Finito
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Nella filosofia greca, in rapporto al significato del termine greco
πέρας («limite»), ciò che
è completo perché condotto a termine, ciò che ha forma, ordine,
armonia e bellezza e quindi ciò che è perfetto perché ‘non manca di
niente’. Diversamente si configura il concetto di f. quando viene
messo a confronto con l’infinito nel contesto della cultura
religiosa dell’età ellenistica: posta la divinità come ciò che non
trova limite nelle sue possibilità, a essa si contrappone il f. come
ciò che è limitato in quanto trova ostacoli e non è capace di
adeguarsi all’infinito, e come tale è quindi imperfetto. Questo tipo
di problematica, già presente in Plotino, è accentuato nella riflessione
teologica cristiana, nella scolastica, nella filosofia moderna,
soprattutto in B. Spinoza, nella speculazione romantica e
infine nell’idealismo hegeliano.
La tematica del f. (o della finitezza)
come caratteristica propria dell’uomo è svolta dall’esistenzialismo,
che variamente accentua il carattere ontologico o esistenziale, il
significato negativo o positivo dell’essere finito.