INTRODUZIONE AL CASO JEANNE DEGOIS


Introduzione


Tra il 1976 e il 1978 trascorsi gran parte dei miei turni di guardia in Ospedale Psichiatrico in Biblioteca, leggendo le Riviste psichiatriche dall'800 in poi. L'intenzione era di capire come, a partire dall'afflato umanitario di Pinel, si fosse giunti alla realtà istituzionale disumana che avevo sotto gli occhi. Presi molti appunti, e abbozzai un progetto di ricostruzione storica dell'ideologia psichiatrica. Abbandonai tale progetto per l'eccessivo impegno che esso comportava. Mi limitai solo a scrivere un articolo (Furor curandi) che fu utilizzato anni dopo per un Seminario. Tra gli altri appunti, avevo trascritto, da una rivista francese, la perizia di uno psichiatra estremamente circostanziata su di una miserabile contadina finita in Manicomio per avere rifiutato di cedere il campo ereditato dal padre, messo all'asta dopo la morte di questi, e imputata di tentato omicidio contro il nuovo proprietario. Si trattava di una storia solo apparentemente banale. Pur giungendo alla conclusione che Jeanne Degois, l'imputata, fosse affetta da infermità mentale, la perizia attestava un'insolita attenzione dello psichiatra verso la storia della paziente e illuminava una personalità incolta ma fieramente incentrata sulla difesa dei suoi diritti e ostile alle istituzioni.

La storia mi suggestionò a tale punto che la sceneggiai, aggiungendo appena qualche elemento di fantasia. Prese così corpo Il caso Jeanne Degois che offro in lettura. L'importanza del caso va al di là della vicenda della protagonista. Esso infatti non solo pone in luce l'intreccio tra fattori soggettivi (la relazione della protagonista con il padre e l'ombra del padre) e fattori storico-sociali (l'affermazione del capitale sui piccoli proprietari terrieri, che chiude la stagione delle riforme subentrate con la Rivoluzione francese e apre la via all'industrializzazione dell'agricoltura) nella genesi del disagio psichico. La ricostruzione del caso vede la psichiatria ancora impegnata a rivendicare la separazione dei malati di mente dalla massa informe dei devianti e dei criminali. L'intento umanitaristico è degenerato via via che i manicomi, dalla seconda metà dell'800 in poi, divennero istituzioni totali ben peggiori, per tanti aspetti, delle carceri.

Purtroppo, il documento originario della perizia che, nella prima stesura de Il caso Jeanne Degois, risultava accluso, è andato perduto. Esso riposa in uno dei volumi della Biblioteca del S. Maria della Pietà (che penso non sia più agibile).

Il caso Jeanne Degois rievoca in me, oltre che il piacere di un'irripetibile stagione intellettuale, anche un ricordo precedente, di cui desidero rendere partecipe il lettore. Nel 1975, fresco di laurea e intenzionato a dedicarmi alla Psichiatria, dedicai l'estate ad un lungo viaggio di ricerca nei manicomi del Sud d'Italia, con un lasciapassare del Ministero della Sanità. La libertà di movimento che mi venne accordata dai Direttori degli Ospedali Psichiatrici, forse meno in virtù del lasciapassare che della mia aria di "sbarbatello", mi permise di registrare dalla viva voce degli internati un numero di "storie" alcune delle quali avevano poco da invidiare a quella di Jeanne Degois. Tra queste, la più singolare riguardava un contadino lucano ricoverato in manicomio da tre anni per una "crisi" che lo aveva indotto ad aggredire il Sindaco e a sfasciare gran parte delle suppellettili del Comune. Egli, che si riteneva ingiutsamente internato, adduceva come motivazioni del suo gesto un fatto specifico. Il suo campo era adiacente ad un torrente che, d'inverno, spesso ingrossava, impedendo ai suoi figli di raggiungere la strada per andare a scuola. Egli aveva chiesto più volte al Sindaco di provvedere a fare costruire un ponticello, perché non voleva che i suoi figli rimanessero ignoranti e facessero la sua fine. Voleva insomma farli studiare. Dopo due anni di vane richieste e di sterili promesse, aveva protestato con la violenza. Nella cartella clinica, veniva segnalato un delirio persecutorio incentrato sulla figura del Sindaco: un delirio strutturato, e qundi tale da comportare un internamento a tempo indeterminato. Gli psichiatri, con i quali parlai di persona, sostenevano che l'uomo vaneggiava dicendo solo "balle" sotto l'effetto di allucinazioni. Dato che il paziente mi sembrava attendibile, non potei trattenermi dall'andare al suo paese per un sopraluogo. Sia i familiari che i vicini confermarono sostanzialmente la sua versione. Il Sindaco che non esitò a ricevermi era un brav'uomo, mortificato dall'accaduto, che invocava a sua giustificazione il difetto di fondi. Certo, si augurava che il compaesano tornasse a casa. Aveva comprensibilmente un po' di paura.

Quante storie del genere andranno per sempre perdute...


IL CASO JEANNE DEGOIS

Scena I

Nella cucina della casa di Maurice Degois, un vecchio di circa 70 anni, rugoso e composto come la terra dei campi, dallo sguardo vivace ma severo. Maurice è su una vecchia poltrona malandata, con una coperta sulle ginocchia. La figlia Jeanne, trentenne, di corporatura esile ma vigorosa, sta rimestando una pentola sul fuoco.

Maurice

Se non ci fossi tu, Jeanne...

Jeanne

Ricominciate ad essere malinconico. Che cosa vi manca?

Maurice

La giovinezza, Jeanne. Tua madre che è volata via troppo presto come una colomba. E la forza di lavorare la terra, che sta diventando sterile come me.

Jeanne

I vecchi e la terra sono come i bambini. Voi, vi curo io. Quanto alla terra, decidetevi a darla in affitto o, se non volete che un altro spadroneggi del vostro, vendetela. Continuando a guardarvela dalla finestra, non ne ricaverete molto. E i creditori continuano a profittare della vostra indecisione. Che aspettate?

Maurice

Lo sai che cosa aspetto.

Jeanne

Lo so purtroppo. Che torni qualcuno di quegli scansafatiche dei meiei fratelli. Avrete da aspettare un bel pezzo: quelli preferisacono fare la guerra, altro ceh versare sudore dietro l'aratro. Maurice Potrei darla a te, la terra.

Jeanne

Avete la febbre? Sono anni che ve la chiedo e non se ne fa nulla. Avete sempre detto che io dovevo pensare ai miei figli e non a lavorare.

Maurice

Ma adesso i tuoi figli sono tutti svezzati.

Jeanne

Dite la verità: non ci sperate più che tornino quei fannulloni.

Maurice

Forse è così.

Jeanne

Tutta non posso lavorarla da sola. Prenderò i sei ettari dalla parte del torrente: è la parte migliore. E a voi darò la metà del raccolto, se vi va bene. Venite a tavola, è pronto.

Maurice

Dopo la mia morte sarà tutto tuo. Senza te sarei finito in un ospizio.

Jeanne

Ricominciate con le tristezze. Da qui a cent'anni, quando sarà la vostra ora, terrò solo il mio: che la gente non dica che vi sono stata dietro per l'eredità.

Maurice

Lo so che mi vuoi bene.

Jeanne

Andatelo a speigare alla gente che si può volere bene ad un orso come voi. ma io vi conosco: quando piagniucolate a tavola è perché volete un po' di vino. Eccovelo, ma mi raccomando: non più di due bichhieri: quando vi congestionate, il dottor Prichard se la prende con me. Bene. Stasera non dovete fare altro che riscaldare la minestra. A domani.

Maurice

A domani, Jeanne.

 

Scena II

Nel negozio di fabbro di Pierre Boudon, uomo tarchiato e un po' pingue, marito di Jeanne. mentre lavora conversa con due amici.

I° paesano

La fortuna vi ha assistiti quest'anno, Pierre. Da tempo non si ricordava un inverno così mite.Di legna sen'è usata poco per il camino.

Pierre

La fortuna, certo, ma se il raccolto è andato bene, il meriot è di Jeanne. D asola ha fatto il lavoro di tre operai, e non ha mica trascurato me e i bambini. nessuna fatica le pesa. Una moglie così è rara a trovarsi, senza offesa per Margherite e Lucie.

II° paesano

Lucie non si offenderebbe di certo. Il giorno stesso che ci siamo sposati, me l'ha fatto capire che spezzarsi la schiena non le andava a genio: pochi figli eh! - mi disse - chè non voglio passare la vita a farmi succhiare. Be', poi sono venuti, ma, come dice lei, è perchè io sono uno sporcaccione.

Pierre

Jeanne ed io dobbiamo stare sul serio attenti adesso. Me lo dice sempre che ormai deve pensare a far fruttare la terra.

I° paesano

Con Jeanne puoi stare tranquillo. Quando ha deciso una cosa la fa andare come dice lei. I Degois, tranne quei fratelli che non si sa di chi hanno preso, sono sempre stati così, gente decisa. casomai di poche parole, questo sì: amici non ne cercano. margherite, voi lo sapete, è una linguacciona, e con Jeanne ha tentato varie volet di attaccare bottone, ma inutilmente. jeanne - dice - è troppo seria, pensa solo a lavorare, lavorare. Qualunque cosa fa sembra che qualcuno la insegue.

Pierre

E' una donna ambiziosa, Jeanne. Il mio lavoro basta a titrare avanti. ma lei dice che i nostri figli non devono fare la nostra vita, ch'è giusto se noi ci sacrifichiamo per loro.

II° paesano

Eh, i figli, i figli! Intanto i suoi fratelli il vecchio l'hanno abbandonato. E se non fosse stato per lei, la terra dei Degois se la mangiavano i creditori.

Pierre

Di quelli non c'è mai da fidarsi, stanno lì come avvoiltoi ad aspettare la morte del vecchio. ma dovranno aspettare un bel pezzo. Maurice è un bilioso, che casomai non muore per non dargliela vinta.

Bene, anche questo è finito. Andiamo a bere insieme un bicchiere da Fontainau. Jeanne. lo sapete, mi tiene a stecchetto. Dice che le basta avere i fratelli rammolliti dal vino.

 

Scena III

Jeanne sta lavorando la terra. E' estate e il sole è al tramotno. Giunge trafelato suo figlio Roland, di 13 anni.

Roland

Mamma! mamma! E' venuto il dottore, ha detto che vostro padre ha avuto un attacco apo... che so io? Dice che è molto grave e dovete andare subito.

Jeanne (rimane composta, raddrizza la schiena, si pulisce lentamente le mani, gurdandosi attorno, si avvia lentamente)

Non correre, Roland. Quando viene, la morte ha il passo veloce. E non rallenta, se ne abbiamo paura.

(Procedono lentamente. Jeanne posa una mano sulla spalla del figlio e si volge a guardare il campo).

 

Scena IV

Nello studio del prefetto di... Oltre al Prefetto, seduto, ci sono due funzionari in piedi che sottopongono al suo esame dei documenti.

Il Prefetto (leggendo)

Il sottoscritto, Léon Ribaunaux, Prefetto di..., constatato che il cittadino Maurice Degois, nato a ... il 21 febbraio 1764 e ivi deceduto il 3 luglio 1840, non ha lasciato disposizione testamentaria alcuna, costatato altresì che egli non ha provveduto in vita a saldare i debiti contratti coi signori Douphine, Massenet, Groussart e danielon, come risulta dai documenti acclusi ai procedimenti da essi intentati, ordina che i beni di proprietà del suddetto, senza eccezione alcuna, siano venduti pubblicamente all'asta il 22 settembre del corrente anno e che il ricavato della vendita sia utilizzato per soddisfare i creditori nella misura ad essi docuta e, qualora avanzi, messo a disposizione dei legittimi eredi.

... 19 settembre 1840

firmato

Il Prefetto

(firma con un grande svolazzo)

Se li risarciva di tasca sua i creditori, metà della terra rimaneva ai suoi figli. Adesso, se ne può essere certi, non ne avanzerà da ricomprarne una zolla.

 

Scena V

Nella cucina della casa di Pierre Boudon. Pierre, Jeanne e i quattro figli sono a tavola e stanno mangiando.

Pierre

Sono stato in Prefettura, Jeanne, come m'ha consigliato il Delegato Comunale. Non ci ho capito gran che: là usano parole che conoscono solo loro. Ma una cosa è certa: per legge, dopo che si sarà tenuta l'asta, la terra ce la possono togliere.

Jeanne

Dopo sei anni che ci verso il mio sudore? Ma lo sanno tutti che Maurice me l'ha lasciata. Avrai capito male.

Pierre

Questo gliel'ho detto anch'io e m'hanno risposto che la proprietà dev'essere registrata. Se non abbiamo nessuna carta, la terra è ancora di Maurice Degois e va venduta all'asta. Pagati icreditori, non ci rimarrà nulla.

Jeanne

T'hanno preso per un allocco, ecco com'è andata. Siccome non sappiamo niente di carta stampata, pensano di poterci menare per il naso. Ma avranno a che fare con me: se vogliono la terra, vengano a prendersela se ne hanno il coraggio!

Pierre

Non è questione di coraggio, Jeanne. hanno la legge dalla loro parte. Se avessimo del denaro, la terra potremmo riscattarla. Altrimenti, non c'è nulla da fare.

Jeanne

Questa è bella! Dovrei acquistare all'asta la terra ch'è mia? La parte dei mei fratelli, se la prendano pure, visto che l'hanno abbandonata: la mia, finché campo, continuerà ad essere di un Degois.

 

Scena VI

Jeanne lavora la terra. Giunge una guardia campestre.

Guardia

Jeanne, è inutile che vi affatichiate tanto. Mi dispiace di dover essere io a comunicarvelo: da questa mattina, la terra non vi appartiene più. A dire il vero, non ho capito bene: pare che non vi sia mai appartenuta. Insomma, non dovete più coltivarla: l'ha acquistata all'asta il signor Desmoulin.

Jeanne

Non ne ha già abbastanza di terra il signor Desmouilin? Che ha a che fare con la mia? Andateglielo a dire: ha fatto male ad acquistarla, perché io non ho intenzione di cederla.

Guardia

Il signor Desmoulin mi ha incaricato di riferirvi di lasciare tutto come si trova e di non mettere più piede nella sua proprietà. Voi lo sapete: tra lui e vostro padre non correva buon sangue. E adesso non chiederebbe di meglio che vendicarsi. Di diritto, la terra è sua, e io, come Ufficiale campestre, sono obbligato a tutelare i suoi interessi di legittimo proprietario.

Jeanne

Che intendete dire?

Guardia

Che se vi troverò ancora qui, da domani in poi, sarò costretto ad arrestarvi

Jeanne

Arrestatimi subito, dunque, e gliene canterò io quattro al giudice. Da quando in qua si arresta la gente che lavora?

Guardia

Siate giudiziosa, Jeanne: non potete coltivare abusivamente la terra del signor Desmoulin.

Jeanne

E queste chi le ha piantate? Desmoulin?

Guardia

Anadateci a parlare, Jeanne, forse ci ricaverete qualcosa. O meglio, consigliatevi con vostro marito, ch'è una persona con la testa sulle spalle.

Jeanne

Un corno! Pierre lo sapete com'è: di fronte alla legge, alle carte scritte, a quelli che parlano bene se la fa sotto. Non ho bisogno di consigli. Tornate pure domani: io sarò qui ad attendervi!

Guardia

Come volete, Jeanne, io vi ho avvertita.

 

Scena VII

In un'aula di Tribunale della Pretura di... Jeanne è sul banco degli imputati ed ha uno sguardo fiero e combattivo. L'atmosfera è quella dei processi di normale amministrazione, annoiata e polverosa.

Il cancelliere

Imputata, alzatevi!

Jeanne si leva di scatto

Il cancelliere

Declinate le vostre generalità di fronte a questa Corte: come vi chiamate, di chi siete figlia, quando e dove siete nata, dove risiedete e qual è il vostro stato civile.

Jeanne

Jeanne Degois, di Maurice e Lucie Fleurant, morti ambedue. Sono nata a ... il 12 marzo 1804. Non mi sono mai mossa di lì. Mio marito è Pierre Boudon, fabbro. da lui ho avuto quattro figli.

Il cancelliere

Imputata Jeanne Degois, siete accusata di coltivazione abusa del fondo del signo Patrice Desmoulin.

Il Giudice

Vi dichiarate innocente o colpevole?

Jeanne

Questo non è compito vostro?

Il Giudice

Mio compito è accertare come stanno i fatti. Vostro dovere è rispondere alle domande che vi rivolgo. Dunque: vi dichiarate innocente o colpevole?

Jeanne

Quel campo mio padre me l'ha donato nel 1834 e da allora l'ho lavorato da sola col sudore della fronte dandogli la metà di ogni raccolto. Non so altro, non capisco di quale colpa mi si accusa.

Il Giudice

Siete in grado di provare che la terra è vostra?

Jeanne

Lo sanno tutti in paese ch'è mia.

Il Giudice

Intendo dire: avete qualche carta che provi che vostro padre ve l'ha ceduta?

Jeanne

Questa è bella! Se un padre dona alla figlia del suo, deve metterlo sulla carta?

Il Giudice

Se non lo mette sulla carta, la proprietà rimane sua. Vostro padre ha lasciato dei debiti, e la legge deve tutelare gli interessi di tutti, i vostri e quelli dei creditori.

Jeanne

E come li tutela i miei interessi se premette che mi si tolga la terra e che mi si imprigioni?

Il Giudice

Dandovi la facoltà di provare che la terra è vostra. Ma, se ho capito bene, voi non siete in grado di farlo.

Jeanne

Eche dovevo farmi firmare una carta dal vecchio ognivolta che gli portavo metà del raccolto?

Il Giudice

Era un vostro diritto.

Jeanne

Tra Degois non si usa.

Il Giudice

I Degois non possono a legge che vogliono.

Jeanne

Se la legge crede solo alle carte e non alla parola degli uomini, sta dalla parte di chi sa leggere e scrivere.

Il Giudice

Imputata Jeanne Degois, questa è un'insolenza e un'ingiuria alla Corte. Tenuto conto del vostro stato d'animo e della vostra ignoranza, non ve ne faremo carico, per darvi la prova che la giustizia è pietosa con i deboli. Per il reato contestatovi, però, visto che non siete in grado di portare alcun elemento a vostra discolpa, mi vedo costretto a condannarvi a tre mesi di reclusione e a diffidarvi, per il futuro, dall'insistere ad avanzare pretese su ciò che ormai appartiene ad altri.

Jeanne

La vedremo!

 

Scena VIII

Nella casa di pierre Boudon. Pierre e Jean sono a letto, nella camera ove dormono anche i due figli più piccoli. L'ambiente è appena rischiarato dalla luce lunare.

Pierre

Non dormi ancora, Jeanne?

Jeanne

Mi fa strano, Pierre, ritrovarmi qui tra voi. E' come se fosserro passati anni anziché poche settimane. Hai visto? Maurice e Roland mi hanno salutata come fossi un'estranea.

Pierre

E' che non gli va più di risultare dei mocciosi come questi due qua. Ma intanto, quand'eri via, non mangiavano più, e una notte li ho sentiti piangere.

Jeanne

Mi sembra di avervi traditi tutti. E perché poi?

Pierre

Già

Jeanne

Per nulla.

Pierre

Che ci vuoi fare, Jeanne. Di certe cose, non ne capiremo mai niente, noi ignoranti. La testa ci dice che una cosa è giusta, e invece per la legge è il contrario. Se solo sapessimo leggere e scrivere!

Jeanne

Le leggi sembrano fatte apposta per non farci capire. E che, chi fa le leggi non può sbagliare?

Pierre

Ma che dici, Jeanne?

Jeanne

Non sono uomini come noi quelli che le fanno?

Pierre

Che c'entra? Sono come noi, ma è gente istruita, sanno quello che fanno.

Jeanne

E allora come te lo spieghi che ci hanno tolto la terra?

Pierre

Non lo so. Si vede che doveva andare così. Non ti viene sonno, jeanne?

Jeanne

E' vero che Desmoulin ha fatto recintare il campo?

Pierre

Chi te l'ha detto?

Jeanne

Roland.

Pierre

L'ho sentito anch'io in paese, ma non sono andato a controllare. Tanto, a che serve?

Jeanne

Perché l'ha fatto?

Pierre

E' un osso duro Desmoulin. dicono che la rivoluzione gli è andata per traverso, e che ce l'aveva con tuo padre da allora.

Jeanne

Bella forza prendersela con chi non può più difendersi! Se è così, peggio per lui!

Pierre

Che intendi dire? Non vorrai fare qualche sciocchezza, Jeanne.

Jeanne

Adesso dormiamo, Pierre.

 

 

Scena X

Nell'aula di un Tribunale. Jeanne Degois è sul banco delgi imputati: è pallida e smagrita, ma ha la testa eretta e lo sguardo fisso e duro

Il Giudice

Imputata, alzatevi! (Rivolto al cancelliere) Si dia lettura dei capi d'imputazione.

Il cancelliere

Jeanne Degois, figlia del defunto Maurice e moglie di Pierre Boudon, siete imputata di avere divelto il recinto di proprietà del signor Patrice Desmoulin e di esservi introdotta nel suo campo con gli attrezzi da lavoro, violando la proprietà privata e manomettendo abusivamente il fondo.

Il giudice

Vi dichiarate innocente o colpevole?

Jeanne

Da noi i campi non si recintano: nessuno ruba il frutto del lavoro altrui. Il raccolto andava in malora: Desmoulin non si decideva a mandare gli operai. In paese si diceva per sfregio nei nostri confronti, dei degois. Raccolto più raccolto meno, lui non sa che farsene. Gli basta poter dire: questo è mio!

Il Giudice

Vi ho chiesto se vi dichiarate innocente o colpevole.

Jeanne

Dovevo lasciare che il nio raccolto andasse in malora?

Il Giudice

Posto che quella terra è del signor Desmoulin, può farne ciò che crede.

Jeanne

E chi l'ha fatta questa legge? A che serve la terra se non a produrre il raccolto?

Il Giudice

Voi ragionate in maniera singolare, tenete conto solo del vostro punto di vista. A questa corte interessa unicamente stabilire se avete violato o no la proprietà privata. Se ciò è accaduto, le motivazioni che adducete non hanno alcun rilievo, e vi si dovrà considerare recidiva.

Jeanne

Signore...

Il cancelliere

Imputata, rivolgendovi al Giudice dovete chiamarlo Vostro Onore.

Jeanne

Vostro... Onore?! Vostro... Onore..., non ho capito gran che di quello che avete detto. Insomma, se non volete tenere conto delle mie ragioni, di che stiamo a discutere? La... quello che avete detto...sì, sono entrata nel campo e ho avviato il raccolto. se la legge dice che ho fatto male, non so che farci: io non mi sento tenuta a rispettarla.

Il Giudice

Nessun cittadino può decidere se riepettare o no la legge. Essa va rispettate e basta. Chi la viola, si espone al rigore delle Giustizia.

Jeanne

Se è così. Vostro Onore, la giustizia avrà un bel daffare con me, finché campo, perchè io non le riconosco alcun diritto su ciò che mi appartiene.

Il Giudice

La proprietà non è un diritto che uno può arrogarsi: dev'essere riconosciuta legalmente.

Jeanne

La proprietà d'una terra è di chi la lavora.

Il Giudice, manifestamente irritato

Questo è un principio barbarico! Sia chiamato a testimoniare il signor Desmoulin.

Il cancelliere

Signor Patrice Desmoulin!

Desmoulin si presenta al banco dei testimoni.

Il Cancelliere

Signor Desmoulin, declinate le vostre generalità

Desmoulin

Patrice Desmoulin, di François e Marie Tevenant, nato a ... il 22 ottobre 1776. Risiedo colà.

Il Giudice

Signor Desmoulin, per quale motivo avete sporto denuncia nei confronti di Jeanne Degois?

Desmoulin

Ho acquistato il fondo di proprietà del defunto Maurice Degois all'asta pubblica del 10 novembre 1840 pagandolo 250 franchi. Il contratto d'acquisto è depositato presso il notaio Claude Noiret. residente in ... Dopo l'acquisto, la figlia di Maurice, Jeanne Degois, l'imputata ha continuato a ritenersene, in qualità di erede, propritaria. Venuto a conoscenza delle sue pretese, ho pensato di tutelare i miei beni recintando il fondo. Il 3 febbraio 1841 la guardia campestre è venuta nella mia dimora ad avvertirmi che l'imputata aveva abbattuto la recinzione e stava lavorando la terra. Non avendola autorizzata, mi sono recato sul posto e ho constatato di persona che quanto mi era stato riferito corrispondeva al vero. Alle mie rimostranze, l'imputata mi ha opposto l'insana convinzione che la terra le apparteneva di diritto. Data la sua insolenza, e per porre fine ad un arbitrio, mi sono appellato alla legge.-

Il Giudice

Signor Desmoulin, siete in grado di documentare di fronte a questa Corte la proprietà del fondo in questione?

Desmoulin

Ho con me il contratto d'acquisto debitamente registrato.

Il Giudice

Sia messo agli atti. Imputata Degois, avete qualcosa da dire in merito alla testimonianza del signor Desmoulin?

Jeanne

Desmoulin ha dalla sua le carte, io il lavoro di sei anni, come può testimoniare tutto il paese.

Il Giudice

Insistete dunque a rivendicare la proprietà del fondo?

Jeanne

Non rivendico nulla. E' mio e basta.

 

Scena XI

Jeanne è a casa, abbandonata su di una sedia: appare smagrita e come febbricitante. Il marito si dà da fare introrno al camino, ove bolle una pentola. Fuori della casa si odono i bambini giocare animatamente.

Pierre

Hai fame, Jeanne?

Jeanne

Lo sai, Pierre, che non ho fame.

Pierre

Ma Jeanne, sono quasi tre giorni che non mangi. Sarò costretto a chiamare il dottor prichard.

Jeanne

Ho lo stomaco chiuso. Che vuoi che faccia il dottore?

Pierre

La moglie di Armand, l'anno scorso, non mangiava. Il dottore le ha dato delle gocce amare come il fiele - me l'ha detto il marito - e ha ricominciato a mangiare.

Jeanne

Lo stomaco di Annette si chiude ogni volta che lui si ubrica e s riapre quando la smette. Per me è diverso: d'amaro ne ho fin troppo in corpo. Guarda com'è ridotta la casa!

Pierre

E' per questo, Jeanne? è per questo che te ne stai tutto il giotno sulla sedia a rimuginare i tuoi pensieri? Anche di notte - sai, me ne sono accorto -chiudi gli occhi e fai finta di dormire, ma il tuo repsiro è affannato come di giorno. Ci giurerei che continui a rimuginare.

Jeanne

Io non penso a niente, Pierre, sono i pensieri che vanno e vengono come il vento.

Pierre

Vuoi perderci la ragione dietro a quel campo? ce ne ha dati già troppi di grattacapi. E' andata così.

Jeanne

Non è solo il campo. Mio padre ha lavorato tutta la vita come un asino, e, quando gli sono mancate le forze, i creditori gli si sono avventati addosso come avvoltoi.

Pierre

Maurice - che la sua anima riposi in pace - era orgoglioso e testardo. Ricordi quante volte gli abbiamo detto di venire a stare qui da noi? E invece no: pensava che tutti volessero profittare di lui, anche noi.

Jeanne

Era una testa dura, Pierre, ma aveva ragione: non c'è da fidarsi di nessuno. Si è rispettati solo se ci si può difendere. Noi poveri siamo come gli spaventapasseri: ci mettono gli artigli addosso non appena possono.

Pierre

Adesso che sei qui, ti difenderò io, Jeanne! Devi mangiare, dormire e dimenticare tutto. E' stato un brutto sogno!

 

Scena XII

Nella casa di Jeanne. E' notte e dormono tutti. Jeanne si leva dal letto furtivamente e macchinalmente, ed esce dalla casa in vestaglia. Dopo alcuni minuti, Pierre si rigira nel letto e, sentendolo vuoto, si tira su di scatto.

Pierre

Jeanne! Jeanne!

Rimane interdetto per un poco, poi infila calzone e scarpe e esce.

E' una notte buia e ventosa. Avvicinandosi al fondo, Pierre scorge Jeanne di lontano che gira attorno il recinto. Si avvicina e l'afferra per le spalle.

Pierre

Jeanne! Jeanne! Jeanne! Stai male? Ti senti male, Jeanne? Si, tustai male. Vieni, andiamo a casa.

Jeanne

Non l'avrà vinrta! Non l'avrà vinta, quel maledetto!

Pierre

Jeanne, calmati. Hai la febbre, tremi, è una pazzia uscire così di notte.

Jeanne

Il maledetto! Il maledetto! Fa marcire tutto, il maledetto!

Pierre

Ma Jeanne, lascia che se la spicci lui, è roba sua.

Jeanne

No, è mio! è mio!

Pierre

E' una pazzia questa, una pazzia! Vuoi farmi disperare? Vuoi rovinarci tutti? Ritorna in te stessa, vieni, andiamo a casa. Chiamerò il dottore.

Jeanne

Non sto male io, Pierre, è lui, è lui che mi tormenta giorno e notte: non darti per vinta, Jeanne, non darti per vinta! - mi dice. Non ha pace! Non ha pace!

Pierre

Sei tu che no riesci a darti pace. Vieni, andiamo! Dovrò farti curare.

Pierre prende Jeanne per un braccio, poi le cinge le spalle, la trascina via quasi di peso. Jeanne non oppone grande resistenza, ma si gira insistentemente a guardare il campo.

 

Scena XIII

Nella bottega di Pierre Boudon, che sta lavorando. Entra la guardia campestre con due gendarmi.

Guardia

Pierre!

Pierre

Oh, signor Daumezon!

(vedendo i due gendarmi impallidisce e lascia cadere le braccia)

E' accaduto qualcosa a Jeanne?

Guardia

Jeanne sta bene, ma... purtroppo .. tocca a me comunicarvelo... si è messa nei guai.

Pierre

Cos'è accaduto? Cos'è accaduto? Per carità, vi scongiuro... L'ho lasciata tranquilla, le ho dato le medicine.

Guardia

E' andata di nuovo al campo, Pierre, ha divelto la recinzione e ha devastato il campo, come una furia. M'hanno avvertito i Crouzet, che stanno dall'altra parte del terreno. Voi capite? Non potevo restare con le mani in mano. Sono corso ad avvertire il signor Desmoulin, ch'è voluto venire con me. Al vederci, Jeanne ci ha scacciati minacciandoci col falcetto. le ho fatto presente che stava commettendo un reato e che, se non andava via subito, avrei dovuto arrestarla nuovamente.

Pierre

Non l'avrete fatto, spero. Jeanne sta male!

Guardia

Dio sa se era mia intenzione farlo. pensavo a voi e ai figli. Ma desmoulin non è tipo da commuoversi: le ha detto a brutto muso che è pazza e che lui ne ha abbastanza di questa faccenda. jeanne gli è saltata addosso con il falcetto. ho fatto appena in tempo a fermarla e mi si è ricoltata contro, come se non mi riconoscesse.

Pierre

Non vi ha fatto del male, vero?

Guardia

No, ma ne aveva tutte le intenzioni, si divincolava come un'anguilla. Sono corso ad avvertire la Gendarmeria e loro (indicando i gendarmi) l'hanno trovata ancvora lì, ritta in mezzo al campo, che farfugliava qualcosa. L'hanno afferrata, ma jeanne si è ribellata.

Un gendarme

Ci ha messo le mani addosso, dicendo che siamo tutte vcarogne vendute a Desmoulin.

Pierre

E dunque... è di nuovo?..

Guardia

Sì, Pierre, è di nuovo dentro e, oltre che della violazione della proprietà privata, deve rispondere anche dell'aggressione nei confronti di desmoulin e e di resistenza alla forza pubblica.

Pierre

Oh mio Dio! mio Dio! Jeanne! E' quel suo maledetto carattere! Voi lo sapete, no?, che non è cattiva. E' una donna come poche, ringrazio Dio di averla incontrata, ma è orgogliosa e testarda come tutti i Degois. Lo ricordate il vecchio, no?

Guardia

Adesso però è nei guai, Pierre. Se Desmoulin non ritira la denuncia, è una cosa seria, un tentato omicidio. rischiate di rimanere solo per un pezzo.

Pierre

Ma Jeanne non ha mai fatto male a nessuno. Ci penserò io a parlare con Desmoulin: dovrà capire. jeanne sta male.

Guardia

Da Desmoulin non aspettativi nulla. Se volete sperare, sperate nella comprensione dei giudici.

 

Scena XIV

Sulla piazza del paese. Capannelli di persone

I° paesano

Eh, i Degois! A uno doveva toccare. Per fortuna i fratelli sono andati a sgogarsi in guerra e il vecchio se l'è portato via la pressione alta.

II° paesano

Ma lo sappiamo tutti che la terra era di jeanne.

I° paesano

La legge vuole le carte scritte, non le chiacchiere.

III° paesano

I Degois sono gente di carattere, Desmoulin è un profittatore.

II° paesano

Povero Pierre. (Rivolto al primo) hai da dire qualcosa anche su di lui?

I° paesano

Se non voleva guai, la moglie doveva tenerla a freno, e invece4 s'è fatto mettere sotto.

III° paesano

Parli di Jeanne come se fosse un cane randagio. ma la ricordiamo tutti com'era prima della morte del vecchio!

I° paesano

Già, una brava madre, una lavoratrice! Ma adesso per un pezzo di terra manda in malora la famiglia.

II° paesano

Ma che c'entra la terra! E' che a maurice gliel'hanno fatta proprio sporca. hanno aspettato che morisse pre depredarlo.

I° paesano

Ma i debiti si devono pagare o no?

III° paesano

Altro che debiti! E' che Maurice a certa gente non gliel'ha mai data vinta, e se la sono legata la dito.

II° paesano

Povero Pierre, doveva toccare a lui che non ha mai fatto male ad una

mosca!

 

Scena XV

Nel parlatorio della prigione di... E' una grande sala rettangolare illuminata da ampie ed alte finestre. Lungo le pareti panche di legno. Sulla porta un gendarme. Pierre e Jeanne parlottano. Jeanne indossa un camiciotto, è pallida, smagrita, patica. Pierre la tiene per mano.

Pierre

Gustave e Christine chiedono sempre di te: quando torna la mamma? quando torna? E' un tormento! Ma è Roland che mi preoccupa: mangia poco, si è intristito - ricordi com'era vivace -, non tira fuori un lamento.

Jeanne

Sanno che sto qui?

Pierre

Ho detto loro che stai in ospedale. ma non so se ci credono. primo, perchè non possono venirti a trovare. E poi in paese si parla. Roland può aver udito qualcosa.

Jeanne

Chissà quando li rivedrò?

Pierre

Tornerai presto con noi, vedrai.

Jeanne

Mi renderanno giustizia?

Pierre

Desmoulin non ha ritirato la denuncia. L'ho scongiurato che lo facesse per i bambini. Ma ha detto che la cosa deve fare il suo corso, che tutto dipende dal tribunale e da te. Non m'è sembrato male intenzionato.

Jeanne

Desmoulin è un verme.

Pierre

Anche Daumezon dice che molto dipende da te.

Jeanne

Che dovrei fare?

Pierre

Quello che dice l'avvocato: mostrarti pentita, dare la prova di essere ravveduta.

Jeanne

Non sono pentita, Pierre. se mi rimprovero qualcosa è di non essere riuscita a fargliela pagare a Desmoulin.

Pierre

Jeanne, per l'amor di Dio, al processo devi dire che rinunci alla terra.

Jeanne

Non posso, Pierre.

Pierre

Perchè, Jeanne, perché?

Jeanne

Non te lo so dire: sento che è così. Se mi do per vinta non avrò più pace. E' lui che me l'impone.

Pierre

Maurice? pensi che se fosse vivo vorrebbe la tua rovina e quella della tua famiglia?

Jeanne

Mi viene in sogno quasi ogni notte. Piange come un bambino. M'hanno portato via tutto, Jeanne, tutto! Mi guarda fisso come se volesse intendere: tu non cedere. Lui è inerme, io posso lottare!

Pierre

Ma contro chi, Jeanne, contro chi? Con chi possiamo prendercela se non conosciamo le leggi? Sarebbe bastata una carta scritta, l'avvocato dice un atto di donazione.

Jeanne

Da che mondo è mondo, la terra dei padri passa ai figli.

Pierre

Qualcosa è cambiato, Jeanne, oggi tutto è più complicato. e' che noi non le sappiamo queste cose.

Jeanne

Qualcuno è venuto a dircele? Fanno e disfano sulle nostre teste.

Pierre

L'avvocato dice che se non vuoi collaborare, se rifiuti di mostrarti pentita, conviene presentare il certificato del dottore. Per prendere tempo, perchè risultare ammalati è meglio che essere condannati per un tentato omicidio.

Jeanne

E di che sarei malata, Pierre?

Pierre

Del dolore per la morte di Maurice.

Jeanne

Vuol dire che non so quello che faccio?

Pierre

Qualcosa del genere.

Jeanne

E tu che ne pensi? Credi che sia pazza?

Pierre

Che dici, Jeanne! cambiata dopo la morte del vecchio, sei cambiata eccome! Ma dicano quel che vogliono purché tu torni a casa.

Un gendarme segnala che la visita è finita. Pierre e Jeanne sisalutano senza parlare, sfiorandosi appena entrambe le mani.

 

Scena XVI

Nell'aula del tribunale di...

Il giudice

Prima di dare inizio al dibattimento, si dia lettura del certificato fatto pervenire a questa corte dal dottor Jacques Prichard, curante dell'imputata.

Il cancelliere

Io sottoscritto Jacques Prichard, ufficiale sanitario del distretto di..., chiamato da Pierre Boudon, mi sono recato presso di lui per visitare la moglie, Jeanne Degois, il 12 novembre 1842. Dal suddetto ho appreso che la moglie non assumeva cibo da una settimana, trascorreva a letto gran parte del giorno in uno stato di profonda apatia, trascurando completamente la casa e i figli, e di notte smaniava e si lamentava come per effetto di incubi. Ho trovato Jeanne Degois a letto in evidente stato di deprimento e di prostrazione. Alle mie domande ha risposto sensatamente, eccezion fatta per l'impossibilità di giustificare il suo strano e inconsueto atteggiamento. Alla visita medica non ho riscontrato alcun sintomo che possa far sospettare una malattia degli organi interni. Esprimo pertanto, per quanto mi compete, l'avviso che Jeanne Degois sia affetta da una qualche forma di alienazione mentale.

Firmato: Jacques Prichard, Ufficiale sanitario di...

Il Giudice

Prendendo atto del certificato del dottor Prichard, e tenuto conto che il recidivare dei comportamenti criminosi dell'imputata giustifica, anche da un punto di vista giuridico, il sospetto in esso avanzato, questa corte ordina che Jeanne Degois sia sottoposta a perizia psichiatrica al fine di accertare le sue attuali condizioni psichiche e di stabilire se, al momento è stato commesso il reato di cui è incriminata, fosse capace d'intendere e di volere.

 

Scena XVII

In una saletta della Direzione del carcere di... L'arredamento è scarso ma dignitoso. Una grande tenda. seduto al tavolo, un uomo molto distinto sfoglia e legge attentamente i documenti contenuti in una cartella. E' il dottor H. Girard, Direttore del manicomio di... Entrano due gendarmi che accompagnano Jeanne Degois, che appare sfinita. Il dottor Girard la invita, con un gesto, a sedersi di fronte a lui.

Un gendarme

Avete bisogno di qualcos'altro, dottor Girard?

Dottor Girard

No, vi ringrazio. Preferirei rimanere solo.

I gendarmi escono.

Dottor Girard

Come vi chiamate?

Jeanne (indicando le carte)

Non c'è scritto?

Dottor Girard

Se ve lo chiedo, è per saperlo da voi.

Jeanne

Jeanne Degois, figlia di Maurice buonanima e sua legittima erede.

Dottor Girard

Siete sposata?

Jeanne

Con Pierre Boudon, il fabbro, che m'ha dato quattro figli.

Dottor Girard

Siete mai stata malata in passato?

Jeanne

No, mai.

Dottor Girard

Non avete sofferto mai di nulla?

Jeanne

Come tutti in paese, la fame e il freddo quando gelava.

Dottor Girard

Dalla parte di vostro padre e di vostra madre sono stati tutti sani?

Jeanne

Una sorella di mio padre l'ha portata via la dissenteria. Qualcuno è morto da bambino, non so perché. Gli altri di vecchiaia.

Dottor Girard

Vostro padre beveva?

Jeanne

Da giovane per lavorare, da vecchio per vizio.

Dottor Girard

 

Si ubriacava spesso?

Jeanne

I giorni di fiera, come tutti gli uomini del paese.

Dottor Girard

Quando beveva diventava attaccabrighe?

Jeanne

Se c'era motivo, benuto o no, attaccava briga. Non era certo tipo da farsi volare la mosca sotto il naso.

Dottor Girard

Voi gli somigliate di carattere?

Jeanne

A chi volete che somigli una figlia?

Dottor Girard

Capisco. Vi prego di rispondere alle domande senza irritarvi. E' molto importante per voi.

Jeanne

Se non vi rispondo con naturalezza, come farete a stabilire se sono o no pazza?

Dottor Girard

Il mio compito è di riferire al Giudice i risultati della mia perizia.

Jeanne

Non vuol sapere questo il Giudice?

Dottor Girard

Non è proprio così, ma non importa. Sapete per quale motivo siete in prigione?

Jeanne

Per un'ingiustizia.

Dottor Girard

Ciò di cui siete accusata è un tentato omicidio.

Jeanne

Chi è attaccato deve pure difendersi.

Dottor Girard

Che intendete dire?

Jeanne

Che se mi fosse stata resa giustizia non sarei qui.

Dottor Girard

E chi doveva rendervela?

Jeanne

Nessuno, c'era già. Il campo era mio e lo coltivavo da otto anni quando mi è stato tolto con l'inganno.

Dottor Girard

Di quale inganno parlate?

Jeanne

Delle carte, delle leggi, dei contratti: tutte cose di cui non m'intendo.

Dottor Girard

Voi pensate che le leggi servono ad ingannare la gente?

Jeanne

Certo, chi non le conosce a favore di chi se ne sa servire.

Dottor Girard

Senza leggi come si potrebbe amministrare la giustizia?

Jeanne

Non lo so. So solo che se le leggi vanno contro le tradizioni e il buon senso non sono giuste.

Dottor Girard

A me risulta che la terra è stata espropriata per pagare i debiti lasciati da vostro padre.

Jeanne

Gli avvoltoi gli sono saltati addosso il giorno stesso ch'è morto.

Dottor Girard

I creditori secondo voi non hanno diritto ad essere pagati?

Jeanne

Hanno avanzato pretese eccessive. hanno fatto firmare a mio padre ciò che hanno voluto.

Dottor Girard

Vostro padre non era in grado d'intendere e di volere?

Jeanne

Non vi capisco.

Dottor Girard

Non si rendeva conto di ciò che firmava?

Jeanne

Era un vecchio testardo, sicuro che nessuno avrebbe osato fargli del male. Non si consigliava con alcuno.

Dottor Girard

Con voi neppure?

Jeanne

Maurice non era tipo da dare ascolto alle donne. A modo suo mi voleva bene. Diceva: peccato, Jeanne, che tu non sia nata maschio, specie dopo che i miei fratelli sono andati via.

Dottor Girard

Andati via?

Jeanne

Sì, in giro per il mondo a crecar fortuna con le armi. La terra - dicevano - porta solo fatica.

Dottor Girard

Non vi siete mai resa conto che vostro padre si stava rovinando con i debiti?

Jeanne

Sapevo che ne aveva, ma del suo era padrone lui. E poi non potevo immaginare che potessero profittare di un morto.

Dottor Girard

Non v'è mai passato per la mente di farlo interdire?

Jeanne

Che significa?

Dottor Girard

Farlo dichiarare incapace di amministrare i suoi beni e assumervene voi o vostro marito la tutela.

Jeanne

Maurice non era incapace. Nonostante il caratteraccio che aveva, non immaginava che gli altri fossero tanto malvagi. E io neppure, altrimenti avrei pensato a difenderlo.

Dottor Girard

E come?

Jeanne

Come vi difendete voi da chi vuol farvi del male?

Dottor Girard

Ritenete dunque giusto farsi giustizia con le proprie mani?

Jeanne

E voi che pensate?

Dottor Girard

Che leleggi e la magistratura esistono per tutelare gli interessi di tutti.

Jeanne

E' per difendere i miei interessi che mi tengono in prigione?

Dottor Girard

Vi trovate qui perché avete violato la legge. Mi sembra che non ve ne rendiate affatto conto.

Jeanne

Io non ho mai dato fastidio a nessuno. Sono loro che sono nvenuti a infastidire me.

Dottor Girard

Continuate dunque a ritenervi legittima proprietaria del fondo?

Jeanne

Sì, certo.

Dottor Girard

Secondo voi, la terra non si può acquistare e vendere come un bene qualunque?

Jeanne

Pesno di sì, ma non la si può comprare se chi la lavora non intende venderla.

Dottor Girard

Basta lavorarla per diventarne proprietari?

Jeanne

Che intendete dire?

Dottor Girard

Che se io mi metto a lavorare un pezzo di terra, questo diventa mio di diritto.

Jeanne

Voi non vi ci vedo a lavorare la terra, siete bravo a confondere le persone con le parole. Volete farmi dire delle sciocchezze. Se uno viene a lavorare il mio campo, lo caccio via come ho fatto.

Dottor Girard

Dunque voi sapete cos'è la proprietà privata. Se aveste dei soldi, non vorreste acquistare della terra, come ha fatto il signor ... (sfoglia la cartella) Desmoulin?

Jeanne

Non andrei a toglierla a chi ci lavora e ci campa.

Dottor Girard

neppure se si vendesse ad un'asta pubblica, vale a dire con la giustizia che garantisce ch'è cosa lecita?

Jeanne

Prima certi problemi non me li ponevo. Adesso avrei tutti i motivi per non fidarmi della giustizia.

Dottor Girard

Cerco di capire il vostro punto di vista, ma mi sembra che voi parliate come se non riconosceste né leggi né autorità né principio alcuno di convivenza sociale.

Jeanne

E' bravo chi riesce a capirvi. Io la penso come pensano da sempre i contadini. si vede che... tutta quella roba di cui parlate... le leggi e che so io... non sono state fatte da contadini.

Dottor Girard

Continuando a ritenere che il fondo è vostro, siete disposta a difenderlo con ogni mezzo.

Jeanne

Se i ladri vi entrassero in casa voi che fareste?

Dottor Girard

Di conseguenza non la cederete neppure se la legge ve l'imporrà?

Jeanne

La legge può disporre di me quando sono in prigione, non quando sono libera.

Dottor Girard

Poniamo conto che lo foste già. Che fareste?

Jeanne

Continuerei a fare come prima.

Dottor Girard

Ad aggredire il signor Desmoulin e a minacciare i gendarmi?

Jeanne

Perché non gli dite di lasciarmi perdere? A casa loro non vado certo a far questione.

Dottor Girard (sfogliando la cartella)

Il dottor Prichard segnala che negli ultimi mesi non avete goduto di buona salute.

Jeanne

Il dottor Prichard vede male dappertutto, è il suo mestiere.

Dottor Girard

Vostro marito riferisce che non curavate più la casa né i figli, rifiutavate il cibo e trascorrevate la notte a smaniare.

Jeanne

Questo significa non godere di buona salute?

Dottor Girard

Come spiegate un comportamento così strano?

Jeanne

Quando si hanno delle preoccupazioni, può accadere che passino sia il sonno che l'appetito. Quanto ai figli, è vero: li hotrascurati, e me ne dispiace, ma non so dire altro.

Dottor Girard

La terra dunque è più importante di loro?

Jeanne

Che volete che vi dica. Se accade, è così.

Dottor Girard

Che ne sarà di loro se continuerete a starne lontana?

Jeanne

Non è per mia volontà che ne sto lontana.

Dottor Girard

E per volontà di chi?

Jeanne

Di chi mi tiene ingiustamente chiusa qui dentro.

Dottor Girard

Ma avete detto che se usciste ricomincereste da capo.

Jeanne

Non è per mia volontà, è lui che me l'impone.

Dottor Girard

Intendete dire...

Jeanne

Sì, mio padre.

Dottor Girard

E' lui che v'impone questa crociata? Come ve la impone?

Jeanne

Mi viene in sogno quasi ogni notte, è disperato e piange come un bambino.

Dottor Girard

Udite la sua voce in sogno?

Jeanne

Talvolta mi guarda solo e mi supplica con lo sguardo.

Dottor Girard

E altre volte?

Jeanne

Jeanne! Jeanne ! - mi dice -vedi come m'hanno ridotto? m'hanno spogliato di tutto, Jeanne!

Dottor Girard

L'udite solo in sogno la voce di vostro padre?

Jeanne

Che intendete dire?

Dottor Girard

Vi capita mai di udirla anche durante il giorno, quando siete sveglia?

Jeanne

Di giorno è come di notte. La sua immagine mi tormenta.

Dottor Girard

E voi non riuscite a scacciarla?

Jeanne

Se mi tormenta è perché è tormentato lui stesso, non riesce ad avere pace. Per questo devo lottare.

Dottor Girard

Siete religiosa?

Jeanne

Non vado a messa, se è questo che volete dire.

Dottor Girard

Ma credete nell'immortalità dell'anima?

Jeanne

Che qualcosa sopravviva al corpo?

Dottor Girard

Sì, che ne pensate?

Jeanne

Niente, non mi pongo questi problemi.

Dottor Girard

E allora come spiegate le visioni che avete?

Jeanne

Non ho bisogno di spiegarle, m'accade così.

Dottor Girard

Non potrebbe essere questa una malattia? Voi agite, se ho ben capito, per liberarvi di questo tormento. Se non foste stata ossessionata dall'immagine di vostro padre, forse non sareste giunta a questo punto.

Jeanne

A quale punto?

Dottor Girard

Al punto di non vivere per altro che vendicarvi di coloro che voi pensate gli abbiano fatto del male.

Jeanne

Maurice non m'impone nessuna vendetta, sono io che voglio giustizia: per lui e per me.

Dottor Girard

E per ottenerla sareste disposta a tutto?

Jeanne

Sono disposta a continuare a lottare.

Dottor Girard

Con ogni mezzo?

Jeanne

Volete farmi dire quello che non penso. Questo dipende dagli altri.

Dottor Girard

Tutto questo per un pezzo di terra!

Jeanne

Se la intendete così, è così. Per me è diverso.

Dottor Girard

Penso proprio che siate malata, Jeanne, senza rendervene conto.

Jeanne (alzandosi in piedi e avviandosi verso la porta)

Non mi attendevo giustizia da voi.

 

Scena XVIII

Nello studio del Direttore del carcere di... Una stanza vasta e ben arredata, con mobili di legno massiccio. Un'intera parete è occupata da una libreria.Sono presenti il Direttore e il dottor Girard.

Direttore

Dottor Girard, pur apprezzando la serietà e la prudenza che presiedono ogni indagine scientifica, non posso negarvi che la permanenza di Jeanne Degois in questo istituto ci pone dei problemi particolari. Non assume più cibo, vaneggia, reagisce in malo modo a tutti i tentativi di accostarsi a lei. Siamo stati costretti ad isolarla, ma temiamo per il suo stato di salute. Vi ho convocato per sapere a che punto è la perizia.

Dottor Girard

Praticamente è conclusa. Le vostre preoccupazioni sono fondate. Jeanne Degois è affetta da un delirio parziale che, date le circostanze, sta poco alla volta occupando tutto il campo della sua coscienza. E' una donna intelligente, benchè incolta, e, all'epoca dei primi colloqui, la sensatezza delle sue risposte mi ha lasciato incerto. ma il suo carattere fiero, arrogante, ribelle ha avuto ben presto ragione di goni controllo razionale. Continua a ritenersi cocciutamente legittima proprietaria del fondo, e nessun ragionamento vale a dissuaderla. nel suo modo di pensare, peraltro formalmente corretto, è presente un non so che di primitivo che la rende asociale e pericolosa, per sé e per gli altri. Solo adeguate cure in ospedale le restituiranno, a mio avviso, un sano giudizio.

Il Direttore

Queste vostre conclusioni mi sollevano da una grave responsabilità. Non mi rimane che rimettermi alla vostra scienza.

Dottor Girard

Se i magistrati ci consultassero più spesso, non si giungerebbe a tali estremi. tenere in carcere una persona malata è un'offesa alla dignità umana.

Il Direttore

La giustizia ha le sue ragioni. Se non ho capito male, Jeanne Degois vi ha creato notevole imbarazzo. La malattia di cui soffre non ha avuto sinora le caratteristiche proprie della pazzia.

Dottor Girard

la scienza che mi onoro di rappresentare sostiene da tempo, senza essere ascoltata, che l'imputabilità di ogni criminale dovrebbe essere preventivamente stabilita da una perizia psichiatrica.

Il Direttore

Ciò potrebbe pregiudicare il corso della giustizia. Guai a noi se l'opinione pubblica giungesse a dubitare che ogni criminale può avere agito in condizioni d'imperfetta salute mentale.

Dottor Girard

Punire un innocente - tale infatti è il malato di mente - non è forse la peggiore delle ingiustizie?

Il Direttore

Affidare il giudizio sull'imputabilità ai medici, che sono spesso spinti da criteri umanitari, sarebbe forse meno pericoloso?

Dottor Girard

Sottrarre un malato ai rigori della giustizia non è un atto di umanità, bensì il riconoscimento di un suo diritto. La malattia va curata, e talora, se essa comporta la pericolosità per sé o per gli altri, l'unica cura valida è l'internamento definitivo. La società ha molto più da temere di sentenze che le restituiscono, dopo pochi anni, individui la cui pericolosità potenziale, per quanto incolpevole, è elevata.

Il Direttore

L'unico freno valido alla criminalità è, a mio avviso, la paura della punizione.

Dottor Girard

Jeanne Degois ha scontato già per sette volte la pena. E' servito a qualcosa?

Il Direttore

E' per questo che il giudice vi ha affidato la perizia.

Dottor Girard

C'è da augurarsi che la giustizia divenga sempre più sensibile ai servigi che può rendere ad essa la scienza che professo.

Il Direttore

Auguriamocelo pure se questo significherà un bene per la società. In fondo è questo l'obbiettivo cui tendono i nostri e i vostri sforzi. Vi ringrazio di avermi concesso l'onore di ascolatere le vostre dotte opinioni.

Dottor Girard

Invierò oggi stesso la perizia al giudice.

Il Direttore

Voglio sperare che egli accolga prontamente le vostre conclusioni.

 

Scena XIX

Nell'aula del Tribunale di...

Il Giudice

Si dia lettura della perizia del dottor Jacques Girard.

Il cancelliere

Io sottoscritto Jacques Girard, Direttore del manicomio di... (vedi l'integrale)

Il Giudice

Imputata, alzatevi!

Jeanne ha lo sguardo fisso nel vuoto, sembra non udire la voce del giudice. Questi fa segno ai gendarmi che s'avvicinano e la sollevano.

Il Giudice

Jeanne Degois, questa Corte, accogliendo le conclusioni della perizia del dottor Jacques Girard, ordina la sopsensione del procedimento a vostro carico, essendo stata accertata l'incapacità di intendere e di volere, e dispone che siate urgentemente trasferita nel manicomio di... per ricevere ivi le cure di cui abbisognate.

Jeanne si svincola dalla presa dei gendarmi, si afferra alla balaustra e si protende come per parlare, poi si lascia cadere inerte sulla panca.

 

Scena XX

Manicomio di...

Jeanne, legata al letto, viene alimentata con una sonda. Si ribella inutilmente.

manicomio di...

Jeanne è immersa nel bagno freddo e tenuta a forza da quattro infermiere.

manicomio di...

Jeanne, nuda, è in cella d'isolamento. Sdraita sul pagliericcio, mugola un'incomprensibile cantilena.

 

Scena XXI

Nel parlatorio del manicomio di... E' una sala rettangolare molto grande con ampie e alte finestre. Ai lati della sala numerose panche, occupate da alcuni visistatori in attesa e da altri in compagnia di un ricoverato. Jeanne è seduta a finco di Pierre.

Pierre

Stai meglio, Jeanne, stai proprio meglio!

Jeanne (sorride e fa segno di sì con il capo)

Pierre

Ho parlato con il dottor Girard. Mi ha detto che tra qualche settimana potrai tornare a casa.

Jeanne solleva il capo e fissa insistentemente i finestroni.

Pierre

Sei contenta?

Jeanne

Me lo chiedi?

Pierre

Parli così poco...

Jeanne

Ho paura, Pierre, ho paura... che i bambini si siano dimenticati di me... che la gente mi tenga lontana come una pazza.

Pierre

I bambini chiedono di te tutti i giorni, epoi Roland e Christine non sono più bambini. Quanto alla gente, tutti dicono che sei ammalata per il dolore della morte di tuo padre e per la troppa fatica. Anche il dottor Girard la pensa così.

Jeanne

Sono mesi ormai che non sogno più a mio padre.

Pierre

E' che sei tranquilla e hai dimenticato tutto.

Jeanne

Non ho dimenticato nulla, Pierre. Mi sono rassegnata come lui. I più forti sono loro.

Pierre

Oh, Jeanne, se l'avessi capito prima!

Jeanne

Ce n'è voluto del tempo, Pierre... tanto... quattro anni.

Pierre

Ma ora non accadrà più nulla.

Jeanne

Più nulla...