Introduzione |
Nel suo attuale uso comune e professionale, il termine "tossicomania" non si riferisce a una malattia ma ad una forma disprezzata di devianza. Di conseguenza, il termine "tossicomane"* non si riferisce ad un vero paziente, ma ad un'identità stigmatizzata, solitamente applicata a una persona contro la sua volontà. La tossicomania (o abuso di droga) assomiglia dunque alla malattia mentale e alla stregoneria, e il tossicomane (o drogato) assomiglia al paziente psichiatrico e alla strega, nella misura in cui tutti questi nomi si riferiscono a categorie della devianza e a chi vi appartiene. In realtà, sarebbe più esatto dire che la tossicomania è considerata come una specifica malattia mentale, proprio come l'isteria, la depressione e la schizofrenia, Di conseguenza, le osservazioni e le argomentazioni sulla malattia mentale e sull'impresa psichiatrica che ho presentato altrove – specialmente ne Il mito della malattia mentale e ne I manipolatori della pazzia - sono applicabili, mutatis mutandis, alla tossicomania, ai tossicomani e ai cosiddetti esperti che sostengono di lavorare senza sosta e disinteressatamente per loro.' Cercherò di non ripetere qui queste osservazioni e queste argomentazioni e di limitarmi, per quanto mi sarà possibile, a quegli aspetti del consumo della droga e delle persecuzioni dei consumatori di droga che caratterizzano questi comportamenti e che li distinguono da altri tipi di devianza definiti in termini medici e dalle loro persecuzioni psichiatriche. La strega ideale era originariamente una donna stramba, il pazzo ideale un maniaco omicida e il tossicomane ideale un drogato folle e indemoniato, ma una volta che queste categorie siano state accettate non solo come vere ma anche come enormemente importanti, i ranghi da cui potevano essere reclutati tali devianti si sono ampliati rapidamente. Alla fine chiunque - tranne forse i più affermati commercianti di devianti e i loro più potenti padroni - poteva essere "scoperto" strega, pazzo o drogato; e la stregoneria, l'infermità mentale e l'abuso di droga erano allora dichiarate "disastri" di "proporzioni epidemiche," dal "contagia" delle quali nessuno era immune. Nel caso del commercio della tossicomania, si possono distinguere tre meccanismi, che tendono a intrecciarsi, per creare e scoprire persone "inclini a drogarsi." Il primo è la classificazione come "stupefacenti (narcotics) pericolosi" di certe sostanze che non sono né pericolose né stupefacenti, ma che sono particolarmente diffuse in gruppi i cui membri si prestano facilmente ad una stigmatizzazione sociale e psichiatrica (tali sostanze sono la marijuana e le anfetamine, e tali gruppi sono i negri e i portoricani che vivono nelle aree metropolitane, e i giovani). Il secondo è la proibizione di queste sostanze e la persecuzione - attraverso un'applicazione corrotta e tendenziosa della legge - di coloro che sono associati al consumo di esse, come malvagi criminali (gli "spacciatori" [pushers]) e come pazienti folli ("tossicomani" e "drogati indemoniati" [dope fiends** ]. Il terzo meccanismo è la persistente affermazione che l'uso di "stupefacenti pericolosi" sia in aumento in proporzioni allarmanti, la qual cosa rappresenta, in effetti, una gigantesca campagna pubblicitaria per l'uso di droghe che, sebbene illegali, sono facilmente reperibili attraverso vie illegali e si ritiene siano la fonte di meravigliosi "piaceri." Questi processi assicurano una fonte illimitata di "materie prime" con le quali si possono fabbricare i drogati ufficialmente riconosciuti ed etichettati di cui si ha bisogno. Come una volta l'Occidente Cristiano aveva da affrontare il problema della stregoneria, così oggi il Mondo Scientifico ha da affrontare il problema della drogoneria.*** Il primo era stato un prodotto di sua creazione tanto quanto lo è il secondo. La creazione del "problema droga," tuttavia, dà origine a certi fenomeni che si potrebbero descrivere o affrontare in molti modi diversi. Molti di questi fenomeni – e specialmente la proibizione di certe sostanze chiamate "droghe pericolose" e il loro uso chiamato "abuso di droga" o "tossicomania" – sono ora discussi nei testi di farmacologia. È come se l'uso dell'acquasanta fosse discusso nei testi di chimica inorganica. Infatti, se lo studio dell'assuefazione alla droga appartiene al campo della farmacologia perché I'assuefazione ha a che fare con le droghe, lo studio del battesimo appartiene alla chimica inorganica poiché questo rito ha a che fare con l'acqua. Il battesimo, naturalmente, è un rito ed è solitamente riconosciuto come tale. Molti usi di farmaci**** - per esempio certe cure che ci somministriamo da soli - costituiscono altrettanti riti, ma non sono considerati tali. Analogamente, lo studio dell’uso rituale delle droghe appartiene all’antropologia e alla religione, piuttosto che non alla farmacologia e alla medicina, e dovrebbe più propriamente essere chiamato “chimica rituale”. In altre parole, propongo di distinguere con maggiore decisione di quella mostrata fino ad oggi lo studio delle droghe dallo studio del loro uso e del loro non-uso. La chimica organica, la chimica biologica e la farmacologia si occupano tutte e tre delle proprietà chimiche e degli effetti biologici delle droghe. La chimica rituale, invece, si occupa delle circostanze personali e culturali dell'uso delle droghe e del non-uso di esse. L'oggetto della chimica rituale è quindi la dimensione magica in opposizione a quella medica, la dimensione rituale in opposizione a quella tecnica del consumo della droga; più precisamente, esso è l'approvazione e la disapprovazione, la promozione e la proibizione, l'uso e il non-uso di sostanze dotate di un significato simbolico, e le spiegazioni e le giustificazioni offerte per le conseguenze e per il controllo del loro impiego. Le droghe che danno assuefazione stanno alle droghe ordinarie o che non danno assuefazione nello stesso rapporto in cui l'acquasanta sta all'acqua ordinaria o non-santa. Quando identifichiamo certe droghe come quelle "che danno assuefazione e le collochiamo nella stessa classe di altri farmaci, come gli antibiotici, i diuretici, gli ormoni e via dicendo, commettiamo un errore simile a quello che commetteremmo se distinguessimo un tipo di acqua chiamata "santa" e la collocassimo nella stessa classe dell'acqua distillata o dell'acqua pesante (vedi Gilbert Ryle Lo spirito come comportamento). Ne consegue che cercare di comprendere la tossicomania attraverso lo studio delle droghe ha all'incirca lo stesso senso che cercare di comprendere l'acquasanta studiando l'acqua; e che regolare l'uso di droghe assuefacenti in base al tipo di droga ha lo stesso senso che regolare l'uso dell'acquasanta in base al tipo di acqua. Eppure è proprio questo che facciamo oggi. La confusione cui diamo così luogo - nella nostra mente e nella nostra vita, e nella mente e nella vita di coloro con cui veniamo a contatto attraverso la legge, il trattamento o il "senso comune" - non potrebbe essere maggiore. Infatti l'assurdità in cui siamo caduti è davvero di dimensioni gigantesche: abbiamo detronizzato Dio e il diavolo e abbiamo loro sostituito nuovi dei e nuovi diavoli. I nostri nuovi dei e i nostri nuovi diavoli - nostre creazioni, ma tutti mostri misteriosi – sono le droghe, che adoriamo e temiamo. Quando la gente credeva davvero che il corpo umano appartenesse a Dio, concludeva che non c'era quasi nulla che i medici avessero il diritto di fare (eccetto, forse, curare le ferite per riportare il corpo al suo stato "naturale"). Quando la gente non crede più che il corpo umano appartenga a Dio, conclude che non c'è praticamente nulla che i medici non abbiano il diritto di farvi (eccetto forse distruggerlo con lo scopo dichiarato di distruggerlo). Coloro che osservano rigorosamente i principi della religione non pongono limiti alla loro adorazione di Dio, e creano una divinità onnipotente nelle cui opere all'uomo è proibito immischiarsi. Creato da Dio e a sua immagine e somiglianza, l'essere umano è un capolavoro di immenso valore che i visitatori della Galleria Divina non devono toccare, e tanto meno alterare. Alterazione, infatti, è qui sinonimo di sfregio. In modo del tutto simile, coloro che osservano rigorosamente i principi della medicina non pongono limiti alla loro adorazione della Scienza, e creano una Medicina onnipotente capace di apportare infiniti miglioramenti a tutte le cose biologiche, specialmente all'uomo. Creato dalla Medicina e a sua immagine e somiglianza, l'essere umano è un modello funzionante nel laboratorio dello scienziato biologico che ogni "operatore scientifico'' che vi lavora dovrebbe cercare di alterare. Alterazione è qui infatti sinonimo di miglioramento. È ovvio che - o a causa del suo smodato concetto di Dio o a causa del suo smodato concetto di Salute - l'uomo diventa infine la vittima della sua stessa arroganza. Mi sembra che la cosa di cui in questo momento l'umanità ha soprattutto bisogno sia la moderazione e la temperanza in tutte le cose importanti; e dal momento che due delle cose più importanti nella vita sono la religione e la medicina, abbiamo bisogno di moderazione e di temperanza nei confronti di Dio e della Salute. Moderazione nei confronti di Dio significa tolleranza religiosa - cioè controllo non dei fedeli, cioè di chi adora, ma di coloro che vorrebbero controllare come essi devono adorare. Negli Stati Uniti il Primo emendamento della Costituzione e in altre libere società laiche analoghe leggi e costumi garantiscono la protezione del cittadino da una tale molestia in campo religioso. Similmente, moderazione nei confronti della Salute significa tolleranza medica – cioè controllo non dei consumatori di droga, ma di coloro che vorrebbero controllare come essi devono consumarle. Ma né negli Stati Uniti né in alcun'altra società moderna il cittadino è protetto da una tale molestia in campo medico. In breve, dobbiamo rifiutare l'immagine di divinità onnipotenti e di un binomio salute-vita d'importanza assoluta. Nello stesso tempo, dobbiamo mantenere - anzi, dobbiamo innalzare a livelli molto superiori che in passato - il rispetto per le leggi "superiori" a quelle dell'uomo, per indicare in modo simbolico che, nel tribunale della vita, non si può essere nello stesso tempo contendenti e giudici. Dobbiamo dunque imparare a mostrare attraverso la nostra esperienza un genuino rispetto per il binomio salute-vita, per indicare in modo simbolico che, proprio perché gli uomini e le donne possono dare e prendere la vita, il loro dovere principale è averne cura. E come potremo dimostrarlo? Forse semplicemente riesaminando e abbandonando la nostra incrollabile convinzione - e la nostra condotta basata su questa convinzione - che le cure giustifichino la coercizione e che la coercizione sia la prova per eccellenza della cura.
* Abbiamo tradotto indifferentemente con "tossicomania" e "assuefazione [alla droga]" l'espressione inglese "[drug] addiction," e con "tossicomane" e "drogato" l'inglese [drug] addict." [N.d.T.] Vedi anche THOMAS SZASZ, Disumanizzazione dell'uomo e The Age of Madness. (Qui di seguito, per i riferimenti bibliografici contenuti nelle note, vedi Bibliografia a p. 201). * Non esiste in italiano un'espressione corrispondente all'americano dope fiend usato in tutta la letteratura scandalistico-terroristica su questi argomenti. [N.d.T.] ** Si è cercato con questo neologismo di rendere il termine inglese drugcraft costruito come parallelo di witchcraft (stregoneria). [N.d.T.] *** Drug, in inglese, vuol dire sia "droga" che "farmaco." [N.d.T.]
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