Engels, Friedrich
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Filosofo e uomo politico tedesco (Barmen 1820 - Londra 1895).
Vita e opere.
Figlio di un industriale, crebbe in ambiente familiare politicamente
conservatore e di religione pietista, ma ben presto si mostrò
ansioso di una vita più libera. A Brema, dove nel 1838 il padre lo
mandò a fare il suo tirocinio commerciale, E. poté osservare la
condizione degli operai. Si entusiasmò per la Burschenschaft
(associazione patriottica studentesca) e poi per la Giovane
Germania; infine, in seguito alla lettura di D. F. Strauss, aderì
alle idee della sinistra hegeliana. Nel 1841, a Berlino, dove si
trovava per prestare il servizio militare, entrò in contatto diretto
coi giovani hegeliani. Condusse la polemica contro il vecchio
Schelling, che era stato chiamato all’univ. di Berlino non senza
intenti politici antidemocratici. Dei suoi scritti
antischellinghiani, svolti dal punto di vista del radicalismo
filosofico della sinistra hegeliana, il più notevole è l’opuscolo
Schelling und die Offenbarung (1842; trad. it. Anti-Schelling).
Negli ultimi mesi del 1842, passò dal radicalismo dei giovani
hegeliani al comunismo umanistico e moraleggiante di Moses Hess.
Alla fine del novembre 1842 partì per Manchester, per completarvi il
suo tirocinio commerciale presso una fabbrica tessile di cui il
padre era comproprietario. Questo soggiorno in Inghilterra fu
basilare per la formazione politico-ideologica di E.: egli studiò la
situazione sociale dell’Inghilterra del tempo, la condizione della
classe operaia, la sua azione politica. Il risultato di queste sue
esperienze fu una prima elaborazione dei temi della lotta di classe,
del ruolo decisivo del fattore economico nella storia, del
rovesciamento del sistema capitalistico, della critica dell’economia
politica classica e del suo presupposto ideologico: gli Umrisse zu
einer Kritik der Nationalökonomie (1844; trad. it. Lineamenti di una
critica dell’economia politica), apparsi nei Deutsch-Französische
Jahrbücher, testimoniano (come lo stesso Marx riconobbe) che E. era
pervenuto in modo autonomo alle idee essenziali del materialismo
storico.
Iniziò così la fraterna amicizia con Marx, che durò fino alla morte
di questo; oltre che collaborare sul piano scientifico, i due si
dedicarono insieme all’organizzazione del movimento socialista,
dapprima (1845) a Bruxelles, nei Comitati di corrispondenza della
Lega dei giusti, quindi (1847) alla direzione della Lega dei
comunisti. Con Marx E. redasse Die heilige Familie (1845; trad. it.
La sacra famiglia), Die deutsche Ideologie (post., 1932; trad. it.
L’ideologia tedesca), lo stesso Manifest der kommunistischen Partei
(1848; trad. it. Il manifesto del partito comunista).
Nel 1848 partecipò ai moti rivoluzionari in Germania; poi proseguì
l’attività organizzativa in Svizzera, Italia, Inghilterra.
Nel 1850 si stabilì a Manchester e iniziò a lavorare presso
l’azienda paterna, attività che gli consentì di sostenere
economicamente Marx. Partecipò quindi, sia pure indirettamente, alla
nascita della Prima Internazionale (1866).
Nel 1870 si stabilì a Londra, per stare in contatto diretto con
Marx, e negli anni seguenti tornò a dedicarsi anche al lavoro
teorico, pubblicando in partic. l’Anti-Dühring (1878: sempre in
collab. con Marx).
Dopo la morte di Marx (1883), su sua esplicita indicazione curò
l’edizione dei Libri secondo (1885) e terzo (1894) del Capitale,
attese al collegamento fra i vari centri del movimento socialista
internazionale, e contribuì con una serie di scritti allo studio dei
problemi teorici del comunismo.
Frutto della sua attività scientifica, sono, tra gli altri, Die
Entwicklung des Sozialismus von der Utopie zur Wissenschaft (1883;
trad. it. L’evoluzione del socialismo dall’utopia alla scienza), Der
Ursprung der Familie, des Privateigentums und des Staats (1884;
trad. it. L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello
Stato), L. Feuerbach und der Ausgang klassischen der deutschen
Philosophie (1888; trad. it. L. Feuerbach e il punto di approdo
della filosofia classica tedesca), l’Introduzione a Die
Klassenkämpfe in Frankreich: 1848-1850 (1895; trad. it. Le lotte di
classe in Francia dal 1848 al 1850) di Marx.
Il materialismo dialettico. Con modestia che alcuni hanno
considerato eccessiva, E. affermò che la maggior parte delle idee
fondamentali della dottrina da lui professata, specialmente in campo
economico e storico, si doveva a Marx. Ma a E. più che a Marx si
attribuisce la paternità del materialismo dialettico, cioè del
marxismo considerato come generale concezione del mondo. E. fu
infatti il formulatore di alcune leggi dialettiche; in partic.
nell’Anti-Dühring e nella Dialektik der Natur (post., 1935; trad.
it. Dialettica della natura) egli conduce la sua polemica in termini
hegeliani con riferimento agli aspetti neocritici del positivismo di
Dühring, mentre per la parte costruttiva si ispira largamente e
apertamente all’evoluzionismo di Darwin e di Haeckel, combinandolo
con gli schemi della dialettica hegeliana, ai quali vengono
ricondotte praticamente tutte le forme della realtà.
Nell’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato,
E. si riallaccia invece alle ricerche etnologiche di L.H. Morgan,
per interpretarle alla luce del materialismo storico, secondo il
parallelismo tra forme di appropriazione e istituzioni.
Nella sua Introduzione a Le lotte di classe in Francia dal 1848 al
1850 di Marx riesaminò la posizione del movimento operaio nella
situazione politica europea, e prospettò una utilizzazione dello
Stato borghese e della legalità borghese ai fini della conquista del
potere (sarà il riferimento della letteratura revisionistica).