di diritti, e una teologica, la
persona come essere autonomo dotato di una virtualità di
esistenza eterna. Il giuoco reciproco di queste diverse accezioni
favorisce il nascere di un insieme di concetti – connotati in senso
ora teologico, ora etico, ora giuridico – che pongono l’uomo come
soggetto e fine della società civile e affermano l’eminente
dignità della persona.
Su questo terreno il p. si sviluppa sia come dottrina ontologica,
principalmente nell’interpretazione dell’esistenzialismo proposta da
Pareyson, sia soprattutto come dottrina etico-sociale. Quest’ultima,
che fa capo a Mounier e al movimento associato alla rivista Esprit,
fondata nel 1932, mette l’accento sul valore assoluto della persona
e sui suoi legami di solidarietà con le altre persone,
contrapponendosi sia al collettivismo, che tende ad annientare la
persona nello Stato concepito in modo totalizzante, sia
all’individualismo, che riduce la persona a individuo affidato alle
leggi del mercato.
Inversamente, «la persona, partendo dal mondo
dell’impersonale, incorporandosi i suoi legami concreti, tende a
collegarsi agli altri attraverso gruppi o istituzioni che si possono
gerarchizzare, stabilisce dei bisogni concreti fino alla comunione,
di modo che al limite, essere è amare» (Mounier, Le
personnalisme, 1949; trad. it. Il personalismo).